martedì 14 febbraio 2017

Bonifiche ambientali al posto del carbone, fonte energetica climalterante



Per quanto tempo ancora dovremo sentire di buoni propositi e impegni per il contenimento dei cambiamenti climatici nei consessi internazionali (Cop21 di Parigi del 2015 e Cop22 di Marrakech del 2016) nei quali la Sardegna ha svolto un ruolo significativo, ma che troppo spesso sono smentiti alla prova dei fatti nei contesti regionali?
Emissioni di una centrale termoelettrica
 Inizia con questa domanda il documento delle associazioni ambientaliste WWF, ITALIA NOSTRA e LIPU della Sardegna in merito al progetto di costruzione di una nuova centrale a carbone per far ripartire limpianto Eurallumina di Portovesme.
Purtroppo la realizzazione di nuovi impianti termoelettrici a carbone fanno presumere un sensibile incremento delle emissioni di CO2 anziché una riduzione - continuano Carmelo Spada, Graziano Bullegas e Francesco Guillot rispettivamente per Wwf, Italia Nostra e Lipu.
Daltronde è assurdo che in Sardegna si voglia produrre ulteriormente energia, e peggio ancora, da fonte inquinante e climalterante perché i dati della produzione e dei consumi di energia elettrica nell'Isola pongono un fabbisogno di 8.870 Gwh e una produzione di 11.619 Gwh, con uneccedenza di 2.749 Gwh pari ad un surplus del 31%.
Peraltro la scelta di utilizzare il carbone come combustibile non è legata neppure alla possibilità di reperire in loco tale risorsa per le caratteristiche chimiche e i costi di estrazione connessi al carbone sulcitano. Essa è dettata esclusivamente dal basso costo del carbone ed è in totale contraddizione con i contenuti della Road Map 2050, per quanto attiene la decarbonizzazione e la riduzione delle emissioni di CO2.
Il bacino dei fanghi rossi che sarà ampliato
Altro dato non condivisibile e non sostenibile è rappresentato dal fatto che per la realizzazione della centrale alimentata a carbone di 285 MWh verranno utilizzati anche soldi pubblici che contribuiranno ad immettere nellatmosfera non solo emissioni climalteranti di CO2 e altre sostanze inquinanti prodotte dalla combustione del carbone (SO2, Arsenico, Cadmio, Mercurio) e polveri sottili in atmosfera che potrebbero avere ripercussioni e costi sulla salute pubblica e sulla qualità ambientale.
Le associazioni WWF,  ITALIA NOSTRA e LIPU della Sardegna rimarcano che unulteriore centrale è completamente avulsa ed estranea agli obbiettivi posti dal PEARS (Piano Energetico Ambientale della Regione Sardegna) pertanto si rende necessario un serio Studio di Incidenza che analizzi gli effetti che l'ampliamento della discarica dei fanghi rossi e i nuovi e vecchi impianti a carbone  potrebbero causare sui SIC (Siti di interesse comunitario), ovvero le aree di pregio e valenza ambientale di importanza europea, del sud ovest della Sardegna e dell'arcipelago del Sulcis.
Protesta di comitati e cittadini davanti al tribunale di Cagliari
Le associazioni WWF,  ITALIA NOSTRA e LIPU della Sardegna, nel condividere il parere negativo del Ministero dei Beni Culturali a difesa di valori paesaggistici e ambientali, ritengono non sostenibile la realizzazione di unulteriore centrale a carbone per riattivare la produzione dellEurallumina ritenendo, invece, che lo sviluppo sostenibile della  Sardegna debba passare attraverso le bonifiche ambientali delle aree del Sulcis-Iglesiente-Guspinese individuate dal D.M. n. 468/2001 quali S.I.N (Sito di interesse nazionale). Esse sono considerate aree contaminate, molto estese e classificate fra le più pericolose e per questo necessitano di interventi di bonifica ambientale del suolo, del sottosuolo e delle acque superficiali e sotterranee per evitate danni ambientali e sanitari. In tal senso molto rimane da fare. A cominciare dalla bonifica delle varie decine di ettari del bacino dei fanghi rossi di Portovesme che invece si vorrebbe ampliare. E per il quale è in corso un processo per disastro ambientale in cui il Wwf si è costituto parte civile.
Tale processo di bonifiche ambientali delle matrici contaminate deve rappresentare il punto qualificante di un vero e reale sviluppo sostenibile della Sardegna, attività che darebbe lavoro, dignità e restituire qualità della vita - hanno concluso Carmelo Spada, Graziano Bullegas e Francesco Guillot rispettivamente per Wwf, Italia Nostra e Lipu.
Area industriale di Portovesme

Nessun commento:

Posta un commento