giovedì 30 maggio 2019

I parchi nazionali della Sardegna ancora senza amministratori

Parco Nazionale arcipelago della Maddalena
In Sardegna, come nella penisola italiana, le aree protette nelle diverse forme (parchi nazionali, regionali, aree marine protette) compresi i siti di interesse comunitario inseriti nella rete Natura 2000, oltrechè luoghi di inestimabile valore paesaggistico e ambientale, rappresentano punti di riferimento per attività educative, escursionistiche e turistiche sostenibili. I parchi, nella loro accezione europea, sono luoghi importanti da tutelare e salvaguardare e nel contempo luoghi vivi e produttivi, sistemi ambientali in cui attivare le buone pratiche per la coabitazione sostenibile tra uomo e natura, quali la mobilità alternativa e l’efficientamento energetico. Aree pilota nelle quali affrontare l'urgente questione dei cambiamenti climatici, delle aree costiere a rischio, delle isole minori e delle aree interne.
La nostra Associazione ritiene che queste aree protette non rappresentino un vincolo che limita le funzioni e la corretta fruizione dei territori, ma esse possono rappresentare un valore aggiunto, in grado di attivare significativi ritorni economici per gli operatori e per l’intera economia turistica delle comunità residenti e alle attività presenti nel territorio, se sapranno attivare iniziative illuminate nella tutela dell’ambiente e mettere a valore queste aree sensibili.
Parco Nazionale Isola dell'Asinara
Nei giorni scorsi Graziano Bullegas, Lucia Spanu, e Antonello Cugia, in rappresentanza del Consiglio Regionale di  Italia Nostra Sardegna e delle sezioni di La Maddalena e Sassari, hanno inviato una lettera al Ministro per l'Ambiente, al presidente della Giunta Regionale e all'Assessore regionale all'Ambiente per sollecitare le nomine nei parchi nazionali dell'isola. Purtroppo dobbiamo lamentare che, a 15 mesi dall’insediamento del nuovo governo e ad oltre tre mesi dalle elezioni regionali, per i due parchi nazionali presenti in Sardegna non è stato ancora completato l’assetto degli organi dirigenti. Nel parco nazionale dell'Arcipelago della Maddalena si attende ancora la nomina di ben quattro consiglieri e del Direttore, quello attuale facente funzioni è a scavalco con l’Area Marina Protetta di Tavolara - Punta Coda Cavallo. Mentre il Parco Nazionale dell’Asinara è ancora privo del Presidente.
Area Marina Protetta isola di Tavolara

Lasciare un'area protetta senza organi dirigenti significa condannare un grande ente territoriale della pubblica amministrazione alla sola ordinaria amministrazione, senza possibilità di effettuare programmazione e sviluppo. Per questo, anche in occasione della Giornata Europea dei Parchi che si è celebrata i giorni scorsi, facciamo nostro e ribadiamo l'appello delle Associazioni Ambientaliste nazionali affinchè si completino le nomine degli amministratori e dei dirigenti dei parchi nazionali della Sardegna, inserendo questo impegno tra le urgenze improrogabili dell'azione politica.
Parco nazionale dell'Asinara

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lunedì 27 maggio 2019

Metano: l'inutile dorsale pagata a caro prezzo dai sardi

Nel corso del convegno di Sassari di venerdí scorso 24 maggio, il Wwf, Italia Nostra, i Comitati, i ragazzi di Fridays For Future e gli esperti presenti hanno messo in luce le criticità del sistema energetico isolano basato essenzialmente sulle energie di origine fossile e hanno avanzato proposte alternative e concrete perchè la Sardegna abbandoni le energie fossili e diventi la prima regione europea Zero CO2.
La manifestazione di Fridays For Future del 24 maggio 2019
La realizzazione di uninutile, obsoleto e costoso metanodotto il cui costo – emerge in queste ore - dovrà essere pagato nelle bollette dai sardi dimostra ulteriormente che questa fonte fossile oltre a costituire una nuova servitù energetica per la Sardegna non porterà alcun beneficio economico in quanto non ci sarebbe alcuna riduzione del costo delle bollette di famiglie e imprese. 
Come abbiamo avuto modo di denunciare in diverse occasioni, il progetto di metanodotto, non chiarisce quale sia la capacità di trasporto annuo e quali siano stati i criteri che hanno portato al dimensionamento della condotta principale, delle sue derivazioni e delle opere accessorie. Insomma un progetto carente sotto laspetto della valutazione dei potenziali impatti cumulativi sulle diverse matrici ambientali, che potrebbe rivelarsi lennesimo miraggio, dopo quello industriale che ha lasciato sulla martoriata terra di Sardegnainquinamento, malattia e disoccupazione.
In Sardegna si produce un surplus energetico di circa il 35% (Fonte Terna, produzione 2017: 12.335 GWh; consumi 8.426 GWh) che viene esportato, macon i costi ambientali e sanitari scaricati sulla Sardegna e sui cittadini visto che quasi l80% di questa produzione avviene con carbone e derivati dal petrolio altamente inquinanti e climalteranti. Il metano non risolverebbe queste criticità, si tratta infatti di una fonte fossile di transizione che non costituisce il futuro prossimo ma che manterrebbe la Sardegna in una dimensione di inesorabile arretratezza e sudditanza al mercato internazionale dei combustibili fossili come giàavviene per petrolio e carbone. 

Posa di un metanodotto
Le associazioni ambientaliste propongono che i finanziamenti finalizzati alla metanizzazione della Sardegna siano dirottati verso soluzioni alternative, concrete e attuabili per lisola, basate essenzialmente sul risparmio e sullincremento dell'efficienza energetica e la produzione distribuita e condivisa di energia da fonte rinnovabile seguendo le strategie per lo sviluppo sostenibile dellAgenda 2030 dellONU e quella nazionale del 2017. 

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Impianto fotovoltaico nel caseificio di Benetutti

lunedì 20 maggio 2019

Energia in Sardegna: presente e futuro

Si svolgerà a Sassari venerdì 24 maggio dalle ore 16.00 nella Sala Angioy del Palazzo della Provincia di Sassari in Piazza d’Italia, la conferenza dal titolo ““ENERGIA IN SARDEGNA. PRESENTE E FUTURO”, organizzata dalle associazioni ambientaliste Wwf, Italia Nostra Sardegna e Fridays for Future. 
L’incontro sarà̀ articolato in due parti. Nella prima, con inizio alle ore 16,00, il giornalista Vito Biolchini e il delegato del Wwf Italia per la Sardegna Carmelo Spada converseranno con l’antro- pologo e scrittore Bachisio Bandinu sul modello di sviluppo della Sardegna negli ultimi sessant’anni. La conversazione vuole porre l’attenzione sulle scelte di sviluppo del passato rivelatesi drammaticamente fallimentari e le conseguenze sul presente. Quale insegnamento si può trarre per il futuro senza incorrere negli stessi errori del passato? Quale realtà dobbiamo consegnare alle giovani generazioni che si battono per la giustizia climatica? 
La seconda parte dell’incontro pubblico sarà̀ articolata con gli interventi di Carmelo Spada (Wwf): “Presente energetico della Sardegna"; Paola Pilisio (comitato No MetaNo): “La metaniz- zazione della Sardegna: dorsale, depositi costieri, reti cittadine”; Graziano Bullegas (Italia Nostra Sardegna) “Prospettive energetiche sostenibili per la Sardegna”; Lillino Sini (Comune di Benetutti): “Un possibile modello di autogenerazione energetica per Sassari”; Lorenzo Paolicchi, (Friday for Future): “Un futuro per il pianeta e le prossime generazioni”. 
L’incontro vuole fare il punto sulla situazione energetica della Sardegna mettendo in luce che nell’isola si produce un surplus energetico di circa il 35% (Fonte Terna, produzione 2017: 12.335 GWh; consumi 8.426 GWh ) che viene esportato, ma con i costi ambientali e sanitari scaricati sulla Sardegna e sui cittadini visto che quasi l’80% di questa produzione avviene con carbone e derivati dal petrolio altamente inquinanti e climalteranti. 
Altro elemento che vuole essere messo in evidenza è il fatto che la dorsale per il gas non è in costruzione (l’iter di valutazione di impatto ambientale è in corso presso il ministero competente) e non va confusa con gli scavi per le reti cittadine in fase di realizzazione. 
Il metano è una fonte fossile considerata di transizione e obsoleta, che non costituisce il futuro prossimo ma che manterrebbe la Sardegna in una dimensione di inesorabile arrettratezza e sudditanza al mercato internazionale dei combustibili fossili come già avviene per petrolio e carbone. Con il metano rischiamo di farci ingannare, ancora una volta, da uno sfasamento del tempo: grandi investimenti per il metano sarebbero stati giustificati e razionali nei decenni passati, non oggi. 

La realizzazione di un’inutile e costoso metanodotto – a tutt’oggi non si capisce chi dovrà accollarsi il costo - istituirebbe una nuova servitù̀ energetica per la Sardegna senza alcuna garanzia di costi inferiori nelle bollette per famiglie e imprese. Nel merito del progetto proposto di metanodotto, non è altresì̀ chiaro quale sia la capacità di trasporto annuo e quali siano stati i criteri che hanno portato al dimensionamento della condotta principale, delle sue derivazioni e delle opere accessorie. Cosí come è del tutto assente la valutazione complessiva dei potenziali impatti cumulativi sulle diverse matrici ambientali, sulle opzioni di approvvigionamento, sulla dislocazione dei rigassificatori e dei depositi di stoccaggio. E’ altamente probabile che il progetto venga rigettato e/o rinviato per ulteriori approfondimenti. Insomma, il metano potrebbe rivelarsi l’ennesimo miraggio, - dopo quello industriale che ha lasciato sulla martoriata terra di Sardegna inquinamento, malattia e disoccupazione. 
Nel corso dell’incontro le associazioni ambientaliste proporranno soluzioni alternative, concrete e attuabili per la Sardegna, basate essenzialmente sul risparmio e sull’incremento dell'efficienza energetica e la produzione di energia da fonte rinnovabile seguendo le strategie per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU e quella nazionale del 2017. 


La Sardegna è sempre in ritardo, scrive nella premessa al suo libro “Noi non sapevamo” l’antropologo Bachisio Bandinu.
Parole di grande attualità che rappresentano la Sardegna e la sua classe dirigente, capace di inseguire negli anni scelte politico-economiche sbagliate, frutto di una pianificazione attenta agli interessi particolari, piuttosto che agli interessi comuni.
Basti guardare l’industrializzazione degli anni ’60, completamente estranea alla Sardegna, alle sue risorse, alla sua specificità, non certo adatta a un’isola che poteva contare su un suo tessuto produttivo e su risorse proprie che andavano supportate e non cancellate. 
Oppure la grande avventura turistica degli anni 80, adottata scimmiottando le attività turistiche della Riviera e alienando le coste e i migliori paesaggi dell’isola.
Noi allora non sapevamo sostiene Bandinu, ma alla fine del secolo scorso e ancora oggi sappiamo che quelle erano scelte sbagliate, eppure continuiamo ad adottarle, sostenendo le inquinanti e fallimentari industrie in crisi.
Ancora oggi prosegue questo secolare ritardo con la metanizzazione della Sardegna: una tecnologia obsoleta per un combustibile di transizione. È figlia della stessa politica del ritardo e delle scelte di retroguardia la protesta di sindacati e politici contro la chiusura nel 2025 delle centrali a Carbone.


L’ ultima sfida, ora soluzioni credibili
"Il fatto è che di fronte a emergenze di occupazione e di reddito, l’istinto italiano, sbagliato, è di esercitare un vero e proprio accanimento terapeutico a favore dell’impresa in crisi, anche quando le prospettive di mercato sono improbabili o nulle. Sono interventi che bruciano risorse pubbliche preziose e, creando false aspettative, consumano futuro. 
Quasi sempre sarebbe più saggio lasciare le imprese al loro destino e occuparsi invece dei lavoratori, sostenendo il loro reddito e accompagnandoli con servizi di qualità (orientamento e formazione, in primo luogo) verso una nuova occupazione".   
prof. Francesco Pigliaru– La Nuova Sardegna agosto 2012


Sull'argomento




lunedì 13 maggio 2019

Fridays For Future di Cagliari discute di energia, economia circolare e sostenibilità


Una lunga serie di scelte politico-economiche sbagliate, frutto di una pianificazione attenta agli interessi particolari, piuttosto che agli interessi generali hanno trasformato la Sardegna in una delle regioni più inquinate e più povere d'Europa. 
A partire dagli anni '60, con l''industrializzazione chimica e petrolchimica adatta a distruggere le attività primarie esistenti piuttosto che a garantire un futuro, fino ad oggi con la riproposizione dello stesso modello che vorrebbe continuare a sostenere le inquinanti e fallimentari industrie in crisi, assistiamo a una politica economica scellerata e priva di prospettive.
"Mancano le soluzioni credibili"sosteneva il professor Francesco Pigliaru nel 2012 e sosteniamo ancora noi sette anni dopo.
Nulla è cambiato da allora, difficilmente qualcosa cambierà senza un forte scossone che smuova le fondamenta dei palazzi del potere e l'apatia di chi li occupa. 
È necessario da subito attivare una serie di iniziative capaci di promuovere una economia circolare, per dare un futuro alle nuove generazioni partendo dalle cose fattibili nei prossimi anni, ad esempio trasformare la Sardegna nella prima isola del mediterraneo a zero CO2. 

Noi proponiamo di promuovere una serie di azioni che possano aiutarci a raggiungere questo obiettivo entro i prossimi 6 anni:
- Dirottare gli incentivi dalla speculazione delle FER verso i "Prosumers"
-  Investire nell’efficientamento e nel risparmio energetico
-  Uso intensivo e corretto dei «brown fields» 
-  Nessun investimento ad infrastrutture per l’uso del gas e di altri combustibili fossili
- Incrementare FER, Smart grid, sistemi di accumulo idroelettrico e elettrochimico, creare i distretti energetici

Anche di questi temi si discuterà Venerdì 17 Maggio, a una settimana dal prossimo Sciopero Mondiale per il Clima, alla conferenza organizzata da Fridays For Future di Cagliari.
L'incontro è aperto a tutti per confrontarsi sul tema dell’emergenza climatica nel mondo e in Sardegna.
Si parlerà della Questione energetica, del progetto di Metanizzazione e del suo impatto e di Economia circolare e possibili alternative di Sostenibilità.

Siamo fermamente convinti che la rivolta ambientale e culturale nasca dall’informazione, unisciti a noi per parlarne!

Ci vediamo Venerdì 17 Maggio dalle 16.30 nell’Aula Magna della Facoltà di Ingegneria di Cagliari, Via Marengo 2.

L’evento è gratuito, pubblico e aperto a studenti, associazioni, insegnanti , famiglie e a tutti insomma 🌈
FFF Cagliari 🌿🌳

Interverranno:

Graziano Bullegas- Italia Nostra SardegnaVincenzo Tiana- Legambiente Laura Cadeddu - No Metano Marco Mameli- Assotziu consumadoris Piero Loi- Giornalista Claudia Zuncheddu- Associazione Medici per l’AmbienteGiacomo Meloni- Comitato Sindacati Sardi 

Modera : Samed Ismail- Fridays For Future

Con la partecipazione di :

  • Legambiente
  • No Metano
  • CSS Comitato Sindacati Sardi
  • ISDE Associazione Medici Per L’Ambiente
  • A FORAS
  • FIAB Federazione Italiana Ambiente Biciclette
  • Italia Nostra Sardegna
  • Assotziu consumadoris
  • Zero Waste
  • ReCoSol Rete Comuni Solidali


                    evento facebook 

                    sull'argomento

                    Vistanet - "La terra sta morendo, vogliamo il cambiamento": 5 mila in piazza per il Global Stryke For Future
                    CagliariPad - Cresce la rete sarda di Greta: "Con noi per salvare il mondo"
                    Il Fatto Quotidiano - Fridays For Future, la piazza di Greta per il clima


                    domenica 5 maggio 2019

                    La Settimana del Patrimonio Culturale di Italia Nostra


                    La peculiarità dell’Italia è l’esistenza di un diffuso Patrimonio artistico, storico e paesaggistico presente sull’intera penisola. La Settimana del Patrimonio Culturale di Italia Nostra vuole contribuire, insieme ad altre iniziative similari, ad aprire una riflessione sui modelli di gestione sostenibili di tali beni, senza avere la presunzione di proporre modelli strabilianti o innovativi ma, perseguendo una strada che si è rivelata virtuosa là dove è stata applicata.


                    Quattro proposte concrete di Italia Nostra:

                    1. Rafforzare il principio della tutela e della valorizzazione del patrimonio (ribadendol’unitarietà dei due principi) attivando quel principio di sussidiarietà (art.118 ultimo comma della Costituzione) che vede rafforzato il legame tra gli istituti preposti ed il territorio, prevedendo tavoli di partecipazione con il mondo del no profit del settore cultura,soprattutto nell’elaborazione dei PON Cultura e Sviluppo.

                    2. Rivalutare il ruolo delle Soprintendenze, assicurando alle stesse, anche per le delicatefunzioni di tutela, autonomia ed indipendenza dell’approccio scientifico.
                    3. Investire sulle Soprintendenze, dotandole di risorse finanziarie, di funzionari amministrativi, di personale di tutti i livelli, per reintegrare le carenze di organico. Consentire la contrattualizzazione di collaboratori scientifico/tecnici, pensare a specifiche norme per gli appalti sui Beni Culturali che facilitino gli investimenti in questo settore, favorendo ed ampliando la platea della ricerca fondi nei beni culturali.
                    4. Consolidare nel Paese l’Educazione al Patrimonio. In quest’ottica va la proposta di Italia Nostra di ampliare e sostenere l’educazione artistica nelle scuole di ogni ordine e grado e reintrodurre gli Istituti d’Arte.


                    Questi gli eventi in Sardegna


                    TORRE CANAI SANT’ANTIOCO

                    Sezione di Sant’Antioco

                    Costruita nel 1757 e restaurata nel 1994 la Torre Canai è stata restituita alla fruizione collettiva. Il monumento ospita una Mostra fotografica e cartografica degli aspetti naturalistici eculturali dell’isola di Sant’Antioco. Una sezione è riservata allastoria della Torre Canai. Nel sito circostante la Torre sono agevolmente percorribili dei sentieri-natura con indicazioni delle principali specie vegetazionali presenti; in prospettiva è prevista la realizzazione di un orto botanico delle specie costiere. A poca distanza dalla Torre sono inoltre visitabili altri siti di rilevanza archeologica e naturalistica.
                    La torre è stata restaurata dall’Associazione Italia Nostra con i contributi del Ministero dell’Ambiente e della Soprintendenza ai Beni Architettonici di Cagliari. Si tratta di un bene demaniale restituito alla pubblica fruibilità e oggi aperto al pubblico grazie all’impegno dei soci volontari di Italia Nostra. 
                    La sezione di Sant’Antioco di Italia Nostra ha scelto di organizzare l’evento in contemporanea con la rassegna ”Monumenti Aperti” organizzata dal Comune di Sant’Antioco. Questo consentirà di poter usufruire della pubblicizzazione locale e quindi di un notevole numero di visitatori e di poter organizzare le visite guidate alla torre e alla mostra assieme agli studenti del liceo Lussu di Sant’Antioco.




                    PALAZZO PASSINO A BONNÀNARO (SS)
                    Sezione di Sassari


                    Il Palazzo Passino, edificio in stile eclettico, residenza dei nobili Passino, edificato tra il XIX e il XX secolo. 
                    Il bene, oggi di proprietà comunale, è un esempio di struttura bifunzionale, ossia residenza nobiliare e antica azienda agricola, dove permane cristallizzata un’atmosfera “Gozzaniana” del tempo passato. 
                    La sezione di Sassari, in occasione della Settimana del Patrimonio Culturale, organizza una visita guidata al Palazzo e la pulizia del giardino fronteggiante la facciata principale.


                    per approfondimenti 

                    https://www.italianostra.org/arriva-la-settimana-del-patrimonio-culturale-oltre-70-eventi-in-tutta-italia/


                    sabato 4 maggio 2019

                    Si fermino i mezzi pesanti sulla spiaggia

                    Appello urgente al sindaco di Alghero 



                    La presenza della posidonia spiaggiata sul litorale sabbioso tra Alghero e Fertilia non è una calamità ma un fatto naturale. Infatti la posidonia (Posidonia oceanica) è una pianta superiore che vive in mare e il deposito sui litorali assolve una funzione importante per l’ecosistema marino, i suoi habitat, le specie animali e vegetali. Dal punto di vista ecologico la rimozione della posidonia spiaggiata, ancor peggio con pesanti mezzi meccanici, è potenzialmente dannosa per la biodiversità delle biocenosi, ovvero delle comunità animali e vegetali della battigia e per la sabbia stessa che viene compressa e pestata trasformando la spiaggia in un duro e solido battistrada. Altrettanto dannosa - e non condivisibile - è la rimozione delle piante pioniere. La normativa regionale consente la possibilità di rimozione della posidonia nel periodo estivo e il riposisionamento in autunno.

                    In questi giorni, sulla spiaggia cittadina di via Lido, si assiste a interventi con mezzi meccanici pesanti. Vengono utilizzati camion di grosso tonnellaggio, terne gommate e un cingolato. Si sta procedendo un modo non condivisibile. Si osserva che il sistema adottato per la rimozione della posidonia spiaggiata sta determinando profondi solchi sull’arenile ed, in alcuni tratti, una sorta di “effetto” laguna.

                    Le scriventi associazioni ambientaliste rivolgono un appello urgente al Sindaco di Alghero Mario Bruno con richiesta di interruzione dei lavori con queste mezzi e metodi nella rimozione della posidonia dalla spiaggia cittadina.

                    WWF                    Lipu Italia                Nostra                      Gruppo Intervento Giuridico
                    Carmelo Spada    Francesco Guillot    Graziano Bullegas     Stefano Deliperi





                    sull'argomento

                    L'unione Sarda - "Via quei mezzi pesanti dalle spiagge di Alghero". L'allarme degli ambientalisti
                    Sardinia Post - Alghero, gli ambientalisti al sindaco: "Stop ai mezzi pesanti sulla spiaggia"
                    ISPRA - Posidonia spiaggiata, una risorsa ambientale