Villaggio Turistico costa occidentale |
Italia Nostra
non si unisce al coro di quanti ritengono che la revisione-cancellazione del
PPR rappresenterà il motore dello sviluppo dell’economia sarda. Ritiene anzi che
il processo di cancellazione della pianificazione paesaggistica regionale metterà
ancora più in crisi la traballante economia della Sardegna.
Assistiamo all’ennesimo
tentativo di “revisionare” il PPR giustificando tale scelta con slogan privi di
senso e di fondamento economico. Continuare ad affermare che costruire inutili
case lungo le coste dell’isola potrà rilanciare l’economia, significa non aver
capito che proprio la bolla immobiliare è tra le principali cause di questa
crisi economica. La distruzione delle coste, funzionale agli interessi di
qualche imprenditore privo di scrupoli, darà il colpo di grazia alla stessa industria
turistica della Sardegna.
Il Consiglio
Regionale si accinge in questi giorni a derubricare la fascia costiera da bene
paesaggistico a terra di conquista, trasformando le aree agricole in terreni
marginali al servizio della nuova speculazione immobiliare. La “revisione” del
vincolo paesaggistico presente sui colli di Tuvixeddu e Tuvumannu, inoltre,
renderà nuovamente edificabili le aree attualmente tutelate.
Il Ministero dei
Beni Culturali, parte fondamentale del procedimento, non può e non deve
condividere l’annientamento delle misure di protezione esistenti.
Per rappresentare
le “ragioni del paesaggio”, forse dimenticate da quanti si apprestano a
demolire il più avanzato progetto di pianificazione paesaggistica realizzato in
Italia, l’Associazione ha reiterato la richiesta, presentata più volte all’ass.to
Regionale all’Urbanistica e agli organi periferici del Ministero dei BBCC, di
partecipazione alle riunioni di valutazione tecnica indette ai sensi
degli articoli 143 e 156 del Codice Urbani e dell’articolo 49 delle norme
tecniche di attuazione del PPR.
Italia Nostra ha,
infine, ricordato che il mancato coinvolgimento dell’Associazione, in assenza
di motivato diniego, rappresenta motivo di illegittimità degli atti adottati
dalla Regione e comporta un concreto rischio di danno erariale, considerato che
per il procedimento di revisione del PPR sono stati stanziati ben 14 milioni di
euro.
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