giovedì 6 aprile 2017

PPR ultimo atto



Il nuovo DDL recentemente approvato dalla Giunta Regionale della Sardegna, che introduce nuove norme in materia di Governo del territorio isolano, non rappresenta purtroppo una novità nel panorama della legislazione urbanistica della Sardegna.
Esso infatti si pone in perfetta continuità e sintonia  con i provvedimenti normativi adottati dalla precedente Amministrazione a guida Cappellacci, e con lo stesso piano casa di questa giunta recepito dal disegno di legge, e crea una profonda frattura con le modalità di gestione del territorio volute della Giunta Soru, che hanno trovato la più significativa attuazione nel tanto avversato ma salvifico Piano Paesaggistico Regionale.
interventi edilizi nella fascia costiera
La continuità è da ricercarsi nella logica stessa che ispira il Disegno di Legge, improntata a garantire il massimo dell’utile in termini di cubature e, in una logica di rendita passiva e speculazione selvaggia, a considerare il territorio merce di scambio piuttosto che Bene Comune da preservare. Le uniche tutele rilevabili nel Ddl, previste dall'art. 26 e dai successivi articoli, sono quelle sulle compensazioni utili a garantire "l’equità nella distribuzione delle facoltà edificatorie", che pur  tuttavia non rifuggono dal prevedere abbondanti volumetrie elargite in omaggio.

Non è un caso dunque che il Ddl fagociti letteralmente le norme dei tanti piani casa, elaborati e reiterati negli anni sotto le mentite spoglie di una normativa emergenziale e temporanea,  per trasferirle in una formulazione che, annullandone di fatto l’aspetto della provvisorietà, lascia emergere seri dubbi sulla costituzionalità del provvedimento, oltre che vanificare l’autonomo potere di pianificazione delle amministrazioni locali.
Anche la provvisoria procedura dell'Intesa, prevista dal PPR vigente, viene stravolta attraverso l’adozione di un provvedimento definitivo utile a consentire la realizzazione di interventi attualmente non autorizzabili mediante l’utilizzo dello strumento della Deroga ad ogni tipo di pianificazione, attraverso la clausola liberatoria di interventi "ecosostenibili di grande interesse sociale ed economico"! A poco valgono le rassicurazioni dell'assessore Erriu che, scambiando la fascia costiera tutelata dal PPR con i vincoli costieri imposti dalla Galasso, tranquillizza tutti sul fatto che tali interventi non avverano all'interno dei 300 metri dalla battigia; ci mancherebbe altro!
E davvero appare sconcertante la risposta che il DDL riserva all’allarmate fenomeno del consumo di suolo, vera e propria emergenza dei paesi industrializzati: fino al 10% delle superfici già interessate da urbanizzazioni, incrementabile attraverso "analitica dimostrazione"!  Indirizzo che risulta in assoluta controtendenza rispetto alle nuove scelte urbanistiche in campo europeo. Con grande gioia dei profeti del mattone, sono ancora molti gli ettari di terreno che anche in Comuni di soli 5 mila abitanti (uno standard diffuso in Sardegna) potranno essere cementificati, per tacere delle aree a vasta densità edilizia, nelle quali dilagherà l'inarrestabile consumo, sottrazione e impermeabilizzazione di suolo.
La discontinuità e l’inversione di logica rispetto al vigente PPR non poteva essere più palese! Un piano paesaggistico che con pervicacia, l'amministrazione di centrodestra prima e l'attuale di centrosinistra oggi, hanno cercato in tutti modi di rendere sempre meno efficace e che questo Ddl, se trasformato in legge, vanificherà definitivamente, cancellando tutte le residue tutele sulla fascia costiera.

Sulla base di queste premesse, che evidenziano la volontà di rendere inefficace la vigente pianificazione, la previsione di un aggiornamento del PPR contenuta nel Ddl, non nasce certo sotto fausti auspici, oltre che lasciare perplessi sul voluto silenzio per i tempi di predisposizione dello stesso.
In sintesi può dunque affermarsi che questo Ddl inaugura una tipologia di pianificazione territoriale, che potrebbe definirsi “al contrario”: si approva una legge che consente di tutto e di più, si prevedono nuovi volumi perfino nelle aree costiere, e in seguito, a danno avvenuto o a "babbu mortu" per dirla in sardo, si potrà pensare alle tutele con un nuovo piano paesaggistico.
Noi siamo tra quelli, (non pochi in verità) che continuano a pensare che il PPR attuale abbia svolto degnamente il suo compito  a tutela del patrimonio culturale e ambientale costiero, che possa essere suscettibile di miglioramenti (e sottolineiamo di miglioramenti!) e che debba essere con urgenza completato estendendolo alle zone interne. Siamo altresì convinti, (anche in questo siamo in buona compagnia), che la nuova disciplina sul Governo del territorio riporti la Sardegna al far west urbanistico, a quell’edificazione selvaggia ed incontrollata che ha consentito i tanti ecomostri realizzati senza alcuna immunità locale all’interno del perimetro isolano e che ha impoverito la più importante e forse unica risorsa della Sardegna: Territorio e Paesaggio.

 

  Le repliche

Abbiamo ricevuto una piccata replica a mezzo stampa da parte dell'assessore regionale all'urbanistica. La riportiamo per intero

CAGLIARI Nessun ritorno alla cementificazione selvaggia dell’isola: l’assessore Cristiano Erriu difende i principi della legge urbanistica approvata dalla giunta e replica al presidente dell’associazione Italia Nostra Graziano Bullegas. «Prese di posizione come la sua non aiutano un confronto costruttivo e volto a trovare il giusto equilibrio tra le esigenze di tutela ambientale e paesaggistica e lo sviluppo sostenibile dei territori – dice l’assessore Erriu –. Operazione impossibile da raggiungere se si parte da condizioni di pregiudizio le quali impediscono valutazioni improntate a serenità e obiettività. Continuare con gli slogan allarmistici di cementificazione selvaggia, di fronte a una legge che si oppone alla rendita fondiaria indiscriminata, che tutela i territori rurali riservandoli alla tutela del paesaggio e alla esclusiva valorizzazione delle produzioni agricole, che nella fascia di costa dei 300 consente esclusivamente l'adeguamento di strutture ricettive esistenti che, pur avendo già trasformato le proprie aree di pertinenza, non sono più in grado di restituire ricchezza ai territori, non prefigura un approccio costruttivo ma piuttosto un rituale ideologico senza sbocco». Erriu va avanti: «Insistere a sostenere l'impossibilità di migliorare l'offerta turistica esistente, dimenticando che tale possibilità era offerta tanto dal Ppr, sia in fase transitoria che di adeguamento dei Puc, che dalla legge regionale 45/89, paventando chi sa quale devastante colata di cemento, va contro ogni ragionevole politica promossa da tutti i documenti sulla sostenibilità del turismo elaborati da una istituzione al di sopra di ogni sospetto come le Nazioni Unite». L’assessore si sofferma su un altro punto. Bullegas aveva criticato la possibilità di un consumo ulteriore del suolo nella misura del 10%: «Parlare indiscriminatamente di trasformabilità di un 10% senza leggere attentamente il testo proposto dice Erriu – , che pone quella percentuale come tetto massimo non alla trasformabilità, ma alla identificazione di aree all'interno delle quali collocare bandi mirati alla mera soddisfazione della domanda di residenza e servizi che non possa trovare risposta nella sola riqualificazione dell'esistente, come rigorosamente calcolato nei Puc, mostra – conclude l’assessore all’Urbanistica – una certa superficialità di lettura di un testo che governa materie delicate e complesse»
La replica  dell'assessore Erriu è stata pubblicata dalla nuova Sardegna l'8 aprile 2017

 

Questa la nostra risposta all'assessore

 Una nuova urbanistica basata sugli incentivi volumetrici

Abbiamo avuto modo di leggere e di rileggere con la dovuta serenità e obiettività il DDL licenziato dalla Giunta Regionale della Sardegna in materia di Governo del territorio sperando di cogliere gli aspetti positivi di cui ci parla l'assessore Erriu nelle sue  risposte ai nostri commenti sulla legge. Più esaminiamo la norma e più ci accorgiamo che essa abbandona la strada della pianificazione territoriale finalizzata alla progettazione delle città in funzione dei bisogni e delle nuove esigenze della comunità residente per inaugurare una nuova stagione urbanistica basata essenzialmente sugli incentivi volumetrici.  

Ci si aspettava una norma conseguente ai proclami del Presidente Pigliaru e del suo Assessore "Mai più cemento..." e invece la legge prevede incentivi con cospicui incrementi volumetrici (25%) per l'efficientamento energetico degli edifici, mentre le strutture ricettive possono incrementare i propri volumi del 25%, anche con corpi di fabbrica separati, al fine di migliorare l'offerta ricettiva. Poco importa se gli edifici si trovano sulla battigia. La legge omette del tutto la linea di costa tutelata dal vigente Piano Paesaggistico Regionale, che è bene ricordarlo ancora una volta all'assessore, è andata oltre  la rigida perimetrazione dei 300 mt individuata dalla Galasso e della successiva normativa e in talune aree raggiunge i mille metri dalla battigia.
Il DDL prevede inoltre incentivi volumetrici fino al 30% per le ricostruzioni e le demolizioni, altri incentivi per le riqualificazioni  e via dicendo, incentivando e distribuendo volumi. 
A proposito di questa norma si è parlato in questi giorni di un ossimoro, solo così si può spiegare la logica della riduzione del consumo di suolo attraverso un incremento dei volumi esistenti, anche con corpi separati, e un aumento delle aree edificabili fino al 10% dell'edificato esistente. L'assessore fa finta di non sapere che qualsiasi tetto posto dalle norme urbanistiche è inteso sempre (non si conoscono eccezioni) come un obbiettivo da raggiungere e siamo certi infatti che tutti i Piani Urbanistici Comunali saranno adeguati a quell'ulteriore 10% di nuove aree edificabili definito un valore limite dall'assessore.
Concordiamo con l'assessore sul difficile confronto costruttivo su questi temi. Abbiamo chiesto a più riprese di essere convocati assieme alle altre associazioni ambientaliste perchè avremmo voluto dare il nostro contributo anche in fase di stesura del documento e avevamo ricevuto rassicurazioni in tal senso dall'assessore. Ci rincresce che l'Assessore Erriu, in questi due anni di elaborazione del provvedimento non abbia trovato il tempo per incontrarci. Forse perchè troppo impegnato a discutere della legge urbanistica con costruttori e confindustria, con le associazioni dei professionisti e le associazioni di categoria. La legge proposta non poteva che essere il risultato di questi incontri.
li 08 aprile 2017

 

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