Il nuovo DDL
recentemente approvato dalla Giunta Regionale della Sardegna, che introduce
nuove norme in materia di Governo del territorio isolano, non rappresenta
purtroppo una novità nel panorama della legislazione urbanistica della Sardegna.
Esso infatti si pone in perfetta continuità e
sintonia con i provvedimenti normativi adottati dalla precedente Amministrazione
a guida Cappellacci, e con lo stesso piano casa di questa giunta recepito dal
disegno di legge, e crea una profonda frattura con le modalità di gestione
del territorio volute della Giunta Soru, che hanno trovato la più significativa
attuazione nel tanto avversato ma salvifico Piano Paesaggistico Regionale.
interventi edilizi nella fascia costiera |
La continuità è da
ricercarsi nella logica stessa che ispira il Disegno di Legge, improntata a garantire il massimo dell’utile in termini
di cubature e, in una logica di rendita passiva e speculazione selvaggia, a
considerare il territorio merce di scambio piuttosto che Bene Comune da
preservare. Le uniche tutele rilevabili nel Ddl, previste dall'art. 26 e
dai successivi articoli, sono quelle sulle compensazioni utili a garantire "l’equità nella distribuzione delle
facoltà edificatorie", che pur tuttavia non rifuggono dal
prevedere abbondanti volumetrie elargite in omaggio.
Non è un caso dunque
che il Ddl fagociti letteralmente le norme dei tanti piani casa, elaborati e
reiterati negli anni sotto le mentite spoglie di una normativa emergenziale e
temporanea, per trasferirle in una formulazione che, annullandone di fatto
l’aspetto della provvisorietà, lascia emergere seri dubbi sulla
costituzionalità del provvedimento, oltre che vanificare l’autonomo potere di
pianificazione delle amministrazioni locali.
Anche la provvisoria
procedura dell'Intesa, prevista dal PPR vigente, viene stravolta attraverso
l’adozione di un provvedimento definitivo utile a consentire la realizzazione
di interventi attualmente non autorizzabili mediante l’utilizzo dello strumento della Deroga ad ogni tipo di pianificazione,
attraverso la clausola liberatoria di interventi "ecosostenibili di grande interesse sociale ed economico"! A
poco valgono le rassicurazioni dell'assessore Erriu che, scambiando la fascia
costiera tutelata dal PPR con i vincoli costieri imposti dalla Galasso,
tranquillizza tutti sul fatto che tali interventi non avverano all'interno dei
300 metri dalla battigia; ci mancherebbe altro!
E davvero appare
sconcertante la risposta che il DDL riserva all’allarmate fenomeno del consumo
di suolo, vera e propria emergenza dei paesi industrializzati: fino al 10%
delle superfici già interessate da urbanizzazioni, incrementabile attraverso "analitica dimostrazione"!
Indirizzo che risulta in assoluta controtendenza rispetto alle nuove scelte
urbanistiche in campo europeo. Con grande gioia dei profeti del mattone, sono
ancora molti gli ettari di terreno che anche in Comuni di soli 5 mila abitanti
(uno standard diffuso in Sardegna) potranno essere cementificati, per tacere
delle aree a vasta densità edilizia, nelle quali dilagherà l'inarrestabile consumo,
sottrazione e impermeabilizzazione di suolo.
La
discontinuità e l’inversione di logica rispetto al vigente PPR non poteva
essere più palese! Un piano paesaggistico che con pervicacia,
l'amministrazione di centrodestra prima e l'attuale di centrosinistra oggi,
hanno cercato in tutti modi di rendere sempre meno efficace e che questo Ddl,
se trasformato in legge, vanificherà definitivamente, cancellando tutte le
residue tutele sulla fascia costiera.
Sulla base di queste
premesse, che evidenziano la volontà di rendere inefficace la vigente
pianificazione, la previsione di un aggiornamento del PPR contenuta nel Ddl,
non nasce certo sotto fausti auspici, oltre che lasciare perplessi sul voluto
silenzio per i tempi di predisposizione dello stesso.
In sintesi può dunque
affermarsi che questo Ddl inaugura una tipologia di pianificazione
territoriale, che potrebbe definirsi “al contrario”: si approva una legge che
consente di tutto e di più, si prevedono nuovi volumi perfino nelle aree
costiere, e in seguito, a danno avvenuto o a "babbu mortu" per dirla
in sardo, si potrà pensare alle tutele con un nuovo piano paesaggistico.
Noi siamo tra quelli,
(non pochi in verità) che continuano a pensare che il PPR attuale abbia svolto
degnamente il suo compito a tutela del patrimonio culturale e ambientale
costiero, che possa essere suscettibile di miglioramenti (e sottolineiamo di
miglioramenti!) e che debba essere con urgenza completato estendendolo alle
zone interne. Siamo altresì convinti, (anche in questo siamo in buona
compagnia), che la nuova disciplina sul Governo del territorio riporti la
Sardegna al far west urbanistico, a quell’edificazione selvaggia ed
incontrollata che ha consentito i tanti ecomostri realizzati senza alcuna
immunità locale all’interno del perimetro isolano e che ha impoverito la più importante e forse unica risorsa
della Sardegna: Territorio e Paesaggio.
Le repliche
Abbiamo ricevuto una piccata replica a mezzo stampa da parte dell'assessore regionale all'urbanistica. La riportiamo per intero
CAGLIARI Nessun
ritorno alla cementificazione selvaggia dell’isola: l’assessore Cristiano Erriu
difende i principi della legge urbanistica approvata dalla giunta e replica al
presidente dell’associazione Italia Nostra Graziano Bullegas. «Prese di
posizione come la sua non aiutano un confronto costruttivo e volto a trovare il
giusto equilibrio tra le esigenze di tutela ambientale e paesaggistica e lo
sviluppo sostenibile dei territori – dice l’assessore Erriu –. Operazione
impossibile da raggiungere se si parte da condizioni di pregiudizio le quali
impediscono valutazioni improntate a serenità e obiettività. Continuare con gli
slogan allarmistici di cementificazione selvaggia, di fronte a una legge che si
oppone alla rendita fondiaria indiscriminata, che tutela i territori rurali
riservandoli alla tutela del paesaggio e alla esclusiva valorizzazione delle
produzioni agricole, che nella fascia di costa dei 300 consente esclusivamente
l'adeguamento di strutture ricettive esistenti che, pur avendo già trasformato
le proprie aree di pertinenza, non sono più in grado di restituire ricchezza ai
territori, non prefigura un approccio costruttivo ma piuttosto un rituale
ideologico senza sbocco». Erriu va avanti: «Insistere a sostenere
l'impossibilità di migliorare l'offerta turistica esistente, dimenticando che
tale possibilità era offerta tanto dal Ppr, sia in fase transitoria che di
adeguamento dei Puc, che dalla legge regionale 45/89, paventando chi sa quale
devastante colata di cemento, va contro ogni ragionevole politica promossa da
tutti i documenti sulla sostenibilità del turismo elaborati da una istituzione
al di sopra di ogni sospetto come le Nazioni Unite». L’assessore si sofferma su
un altro punto. Bullegas aveva criticato la possibilità di un consumo ulteriore
del suolo nella misura del 10%: «Parlare indiscriminatamente di trasformabilità
di un 10% senza leggere attentamente il testo proposto dice Erriu – , che pone
quella percentuale come tetto massimo non alla trasformabilità, ma alla
identificazione di aree all'interno delle quali collocare bandi mirati alla mera
soddisfazione della domanda di residenza e servizi che non possa trovare
risposta nella sola riqualificazione dell'esistente, come rigorosamente
calcolato nei Puc, mostra – conclude l’assessore all’Urbanistica – una certa
superficialità di lettura di un testo che governa materie delicate e complesse»
La replica dell'assessore Erriu è stata pubblicata dalla nuova Sardegna l'8 aprile 2017
Questa la nostra risposta all'assessore
Una nuova urbanistica basata sugli incentivi volumetrici
Abbiamo avuto modo di leggere e di rileggere con la dovuta serenità e
obiettività il DDL licenziato dalla Giunta Regionale della Sardegna in materia di
Governo del territorio sperando di cogliere gli aspetti positivi di cui ci
parla l'assessore Erriu nelle sue risposte
ai nostri commenti sulla legge. Più esaminiamo la norma e più ci accorgiamo che
essa abbandona la strada della pianificazione territoriale finalizzata alla
progettazione delle città in funzione dei bisogni e delle nuove esigenze della
comunità residente per inaugurare una
nuova stagione urbanistica basata essenzialmente sugli incentivi volumetrici.
Ci si aspettava una
norma conseguente ai proclami del Presidente Pigliaru e del suo Assessore
"Mai più cemento..." e invece la legge prevede incentivi con cospicui
incrementi volumetrici (25%) per l'efficientamento energetico degli edifici,
mentre le strutture ricettive possono incrementare i propri volumi del 25%,
anche con corpi di fabbrica separati, al fine di migliorare l'offerta
ricettiva. Poco importa se gli edifici si trovano sulla battigia. La legge
omette del tutto la linea di costa tutelata dal vigente Piano Paesaggistico Regionale,
che è bene ricordarlo ancora una volta all'assessore, è andata oltre la rigida perimetrazione dei 300 mt
individuata dalla Galasso e della successiva normativa e in talune aree
raggiunge i mille metri dalla battigia.
Il DDL prevede
inoltre incentivi volumetrici fino al 30% per le ricostruzioni e le
demolizioni, altri incentivi per le riqualificazioni e via dicendo, incentivando e distribuendo
volumi.
A proposito di questa
norma si è parlato in questi giorni di un ossimoro, solo così si può spiegare la logica della riduzione del consumo di
suolo attraverso un incremento dei volumi esistenti, anche con corpi separati, e
un aumento delle aree edificabili fino al 10% dell'edificato esistente.
L'assessore fa finta di non sapere che qualsiasi tetto posto dalle norme
urbanistiche è inteso sempre (non si conoscono eccezioni) come un obbiettivo da
raggiungere e siamo certi infatti che tutti i Piani Urbanistici Comunali
saranno adeguati a quell'ulteriore 10% di nuove aree edificabili definito un
valore limite dall'assessore.
Concordiamo con l'assessore
sul difficile confronto costruttivo su questi temi. Abbiamo chiesto a più
riprese di essere convocati assieme alle altre associazioni ambientaliste
perchè avremmo voluto dare il nostro contributo anche in fase di stesura del
documento e avevamo ricevuto rassicurazioni in tal senso dall'assessore. Ci rincresce che l'Assessore Erriu, in
questi due anni di elaborazione del provvedimento non abbia trovato il tempo
per incontrarci. Forse perchè troppo impegnato a discutere della legge
urbanistica con costruttori e confindustria, con le associazioni dei
professionisti e le associazioni di categoria. La legge proposta non poteva che
essere il risultato di questi incontri.
li 08 aprile 2017
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