Se la situazione non fosse tragica e non ci fosse in ballo la sopravvivenza di un boschetto di pini ci sarebbe da ridere attorno a questa situazione paradossale che si sta creando nell’istmo di Sant’Antioco.
Se abbiamo ben capito, per poter fare una valutazione preventiva sull’impatto che il nuovo ponte potrebbe arrecare al patrimonio archeologico, si dovrebbe distruggere una pineta che per la sua crescita ha impiegato diversi decenni a causa della ventosità dell’area. Si distruggono una serie di beni, quelli paesaggistici, botanico e ambientale, per verificare se il nuovo ponte potrebbe impattare sul bene archeologico!
Il paradosso è che la realizzazione del nuovo ponte, un’opera inutile non voluta da nessuno, prosegue senza sosta sprecando risorse economiche e ambientali perché nessun ente ha il coraggio di fermarlo. Una sorta di zombi che continua a esistere finchè non gli diranno che è morto.
L’altra assurdità è che contemporaneamente alla progettazione del nuovo ponte si stanno spendendo, correttamente a nostro avviso, fondi pubblici per manutenzionare, mettere in sicurezza e garantire lunga vita all’attuale ponte.
Noi pensiamo che nessuna opera preventiva debba essere realizzata, nessun albero debba essere abbattuto preventivamente senza la valutazione dell’impatto ambientale e la valutazione di incidenza del nuovo ponte, per verificare appunto quali possono essere i danni all’ambiente (il ponte si trova tra due SIC e un IBA), al paesaggio, ai beni culturali, alla laguna e al territorio che l’inutile opera potrebbe arrecare.
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Uno dei numerosi ponti levatoi di Amsterdam |