martedì 20 agosto 2013

RICHIESTA PERMESSI RICERCA RISORSE GEOTERMICHE NEL MEDIO E BASSO CAMPIDANO


Nei giorni scorsi le associazioni WWF, Italia Nostra e LIPU della Sardegna – così come i numerosi comitati locali (“No Trivelle Sardegna”, “Terra che ci Appartiene” Gonnosfanadiga, “No Megacentrale” Guspini etc…) - hanno presentato una serie di Osservazioni all’Ass.to Reg.le all’Industria, chiedendo di non concedere i permessi di ricerca di risorse geotermiche avanzati dalla società aretina TOSCO GEO srl o in alternativa di sospendere la procedura subordinando il rilascio dei permessi all’esito positivo della Valutazione di Impatto Ambientale.

Le quattro richieste di permessi per ricerche geotermiche avanzate dalla TOSCO GEO interessano complessivamente 416 kmq di fertili terreni agricoli della piana del Medio e Basso Campidano e coinvolgono il territorio di ben 16 Comuni e rappresentano, purtroppo, solo una parte delle tante richieste di ricerca geotermica presentate in Sardegna. 

Negli esposti presentati le Associazioni evidenziano il contrasto esistente tra le richieste della TOSCO GEO e la Delibera della Giunta Regionale Sardegna N° 34/41 del 07/08/2012 che detta le “Linee Guida per la disciplina della Ricerca e la coltivazione delle risorse geotermiche a scopi energetici nel territorio della Sardegna”. La delibera impone infatti che l’eventuale rilascio del permesso di ricerca sia condizionato all’espletamento delle procedure in materia di valutazione di impatto ambientale (Verifica/VIA), secondo quanto previsto dalle direttive comunitarie e dalla vigente normativa nazionale e regionale.

Oltre ad un iter confuso e pasticciato – per alcune richieste non è stata neppure data la corretta e obbligatoria informativa ai cittadini - è del tutto assente nelle richieste presentate un Piano di Recupero Ambientale che preveda la rimozione delle infrastrutture e il ripristino dello stato dei luoghi secondo le vocazioni proprie del territorio, oltre alle modalità di smaltimento del materiale dismesso.

Le Associazioni ribadiscono la validità del documento in materia energetica presentato lo scorso maggio 2013, con il quale si chiedeva alla Regione Sardegna una moratoria delle installazioni in area agricola di tutte le centrali per la produzione di energie rinnovabili, comprese le ricerche delle risorse geotermiche, in  attesa della definizione di un Piano Energetico Regionale (P.E.A.R.S.),  che preveda la programmazione delle attività di ricerca e detti norme severe sulla localizzazione e la compatibilità ambientale delle concessioni di coltivazione del geotermico. Un Piano in grado di fermare la folle e selvaggia corsa all’accaparramento delle terre, di impedire la sottrazione delle risorse ambientali e dei beni comuni alle comunità locali e alle generazioni future e di disciplinare finalmente con regole ferree questi impianti industriali disseminati in lungo e in largo nelle aree agricole dell’intera Sardegna.
 

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lunedì 19 agosto 2013

Comitati, controinformazione e occupazione delle terre

un commento all'articolo di Sandro Roggio del 17 agosto 2013

La bellezza della Alghero-Bosa e la scelta del golf a Tentizzos

Costa di Buggerru

Emiri, imprenditori locali e nazionali, società per azioni e società a responsabilità limitata, sono tanti i rapaci pronti ad occupare i nostri areali e a distruggere le nostre terre, non appena la Regione Sardegna terrà fede alle promesse elettorali e scardinerà finalmente il Piano Paesaggistico Regionale. Ci son voluti quasi 5 anni di promesse e annunci ripetuti ogni sei mesi, scadenze fissate e mai rispettate, ma adesso i collaboratori esterni stanno lavorando a pieno regime anche nelle afose giornate di agosto (d'altronde son stai pagati profumatamente con i soldi del contribuente!). Sembrerebbe sia questo il momento giusto, tutto dovrebbe essere pronto per i prossimi mesi .
La domanda è capire se riuscirà il Presidente Cappellacci, in questi pochi mesi che gli rimangono, a consegnare le coste della Gallura, quelle del Sulcis e della Planargia e quelle dell’intera Sardegna alla speculazione immobiliare.
Riuscirà a consegnare l’intero Campidano alla devastante opera delle trivelle che attendono i permessi per la ricerca di petrolio, gas e acqua calda e che trasformeranno la più importante pianura della Sardegna in una grande gruviera?
Riuscirà a consegnare alla speculazione energetica migliaia di ettari di terreni agricoli e a cacciar via dalle proprie terre migliaia di agricoltori, contadini e pastori, cancellando definitivamente centinaia di piccole aziende agricole e condannando la già sofferente agricoltura della Sardegna?


Comprendiamo che il nostro governatore abbia pure speso parole e abbia preso impegni con i signori del mattone e quelli del vento e con gli speculatori di ogni genere, pensiamo però che governare la Sardegna significhi in primo luogo perseguire gli interessi dei sardi, della comunità sarda e quelli delle future generazioni.
In questi anni abbiamo fatto molto, ci siamo impegnati per ricordare questi doveri a quanti governano la Sardegna. Assieme ai numerosi Comitati locali sorti in ogni angolo della Sardegna ci siamo impegnati e abbiamo lavorato duramente per fermare le politiche scellerata di questa classe dirigente ottenendo talvolta anche degli ottimi risultati!
È in questa direzione che dobbiamo insistere impegnandoci ancora di più nel prossimo futuro, potendo contare sulla forza davvero dirompente delle numerose comunità sarde che hanno capito quanto deleterie e pericolose siano le promesse “sviluppiste” di questi dannosi amministratori. È in quest’ottica che credo si inserisca l’interessante impegno anche di controinformazione svolto dagli amici del Comitato “Salviamo Tentizzos Per Bosa” e dagli altri comitati, le cui iniziative stanno raccogliendo numerosi consensi e adesioni. Nutro invece poche speranze su quanto sapranno fare le forze politiche e sulla loro attività priva di ambiguità!


Io comunque nella lotta tra e i grifoni che volano liberi tra Capo Marrargiu e l’altopiano di Campeda e gli avvoltoi umani che si aggirano per gli uffici di viale Trento parteggio per la sopravvivenza dei primi.

 
 
 
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