venerdì 25 marzo 2022

Eppure amministratori comunali e dirigenti RWM garantivano lo "scrupoloso rispetto delle norme"!

La Procura di Cagliari chiede il rinvio a giudizio per i vertici di RWM e per i funzionari comunali che hanno approvato i piani di espansione della fabbrica delle bombe.


In data di ieri, 24/03/22, gli scriventi hanno appreso da comunicazione ufficiale del Tribunale di Cagliari che la P.M. dott.ssa Rossella Spano ha richiesto il rinvio a giudizio dell’amministratore delegato della società RWM Italia SPA, Fabio Sgarzi, del responsabile aziendale per la funzione Fabbricati Lavori e Impianti e di tre tecnici incaricati dall’azienda di redigere progetti e relazioni e di seguire le pratiche relative ai piani di ampliamento della fabbrica di esplosivi ed ordigni militari che si trova nei comuni di Domusnovas e Iglesias, negli anni 2017 – 2019. 

Inoltre, la Procura chiede il rinvio a giudizio dei dirigenti responsabili degli uffici SUAPE (Sportello Unico Attività Produttive) dei comuni di Domusnovas e Iglesias oltre ad altri due funzionari dei medesimi uffici, che negli anni 2017 – 2019 hanno seguito le pratiche relative agli ampliamenti dello stabilimento RWM.

La lista delle contestazioni è lunga, sono elencate 30 violazioni tutte relative a interventi richiesti, approvati e infine realizzati nel contesto dei piani di ampliamento dello stabilimento RWM. L’Udienza Preliminare è fissata per il 29 giugno 2022 con il GUP Manuela Anzani.

L’inchiesta ha preso le mosse da una serie di esposti presentati da associazioni, comitati e da singoli cittadini, tra il 2018 e il 2019, nei quali si denunciava il fatto che i lavori di ampliamento dello stabilimento RWM stessero procedendo in violazione di numerose norme urbanistiche, ambientali e di tutela della salute e della sicurezza della popolazione. 

La Procura ha quindi provveduto ad acquisire la documentazione presente negli uffici comunali, provinciali, regionali e presso la Soprintendenza BBCC e la Prefettura di Cagliari, e in tal modo, non solo ha riscontrato numerose prove delle violazioni segnalate nei ricorsi, ma ha anche potuto rilevare un buon numero di altre violazioni. 

La tipologia degli abusi e delle violazioni contestate è molto varia: si va dalle attività di scavo e sbancamento non consentite per decine di migliaia di metri cubi, senza verifica delle soglie di contaminazione delle sostanze inquinanti, senza la necessaria relazione geotecnica e con trattamento scorretto delle terre di scavo, alla mancanza delle necessarie verifiche per il controllo degli incendi, al rilascio di autorizzazioni irregolari per realizzare costruzioni in assenza di una progettazione adeguata (mancano i calcoli per le strutture in cemento armato, la relazione geologica, il parere dei vigili del fuoco). Sono state inoltre autorizzate variazioni di destinazione d’uso di fabbricati, destinati a diventare depositi, anche di materiali pericolosi, con procedure semplificate e irregolari, senza le necessarie autorizzazioni dei Vigili del Fuoco e l’adeguamento della Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e della successiva AUA.

A tutti gli indagati viene contestato il reato di falso: ai dirigenti e ai tecnici dell’azienda per aver presentato progetti e richieste di autorizzazioni omissive e irregolari, e ai funzionari comunali per averle accettate e dichiarate complete ed adeguate.

Gli abusi non riguardano solo le autorizzazioni già oggetto di ricorso e annullate lo scorso novembre dalla sentenza del Consiglio di Stato: quelle per la realizzazione del nuovo poligono per test esplosivi (denominato “Campo Prove R140”) e dei nuovi reparti “R200” ed “R210” per la fabbricazione degli esplosivi PBX-colabili e il caricamento dei rispettivi ordigni. La Procura ha rilevato abusi e violazioni di norme anche in innumerevoli altri interventi che fanno parte del piano di ampliamento: Locali per uffici e sosta degli operai “E208” ed “E209”, ampliamento del piazzale d’ingresso dello stabilimento, ristrutturazione dei reparti “R4a”, “R39b”, “D39a”, “D39c”, “D39e”,“D39f”,“D39g”, “R4b”, etc.

Il quadro che emerge dal lavoro della Procura è desolante: come abbiamo più volte denunciato la società RWM Italia SPA, negli ultimi anni, ha portato avanti il suo imponente piano di ampliamento della sua fabbrica di esplosivi e ordigni, violando sistematicamente la normativa urbanistica e quella per al tutela della salute e dell’ambiente. 

Finalmente l’inchiesta della Procura inizia a gettare un po’ di luce su questa situazione scandalosa e inaccettabile e demolisce completamente la narrazione di un’azienda che opera nel rispetto delle leggi e del territorio e della sicurezza delle proprie maestranze.

Al di la dei reati contestati ai vertici di RWM e ai funzionari comunali, va sollevato il tema delle responsabilità politiche degli amministratori comunali e regionali: i responsabili politici non potevano non sapere, anche perché da anni informiamo, documentiamo e contestiamo le discutibili modalità di gestione delle pratiche autorizzative rilasciate per l’ampliamento della fabbrica delle bombe della RWM. Sino ad oggi i responsabili politici e gli stessi sindacati confederali si sono ostinati a negare queste palesi violazioni e a difendere l’indifendibile, da oggi sarà più difficile per loro continuare a negare l’evidenza.

È un importante risultato anche per tutte le organizzazioni, i gruppi e i singoli che con determinazione in questi anni si sono spesi senza risparmio in questa vertenza e che sono in parte menzionati tra le parti offese, e che dunque avranno la possibilità di prendere parte al processo.

Assieme alla Regione Sardegna e ai comuni di Domusnovas e Iglesias risultano infatti tra le “persone offese” anche: Italia Nostra ONLUS, Movimento Nonviolento, Unione Sindacale di Base Cagliari, Cagliari Social Forum, Confederazione Sindacale Sarda, Assotziu Consumadoris Sardigna, Associazione Centro Sperimentale Autosviluppo, Comitato Riconversione RWM.

È probabile che il provvedimento rappresenti soltanto una parte di una inchiesta più ampia, visto che dal 2019 fino allo scorso mese di febbraio le scriventi Associazioni hanno proseguito nella loro attività segnalando alla Procura numerose altre ipotesi di trasgressione alle leggi e alle norme vigenti.

Il cammino è ancora lungo ma un altro passo importante è stato fatto!

Li 25 marzo 2022

 

Italia Nostra Sardegna, Movimento Nonviolento, Unione Sindacale di Base Cagliari, Cagliari Social Forum, Confederazione Sindacale Sarda, Assotziu Consumadoris Sardigna, Associazione Centro Sperimentale Autosviluppo, Comitato Riconversione RWM.


documenti

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ANSA Sardegna - Fabbrica bombe in Sardegna, verso il processo per 9 imputati


YouTG - Rischio processo penale e ricorsi vinti: "Fabbrica delle bombe da smantellare"


Fivedubliu - Rwm, richiesto il rinvio a giudizio dei vertici della fabbrica di armi sarda e dei funzionari comunali coinvolti nel progetto di ampliamento


Unione Sarda - Rwm, verso il processo per nove imputati


Il Manifesto Sardo - Chiesto il rinvio a giudizio per i vertici di RWM e i funzionari comunali che hanno approvato l'espansione della fabbrica di bombe



Dal Manifesto del 26 marzo 2022

RWM di Domusnovas (Carbonia Iglesias)
Rwm, la fabbrica delle bombe saudite sotto inchiesta dopo le denunce

Cagliari. Il pm chiede il rinvio a giudizio dei vertici. Primo risultato della lotta delle organizzazioni ecologiste e pacifiste 

di Costantino Cossu

I lavori di ampliamento della Rwm, la fabbrica che a Domusnovas, in Sardegna, produce le bombe che l’Italia vende ai sauditi perché vengano impiegate nella guerra in Yemen, sono stati realizzati fuori e contro le norme di legge. Lo sostiene la procura di Cagliari, che ha richiesto il rinvio a giudizio dell’amministratore delegato della società Rwm Italia, Fabio Sgarzi, del responsabile aziendale per il settore fabbricati e di tre tecnici incaricati di seguire le pratiche relative ai piani di ampliamento della fabbrica negli anni 2017 – 2019. La procura ha inoltre richiesto il rinvio a giudizio dei dirigenti responsabili degli uffici Suape (Sportello unico attività produttive) dei comuni di Domusnovas e di Iglesias che hanno seguito le pratiche sugli ampliamenti dello stabilimento Rwm. 

L’udienza preliminare di fronte al gup è fissata per il prossimo 29 giugno. L’inchiesta ha preso le mosse da una serie di esposti presentati da associazioni, comitati e da singoli cittadini, nei quali si denunciava il fatto che i lavori di ampliamento dello stabilimento Rwm stessero procedendo in violazione di diverse norme urbanistiche, ambientali e di tutela della salute e della sicurezza.
La tipologia degli abusi e delle violazioni contestate dalla procura è molto varia: si va dalle attività di scavo e sbancamento non consentite per decine di migliaia di metri cubi, senza verifica delle soglie di contaminazione delle sostanze inquinanti, senza la necessaria relazione geotecnica e con trattamento scorretto delle terre di scavo, alla mancanza delle necessarie verifiche per il controllo degli incendi, al rilascio di autorizzazioni irregolari per realizzare costruzioni in assenza di una progettazione adeguata (mancherebbero i calcoli per le strutture in cemento armato, la relazione geologica, il parere dei vigili del fuoco). Sarebbero state inoltre autorizzate variazioni di destinazione d’uso di fabbricati, destinati a diventare depositi, anche di materiali pericolosi, con procedure semplificate e irregolari, senza i necessari nulla osta dei vigili del fuoco e senza l’obbligatoria autorizzazione integrata ambientale (Aia).
A tutti gli indagati viene inoltre contestato il reato di falso: ai dirigenti e ai tecnici dell’azienda per aver presentato, secondo la procura, progetti e richieste di autorizzazioni omissive e irregolari, e ai funzionari comunali che le avrebbero accettate e dichiarate complete e adeguate.
Per mettere i dirigenti della Rwm di fronte alle loro responsabilità si è battuto un fronte ampio di organizzazioni ecologiste e pacifiste: Italia Nostra, Movimento non violento, Unione sindacale di base, Cagliari Social Forum, Confederazione sindacale sarda, Comitato di riconversione Rwm. Che in un nota scrivono: «Il quadro che emerge dal lavoro della Procura è desolante: come abbiamo più volte denunciato, Rwm Italia negli ultimi anni ha portato avanti il suo imponente piano di ampliamento della sua fabbrica di esplosivi e ordigni, violando sistematicamente la normativa urbanistica e quella per al tutela della salute e dell’ambiente». «Finalmente – prosegue la nota – l’inchiesta della procura inizia a gettare un po’ di luce su questa situazione scandalosa e inaccettabile e demolisce completamente la narrazione di un’azienda che opera nel rispetto delle leggi e del territorio e della sicurezza delle proprie maestranze».

Al di là dei reati contestati ai vertici di Rwm e ai funzionari comunali, c’è poi il tema delle responsabilità politiche degli amministratori comunali e regionali. «I responsabili politici – scrivono le organizzazioni ecologiste e pacifiste – non potevano non sapere, anche perché da anni informiamo, documentiamo e contestiamo le discutibili modalità di gestione delle pratiche autorizzative rilasciate per l’ampliamento della fabbrica delle bombe della Rwm. Sino ad oggi i responsabili politici e gli stessi sindacati confederali si sono ostinati a negare queste palesi violazioni e a difendere l’indifendibile, da oggi sarà più difficile per loro continuare a fare finta di niente». 




Il Fatto Quotidiano del 26 marzo 2022



L'Unione Sarda del 26 marzo 2022


giovedì 24 marzo 2022

NO Radar. Accadde dieci anni fa…

Il NO ai radar lungo le coste della Sardegna, uno dei quali previsto a Su Semafuru, a Sant’Antioco, è stato definitivamente sigillato da una storica ordinanza del TAR Sardegna, con il ricorso presentato da Italia Nostra, tramite lo studio legale Pubusa di Cagliari. 


Manifestazione del marzo 2011

Dieci anni fa, dopo un anno di lotte, occupazioni, manifestazioni, tutte pacifiche, una vittoria dei cittadini che hanno avuto la soddisfazione di vedere riconosciuti i loro diritti a un ambiente più sano e non militarizzato.

Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito 

-    I comitati No Radar di Sant’Antioco (Capo Sperone), Argentiera, Tresnuraghes (S’Ischia Rujia) e Fluminimaggiore (Capo Pecora)

-          Italia Nostra e gli avvocati Andrea e Paolo Pubusa

-         Il presidio dei ragazzi e ragazze che hanno vissuto un anno interno nei pressi di Su Semafuru, tanti arrivati anche dai comuni vicini e da Cagliari a dimostrare coesione fra territori diversi 

-          I tecnici che ci hanno fornito informazioni scientifiche, i cittadini di altri territori già violentati

-     I giornalisti, in particolare dell’Unione Sarda, Videolina e la Nuova Sardegna, che hanno seguito questa vicenda con interesse

-         Tutti i cittadini che ci hanno aiutato finanziariamente

-         Il comitato Disarmiamoli

-         I politici che ci hanno supportato

-       Tutti i cittadini che ci hanno aiutato ad organizzare eventi, a sensibilizzare, a diffondere 



Festeggiamo insieme questo evento, a Su Semafuru, domenica prossima 27 marzo, alle ore 11, siete tutti invitati per un brindisi, un piccolo rinfresco, per confrontarci, dieci anni dopo, e soprattutto per lanciare il messaggio che “insieme si può fare”, che l’unità è forza.

Grazie a tutti!





sull'argomento

La rete radar antimigranti in Sardegna


lunedì 14 marzo 2022

Clima e guerra, il paesaggio è sotto attacco: 5 proposte per tutelarlo

L'appello per la tutela paesaggistica, a cominciare dalla legge contro il consumo di suolo


di Italia Nostra, Mountain Wilderness, Lipu 

Tratto da La Repubblica 14 marzo 2022

Ex concerie di Bosa

Uno tra i più straordinari patrimoni del Paese, con i suoi inestimabili valori culturali, ambientali ed economici, va sottratto ai rischi di una transizione ecologica mal pensata e alle conseguenze delle crisi climatiche e energetiche e posto al centro di un grande progetto di tutela e rilancio, anche in nome della Costituzione. Lo dichiarano Italia Nostra, Lipu e Mountain Wilderness nella giornata del paesaggio 2022.

Il significato del paesaggio non sta solo nel suo pur importante valore estetico. Il paesaggio è natura che si è fatta storia, è interfaccia culturale dell'ambiente, è identità molteplice di un territorio che comprende la geologia, la flora, la fauna e le comunità umane. È in questa visione complessa che la questione va inquadrata, come ci dice la stessa Costituzione italiana, la quale, nel nuovo articolo 9, mette assieme - e non contro - il paesaggio, l'ambiente e la biodiversità.

 Eppure, le attuali politiche territoriali pongono il paesaggio italiano sotto costante e spesso violento attacco, per favorire nuove infrastrutture trasportistiche, energetiche, produttive e residenziali, nella maggior parte dei casi di dubbia o nulla utilità collettiva. Il risultato è un grave danno culturale e ambientale e persino economico, considerata la prospettiva di una sana e sostenibile economia che il paesaggio italiano rappresenta. 

Serre fotovoltaiche nella pianura del Campidano

Affinché la Giornata nazionale del Paesaggio non sia semplice retorica è dunque urgente che il Paese intero, a partire dal Governo e dal Parlamento, metta in atto un nuovo approccio alla questione paesaggistica, con una visione diversa e scelte chiare e concrete: dalla legge contro il consumo di suolo, al potenziamento del personale delle Soprintendenze; dall'approvazione di regole serie per l'installazione di impianti per le energie rinnovabili, inclusi l'individuazione delle aree idonee e non idonee e l'inserimento di stringenti indicatori relativi al Paesaggio (secondo le previsioni della nuova normativa europea RED II); fino allo sfruttamento delle vastissime zone industriali ed ex industriali italiane, da utilizzare per la produzione di energia solare, salvaguardando il più possibile paesaggio, natura e terreni agricoli. 

Terreni agricoli a Orosei

Le gravissime crisi che il Pianeta vive, dall'emergenza climatica alla tragedia dell'Ucraina, non devono essere motivo per aggiungere danno al danno, dramma al dramma, ma l'occasione per ripensare davvero il mondo, mettere al centro i suoi valori più importanti e dare il via ad una transizione ecologica e culturale vera e non dissimulata.

(Italia Nostra, Lipu, Mountain Wilderness)

 

Nuraghe nel Marghine

sull'argomento


mercoledì 9 marzo 2022

Comunità Future

Tempo di guerra, tempo di disastri ambientali, sociali ed economici. In un momento tanto difficile, proseguono le nostre attività per rivendicare il diritto dei popoli a vivere in pace, per difendere l’ambiente sempre più minacciato, la salute dei cittadini e dell’ecosistema, per pretendere di vivere in un paese migliore.

Italia Nostra Sardegna è sempre presente per sostenere la tutela dei beni culturali e del paesaggio, per impedire la privatizzazione dei beni comuni, per partecipare alle scelte in atto e per essere protagonista nei processi di trasformazione necessari, urgenti e giusti che riguardano tutti noi. 

La pandemia ha ancora una volta colpito le fasce deboli della popolazione e ha allargato la condizione di precarietà, di povertà, di incertezza. Con essa abbiamo avuto un’ulteriore prova di quanto le malattie siano classiste e quali siano le attività e i lavori essenziali alla vita e alle comunità (per la cura della persona, della salute, della terra, della vita). Abbiamo avuto ancora più conferma della immotivata crescita delle spese militari, che raggiungeranno in Italia nel 2022 i 25,8 miliardi di euro con un incremento di 1, 35 Md!! 

La spaventosa guerra in Ucraina sta prendendo una deriva sempre più pericolosa per la quale non si intravedono vie d’uscita, la stessa diplomazia internazionale non riesce a fermare la strage di innocenti in corso e sta abdicando in favore della soluzione armata.Abbiamo necessità di recuperare la pace e i rapporti con le persone, con tutte le persone, a prescindere dalla loro razza, il colore della pelle, la religione e la nazionalità. Dobbiamo essere capaci di costruire nuovi percorsi democratici e partecipati per trovare risposte collettive alle gravi sofferenze generate dalla società del profitto. Dobbiamo riuscire a costruire una società diversa, che metta al centro la vita e la sua dignità, che sappia di essere interdipendente con la natura, che costruisca una giustizia climatica di pari passo con la giustizia sociale, che affronti i conflitti con gli strumenti della nonviolenza e segua la logica “per avere la pace costruisci la pace”.

Dobbiamo costruire oggi il nostro futuro attraverso scelte equilibrate e consapevoli, che mettano al primo posto un pianeta in cui l’essere umano riesca a convivere in armonia con l’intero ecosistema. Con quello che Papa Francesco chiama il Creato.

Siamo chiamati a governare numerosi processi che condizioneranno la futura vita sul pianeta, per questo dovremmo affrontarli in maniera diversa e con logiche diverse rispetto al passato. 

Per questi motivi, per partecipare ad un serio confronto, Italia Nostra Sardegna aderisce assieme a tante altre associazioni e cittadini all’iniziativa Comunità Future che si terrà ad Iglesias il prossimo 12 marzo.

Sarà un’occasione per discutere dei temi che vedono impegnata l’Associazione, quali: 

·      La democrazia energetica

·      La democrazia alimentare

·      La tutela del paesaggio e delle sue immense risorse

·      L’adozione di buone pratiche per costruire un’economia circolare 

·      La costruzione di una società inclusiva e pacifica, di una economia e cultura di pace

 

Appuntamento per Sabato 12 marzo, ore 17 al Centro Culturale di Iglesias



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La Via Campesina

Il paesaggio e il patrimonio storico e artistico: un unico bene comune