giovedì 11 dicembre 2025

Nuovo D.L. aree idonee: ancora aggressioni al paesaggio e consumo di suolo

Gli emendamenti proposti da Italia Nostra Sardegna 

Italia Nostra Sardegna ha presentato una memoria all’8ª Commissione del Senato sull'art. 2 del Decreto Legge 175/2025 - Decreto transizione 5.0 e Aree Idonee - riguardante l’ubicazione degli impianti industriali per la produzione di energia rinnovabile, nella quale critica il decreto e l’attuale normativa sulle FER, in quanto favorisce iniziative speculative orientate all’estrazione di risorse, con ricadute negative su ambiente, paesaggio e identità locali. 



La mancanza di una reale governance territoriale ha già consentito la proliferazione indiscriminata di impianti che occupano e degradano ampie superfici, mentre le numerose richieste di connessione presentate a TERNA stanno “ipotecando” ulteriormente i territori, in vista di possibili future deregolamentazioni in grado di eludere le valutazioni ambientali. I report di TERNA evidenziano inoltre una marcata sproporzione tra i nuovi progetti — in particolare quelli superiori ai 10 MW — e gli obiettivi nazionali di capacità produttiva al 2030.

Richieste di connessione di impianti FER


Diverse regioni del sud Italia compresa la Sardegna possono raggiungere senza difficoltà l’obiettivo di potenza previsto dal burden sharing grazie agli impianti già autorizzati o in fase di autorizzazione, purché vengano annullati quelli situati in aree non idonee o contrari alle norme regionali. Le numerose autorizzazioni rilasciate derivano da procedure di deregolamentazione prive di pianificazione territoriale.

La memoria presentata evidenzia inoltre un forte squilibrio territoriale nella distribuzione degli impianti FER, concentrati soprattutto nel Centro-Sud, con impatti crescenti sul territorio rurale e agro-pastorale. Per questo motivo si auspica un intervento legislativo che ripristini equilibrio, tuteli le economie locali e garantisca decisioni indipendenti dalle pressioni delle lobby. 

Richieste di connessione per la Sardegna


Al fine di una proficua collaborazione sono stati segnalati, alla Commissione del Senato e ai senatori eletti in Sardegna, alcuni punti critici da correggere nel decreto chiedendo nel contempo di respingere eventuali emendamenti che aggraverebbero ulteriormente la già preoccupante situazione di deregulation.

Tra gli emendamenti proposti, i principali riguardano:

  • Una definizione più precisa delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti energetici, con l’esclusione definitiva di quelle non classificate come idonee. 

  • Si propone di limitare gli impianti nelle aree demaniali e pertinenziali solo alle superfici già impermeabilizzate (come tetti e parcheggi). 

  • Per il buffer di 500 metri attorno alle aree industriali si chiede che gli interventi siano ammessi esclusivamente su aree già degradate e accompagnati da una clausola chiara che escluda i buffer attorno agli impianti da fonti rinnovabili in zona agricola.

  • Riguardo all’agrivoltaico, si richiede l’introduzione di limiti rigidi e non negoziabili, tra cui la riduzione della quota di fatturato agricolo derivante dall’energia e l’abbassamento del range nazionale allo 0,4–1,5%. 

  • Si propone inoltre di consentire impianti nelle aree UNESCO e Natura 2000 solo per autoproduzione o Comunità Energetiche. 

  • Infine, si evidenzia la necessità di rimodulare gli incentivi per evitare eccessiva saturazione del territorio e favorire il recupero di aree già compromesse.


    Clicca qui per visionare o scaricare la memoria presentata da Italia Nostra Sardegna 


    sull'argomento un articolo del presidente regionale di Italia Nostra Sardegna


    Nelle more della trasformazione in legge del DL DECRETO-LEGGE 21 novembre 2025 , n. 175 recante Misure urgenti in materia di Piano Transizione 5.0 e di produzione di energia da fonti rinnovabili” Italia Nostra Sardegna ha  proposto un documento di “ Memoria e richiesta di emendamenti in sede procedurale”.

    L’appello è stato inviato all’8ª Commissione permanente del Senato della Repubblica oltre che ai Ministeri della Cultura e dell’Agricoltura, alla Giunta Regionale, nonché rivolto anche ai Senatori eletti in Sardegna. Un documento analogo è stato inoltrato ai medesimi destinatari da numerose altre Associazioni ambientaliste della penisola con riferimento alle rispettive Regioni di competenza.

    Come è noto l’iter legislativo e giudiziario connesso alla definizione e individuazione delle c.d. Aree Idonee è stato lungo e tormentato e ad oggi tutt’altro che concluso. La Direttiva Europea RED II risale al 2018 ed introduceva meccanismi di semplificazione procedurali di snellimento per l’insediamento delle Rinnovabili. Recepita con notevole ritardo dal dlgs.199/2021 (Decreto Draghi), all’art.20 venivano stabiliti criteri di individuazione e obbligo della mappatura delle Aree idonee, nonché il rinvio ad un decreto attuativo che vedeva la luce solo dopo tre anni (D.M. MASE del 21 giugno 2024) con un passaggio per le intese alla Conferenza Stato-Regioni.  Definita la legislazione quadro, alle Regioni restava il compito di varare la normativa concorrente con margini di discrezionalità quasi nulli, considerati i limiti imposti dalle norme statali. La Regione Sardegna vi provvedeva comunque con la LR 20/2024, provvedimento che veniva puntualmente impugnato dal Governo per supposti visi di legittimità costituzionale. Nello stesso tempo il TAR del Lazio, in un pronunciamento in merito ad un ricorso di una società, invitava il Governo ad intervenire per una più chiara definizione dei criteri per la individuazione delle Aree Idonee. Ne è scaturito il DL 175/25, ancora in itinere ed oggetto delle richieste emendative, con il quale il Governo ha non solo resi praticamente nulli gli esigui margini di intervento concessi alle Regioni e imponendo una revisione delle normative già approvate, ma facendo rientrare nella categoria della idoneità ampie porzioni di territori non previsti nell’art.20 del decreto Draghi.

    Il primo degli emendamenti richiesti da Italia Nostra concerne appunto le violazioni dei principi di sussidarietà, di autonomia e di leale collaborazione richiamati dalla Costituzione, a cui dovrebbero ispirarsi i rapporti tra Stato e Regioni, in particolare per Enti costituzionali ad autonomia differenziata. L’iter procedurale che ha condotto alla introduzione delle Aree idonee nell’abnorme dilatazione dei tempi per l’emanazione della legge quadro e distorcendo fondamentali diritti costituzionali, rivela una chiara strategia volta a lasciare mano libera alle lobby delle rinnovabili nell’accaparramento dei territori e nel loro sfruttamento a fini speculativi. 

    Ne è un palese esempio l’oggetto dell’emendamento al punto 4) con il quale si chiede di rivedere la disposizione, che, in violazione dell’art.14 dello Statuto sardo che stabilisce il passaggio alla Regione dei beni demaniali non in uso, dichiara tali aree idonee agli impianti.

    Numerosi sono gli emendamenti inerenti la dichiarazione di idoneità per le aree agricole come quelle prossime agli insediamenti industriali, adiacenti le autostrade, la diffusione indiscriminata dell’agrivoltaico ed in particolare l’imposizione del limite minimo dello 0,8% della superficie agricola utilizzabile (SAU), che applicato alla Sardegna, per le caratteristiche del territorio e la scarsa densità abitativa, porterebbe ad una occupazione di oltre 9.000 ha. Si evita di calcolare le conseguenze in termini di superficie agricola sacrificabile nel caso si dovesse raggiugere il limite massimo pari al 3%!

    Ulteriore richieste di emendamenti riguardano questioni di semplificazioni procedurali che impongono tempi contingentati impossibili da rispettare considerata la complessità delle procedure di VIA e la valanga di progetti presentati.  Tali forme di deregulation, surrettiziamente legate al raggiungimento degli obiettivi PNIEC, di fatto sono causa di superficialità nell’esame della documentazione e inducono pressioni inaccettabili sugli organi decisori.

    Non ci si illude sulla possibilità di ascolto a livello politico delle istanze avanzate dal mondo ambientalismo, ma il nostro compito si conferma quello di porre la classe politica di fronte alle proprie responsabilità nell’assunzione di scelte che pesano in modo irreversibile sul destino dei territori. Varando norme dettate dalla volontà di imporre un centralismo di ispirazione autoritaria, si palesa ancora una volta la volontà di minare i principi inviolabili della democrazia sanciti dalla nostra Costituzione.

    ulteriori riferimenti

    Salviamo il paesaggio -  A pochi giorni dalla pubblicazione del D.L. 175/2025 su Transizione 5.0 e aree idonee, arrivano ulteriori aggiornamenti al D.Lgs. 190/2024 Testo Unico Rinnovabili.

    Kalaritanamedia.it - La Regione presenta emendamenti al decreto energia

    Salviamo il paesaggio - Truffa incentivi fotovoltaico: quando l'agricoltura è solo una facciata



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