sabato 27 febbraio 2016

L'ITALIA ABBANDONI L'ECONOMIA BASATA SULL'ENERGIA FOSSILE



Chiediamo all'Italia di essere coerente con l'accordo sul clima di Parigi COP21
L’accordo sul clima di Parigi del dicembre 2015 approvato da quasi tutti i paesi della Terra (195 Stati), ha finalmente riconosciuto il rischio incalcolabile, derivante dall'uso dei carburanti fossili (carbone, petrolio, gas naturale), per la sopravvivenza stessa del genere umano e del pianeta ed ha proposto di attivare politiche per un rapido superamento dell’era dell’energia primaria prodotta attraverso gli idrocarburi e il carbone.
L’accordo prevede di contenere l’aumento della temperatura media del pianeta perseguendo l’obiettivo limite di 1,5° C. Il rispetto di questo limite richiede la completa decarbonizzazione dell’economia mondiale e il graduale abbandono dei combustibili fossili.
Qualche giorno dopo la conferenza sul clima di Parigi, la regione Sardegna ha presentato il proprio Piano Energetico Regionale in cui è prevista la costruzione di una centrale termoelettrica a carbone e il governo Italiano ha autorizzato con decreto del MISE la società Petroceltic Italia srl ad effettuare le ricerche di petrolio di fronte alle Isole Tremiti, uno dei siti turistici più importanti d’Europa. Ma sono tanti i paradisi ambientali in pericolo perché sono in corso di autorizzazione permessi di fronte l'isola di Pantelleria e nel golfo di Taranto. In Italia sono vigenti 83 permessi di ricerca per idrocarburi sulla terraferma (Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, Molise, Abruzzo, Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Friuli, …) e 24 permessi nel sottofondo marino. 119 le concessioni su terraferma e 72 quelle in mare. Mentre le istanze di permessi di ricerca sono 57 in terraferma e 36 in mare.
Un costo e un rischio ambientale assolutamente sproporzionati rispetto al ritorno economico derivante dall'estrazione di idrocarburi: i giacimenti italiani rappresentano quantità infinitesimali delle riserve mondiali e le royalties pagate dai petrolieri sono le più basse d'Europa.


Si attivi una politica energetica sostenibile, basata sul risparmio e la produzione distribuita 
Il futuro dell'economia mondiale non sono il petrolio o il carbone, ma una politica energetica rinnovabile diffusa sul territorio e basata sul risparmio anziché sullo spreco, sull’uso razionale dell’energia e sull’utilizzo delle fonti rinnovabili, in modo da assicurare i maggiori vantaggi per gli utenti con le minori ricadute ambientali e sanitarie. In questo senso il superamento dell’era dei carburanti fossili potrà rappresentare una vera rivoluzione economica.
La scelta della produzione distribuita, della solidarietà energetica e dell'autoproduzione consentirà, nel contempo, di impedire la speculazione energetica che in molte realtà italiane si presenta come la più intensa forma di aggressione al territorio e alle comunità, attuata da società che hanno come unico scopo quello di speculare grazie ai ricchi incentivi pubblici.

Impegno e mobilitazione a difesa del territorio e del mare Mediterraneo
Anche nella prospettiva del referendum sulle Trivelle approvato recentemente dalla Suprema Corte, e il cui svolgimento è stato fissato inopportunamente e in contrasto con una "consultazione informata" per il prossimo 17 aprile, Italia Nostra deve mobilitarsi da subito, nelle sue articolazioni territoriali e centrali, a difesa del territorio e del mare Mediterraneo per contrastare le politiche scellerate di questo governo in materia energetica e chiedere con forza una moratoria di tutte le attività di trivellazione offshore e a terra, sino a quando non sarà definito un efficiente Piano Energetico Nazionale coerente con il COP21. 

Italia Nostra Sardegna è inoltre impegnata a partecipare attivamente alla procedura di VAS del Piano Energetico Ambientale della Sardegna e a presentare osservazioni e documenti che riportino le scelte energetiche sarde in linea con l'economia circolare auspicata dalla UE e orientata verso il risparmio, un aumento dell’efficienza e una minimizzazione dello sfruttamento delle risorse naturali.
Cabras 14 febbraio 2016
Documento approvato dal Consiglio Regionale e le Sezioni di Italia Nostra Sardegna di Cabras-Sinis-Oristano, Cagliari, Sassari e Sant'Antioco

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