Egregio Presidente Emiliano Deiana
non è casuale il fatto che Italia Nostra Sardegna si rivolga a Lei proprio nel pieno dell’emergenza sanitaria per segnalare l’importanza della problematica relativa alla tecnologia 5G. È infatti sotto gli occhi di tutti come la sottovalutazione degli impatti sulla salute collettiva di alcuni fattori di non difficile prevedibilità, a causa dell’incidenza negativa di tali fattori sull’economia, sia costata alla collettività la perdita di molte vite, delle libertà individuali, dei normali rapporti sociali ed alla Nazione un danno economico ed occupazionale incalcolabile. A ciò si aggiunga che tutto lascia credere che l’attesa ripartenza sarà caratterizzata da caos operativo e allentamento dei vincoli normativi. Una situazione della quale gli operatori economici, e tra essi in particolare quelli interessati alla diffusione del 5G, potrebbero giovarsi.
Le anticipiamo che Italia Nostra non nutre alcun pregiudizio nei confronti di tale tecnologia, perché non avrebbe alcun senso opporsi a conquiste del genio umano in grado di facilitare i rapporti sociali ed i metodi di lavoro, a patto che il progresso tecnico non comprometta il rispetto della salute e gli interessi collettivi a vantaggio di quelli aziendali.
Considerata la delicatezza e complessità dell’argomento preferiamo attenerci ai fatti che andiamo di seguito ad esporre.
Come Le è certamente noto, la tecnologia 5G consiste in una rete di nuova generazione che andrà a superare l’attuale 4GLTE. Essa si basa su reti in grado di utilizzare onde radio ad (estremamente) alte frequenze, fino a 300 GHz (le reti attuali sono comprese entro i 5 GHz). Sono proprio le frequenze più elevate che consentono un aumento della velocità del segnale, ma al contempo rendono la propagazione più difficile, obbligando ad un’implementazione esponenziale dei ripetitori. Tutto ciò implica una permanente situazione di inquinamento da elettrosmog, nella quale la popolazione si troverà costantemente immersa a prescindere dell’utilizzo della tecnologia e dei vantaggi che da essa può trarne.
Quali sono i rischi per la salute che ne possono derivare?
Le radiofrequenze 5G sono un mondo del tutto inesplorato e in tale ambito manca uno studio di valutazione del rischio sanitario per la salute dell’uomo e per la conservazione degli ecosistemi.
Con discutibili modalità di approccio gli operatori del settore, usufruendo della complicità di alcune amministrazioni non pienamente consapevoli dei rischi potenziali, hanno avviato un programma di sperimentazione a livello nazionale. Il programma è stato presentato come funzionale alla risoluzione di problematiche di carattere tecnico, ma pur non entrando nel merito e nella liceità del procedimento, non può non sorgere il sospetto che dietro lo scudo della sperimentazione si celi l’interesse ad analizzare gli effetti della nuova tecnologia sulla salute umana. Provi ad immaginare, a solo titolo esemplificativo quale danno economico e di immagine potrebbe derivare ad una multinazionale da una class action intentata nel futuro da un’intera comunità in caso di accertato danno alla salute. Viene infatti da chiedersi per quale motivo sarebbero state selezionate comunità di irrilevante consistenza demografica, che poco interesse hanno a giovarsi di un 5G, e che non presentano forme urbane e demografiche confrontabili con quelle delle metropoli.
Attenendoci allo stato delle attuali evidenze scientifiche possiamo affermare che:
· Nel marzo 2018 sono stati diffusi i primi risultati dello studio condotto in Italia dall’Istituto Ramazzini di Bologna (Centro di ricerca sul cancro Cesare Maltoni) che ha considerato esposizioni alle radiofrequenze della telefonia mobile mille volte inferiori a quelle utilizzate dal National Toxicology Program riscontrando però gli stessi tipi di tumore;
· Il 1° novembre 2018 in National Toxicology Program ha diffuso il rapporto finale di uno studio su cavie animali dal quale è emersa una chiara evidenza che i ratti maschi esposti a radiofrequenze 2G e 3G sviluppano rari tumori delle cellule nervose del cuore. Il rapporto aggiunge che esistono anche “alcune evidenze di tumori al cervello e alle ghiandole surrenali”;
· Nel 2011 la IARC (International Agency for Research on Cancer) ha classificato i campi elettromagnetici delle radiofrequenze come possibili cancerogeni;
· Nel 2011 la EC (European Consumers) e l’ISDE (Associazione medici per l’ambiente) hanno pubblicato un documentato “Rapporto indipendente sui campi elettromagnetici e la diffusione del 5G”, nel quale è esposto lo stato delle ricerche sulle interazioni delle radiofrequenze nei riguardi dei sistemi biologici (vedasi documento allegato).
· Il 1° novembre 2018 in National Toxicology Program ha diffuso il rapporto finale di uno studio su cavie animali dal quale è emersa una chiara evidenza che i ratti maschi esposti a radiofrequenze 2G e 3G sviluppano rari tumori delle cellule nervose del cuore. Il rapporto aggiunge che esistono anche “alcune evidenze di tumori al cervello e alle ghiandole surrenali”;
· Nel 2011 la IARC (International Agency for Research on Cancer) ha classificato i campi elettromagnetici delle radiofrequenze come possibili cancerogeni;
· Nel 2011 la EC (European Consumers) e l’ISDE (Associazione medici per l’ambiente) hanno pubblicato un documentato “Rapporto indipendente sui campi elettromagnetici e la diffusione del 5G”, nel quale è esposto lo stato delle ricerche sulle interazioni delle radiofrequenze nei riguardi dei sistemi biologici (vedasi documento allegato).
Vi è da aggiungere che all’interno di ogni aggregazione sistemica biologica (umana, animale e vegetale) è stata ormai da tempo accertata la presenza di specifiche forme di vita associata o di singoli individui che possono presentare una “ipersensibilità elettromagnetica”. Tale condizione biologica rende questi soggetti particolarmente esposti all’azione dei campi ad alta intensità energetica, quali quelli generati dalle reti 5G. In merito l’Assemblea del Consiglio d’Europa ha invitato gli Stati membri a riconoscere l’elettrosensibilità come una disabilità, e in termini analoghi sono state emesse nell’ultimo decennio una serie di sentenze dalla magistratura internazionale e italiana che attestano il danno da elettrosmog, elettrosensibilità e il nesso causale telefonino=cancro, anche oltre ogni ragionevole dubbio.
Giova peraltro ricordare che ai Governi compete la responsabilità della tutela della salute dei loro popoli e che è compito di ogni Stato provvedere all’eliminazione delle situazioni di non-benessere e garantire il diritto costituzionale alla salute, un caposaldo tra quelli della persona. Al contrario quella 5G è una tecnologia ubiquitaria e come tale non consente scelte, in aperta violazione del diritto individuale di poter scegliere di non avvalersi di un mezzo di qualsiasi natura qualora lo si ritenga lesivo della propria incolumità.
Non è a Lei certo, per il ruolo che ricopre all’interno dell’ANCI, che si dovrà ricordare che al Sindaco compete la responsabilità penale, civile, amministrativa, ai fini degli accertamenti nelle sedi competenti delle conseguenze di ordine sanitario che possono manifestarsi sia a breve che a medio e lungo termine nei confronti della popolazione residente nel territorio comunale.
Alla luce delle considerazioni sopra esposte e in applicazione del principio di precauzione sancito dal Trattato di Maastricht ed enunciato nell’art. 191 del Trattato sul funzionamento dell’UE, nonché in conformità al principio di trasparenza della Pubblica amministrazione, in qualità di stakeholders riconosciuti a livello nazionale ci facciamo portavoce delle istanze dei Comitati, delle varie aggregazioni sociali e di singoli cittadini, chiedendoLe di:
- Informare tempestivamente le popolazioni nel caso di richiesta di installazione di antenne 5G;
- Aprire e tenere aperto un tavolo di confronto a carattere regionale ed anche locale sull’argomento 5G con i Comitati e le Associazioni portatori di interessi;
- Suggerire alle amministrazioni locali l’adozione in via precauzionale di ordinanze contingibili e urgenti a tempo indeterminato, che vietino l’installazione di antenne o l’utilizzo delle esistenti per tecnologie 5G su tutto il territorio comunale (come già fatto da molti Sindaci sul territorio nazionale e da alcuni anche in Sardegna);
- Garantire una informazione plurale alle cittadinanze senza sottostare ad assicurazioni tranquillizzanti da parte di coloro che hanno interessi economici nella creazione delle reti o nella diffusione della tecnologia.
In attesa di una Sua gradita risposta, La ringraziamo per l’attenzione e esprimiamo auspici che la Sardegna possa costituire nell’ambito dei processi decisionali un esempio di democrazia e di responsabilità civile a tutela del territorio e della salute di coloro che vi sono nati e di quelli che intendono sceglierla come terra di adozione.
Si allega il Rapporto Indipendente sui campi elettromagnetici e la diffusione del 5G. a cura dell’ISDE
Li, 30 aprile 2020
Graziano Bullegas Mauro Gargiulo