venerdì 21 aprile 2017

We love Turri 2017




Passeggiata fotografica alla scoperta delle coste dell’isola di Sant’Antioco. Il programma prevede la partenza da Maladroxia e arrivo a Turri, dove ci si fermerà per il pranzo, che in questo caso sarà a carico dei partecipanti. l'Appuntamento è per le 10:00 presso il parcheggio di Maladroxia.

Per confermare l’adesione si prega di inviare una mail a: circolo_f7.1@libero.it indicando nome, cognome e un recapito telefonico entro lunedì 24 Aprile. 

l'evento su facebook



sabato 15 aprile 2017

Una nuova (?) legge urbanistica

Aspettavamo tutti una legge urbanistica che finalmente regolamentasse il settore, una pianificazione territoriale finalizzata alla progettazione delle città in funzione dei bisogni e delle nuove esigenze della comunità residente. Una norma che in continuità con il Piano Paesaggistico Regionale, tutelasse il patrimonio paesaggistico della nostra isola.

Una proposta conseguente ai tanti proclami del Presidente Pigliaru e del suo Assessore Erriu che in diverse occasioni hanno tranquillizzato tutti "mai più cemento!" dicevano in campagna elettorale e in questi anni di elaborazione del disegno di legge appena approvato.

La legge attualmente in discussione in Consiglio regionale inaugura invece una nuova stagione urbanistica basata essenzialmente sugli incentivi volumetrici. 

Questo DDl cancella nei fatti il PPR e mette una pietra tombale su quella ricca e vivace stagione politica che lo ha ideato, approvato e sostenuto nei tanti tribunali e nei diversi gradi di giudizio a cui è stato sottoposto.

Giovedi 20 Aprile a Cagliari al Cesar's Hotel, dalle 17.00, si parlerà di questa Legge Urbanistica! 



Il dibattito prosegue su facebook

  • "Ieri sono emersi alcuni punti su cui urgono risposte. Esiste uno studio che mette in correlazione aumento delle cubature e maggior presenza turistica durante tutto l'anno? Quante sono le strutture che potrebbero beneficiare del bonus cemento entro i 300 metri ? ( 40 come dice Erriu o 400 come risulta a noi) Perché nonostante diverse sentenze lo escludano si modifica di fatto il ppr attraverso una legge urbanistica ? Perché ancora una volta si accentrano le decisioni sul territorio stabilendo che la regione puó valutare deroghe centralmente? Attendiamo risposte."
  • "Ho assistito ad un dibattito che oltre ad essere istruttivo sulla materia;mette in pratica una prassi Democratica: coinvolgere i cittadini sulle decisioni di strategia dello sviluppo che riguardano un intero popolo. Perché il dispotismo è irritante."
  • "Per capire la portata delle volumetrie in gioco con la nuova legge urbanistica. Immaginate un muro alto 4 metri e largo uno che fa il giro di tutta la Sardegna. Potenzialmente questa è la colata di cemento che aspetta le nostre coste. Ecco io non sono mai stato uno intransigente o un pericoloso estremista ma questa idea mi fa venire i brividi."
  • "Si vi ho seguito in questo dibattito. Mi pare follia, mi sembrano proposte anacronistiche ed è uno spreco fare una riforma che in realtà non riforma nulla in termini qualitativi del settore. Almeno così mi pare."
  • "Basta costruire, lo scrivo da architetto. Moratoria totale."
  • "Una legge da rigettare in blocco."



vedi anche

facebook - per la tutela delle coste sarde

facebook - Una nuova (?) legge urbanistica 

Italia Nostra Sardegna - PPR ultimo atto 

Sardegna Soprattutto - La Sardegna torni ad affermare con forza la tutela delle sue coste

Sardegna Soprattutto - A conti fatti col DDL sul governo del territorio la giunta Pigliaru vuole solo l'ennesima cementificazione costiera della Sardegna

Sardegna Soprattutto  - Il senso della giunta Pigliaru per il cemento rischia di essere frustato perchè l'art.19 è intoccabile

 

 

  Sull'argomento

venerdì 14 aprile 2017

Finte Serre fotovoltaiche, la truffa milionaria continua



Prima le finte serre fotovoltaiche di Su Scioffu a Villasor, poi quelle di Giave e oggi le finte serre di Ozieri balzano agli onori delle cronache isolane! Il sequestro di questi impianti e di ingenti quantità di denaro relative ai profitti generati, oltre all'accusa di truffa aggravata nei confronti dei dirigenti delle società che gestiscono gli impianti, confermano, ancora una volta, la fondatezza delle denunce e dei ricorsi presentati dal Comitato S'Arrieddu per Narbolia insieme alle Associazioni Adiconsum e Italia Nostra Sardegna contro questi impianti.
Lo stato di degrado in cui versano le serre di Narbolia

Di fatto le serre installate in Sardegna sono delle semplici strutture metalliche a sostegno di pannelli fotovoltaici. Si tratta in effetti di veri e propri impianti industriali per la produzione di energia elettrica, escogitati come ovvi escamotages alla norma che vieta l'installazione dei pannelli fotovoltaici su grandi estensioni di suolo agricolo[1] .  Pertanto,  oltre ad essere stati abusivamente ubicati in area agricola, percepiscono incentivi dal Conto Energia grazie a una indebita posizione di vantaggio nella graduatoria nazionale degli incentivi statali, in danno di coloro che avrebbero avuto diritto in quanto in possesso di titolo legittimamente conseguito. Una attenta lettura dei bilanci della Enervitabio Santa Reparata Società Agricola srl, di Narbolia, la cui ragione sociale è quella di coltivare "ortaggi in foglia, a fusto, in radici etc..."  chiarisce in maniera inequivocabile l'inesistenza di qualsiasi attività agricola.
Il negativo impatto di questi impianti industriali sul territorio agricolo è evidenziato dal rapporto ISPRA edizione 2016 [2] sul consumo di suolo nel quale vengono citati i comuni di Giave e Narbolia tra quelli che hanno avuto un maggior incremento di consumo di suolo negli anni 2012 - 2015 "connesso alla realizzazione di imponenti impianti fotovoltaici".

E' bene ricordare che le cifre in campo erogate dal GSE sotto forma di incentivi del Conto Energia per le serre fotovoltaiche installate in Sardegna sono dell'ordine di diverse decine di milioni di euro annui per un totale complessivo prossimo al miliardo di euro nei vent'anni di vigenza dei benefici.
Nonostante il fenomeno sia diffuso in tutta la Sardegna, non si comprende perché i sequestri e le denunce hanno riguardato ad oggi, soltanto poche aziende. A mero titolo esemplificativo si citano  gli impianti per la produzione di Energia Elettrica del gruppo Enervitabio che meriterebbero analoghe verifiche della magistratura, ubicati a Giave, Narbolia, Padria, Galtellì, Santadi, San Giovanni Suergiu. Oltre alle serre di Villasor della Twelve Energy, di Milis della Milis Energy Srl, di Villaperuccio dell'Azienda agricola Montessu, di Ozieri della Agrisun.
L'area occupata dalle serre a Narbolia
Numerose sono state le denunce presentate alle diverse Procure, in particolare a quella di Oristano,  dal Comitato e dalle Associazioni firmatarie. Così come in diverse occasioni è stata presentata richiesta di verifica della sussistenza dei requisiti di legge all'Ass.to all'Agricoltura, che ha autorizzato gli impianti e che avrebbe dovuto controllare non solo la documentazione di progetto, ma vigilare sul reale rispetto delle norme nel corso dell’esercizio. Sarebbe utile verificare se esistono gli estremi di omissione di atti di ufficio da parte di questi enti anche in considerazione dell'ingente danno erariale arrecato da queste operazioni speculative.
E' chiaro che tutto ciò accade proprio perché gli organi di vigilanza sono praticamente assenti. Già nel 2014 lo stesso presidente della Corte D'Appello di Cagliari, nella relazione sull'amministrazione della giustizia ha citato questi impianti, assieme a quelli eolici, come esempio di malaffare: "Nelle maglie di una normativa caotica, in cui si intrecciano interventi dello Stato e della Regione che rispondono all’esigenza di favorire gli investimenti ma dovrebbero anche garantire la salvaguarda del territorio e del paesaggio, si sono aperti varchi in cui si sono infiltrate compagini criminose che hanno costruito impianti industriali sul presupposto che fossero invece a servizio dell’attività agricola"[3].

[1]    Art. 10, comma 4, del decreto legislativo n 28 del 2011 (Requisiti e specifiche tecniche) e art 11del Decreto Interministeriale 5 maggio 2011 (Requisiti dei soggetti e degli impianti)

giovedì 6 aprile 2017

PPR ultimo atto



Il nuovo DDL recentemente approvato dalla Giunta Regionale della Sardegna, che introduce nuove norme in materia di Governo del territorio isolano, non rappresenta purtroppo una novità nel panorama della legislazione urbanistica della Sardegna.
Esso infatti si pone in perfetta continuità e sintonia  con i provvedimenti normativi adottati dalla precedente Amministrazione a guida Cappellacci, e con lo stesso piano casa di questa giunta recepito dal disegno di legge, e crea una profonda frattura con le modalità di gestione del territorio volute della Giunta Soru, che hanno trovato la più significativa attuazione nel tanto avversato ma salvifico Piano Paesaggistico Regionale.
interventi edilizi nella fascia costiera
La continuità è da ricercarsi nella logica stessa che ispira il Disegno di Legge, improntata a garantire il massimo dell’utile in termini di cubature e, in una logica di rendita passiva e speculazione selvaggia, a considerare il territorio merce di scambio piuttosto che Bene Comune da preservare. Le uniche tutele rilevabili nel Ddl, previste dall'art. 26 e dai successivi articoli, sono quelle sulle compensazioni utili a garantire "l’equità nella distribuzione delle facoltà edificatorie", che pur  tuttavia non rifuggono dal prevedere abbondanti volumetrie elargite in omaggio.

Non è un caso dunque che il Ddl fagociti letteralmente le norme dei tanti piani casa, elaborati e reiterati negli anni sotto le mentite spoglie di una normativa emergenziale e temporanea,  per trasferirle in una formulazione che, annullandone di fatto l’aspetto della provvisorietà, lascia emergere seri dubbi sulla costituzionalità del provvedimento, oltre che vanificare l’autonomo potere di pianificazione delle amministrazioni locali.
Anche la provvisoria procedura dell'Intesa, prevista dal PPR vigente, viene stravolta attraverso l’adozione di un provvedimento definitivo utile a consentire la realizzazione di interventi attualmente non autorizzabili mediante l’utilizzo dello strumento della Deroga ad ogni tipo di pianificazione, attraverso la clausola liberatoria di interventi "ecosostenibili di grande interesse sociale ed economico"! A poco valgono le rassicurazioni dell'assessore Erriu che, scambiando la fascia costiera tutelata dal PPR con i vincoli costieri imposti dalla Galasso, tranquillizza tutti sul fatto che tali interventi non avverano all'interno dei 300 metri dalla battigia; ci mancherebbe altro!
E davvero appare sconcertante la risposta che il DDL riserva all’allarmate fenomeno del consumo di suolo, vera e propria emergenza dei paesi industrializzati: fino al 10% delle superfici già interessate da urbanizzazioni, incrementabile attraverso "analitica dimostrazione"!  Indirizzo che risulta in assoluta controtendenza rispetto alle nuove scelte urbanistiche in campo europeo. Con grande gioia dei profeti del mattone, sono ancora molti gli ettari di terreno che anche in Comuni di soli 5 mila abitanti (uno standard diffuso in Sardegna) potranno essere cementificati, per tacere delle aree a vasta densità edilizia, nelle quali dilagherà l'inarrestabile consumo, sottrazione e impermeabilizzazione di suolo.
La discontinuità e l’inversione di logica rispetto al vigente PPR non poteva essere più palese! Un piano paesaggistico che con pervicacia, l'amministrazione di centrodestra prima e l'attuale di centrosinistra oggi, hanno cercato in tutti modi di rendere sempre meno efficace e che questo Ddl, se trasformato in legge, vanificherà definitivamente, cancellando tutte le residue tutele sulla fascia costiera.

Sulla base di queste premesse, che evidenziano la volontà di rendere inefficace la vigente pianificazione, la previsione di un aggiornamento del PPR contenuta nel Ddl, non nasce certo sotto fausti auspici, oltre che lasciare perplessi sul voluto silenzio per i tempi di predisposizione dello stesso.
In sintesi può dunque affermarsi che questo Ddl inaugura una tipologia di pianificazione territoriale, che potrebbe definirsi “al contrario”: si approva una legge che consente di tutto e di più, si prevedono nuovi volumi perfino nelle aree costiere, e in seguito, a danno avvenuto o a "babbu mortu" per dirla in sardo, si potrà pensare alle tutele con un nuovo piano paesaggistico.
Noi siamo tra quelli, (non pochi in verità) che continuano a pensare che il PPR attuale abbia svolto degnamente il suo compito  a tutela del patrimonio culturale e ambientale costiero, che possa essere suscettibile di miglioramenti (e sottolineiamo di miglioramenti!) e che debba essere con urgenza completato estendendolo alle zone interne. Siamo altresì convinti, (anche in questo siamo in buona compagnia), che la nuova disciplina sul Governo del territorio riporti la Sardegna al far west urbanistico, a quell’edificazione selvaggia ed incontrollata che ha consentito i tanti ecomostri realizzati senza alcuna immunità locale all’interno del perimetro isolano e che ha impoverito la più importante e forse unica risorsa della Sardegna: Territorio e Paesaggio.

 

  Le repliche

Abbiamo ricevuto una piccata replica a mezzo stampa da parte dell'assessore regionale all'urbanistica. La riportiamo per intero

CAGLIARI Nessun ritorno alla cementificazione selvaggia dell’isola: l’assessore Cristiano Erriu difende i principi della legge urbanistica approvata dalla giunta e replica al presidente dell’associazione Italia Nostra Graziano Bullegas. «Prese di posizione come la sua non aiutano un confronto costruttivo e volto a trovare il giusto equilibrio tra le esigenze di tutela ambientale e paesaggistica e lo sviluppo sostenibile dei territori – dice l’assessore Erriu –. Operazione impossibile da raggiungere se si parte da condizioni di pregiudizio le quali impediscono valutazioni improntate a serenità e obiettività. Continuare con gli slogan allarmistici di cementificazione selvaggia, di fronte a una legge che si oppone alla rendita fondiaria indiscriminata, che tutela i territori rurali riservandoli alla tutela del paesaggio e alla esclusiva valorizzazione delle produzioni agricole, che nella fascia di costa dei 300 consente esclusivamente l'adeguamento di strutture ricettive esistenti che, pur avendo già trasformato le proprie aree di pertinenza, non sono più in grado di restituire ricchezza ai territori, non prefigura un approccio costruttivo ma piuttosto un rituale ideologico senza sbocco». Erriu va avanti: «Insistere a sostenere l'impossibilità di migliorare l'offerta turistica esistente, dimenticando che tale possibilità era offerta tanto dal Ppr, sia in fase transitoria che di adeguamento dei Puc, che dalla legge regionale 45/89, paventando chi sa quale devastante colata di cemento, va contro ogni ragionevole politica promossa da tutti i documenti sulla sostenibilità del turismo elaborati da una istituzione al di sopra di ogni sospetto come le Nazioni Unite». L’assessore si sofferma su un altro punto. Bullegas aveva criticato la possibilità di un consumo ulteriore del suolo nella misura del 10%: «Parlare indiscriminatamente di trasformabilità di un 10% senza leggere attentamente il testo proposto dice Erriu – , che pone quella percentuale come tetto massimo non alla trasformabilità, ma alla identificazione di aree all'interno delle quali collocare bandi mirati alla mera soddisfazione della domanda di residenza e servizi che non possa trovare risposta nella sola riqualificazione dell'esistente, come rigorosamente calcolato nei Puc, mostra – conclude l’assessore all’Urbanistica – una certa superficialità di lettura di un testo che governa materie delicate e complesse»
La replica  dell'assessore Erriu è stata pubblicata dalla nuova Sardegna l'8 aprile 2017

 

Questa la nostra risposta all'assessore

 Una nuova urbanistica basata sugli incentivi volumetrici

Abbiamo avuto modo di leggere e di rileggere con la dovuta serenità e obiettività il DDL licenziato dalla Giunta Regionale della Sardegna in materia di Governo del territorio sperando di cogliere gli aspetti positivi di cui ci parla l'assessore Erriu nelle sue  risposte ai nostri commenti sulla legge. Più esaminiamo la norma e più ci accorgiamo che essa abbandona la strada della pianificazione territoriale finalizzata alla progettazione delle città in funzione dei bisogni e delle nuove esigenze della comunità residente per inaugurare una nuova stagione urbanistica basata essenzialmente sugli incentivi volumetrici.  

Ci si aspettava una norma conseguente ai proclami del Presidente Pigliaru e del suo Assessore "Mai più cemento..." e invece la legge prevede incentivi con cospicui incrementi volumetrici (25%) per l'efficientamento energetico degli edifici, mentre le strutture ricettive possono incrementare i propri volumi del 25%, anche con corpi di fabbrica separati, al fine di migliorare l'offerta ricettiva. Poco importa se gli edifici si trovano sulla battigia. La legge omette del tutto la linea di costa tutelata dal vigente Piano Paesaggistico Regionale, che è bene ricordarlo ancora una volta all'assessore, è andata oltre  la rigida perimetrazione dei 300 mt individuata dalla Galasso e della successiva normativa e in talune aree raggiunge i mille metri dalla battigia.
Il DDL prevede inoltre incentivi volumetrici fino al 30% per le ricostruzioni e le demolizioni, altri incentivi per le riqualificazioni  e via dicendo, incentivando e distribuendo volumi. 
A proposito di questa norma si è parlato in questi giorni di un ossimoro, solo così si può spiegare la logica della riduzione del consumo di suolo attraverso un incremento dei volumi esistenti, anche con corpi separati, e un aumento delle aree edificabili fino al 10% dell'edificato esistente. L'assessore fa finta di non sapere che qualsiasi tetto posto dalle norme urbanistiche è inteso sempre (non si conoscono eccezioni) come un obbiettivo da raggiungere e siamo certi infatti che tutti i Piani Urbanistici Comunali saranno adeguati a quell'ulteriore 10% di nuove aree edificabili definito un valore limite dall'assessore.
Concordiamo con l'assessore sul difficile confronto costruttivo su questi temi. Abbiamo chiesto a più riprese di essere convocati assieme alle altre associazioni ambientaliste perchè avremmo voluto dare il nostro contributo anche in fase di stesura del documento e avevamo ricevuto rassicurazioni in tal senso dall'assessore. Ci rincresce che l'Assessore Erriu, in questi due anni di elaborazione del provvedimento non abbia trovato il tempo per incontrarci. Forse perchè troppo impegnato a discutere della legge urbanistica con costruttori e confindustria, con le associazioni dei professionisti e le associazioni di categoria. La legge proposta non poteva che essere il risultato di questi incontri.
li 08 aprile 2017

 

Sull'argomento

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