giovedì 20 settembre 2018

Legge Urbanistica: il "processo partecipativo" esclude i sindaci (se non sono allineati)

Comunicato stampa della "Consulta Ambiente e Territorio Sardegna"alla quale aderisce Italia Nostra Sardegna assieme ad altre Associazioni, urbanistici, tecnici etc...

La Legge sul "Governo del territorio" in Consiglio.
Ma per quale motivo le più alte cariche istituzionali della Regione hanno deciso  di  fare a meno del parere dei sindaci, ossia del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL)?
Una circostanza insolita  per quanto si tratti di un parere non vincolante  per l'approvazione ma fondamentale per la formazione della decisione per una Legge che dovrebbe decidere dei destini delle comunità locali.
E allora com'è che i trombettieri dei processi partecipativi,  gli organizzatori  del  premuroso  tour dell'ascolto in ogni dove, non hanno avuto il benché minimo ripensamento o dubbio, manco un bah?
Hanno continuato, in questi mesi, a intonare l'inno alla gioia del coinvolgimento popolare: imprenditori, forze sociali, semplici cittadini.
Ma nella fretta di mettere insieme  la maggioranza virtuale del  popolo sardo contro i No-isti non si sono accorti del malumore di un consistente gruppo di sindaci; “Le  nostre sentinelle nei territori dell'Isola” aveva detto con enfasi un esponente della Giunta Regionale.
Al governo guidato da Pigliaru è sfuggito però che tra i  Sindaci – sensori del disagio –  crescevano le perplessità sulla visone urbanistica della Regione e, quando lo hanno scoperto, hanno deciso che il parere non doveva essere espresso secondo la bozza proposta  dalla Commissione del CAL e a cui accenna, in una nota, la sindaca di Fonni Daniela Falconi.
Inquietante quello che scrive la Falconi: è stato impedito  che un Approfondimento giunto dai massimi  rappresentanti delle comunità locali diventasse un parere formale.
Chi ha ostacolato la convocazione dell'Assemblea del CAL  dovrebbe uscire allo scoperto e spiegarne le ragioni.
Prima o  poi i sardi lo scopriranno, ma ad oggi c'è la certezza che chi decide nel Palazzi della Regione non ha alcun interesse a sapere cosa pensano le popolazioni, neppure attraverso i loro rappresentanti.
Nel frattempo, il contestato DDL arriva in Consiglio Regionale in una versione, se possibile, ancora peggiore di quella sottoposta all’analisi della Commissione, e c’é da giurare che i tentativi di peggiorarla ulteriormente - si veda la pericolosissima norma sull’agricoltura hobbistica presentata sotto forma di emendamento dal Prof. Pulina, novello Dioscuro - non mancheranno.
Se non fosse in gioco il futuro di un’intera comunità ci sarebbe da urlare “si salvi chi può”.

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