Fin dal 1988 Italia Nostra è concessionaria della Torre Canai di Sant’Antioco. Trattandosi di un bene culturale ai sensi dell’art. 10 del Codice dei BBCC e del Paesaggio la torre è stata adibita a mostra permanente delle Torri Costiere della Sardegna e a luogo di riunione e di incontro per attività culturali.
Solo a seguito di un importante intervento di restauro conservativo cofinanziato dal Ministero dell’Ambiente e dal Ministero dei Beni Culturali (Soprintendenza di Cagliari), nel 1994 nella Torre è stata allestita una mostra delle torri costiere e delle presenze naturalistiche e culturali presenti nel sud dell’isola di Sant’Antioco. Da trent’anni ormai il monumento, con lo spazio circostante, è fruibile dalla comunità e dai visitatori e rappresenta un importante centro di iniziative culturali e naturalistiche.
Da allora, grazie all’attività volontaria dei soci dell’associazione, la torre è stata aperta gratuitamente al pubblico, soprattutto nel periodo estivo, con una media di 3 mila presenze annue. Nel corso delle visite i volontari dell’Associazione forniscono informazioni storiche e culturali sulla torre e sull’arcipelago del Sulcis.
All‘interno e nel piazzale adiacente vengono ospitati incontri culturali, concerti, corsi fotografici e iniziative pubbliche di approfondimento e di conoscenza delle peculiarità ambientali e naturalistiche dell’arcipelago sulcitano ed è tappa e punto di riferimento dei viandanti che percorrono il “Cammino 100 Torri” e gli altri cammini della Sardegna. È inserita tra i monumenti da visitare nel corso delle iniziative pubbliche organizzate dal comune di Sant’Antioco, dal Ministero dei Beni Culturali e dal Consiglio d’Europa, quali: Monumenti Aperti (in collaborazione con le scuole), Giornate Europee del Patrimonio, Settimana dei Beni Culturali. Tutte le iniziative sono gratuite, nessun biglietto o corrispettivo viene richiesto ai visitatori per il servizio prestato e nessun prodotto o merce viene commercializzata all’interno o nell’area di pertinenza della Torre.
Fino all’annualità 2020 la concessione demaniale prevedeva il pagamento di un canone annuo ricognitorio di importo medio di 350 euro. Dal 2021 il costo della concessione demaniale marittima è lievitato a euro 2.500. Un importo incrementato di otto volte rispetto ai canoni pagati negli anni precedenti. Nel 2022 ha subito un ulteriore incremento, 2.698,75 euro! Per raggiungere l’esorbitante importo di 3.377,50 euro nella annualità 2023.
Analogo importo è stato richiesto per il 2024.
In questi anni l’associazione è riuscita a coprire gli esosi costi grazie all’autotassazione e alla generosità di associazioni, società e imprese, e di numerosi cittadini di Sant’Antioco, ma anche di altre località, compresi gli stranieri, che hanno offerto per garantire la prosecuzione dell’attività. Appare veramente assurdo che un’Associazione che svolge attività senza scopo di lucro, il cui interesse pubblico è riconosciuto per decreto del Presidente della Repubblica, i cui soci prestano gratuitamente la loro opera per fornire un pubblico servizio e svolgere attività culturale, debba corrispondere un canone cosí elevato allo Stato per poter fornire gratuitamente un utile e importante servizio alla comunità.
Inoltre sono tante le Associazioni non lucrative, oltre a numerosi enti pubblici, che usufruiscono degli spazi demaniali marittimi – o beni identitari come nel caso della torre Canai - per svolgere attività culturali o sportive, che forniscono un servizio alla comunità e che sono parte integrante dell’offerta culturale e turistica del nostro Paese. La stessa Conferenza delle Regioni è intervenuta per chiedere al Governo di rivedere il canone demaniale distinguendo le concessioni per uso pubblico o non lucrativo da quelle che determinano un vantaggio economico per il concessionario.
Non è superfluo ricordare che il Twiga di Briatore e Santanchè paga ogni anno allo Stato una cifra ridicola come canone, 20 mila euro, a fronte di un fatturato di quasi 10 milioni di euro. Paradossalmente il canone pagato da Italia Nostra è di gran lunga più elevato, oltre 50 euro a mq. contro i 2,5 euro a mq pagati dagli stabilimenti da profitti milionari.
L’altra questione in ballo riguarda il rinnovo della concessione per il prossimo anno. Anche un bene culturale come la torre, essendo omologato ad un pezzo di spiaggia, rischia di finire all’asta in base alla direttiva Bolkestein e di venir assegnato a qualcuno che potrebbe trasformarla nuovamente in una residenza estiva a disposizione di pochi amici.
Italia Nostra rimane in attesa perché le istituzioni già sollecitate intervengano al più presto e chiederà nuovamente al Comune, alla Regione e ai Ministeri interessati affinché si adoperino per sanare questa intollerabile ingiustizia con una norma che distingua beni culturali e identitari dagli arenili funzionali all’affitto di lettini e ombrelloni.
Sull'argomento
TG Videolinadel 30 giugno 2024 - dal minuto 12.25 al min. 13.55 si parla della Torre Canai
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L'Unione Sarda del 23 giugno 2024 |