Impianti a Portoscuso |
Supereranno i 15 mila ettari già nel prossimo anno
i terreni occupati o interessati dai futuri progetti di energie rinnovabili, la
maggior parte sono terreni agricoli.
A Carbonia e nei comuni limitrofi gli
aerogeneratori superano le 100 unità (tra installati, approvati e richiesti,
altezza media 150 mt) senza nessun rispetto neppure per l’area archeologica di
Monte Sirai. Un numero ancora superiore sono le richieste del comune di
Stintino che dovrà ospitare ben 9 “parchi eolici”. I tanti sindaci del Sulcis,
della Nurra e del Medio Campidano si sentono impotenti a far fronte a questa
invasione, o meglio devastazione del proprio territorio, e chiedono interventi
urgenti e risolutivi per fermare la speculazione delle energie rinnovabili e
lamentano, assieme alle proprie comunità, l’esclusione delle scelte che
interessano i propri territori.
Impianto termodinamico solare |
Al serio problema di accaparramento delle aree
agricole e al danno ambientale e paesaggistico che causano impianti così
sproporzionati e impattanti in aree naturalisticamente delicate e importanti, si
aggiunge anche quello della tutela della salute, la cosiddetta sindrome da pala eolica pur essendo
ignorata in Italia è scientificamente accertata in altri paesi.
Per porre fine a questa emergenza e per impedire un
ulteriore degrado del territorio le Associazioni Italia Nostra e WWF hanno
chiesto al Presidente della Regione Sardegna una immediata moratoria delle installazioni di tutte le centrali per la produzione di
energie rinnovabili in Sardegna ad esclusione degli impianti che producono
l’energia per il proprio fabbisogno aziendale o domestico, almeno fino a quando
non sia operativo un PEARS che tenga conto delle installazioni realizzate, del
reale fabbisogno energetico dell’Isola e della avvenuta sostituzione degli
impianti alimentati da fonti con combustibili fossili con quelle a fonti
rinnovabili.
È prioritaria la definizione di un Piano Energetico
Regionale, basato in primo luogo sul risparmio energetico, sugli incentivi alle
comunità locali per l’adozione di mini impianti a fonti rinnovabili e sulle
iniziative locali quali i PAES e privilegiando gli impianti per autoproduzione.
Un piano in sintesi in grado di limitare la folle e selvaggia corsa
all’accaparramento delle terre, di impedire la sottrazione delle risorse
ambientali e dei beni comuni alle comunità locali e alle generazioni future e
di disciplinare finalmente con regole ferree questi impianti industriali,
impedendone l’indiscriminato proliferare e l’installazione in aree agricole o
in quelle di pregio ambientale e paesaggistico.
Le Associazioni chiedono inoltre di essere
coinvolte, assieme ai Comitati locali, nelle future scelte energetiche che riguardano
l’Isola.
05 maggio 2013
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