giovedì 3 agosto 2017

Il PUC del comune di Calasetta contrasta col PPR e con una corretta pianificazione urbanistico-paesaggistica


Il PUC del Comune di Calasetta in adeguamento al Piano Paesaggistico Regionale, attualmente in fase di Valutazione Ambientale Strategica, oltre ad arrivare con un ritardo di 12 anni ha la caratteristica di essere un documento di pianificazione urbanistica con finalità diverse e per molti aspetti contrastanti rispetto a quelle del vigente PPR.
  • Anzichè il controllo dell’espansione dei centri abitati e la gestione dell’ecosistema  urbano si pone l'obbiettivo di proseguire l'opera di edificazione della città lineare lungo la fascia costiera iniziata negli anni '90, individuando nuove zone di espansione e tanti volumi (oltre 200mila mc) in zona F per ospitare 3.400 nuovi turisti.
  • Anzichè proteggere e tutelare il paesaggio culturale e naturale e la relativa biodiversità, incrementa il carico dei bagnanti lungo la fascia costiera nonostante le spiagge di Calasetta non siano in grado di sopportare un ulteriore carico antropico.
  • Anzichè assicurare la salvaguardia del territorio e promuoverne forme di sviluppo sostenibile prevede un campo da golf di 18 buche n una delle parti tra le più suggestive, e paesaggisticamente più integre dell'isola di Sant'Antioco.
Italia Nostra Sardegna ha presentato i giorni scorsi le osservazioni agli enti competenti  chiedendo  che il Piano Urbanistico proposto dal Comune di Calasetta non venga approvato in quanto in palese  contrasto con il Piano Paesaggistico Regionale.
Tra le motivazioni addotte per l'annullamento del PUC, l'Associazione ha evidenziato:
  • La mancanza di attenzione rispetto alle negative ricadute economiche e ambientali dello sfrenato ricorso al  “mattone” del Comune di Calasetta, che oltre a non aver portato benessere alla comunità ha compromesso le bellezze paesaggistiche del territorio costiero.
  • Nel  calcolo della insediabilità costiera non si è tenuto conto dei tanti volumi già realizzati negli anni in zona C e in zona agricola.
  • Le nuove aree di espansione previste dal PUC (8 HA oltre a quelle già convenzionate e quelle da completare) rappresentano una scelta in assoluta controtendenza rispetto ai nuovi indirizzi urbanistici europei sulla riduzione del consumo di suolo.
  • Le previsioni edificatorie del PUC (volumi equivalenti per 11 mila abitanti rispetto ad una popolazione effettiva residente inferiore a tremila unità e senza alcuna previsione di crescita) non sono funzionali al soddisfacimento del fabbisogno abitativo della comunità, ma tendono ad alimentare il mercato delle seconde case e della speculazione immobiliare.
  • La realizzazione di un campo da golf con strutture annesse rappresenta un intervento fuori da qualsiasi logica in un isola arida, priva di risorse idriche e con una forte compromissione paesaggistica in atto. La previsione di un campo da golf all'interno della fascia costiera - artt. 19-20 delle norme tecniche di attuazione (N.T.A.) del P.P.R. - è comunque in palese contrasto con il piano paesaggistico regionale. Anche per questo motivo la legge regionale sul golf è stata bocciata dalla Corte Costituzionale. Si tratta di progetti che vengono spesso usati come pretesto per speculazioni immobiliari: club con bar, ristoranti e piscina con annesse "foresterie" per ospitare i giocatori. Sono impianti che oltre ad alterare il paesaggio, riducono la biodiversità ed entrano in conflitto con agricoltura e allevamento. Purtroppo il danno è maggiore quanto più è arido il territorio coinvolto.
  • Assenza di una politica ambientale e di proposte per l'individuazione di aree di tutela in grado di far fronte alle criticità ambientali dei numerosi habitat costieri e di attivare efficaci processi di sviluppo culturale ed economico.
Le isole minori rappresentano veri e propri poli di sviluppo del Mediterraneo, laboratori dello sviluppo sostenibile e aree di sperimentazione meritevoli pertanto di salvaguardia ambientale e di recupero socioeconomico. Quindi una lungimirante politica di pianificazione territoriale che tenga conto della protezione dei propri beni ambientali non rappresenta un limite allo sviluppo economico e sociale ma, se abilmente gestita, può rappresentare una opportunità economica per la comunità locale.
Purtroppo il comune di Calasetta prosegue con la discutibile scelta urbanistica basata essenzialmente sul consumo di suolo e sulle seconde case avviata negli ultimi decenni del secolo scorso, con il risultato di aver realizzato una città lineare lungo la fascia costiera fatta di seconde case nate in maniera disordinata, che contribuiscono a creare la ricettività sommersa; scelta che ha portato a una forte compromissione del paesaggio costiero prospiciente le spiagge della costa nord occidentale dell'isola.
Per quanto riguarda invece la realizzazione di nuove abitazioni per i cittadini residenti, i dati sull'andamento demografico della comunità calasettana sono abbastanza eloquenti per cui si ritiene, anche nel rispetto delle indicazioni europee sulla necessità di limitare il consumo di suolo, che non si debbano individuare nuove aree di espansione, e che gli interventi edilizi debbano rivolgersi verso il recupero del patrimonio edilizio esistente. Eventuali nuove necessità edificatorie dovrebbero essere prese in considerazione solo successivamente allo studio e al censimento dell'imponente patrimonio edilizio inutilizzato.

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