sabato 27 agosto 2022

Impianti eolici offshore: concessione demaniale subordinata alla VIA


Appare saggio e corretto che la decisione di rilasciare concessioni demaniali di enormi porzioni di superficie marina, per 30 o 40 anni, debba essere successiva alla valutazione di impatto ambientale e non possa essere rilasciata senza garanzie sulla sicurezza degli impianti e assoluta certezza dell’assenza di impatti negativi sull’ambiente marino e sulle attività esistenti: pesca, turismo, trasporti etc…

Apprezziamo l’importante lavoro svolto dalla Capitaneria di Porto di Cagliari che, in linea con le direttive ministeriali, appare orientato a procedere al rilascio delle concessioni solo in caso si esito positivo dell’iter autorizzativo in capo al Ministero della Transizione Ecologica.

Italia Nostra Sardegna ha partecipato online alle tre Conferenze di Servizi tenutesi nei giorni 23, 24  e 25 agosto (la CdS per Nora Ventu 2 è convocata per il prossimo 29  agosto) illustrando le osservazioni presentate e le motivazioni che hanno portato l’Associazione ad esprimere formale opposizione al rilascio delle concessioni demaniali marittime.

Le Conferenze svolte sono relative ai parchi off-shore proposti dalla società Sea Wind denominati “Del Toro 1” (ubicato a soli 10 km dalla costa dell’isola di Sant’Antioco) e “Del Toro 2”, e quelli della Nora Ventu: “Nora Ventu 1” e “Nora Ventu 2”. L’insieme dei quattro parchi è composto da complessivi 141 aerogeneratori, alti intorno ai 270 mt, per una potenza complessiva di circa 2.000 MW.

Anche la posizione dei sindaci dei comuni costieri maggiormente interessati è stata chiara e decisa nel rivendicare maggiori certezze sugli impatti ambientali degli impianti e nel chiedere una Valutazione di Impatto Ambientale Cumulativa degli impianti.


Di seguito una breve sintesi dei punti salienti contenuti nelle osservazioni presentate da Italia Nostra Sardegna:

·     Esiste una vera e propria corsa ad accaparrarsi immense aree marine per l’installazione di questi impianti, ad oggi sono state presentate ben 15 richieste per l’installazione di 809 pale attorno alla Sardegna, per una potenza complessiva superiore a 12mila MW. Se tutti questi impianti venissero autorizzati, anche tenendo conto degli impianti eolici e fotovoltaici a terra già realizzati, nonché quelli ulteriormente proposti, si arriverebbe ad un potenziale picco massimo di oltre 20 mila MW. Ciò significa che l’insieme degli impianti sarebbe in grado di produrre una quantità di energia tecnicamente non utilizzabile e neppure esportabile;

·     Rispetto a questo assedio risulta del tutto assente una programmazione/pianificazione sull’utilizzo del mare e uno studio adeguato sulla sostenibilità̀ ambientale, sociale ed economica degli impianti eolici off-shore che ne garantiscano la possibilità di coesistenza con altre attività, come la pesca, l'acquacoltura, il trasporto marittimo, la navigazione, il turismo etc… , come impone la stessa Strategia Europea del 2020 sulle potenzialità dello sfruttamento dell’energia eolica off-shore; 

·      Ê attualmente in via di definizione la Valutazione Ambientale Strategica del Piano di Gestione dello Spazio Marittimo Italiano che, tra le altre cose, dovrebbe risolvere i conflitti d’uso per lo spazio marittimo e, ove possibile, creare sinergie compatibili tra differenti settori. Se le concessioni venissero rilasciate prima che la VAS sia ultimata, ne condizionerebbero e vanificherebbero il risultato;

·      Manca del tutto un serio studio sull’impatto paesaggistico delle pale, alte due volte e mezzo l’isola del Toro. Le ulteriori, numerose lacune emergenti nella documentazione prodotta dalle società, suggeriscono l’applicazione del principio di precauzione, principio universale che impone di non procedere nell’autorizzazione per evitare danni superiori ai benefici che tali impianti potrebbero produrre;

·      Il progetto prevede la rimozione di ampie superfici di prateria di posidonia, che dovrebbe essere reimpiantata in un secondo momento. Purtroppo la stessa ISPRA solleva seri dubbi sulla bontà delle operazioni di espianto e di reinpianto delle praterie di posidonia rimossa; 

·      Gli impianti proposti dalla Sea Wind e non solo, ricordiamo che i parchi proposti sono 15 in totale, sono progettati per utilizzare un pericolosissimo gas climalterante, l’esafloruro di Zolfo (SF6), che potrebbe disperdersi in atmosfera. La Commissione UE prevede la messa al bando di tale gas, già nei prossimi anni. Inoltre, lo stesso piano di dismissione è carente e ipotizza, tra l’altro, di abbandonare, affondandole, le piattaforme di calcestruzzo direttamente sul sito.

L’auspicio è che anche gli altri impianti che interessano le coste italiane siano assoggettati a VIA prima del rilascio delle concessioni demaniali marittime, che preliminarmente alle autorizzazioni siano emanate le linee guida e individuate le aree idonee previste dall’art. 23 del D.lvo 199/2021 e che le valutazioni di impatto ambientale di competenza del MiTE siano cumulative perlomeno per gruppi di impianti previsti nelle stesse macro aree marine.

Ubicazione impianti eolici offshore sud Sardegna - elaborazione Comitato Porto Solky

Le Osservazioni presentate

Del Toro 1

Del Toro 2 

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lunedì 1 agosto 2022

Il 'Principio di Precauzione" a tutela di Punta Giglio

Italia Nostra Sardegna sostiene le iniziative del Comitato Punta Giglio Libera nato per difendere e tutelare l'importante promontorio sulla costa nord occidentale della Sardegna minacciato da una struttura ricettiva recentemente entrata in esercizio.


Le Associazioni e i Movimenti per la difesa della Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e della zona di Protezione Speciale (ZPS) di Punta Giglio - Comitato Punta Giglio Libera con ANS Assemblea Natzionale SardaASCECaminera NoaComitato Parco Agronaturalistico Nurra e Nord-Ovest SardegnaCorona de LoguEarth GardnersItalia Nostra SardegnaLegambiente AlgheroLiberuLIPU Sardegna,  RespublicaSa Domo de TotusSardegna PossibileSardenya i LlibertatSiamo Tuttimportanti Sassari -unitamente ai Componenti dei gruppi consiliari - Movimento 5Stelle Alghero, PD Alghero, Sinistra in Comune Alghero - dell’Assemblea del Parco Naturale Regionale di Porto Conte, si rivolgono al presidente dell’Ente Parco e al sindaco del Comune di Alghero affinché adottino adeguate azioni di tutela anticipata in applicazione del principio di precauzione ambientale. La legittimità di tale intervento da parte dell’Autorità amministrativa interessata è prevista dal nostro ordinamento in relazione ad attività potenzialmente idonee a determinare rischi per l’ambiente anche solo potenziali (Cons. Stato 18.5.2015 n.2495). Tale intervento appare giustificato dalle azioni legali in itinere sulla legittimità delle attività avviate in regime di autocertificazione nell’area protetta (e non urbanizzata) di Punta Giglio appartenente alla Rete europea Natura 2000.

Sono infatti in corso due procedimenti presso il Tribunale Amministrativo Regionale - il ricorso della Società Quinto Elemento contro il Provvedimento interdittivo delle attività del “Rifugio di mare” emanato dalla Regione Sardegna e il ricorso al Presidente della Repubblica promosso dalla stessa Regione Sardegna contro il Comune di Alghero/Suape - entrambi aventi per oggetto il contestato possesso da parte della suddetta Società concessionaria dei requisiti soggettivi per l’esercizio delle attività della “Casa per ferie-Rifugio di mare” a Punta Giglio. 

Nel frattempo, però, le molteplici attività dispiegate a Punta Giglio non sono solo quelle consentite a una “casa per ferie” ma vere e proprie attività alberghiere e extra alberghiere, che non potrebbero essere autorizzate neanche se in sede giudiziaria dovesse essere riconosciuto il possesso dei requisiti per gestire una casa per ferie. 

Preoccupano in particolare gli incrementi della biglietteria di accesso al parco e il crescente carico antropico che tali attività stanno concentrando su questa parte così importante e delicata della falesia, nel corso della stagione di massima presenza turistica che corrisponde anche al periodo di nidificazione e riproduzione delle specie protette.

Per questi motivi il Comitato e le Associazioni per la difesa di Punta Giglio hanno promosso un appello cautelare al Consiglio di Stato - la cui udienza si terrà a Roma il 26 c.m. – per ottenere il rigetto o la riforma del provvedimento di sospensione dell’interdizione, disposta dalla Regione Sardegna, provvisoriamente concesso dal TAR alla Società concessionaria, in attesa dell’udienza di merito fissata per il prossimo 22 novembre.   

La sospensiva dell'interdizione delle attività si è rovesciata in una ingiustificata ed illimitata licenza fuori controllo che, di fatto, sta mettendo a repentaglio la salvaguardia degli habitat protetti. 


Si avanza pertanto la richiesta delle seguenti misure cautelative che rispettando il principio di precauzione ambientale di cui in premessa, puntino a salvaguardare la ZSC della falesia e a garantire in modo controllato la fruizione del bene comune, fino alla definizione della fondamentale questione legale sollevata dalla Regione Sardegna. 

1)    Poiché le attività accessorie di una Casa per ferie debbono essere riservate soltanto alla comunità dei suoi ospiti (che infatti “godono di adeguati spazi comuni a loro dedicati nonché della somministrazione di cibi e bevande limitatamente alle persone alloggiate”), si propone che, nell’attesa del pronunciamento della magistratura, subito dopo il tramonto, quando l’illuminazione artificiale e il chiasso degli avventori recano maggior danno alle specie protette, la mescita di bevande e le attività di ristorazione vengano rigorosamente limitate solo alle persone ospitate per il pernottamento nella “Casa per ferie - Rifugio di Mare” ed esclusivamente all’interno della struttura. 

2)    Limitazione, nelle ore diurne, degli accessi giornalieri nell’area del Parco della ZSC e della ZPS interessata dalla concessione al “Rifugio di mare” oltre che agli ospiti della Casa per Ferie, a un numero contingentato di escursionisti-visitatori a cui possono essere offerti i servizi del posto di ristoro.

3)    Riconduzione degli spazi di pertinenza della Società Il Quinto Elemento al territorio a essa effettivamente dato in concessione dall’Agenzia  del Demanio come attestato dal registro catastale e delimitazione degli spazi provvisoriamente affidatile dal Parco per la custodia e la bigliettazione ristabilendo per converso la facoltà di libera fruizione per gli escursionisti che non intendano visitare l’area del cosiddetto Museo Ambientale Punta Giglio Sardegna (MAPS) ma solo recarsi in altri luoghi non di proprietà demaniale (come la Cala Bramassa) o semplicemente percorrere, come sempre nel passato, i sentieri del Parco.

4)  Definitiva rinuncia o sospensione di ogni intervento modificativo dello stato dei luoghi della ZSC e della ZPS, ancorché già autorizzato (come quello relativo alla trasformazione in “piscina ludica” della cisterna storica per la raccolta delle acque piovane e di condensa) o già progettato e deliberato (come quello che prevede il posizionamento di 15 boe per l’ormeggio di natanti di lunghezza fino a 20 metri nello specchio d’acqua dell’Area Marina Protetta sottostante la falesia di Punta Giglio, con la minacciata manomissione dei costoni del promontorio con sradicamento di formazioni vegetative da effettuare meccanicamente o con l’uso di disinfestanti chimici, sviluppo di sentieristica costiera, sistema di ormeggi a mare.). 

 

Le Associazioni e i Movimenti per la difesa della Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e della zona di Protezione Speciale (ZPS) di Punta Giglio: Comitato Punta Giglio Libera con ANS Assemblea Natzionale Sarda, ASCE, Caminera Noa, Comitato Parco Agronaturalistico Nurra e Nord-Ovest Sardegna, Corona de Logu, Earth Gardners, Italia Nostra Sardegna, Legambiente Alghero, Liberu, LIPU Sardegna, Respublica, Sa Domo de Totus, Sardegna Possibile, Sardenya i Llibertat, Siamo Tuttimportanti Sassari.

I Componenti dei gruppi consiliari Movimento 5Stelle Alghero, PD Alghero e Sinistra in Comune Alghero, dell’Assemblea del Parco Naturale Regionale di Porto Conte.



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