venerdì 16 maggio 2014

Dove arriva il mare

Marina di Sant'Antioco

L'associazione "Sant'Antioco abbraccia il mare" organizza una mattinata informativa sulla salvaguardia, la tutela e sul rispetto del mare.


Sabato 17 maggio 2014, ore 9.30 - Comune di Sant'Antioco, Aula Consiliare 

 

           

     

Partecipano:

  • Gli studenti del liceo scientifico "Emilio Lussu" di Sant'Antioco
  • Ottavio Olita - giornalista RAI
  • Sandro Demuro - docente di geologia marina università di Cagliari
  • Graziano Bullegas - presidente Italia Nostra Sardegna
  • Angelo Ibba - ricercatore scienza della terra università di Cagliari




sintesi dell'intervento di Graziano Bullegas - presidente Italia Nostra Sardegna




1)   Criticità ambientali dell’arcipelago del Sulcis
Lo scorso 21 marzo nel corso del convegno dal titolo “Gestione sostenibile del Mediterraneo” organizzato a Roma dall’Accademia dei Lincei, sono state evidenziate le mutazioni alla biodiversità dovute in particolar modo ai cambiamenti climatici  e alle attività antropiche in atto. 
Anche il mare e lo spazio costiero dell’intero arcipelago del Sulcis sono interessati da numerose aggressioni ambientali e paesaggistiche che compromettono l’intero ecosistema, la biodiversità, la salute della comunità e le stesse attività produttive che dal mare traggono sostentamento.
Alcune di queste criticità sono comuni all’intero mare Mediterraneo, altre sono peculiari delle nostre isole.
Tra le tante emergenze ambientali citiamo l’inquinamento industriale proveniente dal nucleo industriale di Portovesme e quello dovuto ad attività industriali dismesse, ma anche quello derivante dalle esercitazioni militari nel Golfo di Palmas, l’erosione costiera causata da un uso improprio degli arenili e delle coste, il traffico navale nel Golfo di Palmas, la presenza di impianti di depurazione delle acque reflue non a norma, l’eccessivo prelievo di pesca negli specchi acquei prospicienti le coste isolane, il prelievo indiscriminato di molluschi che ha portato alla quasi estinzione di alcune specie, il progettato passaggio nel Golfo di grandi opere infrastrutturali come il GALSI e il mai sopito interesse della speculazione immobiliare su diversi tratti costieri delle isole.




2)   Erosione Costiera  
È ormai palese l’arretramento della linea di costa di quasi tutte le spiagge dell’isola, fenomeno  probabilmente legato all'urbanizzazione che ha compromesso il naturale afflusso di sedimenti e impedito il naturale “movimento” del tratto costiero. Purtroppo la realizzazione negli ultimi 50 anni lungo la fascia costiera (talvolta a qualche metro dal mare: Is Pruinis, Spiaggia Grande, Sotto Torre etc…) di manufatti, case e costruzioni varie, ha interferito con le dinamiche sedimentarie del sistema-spiaggia causando un’irreversibile erosione.
Spiaggia Is Pruinis
Il sistema delle spiagge è piuttosto delicato e vulnerabile. La sua salvaguardia richiede particolari attenzioni e grande prudenza nell'uso del territorio. È fondamentale impedire la realizzazione di ulteriori strutture a ridosso degli arenili: parcheggi, passeggiate a mare, strade, opere fisse, terrazze, moli, barriere e recinzioni. Tutte interferiscono con la vita naturale della spiaggia innescando processi erosivi. Se realmente si vuole salvare il patrimonio-spiagge è  necessario pensare anche a possibili interventi di demolizione delle strutture più impattanti tra quelle realizzate sulle spiagge e abbandonare improbabili progetti quali ripascimenti o dighe foranee. 
Come affermato dai tecnici del CNR e dell’Università di Cagliari nel loro Decalogo per salvare le spiagge della Sardegna, “dobbiamo considerare la spiaggia come un pezzo di mare e non della terra, … uno spazio molto più ampio di quanto normalmente siamo abituati a considerare, che può comprendere zone umide, dune e il fondale sabbioso della zona sommersa antistante. Le spiagge rappresentano una straordinaria risorsa ambientale ed economica. Non sono riproducibili. L’uomo può fare solo brutte copie”.

 3)   Territorio e paesaggio: le risorse di un’isola
Esiste uno stretto legame tra le scelte urbanistiche e la risorsa turistica. Troppo spesso questo legame viene impropriamente individuato nell’ineluttabilità del consumo del territorio e del bene paesaggistico: il “giusto sacrificio” da offrire allo sviluppo economico della comunità.  Questo naturalmente potrebbe valere solo rispetto agli investimenti mirati verso una resa immediata – e talvolta neppure in questo caso - ma non può essere applicato agli investimenti durevoli e di lungo periodo che invece trovano alimento proprio da una puntuale e intelligente pianificazione urbanistico-territoriale tesa verso la conservazione del bene paesaggistico e culturale.
Anche per impedire un’ulteriore degrado degli spazi costieri, la nostra Associazione, supportata da autorevoli pareri, sostiene che una corretta pianificazione territoriale, in particolar modo in un'isola minore, debba limitare al massimo gli interventi edificatori nelle aree costiere, e consentirli eventualmente a stretto contatto del centro urbano consolidato o in prossimità di aree realmente compromesse, sempre che, comunque, non interessino zone di particolare pregio ambientale - Tale scelta limiterebbe oltre che l'impatto ambientale, il costo sociale dovuto alla realizzazione di nuove infrastrutture e agevolerebbe l'integrazione tra turisti e residenti. 


Fenicotteri Stagno di Santa Caterina

La scelta della pubblica amministrazione sensibile agli interessi collettivi (e meno attenta verso quelli particolari), non può che indirizzarsi verso questa ultima opzione che rappresenta indubbiamente l’unica chance per salvare l’isola da un irrimediabile distruzione e, in termini economici, da uno svilimento del suo valore ambientale.
Italia Nostra è convinta che le isole del Mediterraneo rappresentino ecosistemi sensibili unici e irripetibili e pertanto degni di tutela quanto l’intero territorio costiero; e per questo motivo sono illogici i regimi di protezione limitata per le isole minori. È invece opportuno prevedere  particolari forme di tutela e di salvaguardia diverse e più attente alle peculiarità locali, rispetto a quella applicata nell’isola madre e nel continente.

4)   Aree di tutela: salvaguardia ambientale e risorsa economica
Riteniamo che sia sempre più urgente impegnarsi per l’istituzione nell’arcipelago di un’Area Marina Protetta e di ampie aree di salvaguardia e di tutela nelle zone costiere di maggior pregio ambientale e culturale.
È necessario pianificare un progetto di “gestione integrata delle zona costiera” armonizzando le diverse esigenze di uso dell’area: lo strumento dell’Area Marina  Protetta può favorire, infatti, gli operatori locali concedendo diritti esclusivi alla piccola pesca artigianale, coinvolgendoli così in prima persona nella tutela delle risorse, e trovare soluzione alle tante emergenze che attraversa il settore della pesca.
Esistono nelle isole sulcitane importanti aree che racchiudono al proprio interno un felice insieme di aspetti geomorfologici, vegetazionali, paesaggistici, faunistici e archeologici che, assieme al mare circostante, dovrebbero essere classificate aree di parco naturalistico e culturale e in tal senso adeguatamente tutelate.
Le isole minori rappresentano veri e propri poli di sviluppo del Mediterraneo, laboratori dello sviluppo sostenibile e aree di sperimentazione meritevoli pertanto di salvaguardia ambientale e di recupero socioeconomico. Quindi una lungimirante politica di pianificazione territoriale che tuteli i propri beni ambientali, anche attraverso l’istituzione di aree protette, non rappresenta un limite allo sviluppo economico e sociale ma, se abilmente gestita, può rappresentare una opportunità economica per la comunità locale.

Falesie Costa Calasetta


1 commento:

  1. La scorsa Estate assieme ai colleghi di lavoro abbiamo noleggiato una barca a vela in sardegna tramite SkipperClub, è stata veramente una vacanza meravigliosa, consigliata anche alle famiglie o ai gruppi che hanno voglia di provare le vacanze in barca a vela

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