giovedì 30 luglio 2020

TAR – RWM: una sentenza che farà discutere

Dopo un lungo procedimento e numerosi documenti, relazioni e memorie il TAR Sardegna respinge il ricorso presentato da Italia Nostra, Comitato Riconversione RWM, Unione Sindacale di Base per la Sardegna, ARCI Sardegna, Assotziu Consumadoris Sardinia, Legambiente Sardegna, Centro Sperimentazione Autosviluppo e sostenuto da tanti Cittadini, Comitati, Sindacati di base e alcune forze Politiche e Sociali.
Nonostante le sue 38 pagine la sentenza non è riuscita a far chiarezza e dipanare i numerosi dubbi manifestati sulla modalità di produzione di bombe ed esplosivi all’interno dello stabilimento RWM di Domusnovas-Iglesias. Anzi la stessa relazione tecnica del perito d’ufficio, su cui è basata parte della sentenza, ha sollevato ulteriori perplessità e posto nuovi interrogativi sulla legittimità dell’iter finora seguito per autorizzare il raddoppio dello stabilimento.
Questa sentenza accogliendo le ragioni della Regione, del Comune di Iglesias e della stessa RWM  riconosce la legittimità dell’iter autorizzativo seguito per  l’ampliamento dello stabilimento, e di fatto legittima l’esclusione di Associazioni e Cittadini dal processo partecipativo e giustifica la secretazione dell’intero procedimento che ha trasformato l’iter per il rilascio delle autorizzazioni all’ampliamento dello stabilimento in una procedura del tutto nuova e in contrasto con le direttive e le convenzioni europee, con la normativa italiana e quella della Regione Sardegna e con la stessa giurisprudenza.
L’aver ritenuto poi irricevibile una parte del ricorso per via della scadenza dei termini di presentazione, giustificando tale decisione col fatto che i ricorrenti sapevano da tempo dell’esistenza del documento impugnato, pur non avendone mai potuto prendere visione per via degli impedimenti di dubbia legittimità e ben noti ai giudici, rappresenta davvero una “perla di rara e discutibile giurisprudenza”.
Una sentenza che respinge il ricorso basandosi su provvedimenti e pareri espressi dai vari enti senza nulla eccepire - anche quando gli stessi presentano seri dubbi sulla conduzione dell’istruttoria o talvolta sono in palese contrasto con pareri successivi rilasciati dallo stesso ente per il medesimo ampliamento - può rappresentare un pericoloso precedente per i futuri percorsi autorizzativi e per la compressione dei diritti di partecipazione dei cittadini alle scelte che li riguardano. 
Per fortuna in Italia esistono diversi gradi di giudizio e non esiste la sola magistratura amministrativa. 
Da sempre Italia Nostra è impegnata nelle azioni a tutela del territorio, dell’ambiente e del paesaggio. Continueremo nel nostro impegno a fianco della comunità locale chiedendo un coinvolgimento diretto delle istituzioni europee affinché in Italia si applichino appieno le norme e le direttive da esse emanate, anche nei confronti delle multinazionali che costruiscono strumenti di morte.

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Italia Nostra Sardegna  -  RWM a Domusnovas: quando il re è nudo


martedì 21 luglio 2020

La Sardegna sempre più proiettata verso il passato

Le ambizioni dell’attuale classe dirigente della Sardegna sono in perfetta continuità con quelle disastrose scelte politiche del passato che hanno portato la nostra Regione ad essere il fanalino di coda dell’intera Europa in termini di occupazione, ricchezza, salute dei cittadini e salubrità dell’ambiente. 

Assistiamo ancora oggi alla reiterata richiesta di realizzare un’infrastruttura come l’obsoleta rete del metano, distruttiva per il territorio e di nessuna utilità per la comunità sarda, ma economicamente  vantaggiosa  solo per chi la realizza. 
Gli interessi in campo sono infatti rilevanti – costerebbe intorno al miliardo e mezzo di euro, anche se non è ancora chiaro chi li dovrebbe sborsare – e nessuno vuole rinunciarvi, nonostante le forti motivazioni che ne sconsigliano la realizzazione: 
  • Si tratterebbe di un’infrastruttura destinata a trasportare un combustibile che verrà soppiantato nei prossimi anni. Da tener presente che il costo della dorsale non verrebbe ammortizzato neppure in 50 anni! 
  • L’Europa chiede che si finanzino opere finalizzate all’abbandono delle energie fossili, e il metano è un combustibile fossile.
  • Nelle stesse città italiane già servite dalla rete di distribuzione le nuove abitazioni non usano più il gas di città, ma sono prevalentemente climatizzate con impianti elettrici.
  • Il superbonus inserito nel DL Rilancio finanzia al 110% impianti per la produzione, l’efficientamento e il risparmio energetici, ha tra i suoi obbiettivi la sempre maggiore riduzione del fabbisogno energetico nelle nostre case.

A poco però valgono le ragioni tecniche se i profitti sono cospicui e soprattutto appannaggio di pochi!
Le nostre proposte, che abbiamo raccolto in un libretto e presentato al MISE nel corso degli incontri sull’applicazione del PNIEC in Sardegna, prevedono invece di utilizzare i cospicui finanziamenti, tra i quali quelli che si vorrebbe impegnare nella realizzazione della dorsale del gas, per accelerare i tempi della transizione dell’Isola alle rinnovabili, puntando sia sul potenziamento e la modernizzazione della rete elettrica sarda (unica infrastruttura utile che già raggiunge ogni angolo dell’isola), sia  sull’incremento degli attuali collegamenti con la penisola mediante l’elettrodotto sottomarino triterminale (Sardegna–Sicilia-Continente), opera prevista dal Piano di sviluppo di Terna. Nello stesso tempo si è ipotizzato di ridurre i consumi, riorganizzando la rete dei trasporti, migliorando l’efficientamento energetico dell’edificato e delle attività produttive, attivare i distretti energetici perseguendo l’autonomia energetica, realizzare ulteriori impianti di pompaggio nelle dighe per compensare il gap della fluttuazione delle rinnovabili, incentivare autoproduzione ed autoconsumo, dare corso ad un’intensa sperimentazione locale sulle potenzialità dell’idrogeno come vettore energetico nel solco tracciato di recente dall’UE. 

Proposte che, anche grazie al Green New Deal europeo, potranno garantire una strategia industriale alternativa a quella del passato e contribuire a sviluppare competenze e attività in grado di generare lavoro ed occupazione qualificata nel settore delle rinnovabili e del risparmio energetico.
Sosteniamo quindi la decisione di evitare l’inutile spesa del metanodotto in Sardegna e auspichiamo che questa scelta sia prodromica ad un completo ripensamento del fallimentare sistema industriale sardo che porti al ridimensionamento della presenza nell’isola delle inquinanti e antieconomiche industrie chimiche di base
Li 21 luglio 2020 
  
F.to:

Italia Nostra Sardegna, Cobas Cagliari, Unione Sindacale di Base (USB Sardegna), Sindaci di Ussaramanna e Villanovaforru.


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mercoledì 15 luglio 2020

Il sequestro dell’impianto Geco conferma la fondatezza delle segnalazioni di cittadini e associazioni

Il provvedimento di sequestro preventivo degli impianti della Geco srl di Magomadas disposto ieri  14 luglio 2020 dal GIP del Tribunale di Oristano conferma i nostri dubbi e perplessità sulla legittimità delle autorizzazioni ambientali rilasciate dalla Provincia di Oristano e sulla salubrità del processo produttivo dello stabilimento.

Nell’esposto presentato da Italia Nostra Sardegna, dal Comitato Acqua Bene Comune della Planargia e da numerosi Cittadini sono state evidenziate una serie di criticità presenti in tutto il percorso autorizzativo e, anche in base alle relazioni dell’ARPA Sardegna, sono state segnalate le tante incongruenze presenti nel processo produttivo dell’impianto che tratta e recupera rifiuti speciali non pericolosi (fanghi) provenienti dagli impianti pugliesi di depurazione delle acque reflue. 
È abbastanza probabile che le argomentazioni segnalate nell’esposto abbiano trovato conferma nelle relazioni presentate dal Nucleo Investigativo del Corpo Forestale di Oristano che da oltre un mese, su incarico della Procura, ha condotto serrate indagini. 
D'altronde lo stesso TAR Sardegna, nell’ordinanza del 25 giugno 2020, pur respingendo l’istanza cautelare presentata dai legali del Consorzio Volontario per la Tutela dei Vini D.O.C. della Malvasia di Bosa ha rimandato “… alle valutazioni delle autorità preposte alla salvaguardia dei preminenti interessi della salute pubblica e della salubrità ambientale la possibilità di adottare in ogni tempo immediati provvedimenti, anche in autotutela, per la protezione di tali interessi pubblici…”. 
Il Comitato Acqua Bene Comune della Planargia e Italia Nostra Sardegna auspicano pertanto che il provvedimento di sequestro preventivo sia il primo passo verso una definitiva soluzione del “problema Geco” che da oltre un anno ha compromesso la vita della comunità di Magomadas e dei comuni vicini e attendono fiduciosi di conoscere nel merito il provvedimento del magistrato.


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sabato 11 luglio 2020

Giocatori d’azzardo al tavolo delle Istituzioni

La pianificazione nell'interesse pubblico è, per definizione, contro il consumo di suolo e per la salvaguardia e protezione dei paesaggi tutelati per legge. 
Ma i legislatori regionali Lega - 4 Mori vanno avanti in contrasto con questo principio, con quelli sanciti dal Codice dei Beni Culturali e con l'art. 9 della Costituzione.

La dichiarazione d'amore del presidente Solinas per la terra sarda nasconde in modo maldestro il programma di svendita delle sue aree più preziose.  L’Autonomia regionale - invocata da qualche consigliere regionale - non può contrastare con le disposizioni della Carta al solo fine di assecondare le pulsioni confindustriali, sempre le stesse da decenni, del via libera all'edilizia H24 per tirar su l'economia.  
Come ha detto più volte la Consulta, le norme sul paesaggio sono prevalenti sulle disposizioni regionali urbanistiche, visto che “gli interventi edilizi ivi previsti non possono essere realizzati in deroga né al Piano Paesaggistico Regionale né alla legislazione statale”.
Le interpretazioni autentiche nella legge - non si era mai visto, nella storia dell’Autonomia, il ricorso a una pratica legislativa così controversa al solo fine di escludere lo Stato dalla co-pianificazione sancita per legge - sono una farsa svelata, dal momento che anche ai più smaliziati giocatori d'azzardo capita di non avere la carta utile.  L'abbaglio di Solinas & C. fa dunque sorridere; il pretesto della strada Sassari - Alghero si è rivelato per quello che era: un bluff maldestro.  

La Consulta Ambiente e Territorio della Sardegna farà tutto il possibile per smantellare la grande bugia architettata dai biscazzieri sardo-leghisti, prima che questa pessima legge - nell’attesa che venga impugnata e cancellata - inizi a produrre i danni sulle coste e sull’agro, che da più parti si temono. 
La prima cosa che la Consulta farà sarà sostenere e affiancare le tante associazioni che si battono da anni contro lo scempio del paesaggio sardo; è di questi giorni, ad esempio, il tempestivo intervento del GRIG, mediante un ricorso tramite segnalazione al Governo e una petizione che è possibile sottoscrivere cliccando qui. 
Altre Associazioni, con le quali la Consulta collabora, si sono prontamente schierate contro questo assurdo e illegittimo provvedimento di legge: fra queste Italia Nostra, Fai Sardegna, WWF Sardegna, e i vari comitati che sul territorio si oppongono.
Siamo sicuri che questa legge non passerà, ma occorre tenere alta la guardia e denunciare, tutti insieme!
La Consulta Ambiente e Territorio della Sardegna


Il titolo del Manifesto dell'11 luglio 2020 

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