sabato 27 gennaio 2018

La Comunità Europea è impegnata per fermare il commercio di armi con l'Arabia Saudita, ma non l'Italia

Pubblichiamo il comunicato del Comitato  impegnato per la riconversione della fabbrica di bombe di Domusnovas

COMUNICATO STAMPA 

Il secondo comunicato stampa della nuova alleanza CONFINDUSTRIA-CGIL-CISL, quasi fotocopia del precedente, ci ha lasciato stupefatti. Ha dell'incredibile, infatti, che dei sindacati si fermino alla valutazione della regolarità formale di un'attività produttiva e non prendano in esame la sostanza dei fatti. Organizzazioni che fondano sul principio di solidarietà il loro agire sociale non possono non fermarsi a considerare che i lavoratori ed i cittadini dello Yemen, vittime delle produzioni belliche della fabbrica di Domusnovas sono compagni, fratelli, amici di quelli di Domusnovas e Ghedi e nulla hanno fatto contro di loro o contro il nostro Paese.  Nel Comunicato, giustamente, si afferma che la nostra area è caratterizzata da una profondissima crisi economica; ci autorizza forse la crisi che stiamo vivendo a rifarci su una popolazione innocente basando sulla sua distruzione i nostri guadagni? Gli Statuti  della CISL e della CGIL, agli articoli 2, fanno entrambi riferimento all'importanza del perseguire rapporti con i lavoratori di tutto il mondo volti alla costruzione della Pace; è producendo bombe per bombardare civili, ospedali, case e bambini in Yemen (Ban Ki-Moon, 5 febbraio 2016) che promuoviamo rapporti di pace?

I rappresentanti locali delle tre organizzazioni sostengono che la riconversione non è praticabile. Noi pensiamo di si e fondiamo la nostra convinzione, oltre che sul buon senso, anche sul dettato della L.185/90 che, all'art.1 - c.3, prevede che il governo predisponga piani di riconversione delle industrie belliche. In ogni caso, se la strada della riconversione fosse troppo in salita, quella produzione non potrebbe comunque andare avanti, in quanto contraria alle norme morali, etiche e giuridiche.
O la RWM decide di cambiare filosofia aziendale e sospende le forniture ai paesi in guerra come previsto dalle leggi di tutti i paesi europei, oppure la fabbrica va chiusa e sostituita con altre attività. Certo è che lo Stato, la Regione e le forze sociali se ne dovranno far carico, come prevede la legge! Dopo aver illuso per anni i lavoratori che tutto fosse regolare.

Si rendano conto, sindacati e Confindustria, che, a livello internazionale, il vento sta cambiando: nelle ultime 3 settimane, 3 paesi europei sono entrati nel novero di quelli che hanno sospeso ogni fornitura militare all'Arabia Saudita prendendo atto dei crimini umanitari commessi nella guerra in Yemen: sono la Germania (la Merkel, in visita a Rhiad, ha chiesto la fine dei raid aerei sullo Yemen), il Belgio e la Norvegia. Recentemente si è pronunciato nello stesso senso senso il governo canadese del presidente Trudeau. Che farà l'Italia? Per quanto tempo potrà continuare a negare l'evidenza?
Se non si costruisce ora l'alternativa alle bombe, domani potrebbe essere troppo tardi ma le organizzazioni sindacali e datoriali, anziché occuparsi della salvaguardia dei lavoratori, si ostinano a sostenere una impresa di proprietà tedesca che viene a fare in Italia ciò che non gli è consentito in Germania. Ci si rende conto che Rheinmetall, dopo aver delocalizzato nel Sulcis-Iglesiente nel 2010, ora lo sta facendo in Sudafrica ed in Arabia e la chiusura potrebbe essere veramente alle porte?

Quanto poi alla sicurezza che sarebbe messa a rischio dalle azioni di quanti vogliono la riconversione, ci preme solo evidenziare che la libertà di opinione e di informazione sono ancora alla base della nostra democrazia, così come dovrebbero esserlo per ogni organizzazione di questo Paese.  A disposizione per ogni ulteriore riflessione e chiarimento,


COMITATO RICONVERSIONE RWM - IGLESIAS


sull'argomento


venerdì 26 gennaio 2018

L'insostenibilità del rally

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA R.A.S. PIGLIARU, ALLASSESSORE AL TURISMO DELLA R.A.S., ALLASSESSORE ALLAMBIENTE DELLA R.A.S., al sindaco di Alghero, AL direttore del Parco REGIONALE di Porto Conte.

I NUMERI SCARSI DEL RALLY SOSTENIBILE

La Sardegna, da diversi anni è la regione italiana che ospita il rally automobilistico internazionale. Gli organizzatori nelledizione del 2017 hanno posto lattenzione sulla sostenibilità ambientale di una simile manifestazione. Si è affermato, come documentato dalla stampa, che si sarebbero adottate una serie di misure atte a mitigare gli impatti negativi sullambiente come la produzione della CO2 stimata in 10 tonnellate. Come compensazione delle emissione venne annunciata la piantumazione di  migliaia di alberi nel parco regionale di Porto Conte e si sarebbe dovuta effettuare nel parco assistenza, allestito nel porto di Alghero, la raccolta differenziata dei rifiuti prodotti.  

Infatti la  lungimirante DELIBERAZIONE N. 25/10 DEL 23.5.2017 DELLA R.A.S. afferma che in considerazione del fatto che la Giunta regionale presta una particolare attenzione per la sostenibilità ambientale delle iniziative che si svolgono sul territorio, nell'attuazione dei programmi di attività e dei progetti relativi alle manifestazioni di rilevante interesse turistico i soggetti beneficiari dei contributi pubblici vengono invitati ad adottare opportune misure volte: a) alla riduzione della produzione e gestione dei rifiuti (raccolta differenziata, acqua di rete ecc.) anche attraverso lutilizzo di materiali ecologici e/o proveniente dal riciclo per gli allestimenti; b) alla riduzione dei consumi energetici e adozione di acquisti pubblici ecologici di beni e servizi a basso consumo energetico (Green Public Procurement - GPP); c) alla riduzione degli impatti dei trasporti; d)  all'implementazione di azioni di coinvolgimento e comunicazione per ladozione di comportamenti sostenibili durante lo svolgimento dellevento. 

Le associazione ambientaliste, viste tutte queste nobili premesse, nel maggio 2017, hanno inoltrato al parco regionale di Porto Conte richiesta di informazioni ambientali per sapere quanti ettari sarebbero stati utilizzati per il nuovo impianto, quanti alberi sarebbero stati messi a dimora, la relativa densità per ettaro, la circonferenza del fusto degli alberi, lindicazione topografica degli impianti e, sulla base delle piantumazioni previste, quanti chili di CO2 degli stimati 10 mila sarebbero stati riassorbiti e in quale arco di tempo. Il parco di Porto Conte, ad oggi, non ha fornito nessuna informazione.

Tuttavia si è constatato che nel giugno 2017 un nutrito drappello di rappresentati delle istituzioni locali e regionali, nel porto di Alghero, ha messo a dimora un piccolo gelso di pochi centimetri di diametro. Un alberello simbolico che, ovviamente, non ha compensato le emissioni di CO2.


Lalberello acchiappa CO2 

Per quanto concerne la raccolta differenziata nel parco assistenza e negli stand commerciali allestiti nel porto di Alghero, dallacquisizione dei dati, si è potuto accertare che solo una minima percentuale, pari al 27,15, ha rappresentato la raccolta differenziata. Va detto che la città di Alghero si accinge, negli auspici degli amministratori locali e delle direttive regionali, alla raccolta differenziata porta/porta per raggiungere il 70% della quota.

Tutto ciò premesso le associazioni ambientaliste domandano alle istituzioni ragionali se, con i dati sino ad oggi disponibili, la manifestazione 2017 in oggetto, sia rientrata nei parametri e presupposti della DELIBERAZIONE N. 25/10 DEL 23.5.2017 della R.A.S. 


Inoltre le associazioni ambientaliste chiedono specificamente allassessore allAmbiente della Ras, per lannunciata edizione 2018 della manifestazione motorista, di effettuare una serie di monitoraggi di carattere ambientale lungo i percorsi sterrati al fine di valutarne gli impatti:
1. valutazione degli impatti della polvere sulla vegetazione sollevata dalle auto nei percorsi sterrati;
2.valutazione degli impatti sulla fauna dovuti allinquinamento acustico prodotti dalle auto nei percorsi sterrati;
3.valutazione degli impatti sullavifauna nidificante dovuti allinquinamento acustico e al deposito di polvere nei siti di nidificazione e riposo prodotti dalle auto nei percorsi sterrati.

Infine le associazioni ambientaliste domandano alle istituzioni locali quali efficaci strategie adotteranno affinché, nella prossima edizione motoristica, venga raggiunta la quota di raccolta differenzia pari o superiore al 70%; inoltre dove e quando avverrà la messa a dimora di alberi - non solo simbolici - per lassorbimento della CO2 prodotta nellesecuzione della manifestazione motoristica.

Carmelo Spada  WWF Sardegna 
Graziano Bullegas Italia Nostra Sardegna
Stefano Deliperi Gruppo Intervento Giuridico