venerdì 13 novembre 2020

L'assalto delle multinazionali a "sa Libra"

di Diego Asproni*

Nell'ultimo capitolo del romanzo  SOS SINNOS, Michelangelo Pira ritorna a Sa Libra, tra Onanì, Bitti e la Colonia Penale di Mamone. L'autore del libro, immagina di essere trasportato in taxi dalla Piazza Maggiore di Bologna alla chiesetta de Santu Bachis de Onanie. 

Qui avviene l'incontro con la madre Teresa che lo riconosce e lo abbraccia.

Il viaggio prosegue con il sentiero in salita e l'arrivo a Sa Libra, l'ovile della sua infanzia.  Ad uno ad uno egli riconosce gli alberi e gli animali: il cane, le capre, il bue, le pecore, gli agnelli, i cinghiali, compresi quelli che aveva dovuto macellare e mangiare. 

Molti hanno parole buone con lui, altri lo rimproverano ma, poi lo perdonano. 

La notizia straordinaria del ritorno di Milianu nell'antico ovile si sparge in tutto il mondo e da tutti i continenti ritornano gli amici, i parenti, i conoscenti. Vengono tutti, dall'Argentina alla Polonia, viene anche Rosa, la cugina che aspetta il ritorno del marito Salvatore dalla Germania. 

Milianu chiama e invita tutti i sardi a ritornare a Sa Libra: i pastori dalla Toscana, gli operai emigrati da Torino, i condannati dalle prigioni, i soldati dispersi in Russia, in Abissinia, in Grecia... <<...Ghirate totu cantos a Sa Libra..>>, tornate tutti, io sono qui, voi dove siete? Voglio parlare con persone vere, voglio toccare cose vere, non mi basta più vivere dentro campane di vetro. 

Questo dice nelle ultime pagine del testo di Sos Sinnos.

Per tanto tempo mi sono chiesto cosa volesse dire Michelangelo Pira con queste parole. Mi chiedevo perché, ad un certo punto della sua vita, lui, intellettuale affermato, ormai docente di antropologia culturale all'università di Cagliari avesse deciso di scrivere un romanzo in lingua sarda. 

Quando lui aveva iniziato la scrittura di questo romanzo, tra il '75 e l'80, in Sardegna  i  movimenti anticolonialisti denunciano il fallimento del Piano di Rinascita, l'occupazione militare, e  la forte emigrazione. 

Gli stessi movimenti nel 1978 raccolgono 13000 firme e presentano in Consiglio Regionale, una proposta di legge popolare per il riconoscimento del bilinguismo in Sardegna. 

L'intellettuale Michelangelo Pira vede tutto questo e decide di ritornare a Sa Libra. Sa Libra è la metafora della sua scelta politica e culturale in contrasto con la linea dei grandi partiti e delle università. 

La sua scelta, quasi un manifesto, è quella di scrivere uno dei primi romanzi in lingua sarda. 

Il professore universitario sceglie di usare una lingua emarginata, non ufficiale, per una comunicazione moderna e alta, niente affatto folkloristica. 

Rifiuta l'ambiguità di vivere in ogni luogo, ritorna e riconosce la sua vera strada e la ripercorre ancora. Per poco tempo, purtroppo. 

Non sappiamo quanto della sua creatività politica sarebbe stata di aiuto per fermare la svendita di coste, terre, beni materiali e immateriali che stiamo vivendo. 

Non possiamo saperlo perché la strada appena iniziata, finiva già con la sua scomparsa prematura nel 1980. 

Sicuramente la sua intelligenza sarebbe stata di aiuto oggi che le multinazionali dell'eolico sono all'assalto dell'altopiano, da Lodè a Osidda. 

Sono 61 le torri, sei i progetti presentati: tre a Bitti, due a Nule, uno ad Onanì per un totale di 280 MW. L'ultimo progetto, quello di Onanì con 6 torri alte 206 metri, è previsto proprio a Sa Libra, nei luoghi del cuore dell'intellettuale di Bitti.

Mai come adesso è stato attuale il suo invito <<...Ghirate totu cantos a Sa Libra...>>, guardate quanto accade nella vostra terra.

Bitti 10 -11-2020


* Diego Asproni artista poliedrico di Bitti prima studente dell’Istituto d’arte di Sassari poi, minatore per tre anni e ancora Assessore alla Cultura del suo paese e insegnante.


Murales di Diego Asproni


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