venerdì 6 aprile 2018

Un’Area Marina Protetta nell’arcipelago del Sulcis: risorsa economica e strumento di tutela

Con una lettera inviata ai sindaci dei comuni di Calasetta, Carloforte e Sant’Antioco e per conoscenza all’Amministratore straordinario della Provincia del Sud Sardegna la sezione di Sant’Antioco dell’associazione Italia Nostra ha chiesto un fattivo impegno delle Amministrazioni per l’istituzione dell’Area Marina Protetta (AMP) dell’Arcipelago del Sulcis.
L’Associazione ha ricordato che le Aree Marine Protette del mare Mediterraneo rappresentano importanti aree per la tutela della biodiversità, per la salvaguardia del mare e garantiscono nel contempo significativi ritorni economici per gli operatori del mare e per l’intera economia turistica delle comunità residenti. Non è un caso, infatti, che tutte le isole italiane, ad eccezione dell’arcipelago sulcitano, e tanti importanti spazi costieri ospitino AMP. Sono numerose le isole del Mediterraneo appartenenti ad altre nazioni Europee che da tempo hanno individuato spazi di tutela equivalenti alle nostre AMP.

Aree Marine Protette istituite in Italia
La richiesta di Italia Nostra è motivata dalla necessità di tutelare il mare dell’arcipelago dal lento e progressivo degrado derivante da numerosi fattori, in primo luogo l’inquinamento e l’eccessivo e non sostenibile prelievo di pescato che sta impoverendo sempre più il mare che circonda l’arcipelago. Gli stessi operatori del mare lamentano un eccessivo carico di pescatori e una conseguente diminuzione della pesca. L’area marina protetta consentirebbe di regolamentare meglio l’attività, di ridurre il numero dei pescatori riservando zone ai soli operatori residenti, e di creare aree di rispetto utili e indispensabili per il ripopolamento.

L’Associazione ha chiesto quindi che, attraverso il coinvolgimento dei portatori di interesse (pescatori, operatori turistici, associazioni ambientaliste etc …), si riprenda a discutere dell’argomento affinché si possa al più presto applicare la normativa vigente - legge 349/91 (modificata con legge 426/98),  che ha già previsto per le due isole l’area di reperimento denominata “Isola di San Pietro”, e che rappresenta il primo passo verso l’istituzione della AMP - e attivare quindi il lungo iter perché questo importante strumento di tutela, di salvaguardia e di risorsa economica possa concretizzarsi.


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