giovedì 4 giugno 2020

Italia Nostra auspica per il Sulcis opere pubbliche utili e condivise

È di questi giorni la notizia che il Ministero delle Infrastrutture ha rigettato definitivamente il progetto del ponte alto che si intendeva realizzare a Sant’Antioco, in sostituzione dell’attuale. La notizia ha fatto registrare reazioni entusiastiche da più parti, in particolare dai sindaci del Sulcis e, a ragione, dal Comitato Porto Solky che si è fortemente impegnato per raggiungere questo importante risultato.  

Italia Nostra si è opposta sin dall’inizio a quel progetto inutile, costoso e impattante, si è costituita nella Conferenza di Servizi presentando osservazioni* che illustravano l’inutilità e il danno paesaggistico e ambientale che l’opera avrebbe causato ed ha appreso quindi la decisione con grande soddisfazione. Basti pensare che i primi interventi fortemente critici dell’Associazione risalgono agli anni in cui quasi tutti davano per scontato che il ponte alto dovesse realizzarsi perché, mal informati, ritenevano che non si potesse bloccarne la costruzione, pena il pagamento di ingentissime penali o che si perdesse il finanziamento. Tant’è che la precedente amministrazione comunale di Sant’Antioco decise di approvare l’opera senza neppure entrare nel merito della sua reale utilità, dell’impatto ambientale e delle ricadute economiche.
Solo la pervicacia del Comitato di cittadini che ha lavorato con competenza per portare a casa questo importante risultato, di Italia Nostra e di altre Associazioni ambientaliste ha convinto alcuni Enti decisori, in particolare i sindaci del Sulcis, a manifestare opposizione a quel progetto e ad avanzare la richiesta di una rimodulazione del finanziamento. A ottobre 2019 il Comune di Sant’Antioco ha finalmente deliberato contrarietà all’opera ribaltando la decisione assunta dalla precedente Amministrazione Comunale e proponendo valide alternative.
Importanti sono state le prese di posizione della Soprintendenza Archeologica e Paesaggistica del Sud Sardegna, dell’Ufficio Regionale per la Tutela del Paesaggio e del Servizio Valutazione Impatti Ambientali della RAS che hanno espresso pareri molto critici sul ponte alto e sulle modalità con le quali l’opera è stata proposta e progettata.
La vicenda insegna, tra l’altro, l’importanza della partecipazione attiva dei cittadini – peraltro costituzionalmente garantita – che ha permesso di raggiungere questo importante risultato. 
Ora si tratta di utilizzare nel migliore dei modi e senza inutili campanilismi il finanziamento previsto dal Piano Sulcis e, qualora non esistessero, di predisporre i progetti per le nuove opere. Tante sono le infrastrutture di grande utilità e non impattanti che potranno essere realizzate a partire dalla circonvallazione per Calasetta, al miglioramento dell’attuale ponte, alla riconversione ad uso diportistico del porto industriale e alla messa in sicurezza della viabilità al fine di creare i presupposti per un reale decollo dell’economia del Sulcis.
Auspichiamo che, traendo insegnamento dagli errori del passato, le nuove opere da realizzare siano davvero utili e condivise dall’intera comunità, senza che il dibattito scada in inutili e controproducenti polemiche. 

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