giovedì 20 agosto 2015

E’ possibile limitare l’invasione delle antenne nei centri urbani



Manifestazione settembre 2014 a Sant'Antioco
Importante sentenza del TAR Sardegna in materia di posizionamento dei ripetitori per la telefonia mobile, di emissioni di onde elettromagnetiche in prossimità dei centri urbani e di minimizzazione del danno derivante dall’esposizione a campi elettromagnetici.
Le antenne erano state installate l’estate 2014 nel centro urbano di Sant’Antioco, in prossimità di scuole, asili, casa per l’anziano, poliambulatori etc… con l’autorizzazione del Comune e nulla osta da parte degli enti deputati alla salvaguardia del paesaggio e dei beni culturali. Autorizzazione successiva all’approvazione da parte del Consiglio Comunale di un inutile e pasticciato regolamento sull’installazione delle antenne nel centro abitato.

Vedi blog Italia Nostra Sardegna: Tralicci e radiazioni elettromagnetiche vicino a scuole e asili

Manifestazione settembre 2014
La II sezione del TAR Sardegna, con sentenza del 2 luglio 2015 n. 905 e 906 ha accolto il ricorso - proposto da un gruppo di cittadini e dall’associazione Cittadiniattivi, rappresentati e difesi dagli avv.ti Andrea e Paolo Pubusa - censurando il comportamento del Comune che, pur non potendo impedire la “localizzazione degli impianti di telefonia mobile per intere ed estese porzioni del territorio comunale” avrebbe dovuto ricercare la minimizzazione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici attraverso il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e l’operatore di telefonia mobile per non aver attivato “una puntuale ricognizione di altri siti collocati in ambiti meno interessati da tali particolari strutture recettive (strutture destinate ad accogliere soprattutto bambini ed anziani etc … ndr) al fine di valutarne l’idoneità tecnica alla sua collocazione”.


Installazione dell'antenna

In definitiva il Comune e la Vodafone avrebbero dovuto attivarsi per contemperare le esigenze dell’azienda con quelle della minimizzazione del danno derivante alla popolazione dall’esposizione ai campi elettromagnetici e per valutare la possibile localizzazione dell’impianto su area alternativa a quella prescelta: “Tale indagine, infatti, nel corso dell’istruttoria procedimentale in questione è del tutto mancata, non essendosi richiesto alla Vodafone, verosimilmente anche a causa dell’originaria lacuna dell’atto regolamentare, uno sforzo collaborativo volto a conciliare le sue finalità imprenditoriali, indubbiamente colorate da rilevanti profili di pubblico interesse in relazione alla natura del servizio erogato, con l’interesse dei cittadini del Comune di Sant’Antioco…”.
Ribadendo concetti già espressi in precedenti pronunciamenti, il TAR Sardegna riconosce la legittimità delle preoccupazioni dei cittadini in merito all’esposizione delle onde elettromagnetiche e l’incertezza scientifica sulle conseguenze, nel medio/lungo periodo, di tale esposizione per la salute: “…cittadini del Comune di Sant’Antioco giustamente preoccupati dal proliferare di impianti di telefonia mobile e radio comunicazione in un contesto storico in cui le conoscenze medico scientifiche in materia sono contraddittorie e non sono ancora in grado di offrire certezze in ordine alle conseguenze, nel medio/lungo periodo, dell’esposizione continua alle onde elettromagnetiche”.
Antenna in via Dei Pini a Sant'Antioco

“In conclusione, quindi, il ricorso merita accoglimento sotto l’assorbente profilo del difetto di motivazione e carenza di istruttoria in relazione al mancato svolgimento di accertamenti volti a verificare l’esistenza di un sito alternativo a quello per cui è causa tecnicamente compatibile con il fine perseguito da Vodafone”.

Il testo della sentenza del TAR Sardegna 906/2015 

sull'argomento

Gazzetta Forense - Illegittima l'autorizzazione rilasciata alla Vodafone spa per la realizzazione di una stazione radio-base
Il sole 24 ore - Limiti per l'installazione di una stazione radio base: illegittimità dell'autorizzazione rilasciata dal Comune


mercoledì 5 agosto 2015

Approvata la riforma della Pubblica Amministrazione: cementificatori ed ecomafie ringraziano


Si è persa una grande occasione per fare una seria riforma della Pubblica Amministrazione, la riforma approvata ieri non risolve nessun problema, ma peggiorare la situazione in molti punti fondamentali, si tratta dell'ennesima norma che contiene solo tagli e deleghe in bianco al governo.
Anziché creare una Polizia ambientale considerati i tanti reati che quotidianamente si consumano a dallo del territorio, si è depotenziato il Corpo Forestale dello Stato prevedendo l’accorpamento non meglio precisato del Corpo in un’altra forza.
Attività estrattiva

L’altro grave colpo alle politiche di difesa del territorio è dovuto alla creazione dell’ufficio territoriale dello Stato. Nel quale il governo intende accorpare e concentrati ragionerie, direzioni provinciali dell''Agenzia delle entrate, archivi notarili, soprintendenze, uffici scolastici, direzioni regionali e territoriali del lavoro saranno in una sede unica. Un metodo questo che accompagnato dal silenzio assenso impedirà agli uffici del Ministero dei Beni Culturali di svolgere la loro attività di vigilanza a tutela del paesaggio e dei beni comuni.

 

DDL Madia: “Un grave colpo alla tutela dei beni culturali del nostro Paese”

«Italia Nostra contesta nel modo più fermo il silenzio assenso nei procedimenti autorizzativi presso le Soprintendenze, contenuto nell’art.3 del disegno di legge delega Madia, approvato alla Camera e contro il quale il Consiglio nazionale del Ministero dei Beni Culturali e i vertici politici del Ministero si sono espressi autorevolmente con condivisione dello stesso ministro Franceschini». Lo afferma il Presidente nazionale di Italia Nostra, Marco Parini che aggiunge: «Una previsione, l’approvazione del DDL, che aveva già provocato una levata di scudi di Italia Nostra insieme a tutte le Associazioni di tutela e dell’intero mondo culturale».
Chiesetta di Sant'Elena a Lotzorai

«Non si comprende – continua Parini – come in un Governo che appare coeso, possa accadere che in seno alla legge delega del Ministro Madia sulla semplificazione dei procedimenti amministrativi e dell’organizzazione della “macchina dello Stato”, si proceda approvando contenuti contestati dal Ministero competente. Si tratta dell’art.3 con il quale si introduce il silenzio assenso nei procedimenti autorizzativi delle Soprintendenze, i cui uffici, dotati di poco personale con funzione tecnico–scientifica, dovranno esaminare e provvedere alle migliaia di istanze per autorizzazioni entro 90 giorni per i quali, in difetto, interverrà il silenzio assenso. Una palese violazione dei principi volti alla tutela del nostro patrimonio storico- artistico e paesaggistico sanciti dall’art.9 della Costituzione e dall’obbligo della funzione di tutela contenuto nell’art.117 della stessa Costituzione. Una “tutela a tempo” per un patrimonio unico al mondo».
Torre Canai - Sant'Antioco

«Ove il percorso della legge delega, che peraltro contiene l’incredibile progetto di sciogliere il Corpo Forestale dello Stato assimilandolo genericamente al corpo dell’Arma dei Carabinieri, giunga ad approvazione, – conclude il Presidente di Italia Nostra – chiediamo sin da ora che il Governo, in sintonia con il Ministero competente, non faccia uso di questa delega superficialmente concessa dal Parlamento, non introducendo il silenzio assenso in un decreto legislativo, ma ottemperando alle ragionevoli richieste di celerità di esame delle domande di autorizzazione pervenute alle Soprintendenze assumendo architetti, storici dell’arte, archeologi, archivisti la cui presenza per pensionamenti e mancato turn over è ormai ridotta ai minimi termini».

ITALIA NOSTRA – ufficio stampa 
Calasetta - Piazza Belly

Sull'argomento

Repubblica.it - Game over
Altraeconomia - DDL Madia, addio territorio italiano
Altraeconomia - La fine delle Soprintendenze. Fermate il DDL Madia 
Sardegna Blogger -  La triste, inutile, assurda cancellazione del Corpo Forestale dello Stato



IL GOVERNO CALA LE TASSE E AUMENTA LE BOLLETTE?


Impianto eolico a Ulassai
Mentre l’Autorità per l’energia denuncia una spesa fuori controllo nel 2015 e 2016 per eolico e rinnovabili speculative, prevalgono le pressioni dei lobbysti e il MISE prepara un nuovo Decreto. Le associazioni ambientaliste: “Cosi non si combatte la CO2 ma si aggravano gli oneri per famiglie e imprese in tempo di crisi, con gravi danni a Paesaggio e Biodiversità”.
Roma, 21 luglio 2015 – Già dal 2015 e 2016 la spesa per gli incentivi alle rinnovabili elettriche sarà fuori controllo. A causa del pesante extra costo dovuto al ritiro dei Certificati Verdi (sistema incentivante già attivo da anni), l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG) afferma che sta valutando “l’assunzione di apposite misure finalizzate a rendere sostenibile tale rilevante incremento degli oneri”.
L’impatto complessivo annuo della sola conversione dei Certificati Verdi lieviterà quindi a 5 miliardi, portando la componente A3 della bolletta a 14 miliardi nel 2016, quindi con un extracosto di circa 2 miliardi di euro!
Nel 2014 furono adottati Decreti “spalmaincentivi” per l’impossibilità di onorare impegni non sostenibili assunti con incentivi sproporzionati. Ora, contraddicendo se stesso, il governo prepara nuove lucrose incentivazioni pluriennali per ulteriori impianti speculativi, di scarsa efficienza e produttività, oltre che gravemente impattanti sul già martoriato territorio italiano. Proprio le società eoliche ne beneficerebbero maggiormente, malgrado le rinnovabili elettriche abbiano già superato gli obiettivi, persino quelli “inventati” per giustificare nuovi sussidi. E il miserabile apporto energetico dell’eolico non è stato certo determinante, malgrado piantagioni di migliaia e migliaia di torri eoliche!
Rendering impiano San Quirico

Tredici associazioni ambientaliste – Altura, Amici della Terra, Comitato per la Bellezza, Comitato Nazionale del Paesaggio, Ente Nazionale Protezione Animali, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Movimento Azzurro, Pro Natura, Rete nazionale NO geotermia speculativa e inquinante, Verdi Ambiente e Società, Wilderness Italia – denunciano: “E’ una politica schizofrenica, inspiegabile, se non con la volontà di accontentare talune lobby rispetto a interessi collettivi, che invece ben si concilierebbero utilizzando più moderati sostegni finanziari in altri comparti non elettrici. Ad esempio efficienza energetica o rinnovabili termiche, dove gli interessi nazionali sarebbero decisamente evidenti e diffusi e con superiori risultati di decarbonizzazione”.
“Il Ministero Guidi riporti la supremazia della politica sugli appetiti finanziari e ritiri questo provvedimento sperpera-denari come già chiesto dagli ambientalisti e giustificato da inoppugnabili valutazioni costi benefici”.
 
Assemblea a Villanovaforru