In questo momento le comunità del Montiferru, del Marghine e della Planargia stanno vivendo una tragedia sociale e ambientale senza precedenti. Italia Nostra condivide le preoccupazioni ed i timori della popolazione ed auspica che la battaglia contro il fuoco sia vinta al più presto. Ai cittadini colpiti tutta la nostra solidarietà e vicinanza umana.
Un particolare ringraziamento alle donne e gli uomini che si stanno battendo con coraggiosa determinazione per contrastare questi roghi, che stanno causando danni gravissimi alle persone, al patrimonio naturale, agli allevamenti del bestiame, all'economia delle località interessate.
Mentre scriviamo la situazione non è ancora sotto controllo. Il forte vento di scirocco ha alimentato le fiamme e adesso si teme per il maestrale che sta per arrivare.
Siamo fortemente preoccupati per gli effetti nefasti di tali azioni su territori che avrebbero urgente bisogno di controlli costanti e di interventi di prevenzione e di cura. Purtroppo si tratta di azioni criminali favorite dal disinteresse e dalla superficiale manutenzione della risorsa più rilevante che abbiamo: il patrimonio naturale e paesaggistico.
Il risultato di questa calamità sono migliaia di persone evacuate, decina di migliaia di ettari di bosco cancellate, con tutti gli effetti negativi sul territorio e sull'ambiente. Ci stiamo sempre più avviando nella strada tracciata verso un futuro di impoverimento.
Il fuoco è solo l’atto finale degli sconsiderati interventi dell’uomo sul territorio: abbandono delle terre, deforestazione, agricoltura e zootecnia non sostenibili oltre ai cambiamenti climatici. Queste nostre azioni ci stanno portando via vaste aree di boschi e foreste: uno degli ambienti più straordinari e ricchi di vita del pianeta, da sempre baluardo contro i cambiamenti climatici. Gli alberi, infatti, svolgono un ruolo di adattamento al riscaldamento globale e assorbono un’enorme quantità di CO2.
L'impatto è devastante per le sue conseguenze sociali, economiche e ambientali: per l'interruzione dei cicli naturali, per la scomparsa delle specie autoctone, per l'aumento dei livelli di CO2 con effetto serra, per la distruzione delle biodiversità.
Affinchè questo disastro non sia capitato invano, è arrivato il momento di discutere seriamente di una vera politica ambientale regionale, che metta in primo piano il nostro capitale ambientale e paesaggistico, assieme a quello umano, e che finalmente abbandoni le politiche di aggressione e di impoverimento dei territori e delle comunità locali.
Il governo regionale chiede lo stato di calamità naturale, sembrerebbe che basteranno un po' di contributi economici per tranquillizzare le coscienze. Purtroppo i disastri di questa natura non sono monetizzabili e i costi sono tutti a carico delle future generazioni.
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