Prima le finte serre
fotovoltaiche di Su Scioffu a Villasor, poi quelle di Giave e oggi le finte
serre di Ozieri balzano agli onori delle cronache isolane! Il sequestro di
questi impianti e di ingenti quantità di denaro relative ai profitti generati,
oltre all'accusa di truffa aggravata nei confronti dei dirigenti delle società
che gestiscono gli impianti, confermano, ancora una volta, la fondatezza delle
denunce e dei ricorsi presentati dal Comitato S'Arrieddu per Narbolia insieme alle
Associazioni Adiconsum e Italia Nostra Sardegna contro questi impianti.
Lo stato di degrado in cui versano le serre di Narbolia |
Di fatto le serre installate in
Sardegna sono delle semplici strutture metalliche a sostegno di pannelli
fotovoltaici. Si tratta in effetti di veri e propri impianti industriali per la
produzione di energia elettrica, escogitati come ovvi escamotages alla norma
che vieta l'installazione dei pannelli fotovoltaici su grandi estensioni di
suolo agricolo[1]
. Pertanto, oltre ad essere stati abusivamente ubicati in
area agricola, percepiscono incentivi dal Conto Energia grazie a una indebita
posizione di vantaggio nella graduatoria nazionale degli incentivi statali, in
danno di coloro che avrebbero avuto diritto in quanto in possesso di titolo
legittimamente conseguito. Una attenta lettura dei bilanci della Enervitabio
Santa Reparata Società Agricola srl, di Narbolia, la cui ragione sociale è
quella di coltivare "ortaggi in
foglia, a fusto, in radici etc..."
chiarisce in maniera inequivocabile l'inesistenza di qualsiasi attività
agricola.
Il negativo impatto di questi
impianti industriali sul territorio agricolo è evidenziato dal rapporto ISPRA
edizione 2016 [2]
sul consumo di
suolo nel quale vengono citati i comuni di Giave e Narbolia tra quelli che
hanno avuto un maggior incremento di consumo di suolo negli anni 2012 - 2015 "connesso alla realizzazione di
imponenti impianti fotovoltaici".
E' bene ricordare che le cifre in
campo erogate dal GSE sotto forma di incentivi del Conto Energia per le serre
fotovoltaiche installate in Sardegna sono dell'ordine di diverse decine di
milioni di euro annui per un totale complessivo prossimo al miliardo di euro
nei vent'anni di vigenza dei benefici.
Nonostante il fenomeno sia diffuso
in tutta la Sardegna, non si comprende perché i sequestri e le denunce hanno
riguardato ad oggi, soltanto poche aziende. A mero titolo esemplificativo si
citano gli impianti per la produzione di
Energia Elettrica del gruppo Enervitabio che meriterebbero analoghe verifiche
della magistratura, ubicati a Giave, Narbolia, Padria, Galtellì, Santadi, San
Giovanni Suergiu. Oltre alle serre di Villasor della Twelve Energy, di Milis
della Milis Energy Srl, di Villaperuccio dell'Azienda agricola Montessu, di
Ozieri della Agrisun.
L'area occupata dalle serre a Narbolia |
Numerose sono state le denunce
presentate alle diverse Procure, in particolare a quella di Oristano, dal Comitato e dalle Associazioni firmatarie. Così come in diverse
occasioni è stata presentata richiesta di verifica della sussistenza dei
requisiti di legge all'Ass.to all'Agricoltura, che ha autorizzato gli impianti
e che avrebbe dovuto controllare non solo la documentazione di progetto, ma
vigilare sul reale rispetto delle norme nel corso dell’esercizio. Sarebbe utile
verificare se esistono gli estremi di omissione di atti di ufficio da parte di
questi enti anche in considerazione dell'ingente danno erariale arrecato da
queste operazioni speculative.
E' chiaro che tutto ciò accade
proprio perché gli organi di vigilanza sono praticamente assenti. Già nel 2014 lo stesso presidente della
Corte D'Appello di Cagliari, nella relazione sull'amministrazione della
giustizia ha citato questi impianti, assieme a quelli eolici, come esempio di
malaffare: "Nelle maglie di una
normativa caotica, in cui si intrecciano interventi dello Stato e della Regione
che rispondono all’esigenza di favorire gli investimenti ma dovrebbero anche
garantire la salvaguarda del territorio e del paesaggio, si sono aperti varchi
in cui si sono infiltrate compagini criminose che hanno costruito impianti
industriali sul presupposto che fossero invece a servizio dell’attività
agricola"[3].
[1]
Art. 10, comma 4, del decreto legislativo n 28 del 2011 (Requisiti e
specifiche tecniche) e art 11del Decreto Interministeriale 5 maggio 2011
(Requisiti dei soggetti e degli impianti)
[2] ISPRA
- Consumo di suolo, dinamiche
territoriali e servizi ecosistemici. Rapporto 2016
[3] RELAZIONE SULL'AMMINISTRAZZIONE DELLA
GIUSTIZIA NEL DISTRETTO GIUDIZIARIO DI CAGLIARI PER L'ANNO 2014 - Inaugurazione
dell'anno giudiziario - Assemblea Generale
della Corte del 24 gennaio 2015 - http://www.giustizia.sardegna.it/allegatinews/A_5117.pdf
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