mercoledì 7 settembre 2022

Noi non sapevamo

Già nel 2016, Bachisio Bandinu nel suo libro Noi non sapevamo ci ricorda che la Sardegna è sempre in ritardo nel leggere i segni dei tempi.

Basta osservare gli eventi degli ultimi cinquant'anni per fare una dolorosa constatazione: turismo, industrializzazione, servitù militari, lingua, cultura e istruzione. Tutte le scelte fatte in questi anni in Sardegna hanno portato all’impoverimento delle comunità, alla distruzione dell’ambiente e del territorio, a una situazione sanitaria catastrofica, con la presenza di patologie nella popolazione davvero preoccupanti.

La mappa della SNAM sugli impianti del gas previsti per la Sardegna


Anche la scelta del gas, arriva in Sardegna fuori tempo massimo e, soprattutto, non è una risposta ai cambiamenti climatici. È l’esatto contrario.

La decisione di installare una nave per la rigassificazione e lo stoccaggio a Portovesme, ma vale anche per quella che si vorrebbe piazzare a Porto Torre,  significa:

  • Spendere ingenti capitali per realizzare una infrastruttura inutile e dannosa per l’ambiente;
  • Spostare di almeno 30-40 anni la data per l’abbandono dei combustibili fossili (bisogna pur ammortizzare i costi dell’infrastruttura);
  • Non porre più fine a un settore industriale che assorbe tutte le nostre risorse (il Sulcis Iglesiente è indicata tra le province più povera d’Europa), che condizione e impedisce qualsiasi altra attività, che è priva di futuro;
  • La costruzione di un’altra Centrale Termoelettrica;
  • Mettere a repentaglio la sicurezza e la vita di una comunità; 
  • Contribuire al processo di riscaldamento climatico globale.

La Golar Artic, la nave gassier che verrà trasformata in FRSU e ormeggiata nel porto di Portovesme


Purtroppo registriamo che oggi il settore energetico della Sardegna è governato dal caos, da un vero e proprio Far West. 

Stiamo pagando il prezzo della totale assenza di una politica energetica, di una politica pianificatoria. L’aver lasciato al mercato fare scelte che appartenevano alla politica ci ha portato in questo stato e ci troviamo oggi assolutamente impreparati a gestire questa delicata e difficile crisi energetica e ambientale. 

Alla luce degli eventi internazionali e delle speculazioni in atto, non si può certo dire che il gas è la soluzione migliore, più conveniente. Basti pensare che il prezzo del gas a MWh è decuplicato rispetto a pochi mesi fa.  

Noi siamo convinti che siano maturi i tempi per superare la fase del carbone e del gas in Sardegna. Che il futuro è rinnovabile se liberato dalla speculazione energetica e dai mega impianti  che devastano il paesaggio e l’economia.

In occasione degli incontri al MiSE sul phase out della Sardegna abbiamo preparato una relazione che dimostra la possibilità di liberarsi da subito dei combustibili fossili e di trasformare la Sardegna nella prima isola europea CO2 free. 

Vedi

Osservazioni di Italia Nostra Sardegna contro l'impianto flottante di rigassificazione

  Sardegna: “Isola zero CO2, phase out 2025”


sull'argomento

Italia Nostra Sardegna 

- Rete del gas in Sardegna: l'inutilità di un'opera

- Il rapporto RSE - ARERA supporta la decisione del governo di abbandonare la costruzione della dorsale  del gas in Sardegna

- Un Piano Energia tutela dell'ambiente, del paesaggio e dei beni comuni



sabato 3 settembre 2022

Arte contemporanea a Torre Canai

Dopo due anni di restrizioni e di fermo di numerose attività, l’estate 2022 segna la ripresa del turismo in Sardegna e anche delle attività culturali e della partecipazione dei cittadini alle iniziative pubbliche. Anche la Torre Canai di Sant’Antioco riapre i battenti, grazie all’attività volontaria dei soci della sezione di Italia Nostra, riproponendo la mostra permanente delle emergenze naturalistiche del sud dell’isola e quella delle torri costiere della Sardegna.




La novità di quest’anno è rappresentata dalla rassegna di arte contemporanea curata dell’Associazione Ottovolante Sulcis.

La rassegna consiste nella esposizione di diversi allestimenti artistici site-specific legati ai luoghi e al tempo del mare, in cui l’arte si fa contestualmente canto ammaliante e sirena d’allarme verso i temi della contemporaneità.

La prima edizione consterà di due esposizioni, ciascuna della durata di un mese; la prima dal titolo Buone Vacanze è stata curata dal collettivo Transhumanza.

 


“La Sardegna è un’isola conosciuta nell’immaginario comune principalmente per stereotipi: il mare, le vacanze, il suo spirito selvaggio e misterioso, il cibo, le pecore e preconcetti simili. Stereotipi che trovano le loro radici in un modello di sfruttamento sistemico del territorio che, al di là dell'immagine da cartolina, nascondono veri e propri disastri sociali ed ecologici.

Questo progetto nasce dalla volontà di relazionarci in maniera creativa e partecipata ad alcune delle contraddizioni che vive la Sardegna, con lo scopo di divulgare, provocare e fare emergere temi che condizionano il nostro presente.

L’opera è composta di suoni, immagini, oggetti, tecnologie, materiale d’archivio e pratiche performative.

L’intervento realizzato per Torre Canai sarà la prima sperimentazione di un percorso a lungo termine che non presenta una forma definita ma muta nel tempo e nello spazio.”

(Collettivo Transhumanza)

 


 

La seconda esposizione riguarda in particolar modo la Torre Canai, riscoprendone il suo passato ed assegnandole una nuova funzione.

"Torre Canai è stata per secoli un presidio militare a difesa dalle minacce che arrivavano dal mare, a seguito della dismissione delle torri costiere ha conservato la sua naturale funzione di guardia sul mare, non opponendosi più all’attracco ma offrendosi a chiunque vi transiti.

La mostra “Terraferma” vuole celebrare l’accezione inclusiva del luogo, quella per cui “migranti” (persone o animali che si spostano da un luogo a un altro per trovare migliori condizioni di vita) possono trovare liberamente rifugio.

Oggi Torre Canai è un luogo apparentemente solitario: l’area circostante è una riserva naturale ricca di diverse specie di flora e di avifauna che si affaccia su un tratto di costa particolarmente suggestivo, per molti definibile un paradiso. Le condizioni di vita che offre quest’area non vengono intese puramente in termini di risorse materiali (acqua, nutrimento, riparo) ma vogliono estendersi sino a toccare una dimensione esistenziale.

I visitatori restano incantati dalla bellezza del paesaggio e dalla sensazione di pace che questo luogo trasmette, offrendo appunto “riparo” all’anima o allo spirito."





foto torre