sabato 13 aprile 2013

Nessuna Trivellazione ad Arborea



Italia Nostra aderisce alla manifestazione indetta ad Arborea per il prossimo 20 aprile per dire no al PROGETTO ELEONORA della Sargas.
Si incomincia con l’attività di ricerca ed esplorazione di giacimenti metaniferi nel territorio di Arborea e si finisce con la petrolizzazione del territorio di Arborea, zona di punta dell'agricoltura della provincia di Oristano e della Sardegna e emergente area turistica.
Già a marzo del 2012 la sezione Sinis Cabras Oristano dell’Associazione Italia Nostra, in fase di screening ambientale, ha presentato motivate osservazioni al SAVI evidenziando alcune criticità che si riportano in sintesi: 


1)        Il progetto prevede l'estrazione di idrocarburi gassosi in un'area abitata, i cui nuclei abitativi più prossimi sorgono tra 410 e 420 metri dall'epicentro dello scavo e con una forte presenza di aree protette (SIC e ZPS e Important Bird Area) per la tutela della biodiversità: stagno di S’Ena Arrubia, di Corru S’Ittiri, di Santa Giusta, di San Giovanni, di Marceddì, Cirras, di Cabras e gli stagni di Oristano, S'Ena Arrubia.
2)        La Saras non analizza mai il suo progetto in un ottica a lungo termine. Come detto, dopo il pozzo preliminare, vengono quelli permanenti ed inevitabile infrastruttura pesante di trattamento che necessariamente avranno bisogno di risorse e di spazi per crescere. In Basilicata ad esempio, l’industria petrolifera si è via via espansa arrivando ad installare pozzi di petrolio ed oleodotti finanche dentro a parchi nazionali e nei pressi di ospedali. Il progetto Saras già solo per la costruzione di un pozzo preliminare prevede il riadattamento di una pista ciclabile in una strada adibita al traffico di camion e cisterne, aumentando dunque traffico, emissioni inquinanti, smog. Cosa comporterà allora l’estrazione permanente di gas naturale?
3)       La possibilità di inquinamento delle falde idriche in seguito alle operazioni di trivellamento del pozzo esplorativo è reale con possibili migrazioni dei fluidi di perforazione – inquinanti e tossici - che potrebbero intaccare le falde idriche. Questo fenomeno è già noto in letteratura, in particolare in Basilicata, dove diverse sorgenti idriche millenarie sono state chiuse in anni recenti a causa della contaminazione da rifiuti petroliferi. Nel progetto si parla anche di ben 5 vasche per il contenimento di rifiuti tossici a cielo aperto, come illustrato dalle immagini a pagina 28 del progetto, che potrebbero riversare materiale tossico, in caso di incidenti o piogge, quali che siano le condizioni meteorologiche e che di sicuro porteranno con se forti esalazioni.
4)        La qualità dei prodotti agricoli di Arborea e dei suoi dintorni è eccellente, grazie ai suoi fertilissimi terreni. Qui si producono fragole, carote, angurie, finocchi, insalata, cavoli, cipolle, pomodori, meloni, patate, zucchine. Gli agricoltori sono riuniti in varie cooperative fra cui la Cooperativa Produttori Arborea: i prodotti agricoli della zona sono conosciuti in tutta Italia e il loro marchio è garanzia di qualità. L’area è immersa in una folta pineta, vi sono vari percorsi naturalistici e nel comprensorio sorgono decine e decine di allevamenti di bovine da latte unite sotto la Cooperativa 3A che produce latte di Alta Qualità e prodotti lattiero-caseari. I bovini vengono abbeverati direttamente dai pozzi artesiani che attingono dalle ricche falde acquifere della zona. Oltre alle possibilità di inquinamento delle falde, ci sono i possibili danni d’immagine sia per i derivati lattiero-caseari che per i prodotti agricoli che sono il perno dell’attività economica di Arborea.
5)        La Saras non affronta il problema possibile della subsidenza del terreno dovuta alle sue infrastrutture e al suo pozzo estrattivo. In Italia e nel mondo ci sono moltissimi esempi di subsidenza indotta dall’attività umana. Il Polesine si è abbassato di oltre tre metri nell’arco di 30 anni di attività metanifera. I pozzi di gas sono stati chiusi all’inizio degli anni ’60 per evitare ulteriori disastri, fra cui le inondazioni del delta del Po. Altri esempi di subsidenza indotta dalle estrazioni petrolifere si sono registrate nella Louisiana, in Texas, nei mari della Norvegia, in California, in Venezuela. La provincia di Oristano ed i cittadini di Arborea dovrebbero essere informati d tali rischi.
6)        La subsidenza indotta ha anche la caratteristica di aumentare la salinità del territorio, compromettendo le colture agricole e con potenziale moria di alberi da frutta. Questo fenomeno è stato già studiato ed analizzato nel delta del Po, dal professor Mario Zambon, in seguito alle estrazioni metanifere degli anni ’50 quando vi furono morie di alberi di pesca e di mandorli nei pressi dei pozzi di metano. Per questi motivi – subsidenza indotta, alta salinità, e alluvioni del delta del Po - le operazioni metanifere furono in larga parte smantellate alla fine degli anni ’60.

7)        Oltre subsidenza indotta c’è da considerare che le estrazioni di petrolio e di gas naturale contribuiscono a rendere instabile il terreno. Microterremoti dell’ordine di 3 o 4 gradi della scala Richter si sono registrati in varie zone del mondo non sismiche, e anche in Basilicata, a causa dell’attività petrolifiera. In alcuni casi, le conseguenze sono state più gravi. La ditta Schlumberger riporta uno studio in cui le estrazioni di idrocarburi in Russia hanno portato a terremoti anche di grado 7 della scala Richter. Anche se la provincia di Oristano non è zona sismica occorre tenere presente questi possibili rischi.
8)        La Saras non descrive la tipologia di gas che si aspetta di trivellare e il problema dello smaltimento dell’idrogeno solforato è trattato in maniera del tutto superficiale. In Italia la maggior parte dei giacimenti minerari presenta forti concentrazioni di gas sulfurei: questo in Basilicata, in Abruzzo, in Puglia. Se il gas estratto dalla Saras sarà saturo di idrogeno solforato (una possibilità che la stessa Saras presenta) il progetto in esame non offre nessuna discussione su quali precauzioni prenderà per salvaguardare la salute ed evitare disturbi, e malattie, alla popolazione di Arborea, alle sue attività agricole e di allevamento e ai turisti. L'idrogeno solforato è una sostanza tossica, puzzolente, dalle proprietà mutageniche e cancerogeno. I limiti italiani sono insufficienti a garantire una vita sana.
 
9)        La Saras afferma ripetutamente che la zona riguardante il pozzo e l'area attorno ad Eleonora 01-Dir si presenti scarsamente antropizzata e risulta adibita ad uso agricolo che consiste in allevamenti di bovine da latte e ortaggi di ottima qualità che rappresentano il sostentamento delle popolazioni locali. Le emissioni di H2S hanno conseguenze gravi non solo sulla salute delle persone ma anche su quella dei prodotti agricoli. Studi di laboratorio, mostrano come emissioni basse ma durature nel tempo di H2S, possano compromettere la crescita di prodotti ortofrutticoli come pomodori, carote, melanzane di cui la gente si nutre e che coltiva. I danni all’agricoltura sono ulteriore fonte di preoccupazione per il lungo termine. In Basilicata la presenza di attività estrattiva ha portato alla presenza di idrocarburi nel miele, nei vigneti, nei meleti e nei campi di fagioli impraticabili, insalata e frutta di qualità pessima, oltre che a forti danni d’immagine.

 Sull'argomento

Documentazione depositata al SAVI per listanza di Valutazione di Impatto Ambientale

Video: io dico NO
 
 
 
 

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