venerdì 22 dicembre 2017

Impareremo mai dalle esperienze del passato?

Prosegue in Sardegna l’assurda logica di un sistema industriale basato essenzialmente sulla “privatizzazione dei profitti e sulla socializzazione dei costi ambientali”. Cosa che nel concreto significa caricare sulla collettività i costi per porre rimedio ai danni all’ambiente e alla salute derivanti da attività industriali inquinanti e non controllate, da tutta una serie di emissioni inquinanti in aria, acqua e suolo.
È quanto sta avvenendo oggi con gli interventi previsti per la bonifica della miniera di Furtei, ma anche con l’attività di recupero dell’area ex Sardamag a Sant’Antioco.
È la stessa cultura di sempre che ispira la riapertura di attività inquinanti a Portovesme che continua a concepire l’impresa solo in un rapporto di rapina con le risorse ambientali e sociali.
Impareremo mai dalle esperienze del passato?


COMUNICATO STAMPA di Wwf, Italia Nostra e Lipu Sardegna
FURTEI:L’ILLUSIONE DELL’ORO, LA CERTEZZA È DI UNA SARDEGNA “USA E GETTA”
I rappresentanti regionali delle associazioni ambientaliste WWF, LIPU, ITALIA NOSTRA esprimono soddisfazione per l’annunciata programmazione degli interventi di bonifica della miniera d'oro Santu Miali a Furtei: oltre 500 ettari di suolo impregnati di metalli pesanti quali ferro, manganese, rame e zinco risultato dell’attività estrattiva per la ricerca dell’oro. Costo previsto circa 60 milioni di euro pubblici messi a disposizione dai sardi.
Carmelo Spada, Francesco Guillot e Graziano Bullegas rispettivamente per Wwf, Lipu e Italia Nostra constatano - con amarezza - che la ricerca effimera dell’oro di Furtei ha rappresentato per l’ennesima volta un’illusione di sviluppo e una sola certezza: <<l’utilizzo del suolo della Sardegna “usa e getta”>>.
I rappresentanti delle associazioni ambientaliste WWF, LIPU, ITALIA NOSTRA ricordano che la miniera è chiusa dal 2009 e sulla vicenda del "disastro ambientale" legato alla miniera d’oro, il Pubblico Ministero Daniele Caria, ha chiesto per i presunti responsabili, ovvero, i dirigenti, due canadesi e uno statunitense, il rinvio a giudizio dopo il fallimento della Sardinia Gold Mining che avrebbe dovuto provvedere a bonificare l'area attorno alla miniera.

“Purtroppo - hanno concluso i rappresentati regionali delle associazioni ambientaliste - quello della miniera di Furtei è uno dei tanti casi in Sardegna - da nord a sud - che all’illusione della creazione di posti di lavoro segue la chiusura delle attività con la desertificazione sociale e ambientale. Al tempo stesso il principio “chi inquina paga”, resta una chimera. Oltre alla beffa dell’occupazione mancata i sardi sono costretti pagarsi anche i costi delle bonifiche”.

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