sabato 28 dicembre 2013

Maladroxa: la scoperta dell’acqua calda ...

Qualche giorno fa è apparso sulla stampa un articolo così titolato:”Maladroxia, caccia all’acqua termale”.
In esso si dà conto dell’attività di “ricerca mineraria per acque termo-minerali” in corso nell’abitato di Maladroxa, frazione di Sant'Antioco.
Maladroxa: foto d'epoca con casotto delle acque termali
E’ facile prevedere che il risultato della ricerca sarà positivo.
Basta leggere la letteratura scientifica al riguardo. Ad esempio, lo studio condotto nel 1981 dal CNR e dalle Università di Cagliari e di Perugia.
Per non parlare delle fonti orali.
La novità è che tali acque “saranno utilizzate per il centro di Co‘e Quaddus”.
Tale granitica certezza merita un commento.
Prima che possa essere mossa foglia a Co ‘e Quaddus sarà necessaria non solamente “un’autorizzazione regionale all’Urbanistica” ma ne serviranno molte – davvero molte altre – con buona pace del proponente.
L’autorizzazione definitiva dovrà essere preceduta – tra l’altro – da VAS ( valutazione ambientale strategica) e da VIA (valutazione d’impatto ambientale).
E tutti – Enti, Associazioni, semplici cittadini – potranno avanzare osservazioni.
E saranno moltissime – basta riferirsi al clamore suscitato dalla notizia sui social network.
Sono passati i tempi del mattone facile – per quanto i tentativi siano ancora numerosi.
L’area di Co ‘e Quaddus, interessata dall’intervento edificatorio, è fortunatamente oggetto di varie tipologie di tutela.
Spiaggia di Coa 'e Quaddus
Non potrebbe essere altrimenti date le sue caratteristiche culturali, paesaggistiche, florofuanistiche, agricole…
Un primo tentativo di forzare la normativa – con lo strumento dell’”intesa” – è miseramente fallito.
Non sempre ”repetita iuvant”
Piuttosto: “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”.

Sull'argomento

Unione Sarda - Sant'Antioco: Le mie terme vista mare
Facebook - Sant'Antioco -  un centro termale in spiaggia
Grig - Ricerche minerarie a Coa ‘e Cuaddus, S. Antioco: un procedimento di V.I.A. farraginoso
Federterme - Nascerà un nuovo centro termale a Sant'Antioco, nel sud della Sardegna?
La Nuova Sardegna - Il centro termale crea polemiche
La Nuova Sardegna - Sant'Antioco, gli imprenditori: "subito un si al centro termale"

Rendering dell'intervento edilizio previsto a Coa 'e Quaddus


L'Unione Sarda del 30 dicembre 2013

L'Unione Sarda del 17 dicembre 2013





lunedì 23 dicembre 2013

Buone Feste


A tutti i nostri lettori un augurio sincero di Buone Feste Natalizie e di un positivo Anno Nuovo.
In quest'ultimo anno ci siamo impegnati in numerose iniziative per la salvaguardia del paesaggio, per la tutela dei beni culturali, per la conservazione del nostro patrimonio costiero e per impedire l'installazione di impianti industriali nelle aree agricole della Sardegna.
Ci siamo dedicati a difendere i centri storici e il verde pubblico, il Colle di Tuvixeddu e la chiesetta di Sant'Elena di Lotzorai, la piazza Belly di Calasetta e il forte sabaudo di Sant'Antioco.
In collaborazione con numerosi cittadini riuniti in comitati locali abbiamo sostenuto davanti al TAR Sardegna, e nelle numerose denunce, esposti e osservazioni una dura battaglia contro l'accaparramento delle aree agricole per fini industriali e speculativi (finte serre fotovoltaiche, termodinamico solare, impianti eolici, numerosissime ricerche di idrocarburi e geotermiche et...). Assieme al WWF abbiamo avanzato la richiesta di moratoria delle installazioni di centrali elettriche in aree agricole. 
Abbiamo lavorato con passione per contrastare lo scellerato processo di revisione del Piano Paesaggistico Regionale. L'organizzazione, assieme alle altre associazioni ambientaliste, del convegno dello scorso novembre sul rischio idrogeologico in Sardegna e sul PPS, assieme alla presentazione delle osservazioni, sono stati gli ultimi atti del costante impegno degli ultimi anni. Attività che ci vedrà impegnati anche nel futuro.
C'è ancora un forte e urgente bisogno di proseguire nella nostra importante attività di proposta, di informazione e di denuncia a difesa dell'ambiente e dei valori irrinunciabili che rappresentano la vera ricchezza della Sardegna, quali il paesaggio e il patrimonio storico e culturale, i beni identitari e le nostre tradizioni. 
Ancora un sincero augurio e un particolare ringraziamento agli oltre trecento soci che hanno scelto di sostenere Italia Nostra in Sardegna, ai quasi 5.000 visitatori del nostro blog che hanno dimostrato interesse per le nostre iniziative, e naturalmente a tutti i responsabili e rappresentanti di Italia Nostra in Sardegna.

sabato 21 dicembre 2013

Termodinamico Solare: Comitati e Associazioni scrivono al Ministro per l'Ambiente


Campu Giavesu
La lotta dei comitati, delle associazioni ambientaliste, delle amministrazioni comunali contro l’aggressione speculativa delle multinazionali della green economy, conosce in questo periodo uno dei suoi momenti più alti. La notizia che la Archimede Solar Energy (Gruppo Angelantoni) – cui sarebbe passata la gestione dei progetti del termodinamico in Sardegna – avrebbe trasferito a Roma 24 scatolini di documenti, con l’intento di scavalcare la Regione e chiedere direttamente la “VIA” (Valutazione di impatto ambientale) al Ministero dell’Ambiente, ha dato nuovo impulso ad una mobilitazione che ormai coinvolge l’intera isola. Ci si batte contro quello che, ove venisse avvallato dal Ministero, si configurerebbe come un vero e proprio esproprio di attribuzioni, uno scippo di competenze dal chiaro sapore antidemocratico e antiautonomista, che umilia le prerogative regionali, e che non potrebbe restare senza risposte adeguate ai diversi livelli: della mobilitazione popolare, delle istituzioni locali, delle tutele amministrative e giurisdizionali.
Al riguardo, va infatti tenuto presente che le competenze in materia di procedimento di Valutazione di impatto ambientale sono state chiaramente individuate da precise disposizioni normative. Nello specifico dal D.lgs. 152/06, come corretto e integrato dal  D.lgs. 16 gennaio 2008, n. 4, all’art. 7, commi 3 e 4. In particolare l’all. II, comma 2, stabilisce che sono progetti  di competenza nazionale le Installazioni relative a: centrali termiche ed altri impianti di combustione con potenza termica di almeno 300 MW”, mentre la competenza è regionale per la VIA o per la procedura di assoggettabilità alla VIA per i progetti relativi ad impianti con potenza inferiore (All. III, punto 2 lettera a - Impianti termici per la produzione di energia elettrica, vapore e acqua calda con potenza termica complessiva superiore a 50 MW).
Area Flumini Mannu

I progetti in questione sono quelli di Flumini Mannu, fra Villasor e Decimoputzu, per 55 MW elettrici di potenza, su 237 ettari di terreno; Cossoine (denominato “Campu Giavesu”), per 30 MWe su 160 ettari; Giave e Bonorva, 50 MWe su 235 ettari; Guspini e Gonnosfanadiga, 50 MWe, su 211 ettari. Tutti progetti già sottoposti alla procedura di assoggettabilità regionale e già rinviati (nel caso di tre di essi) alla via, con le motivazioni che in sintesi si riportano:
-         incongruenze ed indeterminatezza di diversi importanti aspetti di natura progettuale (per es., superficie captante del parco solare, opere di connessione, tecnologia della centrale ausiliaria, modalità di approvvigionamento della biomassa, etc.);
-         alterazione della morfologia naturale dei luoghi e irreversibili interferenze con gli elementi caratteristici dell’area agricola interessata;
-         notevole impatto di natura paesaggistica, considerati anche i potenziali fenomeni di interferenza visiva e conseguenti effetti cumulativi con altri impianti similari realizzati o proposti nelle aree circostanti non presi, peraltro, in considerazione nella documentazione presentata;
-         necessità di imponenti opere di sistemazione altimetrica con potenziale movimentazione di consistenti quantitativi di terre e rocce da scavo;
-         rilevanti impatti sulle componenti acque superficiali e sotterranee dovuti ai notevoli consumi di risorsa idrica, alla conseguente necessità di creare adeguate opere di accumulo e/o di derivazione di acque sotterranee, con alterazione del regime idraulico sia superficiale che sotterraneo e potenziale contaminazione della risorsa idrica;
-         impatti sulla componente atmosfera, anche durante la fase di cantiere, con possibili ripercussioni sulla salute pubblica, data anche la vicinanza a diversi ricettori sensibili (aziende, case sparse e centro abitato di Cossoine, distante poche centinaia di metri dal sito di intervento);
-         consistente consumo di suolo agrario, sottrazione di habitat e della copertura vegetazionale, con notevoli impatti sulle popolazioni faunistiche e avifaunistiche potenzialmente presenti nell’area interessata dalle opere.
-         forti distorsioni sul piano programmatorio e pianificatorio a scala comunale e intercomunale, introducendo nuove zone industriali in siti non idonei.
Campu Giavesu
E in tutti e tre i casi di rinvio a VIA, la deliberazione della Giunta Regionale parlava anche delle “forti preoccupazioni espresse a livello sociale”.
A fronte di tutto ciò, e al fine di poter superare quegli ostacoli che evidentemente a livello regionale parevano insormontabili, il Gruppo Angelantoni ha chiesto il trasferimento a Roma delle competenze, facendo passare per un unico grande progetto che in questo modo supera i 300Mw termici, quattro impianti ubicati in aree assai distanti fra di loro  – in qualche caso anche più di 150 km. – e ricadenti in regioni storiche con caratteristiche ambientali, paesaggistiche, economiche, culturali totalmente diverse. Le notizie in merito sono state diffuse da un articolo sul Sole 24 Ore – apparentemente ben documentato – e poi confermate da fonti attendibili, ancorché riservate.
Nido di cicogna a Campu Giavesu 

Per avere informazioni ufficiali sul reale stato delle cose, i comitati e le associazioni ambientaliste hanno inviato al Ministero dell’Ambiente – e per conoscenza, al Presidente della Giunta Regionale della Sardegna, all’Assessore della Difesa dell’Ambiente, all’Assessore dell’Industria, al SAVI (Servizio della Sostenibilità Ambientale e Valutazione Impatti della Regione Sardegna) – una articolata lettera che, per opportuna conoscenza viene inoltrata anche a codesti organi di stampa. In sintesi, con essa si chiede al Ministero che venga accertato:
• “se nell’ambito delle strutture del Ministero siano state attivate procedure amministrative inerenti i progetti in questione, procedure che in forza di quanto dimostrato risultano palesemente illegittime e che non dovrebbero essere state poste in essere nemmeno come inizio procedimentale. Nel caso che ne sia stato dato comunque corso, si fa formale richiesta di accesso agli atti ai sensi del D.lgs. 241/90 mediante copia degli atti endo ed esoprocedimentali, che siano stati posti in essere, nonché la informativa per legge di quelli che seguiranno, se non pubblicati sul sito del Ministero;
• se risponde a verità la notizia che un funzionario del Ministero dell’Ambiente abbia effettuato un sopralluogo in Sardegna, e in caso di riscontro affermativo, che venga accertato a quale titolo, nell’ambito di quale procedimento, a quale fine e da chi autorizzato, in quanto l’iniziativa risulta palesemente indirizzata al conseguimento di un fine pregiudizialmente illegittimo e non legata ad alcun procedimento in itinere noto e reso pubblico come d’obbligo sul sito del Ministero. A tal fine si chiede di conoscere con quali funzionari o Amministrazioni siano intercorsi contatti nel corso del sopralluogo, in quanto non risulta che il suddetto funzionario abbia avuto incontri con gli amministratori o le comunità locali;
• se sussista una ipotizzabile illecita correlazione tra le iniziative finora poste in essere da parte di alti funzionari del Ministero e l’attività da essi svolta in precedenti sedi, quali a titolo di esempio quelle politiche; nell’ambito di tali attività infatti si ha riscontro dell’esistenza di pregressi accordi, rapporti di collaborazione ed intese intercorrenti proprio con le società ora interessate alla realizzazione degli impianti, relazioni che alla luce di quanto evidenziato con il presente scritto, appaiono essere in aperto contrasto con il rispetto dei principi di neutralità, imparzialità e trasparenza della Pubblica Amministrazione, soprattutto nell’ambito di procedure di così ampia e rilevante delicatezza quali quelle inerenti le Valutazioni di Impatto Ambientale”.
Li, 20 dicembre 2013

Comitato “Terra che ci appartiene” Gonnosfanadiga - Comitato “NO Megacentrale” Guspini 
Comitato “No al Termodinamico Cossoine e Giave” - Comitato “Sa Nuxedda Free” Vallermosa 
WWF Sardegna - Italia Nostra Sardegna - LIPU Sardegna  

    

Sull'argomento

Italia Nostra Sardegna blog
Illa TV - Italia Nostra contro le centrali termodinamiche
Arrexini - Grano al posto dei panelli solari
Arrexini - Anche Gonnosfanadiga dice no alla centrale dell’Energogreen
Arrexini - Vallermosa: territorio in bilico tra valorizzazione e speculazione
La Nuova Sardegna - Sardegna Green Island, la Regione accusa la proprietà 
La Nuova Sardegna - Energia solare: la parola al ministro Orlando
Comitato per il "NO al Termodinamico" do Cossoine e Giave
Comitato "NO megacentrale" Guspini
L'Unione Sarda - La centrale creerà solo disagi






                                                

sabato 14 dicembre 2013

Presentate le osservazioni al nuovo PPR

Spiaggia di Coa 'e Cuaddus - Isola di Sant'Antioco
Un nuovo Piano Paesaggistico Regionale istruito per correggere gli errori contenuti nel piano del 2006, che si scopre invece strapieno di grossolani errori.
Uno per tutti: l’art.23 delle Norme tecniche di attuazione che riguarda le zone umide inserite nella convenzione di Ramsar prevede che in tali aree si possa insediare  qualsiasi opera ad eccezione degli impianti eolici e dei tralicci per il trasporto dell’energia elettrica; è addirittura possibile aprire anche nuove strade, infatti le strade son vietate solo ad altezze superiori ai 900 mt (sic!). Quattro anni di elaborazione non son bastati per capire che tutte le zone umide in Sardegna si trovano a livello del mare!
Zona umida - Basso Sulcis
Nelle Osservazioni presentate al procedimento Italia Nostra ha sollevato una serie di illegittimità, in primo luogo ha evidenziato che è stato elaborato un nuovo Piano Paesaggistico utilizzando la scorciatoia della procedura semplificata prevista per la semplice revisione. Trattandosi di un nuovo Piano si sarebbe dovuta attivare la copianificazione col Ministero dei Beni Culturali, infatti essa è obbligatoria anche nelle regioni a statuto speciale come la Sardegna, come confermato da numerose sentenze di TAR e Corte Costituzionale.
Altro motivo di illegittimità è l’assenza di una corretta procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che si sarebbe dovuta svolgere con modalità e criteri trasparenti e in particolare avrebbe dovuto anticipare l’adozione del PPR per tener conto delle osservazioni prodotte e riorientare quindi lo stesso documento di pianificazione. È forse in questa totale ignoranza delle procedure, e nella loro applicazione, che si inserisce lo scivolone fatto i giorni scorsi dall’Assessore reg.le all’Urbanistica che scambia la Valutazione di Impatto Ambientale con la VAS.
Sono state messe in evidenza le tante contraddizioni del Piano che nell’affermare la qualifica di bene paesaggistico per importanti aree (vedi la fascia costiera attualmente inedificabile) ne impediscono la tutela consentendo di fatto la realizzazione di numerosi interventi pubblici e privati: le volumetrie previste dal piano casa, le nuove strutture residenziali e ricettive connesse ai campi da golf etc…
In taluni casi poi si è voluto strafare correggendo carte che probabilmente non riportavano errori. È il caso della ricognizione e delimitazione dei corsi d’acqua. Sono stati spostati i vincoli, previsti dalla vecchia cartografia all’interno del naturale percorso del fiume – “dove il fiume non scorre più” -  per essere inseriti nella nuova cartografia “nell’effettivo e reale corso del fiume”.
Purtroppo i fiumi deviati dall’uomo sempre più spesso riconquistano il vecchio percorso senza tener conto del volere dell’uomo, e neppure della nuova cartografia, e i risultati sono le tante inondazioni che negli ultimi decenni hanno colpito la Sardegna come l’ultima del 18 novembre, con le conseguenti numerose vittime.
Insomma una nuova pianificazione paesaggistica che cancella la precedente, che nel tentativo di correggere gli errori ne inventa di nuovi, crea semplificazioni cartografiche che si prestano a notevoli equivoci esponendo aree critiche al rischio di possibile speculazione, riesuma le vecchie lottizzazioni e elimina il sistema di tutele introdotto dal piano vigente.

sull'argomento:


Sardegna Geoportale - Mappe tematiche
La Nuova Sardegna - Intervista a Salvatore Settis



domenica 8 dicembre 2013

Bocciati gli aerogeneratori sotto il Monte Sirai


Apprendiamo con soddisfazione che l'ufficio SAVI (Valutazione Impatti Ambientali) della Regione Sardegna ha bocciato il progetto di installare tre giganteschi aerogeneratori tra il Nuraghe Sirai e l'area artigianale di Carbonia. A poca distanza dalla cittadella fenicio-punica di Sirai.
L'impianto, presentato dalla Società Auras srl, prevedeva l'installazione di tre torri eoliche alte 80 mt, ridotte poi a sole due torri con un'altezza do 100 mt.
Italia Nostra si è opposta alla realizzazione di questo impianto a causa del forte impatto ambientale delle torri, della presenza di numerosi siti archeologici e per il danno che i troppi impianti eolici e fotovoltaici stanno creando all'attività agricola nell'intera Sardegna.
Sono gli stessi motivi per cui lo scorso maggio le associazioni ambientaliste Italia Nostra e WWF hanno presentato alla Giunta Regionale una richiesta di moratoria alle autorizzazione di impianti industriali per la produzione di energie rinnovabili. Si tratta infatti di danni irreparabili che queste installazioni stanno arrecando al territorio, alle aree agricole e alle numerose zone naturali di pregio. Sono infatti centinaia gli impianti che da nord a sud devastano l'isola e il suo paesaggio e altrettanti stanno per essere autorizzati o sono oggetto di richiesta di autorizzazione.

Sull'argomento

L'Unione Sarda - Parco eolico, nuova bocciatura  

Coordinamento Comitati alto Appenino contro eolico industriale selvaggio - Energia verde ed economia nera: investimenti mafiosi nel settore eolico in Italia 




















lunedì 25 novembre 2013

EMERGENZA DISSESTO: BASTA PROMESSE E PAROLE, LO STATO INTERVENGA CON FINANZIAMENTI INGENTI PER LA TUTELA DI PERSONE, TERRITORIO E CENTRI STORICI

Comunicato Stampa 
Italia  Nostra Nazionale


Il dramma della Sardegna, che si somma alle tragedie del messinese, della Liguria, della Toscana, della Calabria, del Veneto, e dell’ormai lunga catena di morti e distruzione che si sono susseguite in pochi anni in Italia, dimostra che occorre ripensare le priorità per il Paese e destinare ingenti risorse  alla messa in sicurezza del territorio e dei centri storici, la vera grande opera della quale il Paese ha urgentemente bisogno. I fatti dimostrano come, ad ogni sciagura, seguano dichiarazioni di intenti e promesse di politici e amministratori, di ogni parte politica, sulla necessità di mettere in sicurezza il territorio, di limitare la cementificazione del suolo, parole che, spenti i riflettori della cronaca, restano lettera morta. Si continua a parlare invece di opere che richiedono enormi finanziamenti pubblici  - Tav, nuove autostrade, discutibili grandi opere - mentre emerge, tragicamente, che la legge di stabilità destina solo 30 milioni per quest’anno e poco più di cento per i prossimi due.  Il finanziamento delle grandi opere dal CIPE non può prescindere dalle necessità di finanziare gli interventi di messa in sicurezza del territorio con investimenti e posti di lavoro così in interventi prioritari e sicuramente utili.

 23 novembre 2013 

venerdì 22 novembre 2013

Chi cancella il paesaggio cancella la vita

22 novembre 2013

Anche nella tragedia che ha colpito la Sardegna in questi giorni, come nelle troppe precedenti che hanno interessato altre parti d’Italia, assistiamo all’ennesimo scambio di accuse tra istituzioni dello Stato che ribaltano e scaricano le proprie responsabilità. Intanto restano i morti, un’isola e il suo territorio parzialmente distrutti, l’agricoltura in ginocchio e i tanti danni alle abitazioni e alle piccole attività.
Sono state aperte diverse inchieste dalla magistratura ma, come spesso avviene, forse nessuno pagherà per questo ennesimo disastro. 
Eppure abbiamo ascoltato in questi giorni la chiesa dichiarare che “la mano dell’uomo è complice della catastrofe” e che “l’uomo deve avere più cura del territori” e altre autorevoli voci affermare che “Il problema del degrado e degli eventi alluvionali che spesso comportano perdita di vite umane è sostanzialmente dovuto all’uso irrazionale del suolo e all’inadeguato governo del territorio” (Ettore Crobu, Presidente Federazione Dottori Agronomi e Forestali della Sardegna). “La mortalità per alluvione in Sardegna è la più alta di tutto il territorio nazionale” (Mario Tozzi, geologo). “Aver costruito senza criterio e non aver saputo pianificare e prevedere i rischi ha portato a questo” (Sergio Grauso, geologo dell’Enea)
Italia Nostra ripete da anni che una delle grandi emergenze nazionali è il rischio idrogeologico, continuamente aumentato dalle nuove cementificazioni, soprattutto interventi immobiliari e grandi opere. Per questo è necessario pianificare con attenzione e destinare ingenti investimenti alla messa in sicurezza del territorio italiano.
In Sardegna oggi, la vera emergenza è il Piano Paesaggistico Regionale appena adottato, che riduce le tutele del piano vigente consentendo nuovi interventi edificatori proprio nelle aree più sensibili e più delicate sotto l’aspetto idrogeologico e paesaggistico: fascia costiera e aree agricole prospicienti.
Chi afferma queste cose viene tacciato di “sciacallaggio politico” dall’attuale governatore della Sardegna che sarà ricordato, forse, per aver governato i 5 anni più bui nella storia dell’autonomia, per le peggiori leggi in materia ambientale e paesaggistica, per aver aggredito le aree e gli spazi che faticosamente si era riusciti a conservare e tutelare nei decenni precedenti, per aver cancellato le tutele del PPR del 2006, per il cemento delle leggi sul Golf, per i troppi piani casa, la riduzione delle protezione sulle zone umide e quelle gravate da usi civici.
Ecomostro a Carloforte
Per tutti questi motivi abbiamo scritto assieme alle principali associazioni ambientaliste nazionali la lettera-appello al Ministro Bray - purtroppo alcune testate giornalistiche non hanno riportato la presenza di Italia Nostra - chiedendogli di intervenire per impedire l’approvazione illegittima del nuovo PPR fermando il più grande attentato al territorio della Sardegna.


SARDEGNA SOPRATTUTTO -  Difendere il paesaggio da nuove catastrofi - Eugenio Scalfari 





martedì 19 novembre 2013

Garantire la sicurezza del territorio anziché accrescere il rischio idrogeologico con nuovi interventi cementificatori.

Il disastro ambientale che in questi giorni sta colpendo la Sardegna oltre ad evidenziare forti carenze strutturali che, se affrontate per tempo, potevano probabilmente evitare le numerose vittime di questa tragedia, richiama la Regione Sardegna a considerare la difesa del suolo la vera emergenza regionale e ad attivare interventi sostanziali sotto il profilo idrogeologico per mettere in sicurezza l’intero territorio Sardo.
Le ultime decisioni sul Piano Paesaggistico Regionale rappresentano invece l’ennesimo tentativo di occupare coste e aree agricole con nuove edificazioni che contribuiranno ad accrescere il rischio idrogeologico, oltre che proseguire nella distruzione del paesaggio.
In questi giorni, l’Assessore reg.le all’urbanistica, impegnato a promuovere il nuovo PPR ci ha raccontato invece di grandi opportunità e di sviluppo senza compromettere il patrimonio naturale della Sardegna, di un'inesistente  condivisione del processo di revisione del PPR da parte delle associazioni ambientaliste, spacciando per reale partecipazione la presenza di nostri rappresentanti ad alcuni incontri organizzati dalla Direzione della Pianificazione Urbanistica nei quali venivano fornite informazioni parziali e inesatte. Il 10 ottobre 2013, nel corso di una di queste pseudo riunioni, alla precisa richiesta di poter prendere visione delle nuove Norme tecniche di attuazione è stato risposto che non esistevano ancora, salvo approvarle solo 15 giorni dopo!
Pensavamo fosse chiaro che un processo partecipativo imponga un percorso di discussione che metta in comunicazione attori e istituzioni al fine di ottenere la rappresentazione delle posizioni, degli interessi e dei bisogni di tutte le parti coinvolte, per giungere ad una soluzione mediata e il più possibile condivisa. Esattamente il contrario di quanto è avvenuto fino ad oggi su questa vicenda.
Nel rispetto del vigente quadro normativo e della Convenzione di Aarhus abbiamo chiesto a più riprese, fin dal 2010, di essere coinvolti in un serio percorso partecipativo, senza aver mai ricevuto risposta, salvo qualche atto - come l'approvazione delle linee guida da parte del Consiglio - conseguente alle nostre numerose segnalazioni sull'illegittimità del procedimento. Pensavamo che con la firma del disciplinare tecnico dello scorso marzo l’assessorato avesse scelto di rapportarsi correttamente con il MiBACT e con le associazioni portatrici di interessi diffusi, applicando finalmente l’art. 144 del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, ma tutto si è interrotto bruscamente il 25 ottobre u.s.
Cala Fuili - Dorgali
Un’ulteriore conferma della grande confusione che ha caratterizzato l’intera procedura di revisione del PPR la troviamo nella risposta dell’Assessore, il quale scambia la Valutazione di Impatto Ambientale (che si applica alle opere civili e industriali e dopo l’elaborazione del progetto) con la Valutazione Ambientale Strategica (che interessa i Piani e i programmi e avviene contestualmente all'elaborazione del piano/programma).
Vogliamo ricordare ancora che la nostra richiesta del verbale dell’incontro del 10 ottobre è stata presentata nel corso stesso della riunione, ricevendo garanzie in tal senso dal Direttore Generale della Pianificazione Urbanistica Territoriale. Registriamo che a 5 settimane dall’incontro non abbiamo ricevuto alcun verbale nonostante il sollecito della settimana scorsa, inoltrato dopo oltre un mese.

A tutto ci ha ormai abituati questa politica, tanto che non ci scandalizza più niente, neppure l’essere tacciati di dire falsità da un assessore all’urbanistica inquisito per “falso in atti pubblici”. Un falso, guarda caso, finalizzato all'esclusione del legittimo rappresentante delle associazioni ambientaliste dalla commissione paesaggistica.
19 novembre 2013



Santa Sabina
L'intervento del Presidente Nazionale Marco Parini 19-11-2013


Prime piogge e… l’Italia torna a franare e a contare ancora vittime

Appello al governo: la messa in sicurezza del territorio è la principale grande opera necessaria al Paese. Solo pochi giorni fa Italia Nostra insieme ad altre associazioni ambientaliste aveva lanciato l’allarme contro il nuovo PPR della Sardegna che apre la strada a nuove e dissennate concessioni edilizie in tutta la regione.
Enormi colate di cemento che, se non bloccate, metteranno ancora più a rischio un territorio già fragilissimo e ad altissimo rischio idrogeologico. Come se non bastasse il Governo, nella proposta di legge di Stabilità destina la modestissima somma di 30 milioni di euro per l’intero territorio nazionale. “Italia Nostra – dichiara il Presidente Marco Parini – ribadisce l’invito formulato al Governo circa l’assoluta necessità di destinare grandi investimenti alla messa in sicurezza del territorio nazionale anziché accrescere il rischio idrogeologico con nuove cementificazioni”.

l'articolo dell'Unione Sarda di domenica 17 novembre 2013

Domani parte da Cagliari il tour per spiegare le nuove norme

Ppr al giro di Sardegna

Ambientalisti esclusi? «Falso, ecco le loro firme»
Inizia domani da Cagliari il giro di Sardegna del Ppr. Il governatore Cappellacci lo porterà in tournée nei maggiori centri dell'Isola col proposito di spiegare ai sardi le nuove norme urbanistiche: un tour informativo, l'ha definito. Prima tappa alla Fiera campionaria (ore 9,30), la seconda mercoledì prossimo a Sassari (hotel Grazia Deledda) «Sono invitati», spiega una nota di Villa Devoto, «all'evento pubblico e aperto a tutti i cittadini, le amministrazioni provinciali e comunali, le organizzazioni sindacali, le associazioni ambientaliste e quelle di categoria, gli ordini professionali, le rappresentanze delle università, dei consorzi, della autorità portuali, dei parchi e delle aree marine protette». Una risposta all'offensiva lanciata qualche giorno fa dagli ambientalisti decisi a contrastare in tutti i modi il decollo del nuovo piano paesistico.
L'ASSESSORE L'assessore dell'Urbanistica Nicola Rassu replica agli apprezzamenti di «Italia nostra» che aveva lamentato l'esclusione delle associazioni ambientaliste dalla discussione preventiva, sfociata poi nell'approvazione delle nuove regole urbanistiche: «Abbiamo sempre assicurato la piena partecipazione al processo di revisione del Piano paesaggistico a tutti i portatori di interesse con particolare riferimento alle associazioni ambientaliste», precisa Rassu.
LE DATE «A differenza di quanto erroneamente prospettato, i rappresentanti di “Italia Nostra” hanno partecipato, fin dal 2009, agli incontri e alle riunioni, come rilevato dalle firme apposte dai suoi rappresentanti e dalle convocazioni rivolte alle associazioni ambientaliste». Incontri iniziati il 30 giugno 2009, proseguiti nel 2011 sullo Studio di valutazione dell'impatto ambientale, fino agli ultimi del 2013. «Da giugno a luglio del 2010 i rappresentanti ambientalisti furono invitati a partecipare ai 14 laboratori di Sardegna nuove idee così come per la conferenza di lancio di Sardegna nuove idee del 16 giugno 2010 a Cagliari. Infine nonostante l'invito non furono presenti all'incontro pubblico di Tramatza del 30 maggio 2013».
IL BLOG SNOBBATO Non è finita. «Al fine di consentire un'agevole partecipazione delle associazioni alle attività inerenti la revisione del Piano paesaggistico, l'assessorato regionale ha attivato da tempo il sito web SardegnaGeoBlog, un innovativo strumento informatico messo a disposizione dalla Regione e al quale le associazioni potevano accedere tramite la semplice richiesta di un account: l'associazione Italia Nostra non ha mai utilizzato tale strumento», ha aggiunto l'esponente dell'esecutivo.
LA MAIL «Quanto alla richiesta presentata da Italia Nostra relativa all'ottenimento di copia del verbale dell'incontro dello scorso 10 ottobre, la comunicazione è stata inviata dall'associazione il 12 novembre di quest'anno via posta elettronica certificata. Ma il giorno successivo lamentava il fatto che l'assessorato non avesse ancora dato riscontro a tale richiesta», conclude Rassu.
Campagna nuorese
IL SIT IN Giovedì scorso le associazioni ambientaliste (Legambiente, Italia Nostra, Fai, Gruppo di intervento giuridico) avevano dato vita a un sit in sotto la sede del Consiglio regionale. Un fronte unito di sigle allarmato per le ricadute sul territorio della nuova disciplina che rischia - a loro parere - di far ripartire un indiscriminato assalto alle coste. Di qui la scelta di presentare una raffica di ricorsi: Tar, ministero dei Beni culturali, Corte Costituzionale. (a. ma.)

Sull'argomento

ITALIA NOSTRA - Prime piogge ... e l'Italia torna a franare e a contare ancora vittime
SARDEGNA SOPRATTUTTO - Per l’amor di Dio rispettate quei morti!  - Marcello Fois 
SARDINIAPOST -  Cappellacci su Repubblica: “Nessuno stop alle costruzioni. Soru? Un cementificatore” 
L'UNIONE SARDA - Politica: «Le alluvioni? Si ripeteranno» - Felice Di Gregorio
LA STAMPA - Ora basta silenzi. Non è stata una fatalità
TISCALI - Ex sindaco di Orosei: "Sui vincoli urbanistici opinione pubblica condizionata dalle lobby degli edificatori" 
L'UNIONE SARDA - Politica: Una città con 17 Piani di risanamento
L'UNIONE SARDA - Politica: Al via il tour per spiegare le regole
Greenreport.it - Sicurezza del territorio, le quattro proposte del Wwf alle istituzioni 
Greenreport.it - Sardegna: altra catastrofe climatica, ma la Regione vuole cementificare e il governo prevede spiccioli per il dissesto  
America Oggi - Catastrofe sarda e fragilità nazionale 

mercoledì 13 novembre 2013

Italia Nostra per la tutela dei valori ambientali e paesaggistici della Sardegna

In merito all’iter e alla metodologia seguiti dalla Giunta Regionale preliminarmente alla deliberazione GR n. 45/2 del 25 ottobre 2013 che ha approvato le norme tecniche di attuazione del Piano Paesaggistico Regionale, stravolgendo completamente le attuali disposizioni di tutela garantite dal PPR del 2006, l’Associazione Italia Nostra Sardegna informa:
·           Di aver sollecitato con reiterate richieste rimaste prive di riscontro, fin dal 2010, l’applicazione del codice dei Beni Culturali che prevede sia garantita “la concertazione istituzionale e la partecipazione dei soggetti interessati” e delle associazioni portatrici di interessi diffusi, individuate ai sensi delle vigenti disposizioni in materia di ambiente e danno ambientale;  
·           Di aver chiesto la corretta applicazione della Convenzione di Aarhus, in base alla quale il pubblico ha diritto alle informazioni, può partecipare ai processi decisionali e ha accesso alla giustizia in materia ambientale;
·           Di aver partecipato ad alcuni incontri convocati dalla Direzione Generale della Pianificazione Urbanistica Territoriale per illustrare le attività svolte inerenti la verifica e l’adeguamento del PPR, nei quali venivano fornite informazioni parziali, inesatte e distorte sulla reale attività di revisione del PPR. Non c’è stato pertanto alcun “processo partecipativo”;
·          Di aver rilevato che nelle procedure di modifica del PPR, oltre a non essere stata garantita “la concertazione istituzionale e la partecipazione dei soggetti interessati” (come si apprende dalle dichiarazioni del Ministero dei Beni Culturali) non è stata garantita neppure quella “delle associazioni portatrici di interessi diffusi, individuate ai sensi delle vigenti disposizioni in materia di ambiente e danno ambientale” (articolo 144, comma primo, del Codice Urbani);
Italia Nostra, nell’esprimere forti preoccupazioni per i disastri ambientali e paesaggistici conseguenti alla delibera adottata dalla Giunta Regionale e considerati i numerosi dubbi sulla legittimità della stessa, anche al fine di attivare tutte le iniziative utili a garantire la salvaguardia dei valori ambientali/paesaggistici, ha chiesto all’Assessorato all’Urbanistica copia del verbale redatto nell’ultimo incontro del 10.10.2013 con le Associazioni Ambientaliste, gli EE.LL e gli Ordini professionali. Il verbale richiesto da Italia Nostra, ancorché dovuto, a distanza di oltre un mese dalla riunione non è ancora stato trasmesso. La nostra Associazione ha chiesto inoltre di poter accedere agli atti (verbali degli incontri, documenti intercorsi tra le diverse amministrazioni etc…), relativi all’attività di copianificazione con i comuni della Sardegna che hanno avviato l’adeguamento dei propri strumenti urbanistici al Piano Paesaggistico Regionale. Anche su questo argomento le informazioni provenienti dall’Assessorato risultano di scarsa chiarezza e fortemente contradditorie.
13 novembre 2013

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