giovedì 24 settembre 2020

Il Rapporto RSE – ARERA supporta la decisione del governo di abbandonare la costruzione della dorsale per il trasporto del gas in Sardegna

Nell’ambito della valutazione e della discussione pubblica, avviata dall’Autorità per la Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), sul Rapporto commissionato alla società RSE spa sulla valutazione indipendente delle opzioni disponibili in relazione all'adeguamento infrastrutturale del sistema energetico della Regione Sardegna, l’Associazione Ambientalista Italia Nostra Sardegna e i Sindacati di Base USB Sardegna e Cobas Cagliari, hanno presentato nei giorni scorsi motivate osservazioni in previsione della valutazione dei Piani decennali di sviluppo di trasmissione elettrica e di trasporto gas, prevista entro la fine del corrente anno 2020.

Tra gli aspetti condivisibili del Rapporto sono stati evidenziati:

  • La necessità di un intervento di ammodernamento delle infrastrutture elettriche isolane oggi non in grado di rispondere alle nuove esigenze di produzione e di consumo della Sardegna.
  • La non sostenibilità economica della dorsale per il trasporto del gas in base ai consumi previsti e ai ridotti tempi di recupero dei costi di installazione dell’infrastruttura. Dato ormai acquisito anche dal governo italiano che ha definitivamente bocciato l’ipotesi di realizzare l’infrastruttura.
  • L’importanza strategica dell’elettrodotto Tyrrhenian Link chiamato a svolgere la funzione di garanzia per la sicurezza e la stabilità di esercizio della rete piuttosto che lo scambio di rilevanti quantità di energia. 
    Schema del Tyrrhenian Link 


  • La convenienza, per una buona parte delle aree della Sardegna, dell’elettrificazione negli usi finali nel residenziale, terziario e industriale di piccola taglia, in particolare per i bacini dove non sono stati avviati i lavori per la realizzazione di reti di distribuzione gas, che rappresentano i due terzi dei Comuni della Sardegna.
  •  La maggiore funzionalità dell’elettrificazione dei consumi nella prospettiva di decarbonizzazione sull’orizzonte di lungo termine.
  • L’assoluta inaffidabilità delle proposte (avanzate anche dalla SNAM) di utilizzo della rete del gas per il trasporto dell’idrogeno, confermata anche da recenti report internazionali (IRENA).

Tra le criticità del rapporto RSE si è rilevato: 

  • Marginalità e assenza di riferimenti al PNIEC sul ruolo delle FER, con una sottostima dell’incidenza dello sviluppo delle FER in Sardegna.
  • Assenza di una approfondita analisi delle tematiche relative alla riduzione dei consumi e dell’efficientamento energetico degli edifici. 

  • Eccessiva neutralità rispetto alle problematiche economiche e sociali derivanti dal riavvio degli impianti industriali energivori. È mancata l’analisi dell’incidenza del riavvio di questi impianti rispetto ai maggiori costi energetici sull’economia isolana e gli effetti indiretti nell’ambito della politica di neutrality climate europea per il 2050 e ai  costi derivanti dalle bonifiche ambientali conseguenti alla “nuova” industrializzazione oltre che alle negative ricadute sanitarie e sociali a carico della comunità. 
  • Assenza dal rapporto dell’analisi dell’eventuale opzione zero necessaria per ipotizzare lo scenario possibile senza la realizzazione delle infrastrutture per la metanizzazione della Sardegna.

Il limite più evidente sollevato dai Sindacati di Base e da Italia Nostra Sardegna al Rapporto RES è stato quello di non aver preso in considerazione scenari industriali diversi da quelli attuali arrivando pertanto a conclusioni che giustificano il proseguimento di una politica industriale fallimentare, priva di prospettive, che brucia ingenti risorse pubbliche e consuma il futuro.  Appare infatti abbastanza chiaro che una coerente politica di decarbonizzazione non possa essere avviata dotando l’isola di impianti che prevedono l’uso di combustibili fossili e insistendo nel contempo con una industrializzazione energivora e fortemente inquinante.


sull'argomento

La Testata.it - "In Sardegna no al metanodotto, a Cagliari no al rigassificatore"

Italia Nostra Sardegna - Rete del Gas Sardegna: l'inutilità di un opera

Italia Nostra - Il Rapporto RSE - ARERA supporta la decisione del governo di abbandonare la costruzione della dorsale per il trasporto del gas

PHI Foundation - Energia gratis: Borutta Sardegna Energia per tutti

Energia Oltre - Da Iv e Pd 3 emendamenti al DL agosto sulla metanizzazione






mercoledì 16 settembre 2020

A Ghilarza si tagliano gli alberi perché sporcano il campo sportivo

Italia Nostra Sardegna è fortemente interessata alla tutela e alla difesa del verde pubblico cittadino, una componente indispensabile per rendere le nostre città più vivibili e sostenibili. Siamo convinti che ogni angolo di verde dentro il perimetro urbano, ma anche il singolo albero, è un angolo di natura che ci sostiene e protegge, combatte il degrado e l’inquinamento, valorizza il nostro territorio e favorisce la crescita culturale, la sensibilità ambientale e le relazioni sociali. 
Animati da questo spirito abbiamo inviato una lettera al sindaco di Ghilarza, con l’intento di impedire il taglio di ben 126 alberi di alto fusto presenti nel perimetro urbano del comune di Ghilarza.  Con la delibera della Giunta Municipale n. 90 del 04/08/2020, l’Amministrazione comunale ha infatti deciso di abbattere gli alberi, nonostante godano di ottima salute. Infatti, da quanto si legge nella perizia tecnica redatta dal geometra comunale, l’unica colpa degli alberi è di essere “cresciuti a dismisura” e di “causare problemi di pulizia al campo sportivo a causa della perdita del fogliame”. Sembrerebbe che questi alberi debbano essere abbattuti per il solo fatto di essere degli alberi! 


Le aree verdi urbane rappresentano uno dei principali parametri per determinare il livello di qualità della vita nelle nostre città. I parchi e le aree verdi, comprese aiuole e alberature stradali, ricoprono infatti importanti funzioni ecologiche e sociali. Esse migliorano l'effetto ornamentale, paesaggistico e biologico dei centri urbani e rendono gradevole e accogliente l’aspetto cittadino partecipando alla qualificazione del contesto urbano e al miglioramento del benessere dei cittadini.  

L’Associazione, nel ribadire che la sicurezza dei cittadini è senza dubbio una priorità inderogabile, ha ricordato al sindaco che gli alberi ammalati, qualora ce ne fossero, si possono curare e che un intervento di abbattimento sistematico degli alberi non è proponibile. Sarebbe auspicabile che prima del taglio si procedesse pertanto ad un attento esame del verde pubblico interessato, ad una eventuale cura o trattamento periodico, adottando misure necessarie in casi di imminente pericolo di schianto – realizzando strutture di sostegno per gli esemplari più precari dal punto di vista della stabilità strutturale - intervenendo con potature di riordino della chioma o posizionando tiranti per stabilizzare l’albero, migliorando la qualità del terreno, anche apportandone di nuovo e effettuando cicli di concimazione. Solo in casi eccezionali gli alberi compromessi o senescenti e malati andrebbero sostituiti piantando nuovi esemplari, ma non prima di aver attivato un costante monitoraggio per verificare l'evoluzione della alberatura nel suo complesso e di ciascun esemplare nello specifico. 

Italia Nostra Sardegna ha inoltre suggerito all’Amministrazione Comunale di Cuglieri un’attenta applicazione delle “Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile”[1] redatte dal Comitato per lo sviluppo del Verde Pubblico insediato dal Ministero dell’Ambiente e dell‘art. 6 della legge n° 10/2013 che detta norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani  da parte degli Enti Pubblici chiamati a “promuovere l'incremento degli spazi verdi urbani, di «cinture verdi» intorno alle conurbazioni per delimitare gli spazi urbani, adottando misure per la formazione del personale e l'elaborazione di capitolati finalizzati alla migliore utilizzazione e manutenzione delle aree, e adottare misure volte a favorire il risparmio e l'efficienza energetica, l'assorbimento delle polveri sottili e a ridurre l'effetto «isola di calore estiva», favorendo al contempo una regolare raccolta delle acque piovane … “ 



[1] “Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile”[1] redatto dal Comitato per lo sviluppo del Verde Pubblico insediato dal Ministero dell’Ambiente https://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/comitato%20verde%20pubblico/lineeguida_finale_25_maggio_17.pdf   



La lettera dell'ispettorato Forestale di Oristano che ricorda
alcune norme per una corretta gestione del verde pubblico cittadino


sull'argomento

Italia Nostra - A Ghilarza 126 alberi in pericolo

Tentazioni della penna - A Ghilarza si tagliano gli alberi perchè sporcano. Lettera di Italia Nostra al sindaco

Tiscali - Fac2020, eventi climatici estremi sempre pù frequenti, Alessio Satta: "Cosí  le nostre città diventano resilienti"  




martedì 15 settembre 2020

Strategie e infrastrutture energetiche per la Sardegna

Sarà un’occasione di confronto sulle “Strategie energetiche per la Sardegna” l’incontro che Venerdì 18 c.m.  vedrà riuniti intorno ad un tavolo a Cagliari la sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico Alessandra Todde, e rappresentanti di Italia Nostra, COBAS, ISDE, USB ed Amministratori comunali.

Il meeting si pone idealmente nell’alveo aperto dal MISE con la convocazione a Roma il 31 gennaio scorso di forze politiche regionali, rappresentanze sindacali e imprenditoriali, associazioni ambientaliste per discutere del phase out dal carbone della Sardegna entro il 2025, nel rispetto degli obblighi assunti dall’Italia nei confronti della Comunità europea con la presentazione del Piano Energia Clima (PNIEC). Vale la pena ricordare per inciso che in tale occasione Italia Nostra, USB, COBAS e WWF avevano fatto pervenire al MISE un documento dal titolo “Sardegna Isola zero CO2 - Phase out 2025 – Proposte operative per la decarbonizzazione della Sardegna”. 

In quella sede era emersa una profonda divaricazione tra le posizioni del mondo ambientalista, che invocavano il rispetto degli impegni assunti con l’Europa e quelle espresse dalle restanti rappresentanze - in particolare Regione Sarda, Confindustria Sardegna e Sindacati confederali - che proponevano una indeterminata dilazione temporale. Ulteriori divergenze erano emerse in relazione ad alcune anticipazioni sulla volontà del Governo di abbandonare il progetto di realizzazione della dorsale del metano in Sardegna.

Rafforzato in tale scelta dallo studio RSE sull’approvvigionamento energetico della Sardegna (Anni 2020-2040), che dimostrava attraverso una stringente analisi Costi-Benefici la non sostenibilità economica della soluzione dorsale, il Governo ha optato con il DL semplificazione, di recentissima approvazione, per una soluzione che prevede un collegamento “virtuale” Sardegna-Continente mediante un servizio di bettoline che provvederanno a rifornire 5 depositi costieri, dotati di minirigassificatori, dai quali il metano potrà essere immesso nella rete di distribuzione a servizio dei 38 bacini di utenza o trasportato su ruota.

Saranno questi i temi principali che animeranno il dibattito. Oltre a soddisfare i maggiori chiarimenti da più parte invocati sulle modalità di attuazione del modello postulato dal MISE, la sottosegretaria Todde avrà modo di precisare le posizioni del Governo in merito alla decarbonizzazione della Sardegna ed alle modalità di implementazione dell’utilizzo delle fonti rinnovabili. Di contro i diversi interlocutori presenti al tavolo, pur accogliendo con favore l’abbandono della dorsale da sempre avversata, non mancheranno di evidenziare l’opportunità irripetibile per la Sardegna di attivare una politica energetica basata in primo luogo sull’efficientamento e sul risparmio e una migrazione decisa e rapida verso le FER, che miri al superamento della illogica strettoia imposta da una transizione energetica necessariamente legata al metano. La posizione ambientalista e dei sindacati di base nasce dalla constatazione delle singolari potenzialità delle FER in Sardegna, dalle peculiarità socio economiche, ma soprattutto dalla necessità di iniziare nell’immediato un processo globale di decarbonificazione che investa tutti i settori dal residenziale all’industria. Un processo inevitabile la cui accelerazione risulta dettata non solo dagli effetti dei cambiamenti climatici e dai riverberi più o meno oscuri sulla salute, ma vieppiù sollecitata dalla imprevista opportunità di cospicue risorse finanziarie rese disponili dal Recovery fund. 

Il confronto si preannuncia dunque aperto e serrato. Gli stakeholders coglieranno di certo l’occasione per sollecitare il Governo a intraprendere scelte più coraggiose sui temi ambientali, in anticipo sugli stessi obbiettivi che comunque l’Europa ci chiede di rispettare e che in caso di default sconterebbero un prezzo in termini di perdita di incentivi e di credibilità politica. D’altra canto la stessa compagine ministeriale appare sotto attacco da parte della classe politica isolana che in un’inedita sintonia bipartisan si ostina a chiedere l’autorizzazione e il finanziamento  di un gasdotto, la cui realizzazione appare solo funzionale ad un modello industriale il cui fallimento è da tempo sotto gli occhi di tutti.  

Qui la registrazione dell'intera conferenza su Youtube 


N.B. Considerata la limitazione dei partecipanti in presenza a causa delle restrizioni per il coronavirus abbiamo provveduto ad organizzare una diretta streaming alla quale sarà possibile l’accesso dalle ore 17 di venerdí 18 settembre: 

  1. Sulla pagina Facebook di “Cobas Cagliari”, 
  2. Sul canale YOUTUBEhttps://tinyurl.com/cobascagliari

sull'argomento




Una sintesi dell'intervento del presidente di Italia Nostra Sardegna riportata da Italia Nostra

In un partecipato convegno organizzato il 18 settembre scorso da Italia Nostra Sardegna assieme ad alcuni sindacati di base e con la partecipazione della sottosegretaria al MISE Alessandra Todde si è svolto il convegno “Strategie energetiche per la Sardegna”

“Con questo incontro – ha detto Graziano Bullegas, Presidente Italia Nostra Sardegna – si intende dare un contributo al dibattito in corso in Sardegna sulla necessità di adottare le misure più avanzate e di basso impatto ambientale e di promuovere comportamenti consapevoli e responsabili nei consumi energetici. Ancora oggi commettiamo lo stesso errore: tenere in vita industrie senza prospettive di mercato con costi economici e ambientali insostenibili, e in funzione di questo progettiamo il futuro della Sardegna e chiediamo di finanziare costose infrastrutture come l’inutile metanodotto che stravolgerebbe l’intera isola”



Purtroppo il sistema energetico sardo (produzione, rete di trasporto e di distribuzione etc…) è completamente anomalo e pensato per soddisfare le esigenze delle grosse industrie energivore a discapito delle comunità residenti. Nonostante la sovrabbondanza di produzione di energia elettrica e di export, infatti, la Sardegna è tra le regioni più povere d’Europa (214ma tra le 268 regioni europee) con un PIL pari al 70% di quello europeo e una capacità competitiva di gran lunga inferiore rispetto  ad analoghi contesti insulari, quali la vicina Corsica e le Isole Baleari.

Una vera svolta, anche in termini occupazionali, potrebbe essere l’adesione alla produzione di energie da fonti rinnovabili davvero compatibili col paesaggio e l’abbandono del progetto di metanizzazione dell’isola. Ma occorre in primo luogo adottare serie misure di efficientamento e di risparmio  energetico, bloccando con fermezza tutti i grandi impianti che impattano su territori delicati e importanti dal punto di vista paesaggistico e ambientale, come è accaduto per i mega parchi eolici che hanno già distrutto la bellezza di moltissimi crinali.

Bisogna agire in modo ancora più rigoroso di quanto imposto dalla stessa Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile che prevede di “Incrementare l’efficienza energetica e la produzione di energia da fonte rinnovabile evitando o riducendo gli impatti sui beni culturali e il paesaggio”

“Un ricorso massiccio alla produzione fotovoltaica deve pertanto limitare le installazioni alle già molto estese aree degradate da precedente attività antropica, i cosiddetti brown fields, evitando di compromettere i territori integri – ha sottolineato Bullegas – Utilizzando semplicemente le aree industriali dismesse, le superfici dei tetti disponibili (civili e industriali) al di fuori dei centri storici, le aree artigianali inutilizzate et… si raggiungerebbe facilmente una potenza di 4-5 GW per una produzione superiore alle 5.000 GWh/a, che sommata all’attuale produzione da FER di circa 3.000 GWh/a ci consentirebbe di coprire il fabbisogno elettrico dell’isola”.



Si ribadisce che questo obiettivo è raggiungibile – e deve essere raggiunto – senza alterare o addirittura compromettere il nostro patrimonio culturale e paesaggistico.

Diventa, pertanto, sempre più necessaria una seria regolamentazione energetica che tenga conto della qualità, quantità,  dimensioni e ubicazione di tutti gli impianti.

Per tali motivi, nel corso del convegno Italia Nostra Sardegna ha chiesto alla sottosegretaria Todde un intervento urgente del governo per interrompere la corsa indiscriminata ad accaparrarsi gli incentivi previsti per le FER da parte di imprenditori, troppo spesso interessati al solo tornaconto personale. Basti pensare che negli uffici Valutazione Impatti di Minambiente e Regione Sardegna giacciono richieste per 52 megaimpianti, eolici e fotovoltaici, che se approvati occuperebbero oltre 4mila ettari di territorio, stravolgendo in modo irreversibile il paesaggio delle campagne sarde e compromettendo definitivamente lo svolgimento dell’attività agricola, risorsa fondamentale per il futuro dell’isola.



Per ricordare Giorgio


Tanti ospiti che lo hanno amato, apprezzato, conosciuto che hanno collaborato con lui, un cinema all’aperto quello di Odissea, lo spazio Nottetempo dentro la magnifica cornice della Ex Manifattura Tabacchi di Cagliari. In questi spazi  giovedì  prossimo 17 settembre alle ore 18,00 si  terrà un incontro con ingresso libero che i promotori hanno voluto intitolare semplicemente “Per ricordare Giorgio”. 

Il 17 era il numero preferito di Giorgio Todde e in questo 17 settembre lo scrittore avrebbe compiuto 69 anni. È passato poco più di un mese dalla sua morte ed è fortissimo il desiderio di continuare a parlare di lui, di ricordare la sua vita, anzi le sue tante vite, quelle che per anni si sono intrecciate fra di loro. 

Quella di Giorgio Todde l’apprezzato medico oculista, quella di raffinato scrittore, quella di infaticabile intellettuale impegnato in importanti battaglie civili. La sua vita sarà ricordata con frammenti di alcuni suoi spettacoli teatrali, letture dai suoi romanzi e dai suoi saggi, con i suoi cortometraggi, con i progetti di film prossimi e venturi tratti dai suoi romanzi, ma soprattutto con la testimonianza di tanti, amici e compagni di strada, che lo hanno conosciuto e amato e che con lui hanno condiviso momenti importanti di un’esistenza così intensa nel campo della scienza, della letteratura, delle tante battaglie per la difesa della bellezza e della memoria. 

Saranno presenti gli scrittori Marcello Fois, Francesco Abate, gli attori Fabio Marceddu, Antonello Murgia e Rita Atzeri. Parteciperanno Maria Paola Morittu, Sandro Roggio, Fanny Cao, Elio Garzillo, Fausto Martino, Massimo Dadea, Carlo Nieddu Arrica, Danila Demurtas, Daniela Zedda, Enrico Pau, Peter Marcias, Andrea Lotta, lo storico editor di tutti i suoi romanzi Giancarlo Porcu de Il Maestrale, Carla Corona, anche lei oculista, che per tanti anni ha lavorato al fianco di Giorgio Todde.


P.s. Si potrà partecipare all’appuntamento previa prenotazione all’indirizzo mail  spaziodissea@gmail.com nel quale si dovrà lasciare un numero di telefono.



martedì 8 settembre 2020

Riprendere la missione del Parco Geominerario della Sardegna


Il trasferimento della sede del Parco Geominerario da Iglesias a Carbonia mette di nuovo sotto i riflettori l’istituto. Una serie di interventi, anche politici, si sono succeduti in questi giorni a seguito della notizia dello spostamento degli uffici. Dichiarazioni che hanno in realtà riportato al centro della discussione la missione stessa del parco.

A tracciarne la storia e le traversie, è Fanny Cao, già Presidente di Italia Nostra Sardegna e membro della segreteria della consulta delle associazioni che affiancava il Parco nella sua attività.

“Sono trascorsi 20 anni dalla costituzione del parco geominerario – ha sottolineato la Cao – e purtroppo il parco non è riuscito a funzionare come avrebbe dovuto. La complessa burocrazia strutturale in particolare ne ha bloccato l’operatività. Il progetto ancora oggi è meraviglioso e nessuno, dico nessuno, si sogna di non definirlo tale. Eppure si sono avute enormi difficoltà.”

La storia affonda le sue radici nel lontano 1997 quanto l’EMSA presentò la candidatura del progetto all’UNESCO.



“Ottenemmo una grande vittoria – riprende la Cao – l’UNESCO riconobbe il nostro progetto come il primo esempio mondiale di Geoparco. Un piano che riscuoteva unanimi consensi ricevendo molte attenzioni da parte di tutti. Il parco da quel momento divenne soggetto al controllo UNESCO e nel 2019 purtroppo, dopo una serie di avvisi e di richieste, c’è stata l’esclusione dalla lista dei geoparchi minerari UNESCO. Ancora una volta ci siamo mobilitati con tutte le associazioni ma, al momento, non riusciamo a intravedere una strada verso il futuro. Eppure questo progetto rappresenta l’unica prospettiva praticabile per l’economia locale ancora oggi. D’altronde sono stati spesi milioni di euro nella ristrutturazioni di molti siti e davvero sarebbe un peccato che si perdessero nel nulla. Voglio ricordare inoltre – sottolinea – che la consulta delle associazioni raccoglieva moltissime realtà sia nazionali che locali permettendo così di sostenere il cammino del parco anche nei piccoli ambiti territoriali.  Al momento è tutto caduto nel nulla. La realtà è che questo progetto, che avrebbe avuto un’importanza enorme per questi territori, voluto da tutti e da tutto, a 20 anni di distanza si ritrova indietro rispetto al momento della sua istituzione.”

Al Parco afferiscono beni immobiliari di diverso tipo con un patrimonio non indifferente e che sarebbe importante avere risposte dalle istituzioni competenti.

“L’ultima richiesta di intervento è stata sottoposta a novembre scorso alla sottosegretaria al Mise Alessandra Todde – conclude la Cao – in una data peraltro molto significativa per tutti. Il 5 novembre segna infatti la nascita del parco. Aspettiamo che ci siano risposte.”

Per chi volesse approfondire:

Sintesi_Unesco


Porto Flavia

sull'argomento

La Provincia del Sulcis Iglesiente - Carla Cuccu (M5S): "No al trasferimento provvisorio della sede del parco a Carbonia"

Ajò Noas - Parco Geominerario della Sardegna: Reginali (PD) "Insucesso del management nella gestione dell'Ente"

GO Geoturismo On line - Lo strano caso del sedicente professor Pani

Italia Nostra - Trasferimento sede del Parco Geominerario da Iglesias a Carbonia: necessario riprenderne la missione