Il mercato delle armi e quello delle bombe rappresentano un business ad alto rendimento, per questo motivo la società RWM Italia chiede di raddoppiare la produzione in Sardegna e ha necessità di un iter autorizzativo veloce e snello, senza le lungaggini burocratiche derivanti dalle norme europee, italiane e della Regione Sardegna che imporrebbero l'assoggettibilità a Valutazione di Impatto Ambientale dell'intero stabilimento, delle linee produttive esistenti e di quelle di nuova installazione.
Il prossimo 3 novembre arriverà a scadenza la prima fase della procedura autorizzativa per il più importante fra gli ampliamenti (si contano 12 diverse pratiche in 2 anni) richiesti da RWM Italia Spa, relativamente al sito produttivo di bombe per aereo,nella Regione “San Marco” del Comune di Iglesias.
Come si evince dalla relazione tecnica pubblicata sul sito del Servizio Valutazioni Ambientali della Regione Sardegna, si tratta della realizzazione di nuove linee produttive che consentiranno di raddoppiare o addirittura triplicare la produzione.
Si tratta di quantità che fanno paura, infatti la RWM produce già una quantità enorme di ordigni, stimata in 4/5000 all'anno, lavorando 7 giorni su 7, 24/24h; la produzione passerebbe quindi all'impressionante numero di 10/15000 bombe all'anno che continuerebbero ad attraversare la regione per essere portate fino in Arabia Saudita, la quale continua ad utilizzarle per distruggere ogni residua forma di vita e di civiltà in Yemen.
Mappa parco Monte Linas - Marganai |
E' dello scorso 4 ottobre l'ultima Risoluzione del Parlamento Europeo che chiede ancora una volta agli stati UE di fermare la carneficina bloccando le esportazioni di armi verso tutti i paesi che partecipano al confitto e in particolare verso la coalizione a guida saudita.
In questi ultimi giorni, inoltre, il governo tedesco, a seguito dell'omicidio Kashoggi nel consolato saudita, propone a tutti gli stati europei un embargo totale verso l'Arabia.
Italia Nostra e Comitato Riconversione RWM si sono costituiti, già a luglio 2018, nella Conferenza dei Servizi relativa al procedimento autorizzativo, in quanto soggetti portatori di interesse diffuso, ed hanno presentato una nota congiunta nella quale si rimarca la necessità che un'opera delle dimensioni citate, che l'azienda richiede di realizzare in un'area priva di classificazione urbanistica e ad un chilometro dal Sito di Interesse Comunitario “Marganai-Monte Linas”, non possa essere autorizzata senza essere prima sottoposta ad una attenta Valutazione di Impatto Ambientale.
Rimarcano inoltre che sono ben 12 le pratiche di ampliamento avviate dalla RWM presso il Comune di Iglesias negli ultimi 2 anni e che tale novero di iniziative, in presenza di un piano di investimenti annunciato per 40 milioni di euro e di un piano organico teso a moltiplicare la capacità produttiva della fabbrica, non può non essere valutato nel suo insieme, considerando in particolare i rilevanti aspetti ambientali e sociali.
Per questi motivi chiedono con forza che tutti gli Enti coinvolti nel rilascio dell'autorizzazione e, in particolare il SUAP di Iglesias, con l’interessamento del Servizio valutazioni ambientali dell’Assessorato della Difesa dell'Ambiente, facciano quanto in loro potere affinché, prima di un'eventuale autorizzazione, possano essere approfondite le conseguenze ambientali di questo nuovo ampliamento, in connessione con l'assetto attuale dello stabilimento e con le altre pratiche autorizzative in essere.
Le organizzazioni scriventi sono pienamente consapevoli della gravità del problema occupazionale nel Sulcis-Iglesiente, sottolineano però che eventuali nuove assunzioni di personale servirebbero per incrementare una produzione eticamente inaccettabile e totalmente incompatibile con la legislazione italiana(la quale prevede che si possano produrre armi esclusivamente per la difesa), e andrebbero ad aumentare ulteriormente l'esercito prima del precariato e poi dei disoccupati,essendo soggette ad immediata risoluzione nel caso della crisi aziendale che seguirebbe sicuramente il blocco dell'export richiesto dall'Unione Europea.
Il Comitato Riconversione RWM e Italia Nostra Sardegna credono invece nella possibilità che possano essere trovate e messe in atto soluzioni alternative per tutti i lavoratori della fabbrica,non assistenziali, pacifiche, sostenibili per l'ambiente e foriere di ulteriore e duraturo sviluppo per il territorio.
Sollecitano perciò la politica nazionale e regionale affinché si faccia carico fino in fondo del problema ed agisca immediatamente fermando l'esportazione ed attivando le procedure per la salvaguardia di tutti i lavoratori coinvolti.
Foresta Marganai |
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