venerdì 21 ottobre 2011

Non toccate il PPR


Le Associazioni Ambientaliste Amici della terra - Gruppo di Intervento Giuridico, Italia Nostra Sardegna e Legambiente Sardegna si oppongono con fermezza all’attuale tentativo di riscrittura del Piano Paesaggistico Sardo e fanno presente all’Assessore all’Urbanistica, Nicola Rassu, quanto di approssimativo e non rispondente al vero è contenuto nelle sue dichiarazioni rilasciate al quotidiano L’Unione Sarda il 29 settembre scorso.
Non corrisponde, infatti, a verità che le nostre Associazioni siano state coinvolte nel procedimento di modifica dell’attuale Piano Paesaggistico Regionale come previsto dal Codice Urbani.
La nullità del procedimento di riscrittura/revisione, inoltre, è determinata da un’ulteriore grave mancanza. Nessuna attività di copianificazione, prevista espressamente dallo stesso Codice, è stata messa in atto all’avvio o nel corso del processo. Così come confermato dalla stessa Soprintendenza competente.
Il Piano e i suoi adeguamenti non possono derivare, come contradditoriamente dichiarato dall’Assessore, dal cosiddetto Piano Casa, ma dalle disposizioni inderogabili del Codice del Paesaggio e dei Beni Culturali.
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Dalla lettura della bozza risulta inoltre un allarmante allentamento complessivo delle attuali tutele quale, ad esempio, l’esclusione della fascia costiera dai beni paesaggistici d’insieme.
Siamo certi – sostenuti da rilevanti evidenze giurisprudenziali – dell’elementare principio per il quale uno strumento di tutela non può essere trasformato in uno strumento che, al contrario, aggira e indebolisce le norme. 
Per i motivi qui riassunti le Associazioni contestano le dichiarazioni rese dall’Assessore e invitano il Presidente della Giunta Regionale, lo stesso Assessore Rassu e il Presidente del Consiglio ad interrompere il procedimento che si presenta gravemente viziato.
E manifestano, infine, la volontà di utilizzare ogni strumento legale sia contro le violazioni del Codice Urbani sia contro l’eventuale danno erariale che deriverebbe da una procedura illegittima.