In questi mesi in cui la costa sarda è meta quanto mai ambita, proprio per la sua integrità vista come luogo di rigenerazione dopo un periodo buio, i capigruppo di maggioranza in Consiglio Regionale propongono, invece, un progetto di legge che rischia di ridurre gravemente la tutela paesaggistica soprattutto nella fascia costiera.
Si tratta di una proposta incomprensibile ed inaccettabile nel merito, ma anche nel metodo poiché viene proposta nel 2020 l’interpretazione autentica delle norme del PPR del 2006.
In sostanza la necessità di risolvere il problema tecnico del completamento della strada Sassari Alghero è usata come grimaldello per scardinare le norme di tutela del paesaggio.
Le Associazioni riaffermano con forza che viceversa la qualità del paesaggio è una delle grandi leve per il rilancio sostenibile della Sardegna, e la fascia costiera il bene comune per eccellenza da rendere disponibile per le generazioni future.
Il 28 maggio scorso è stata presentata dai capigruppo dell'attuale maggioranza in Consiglio regionale una proposta di legge N° 153 che sembra rivolta a risolvere un problema tecnico inerente le autorizzazioni sia per il tratto di completamento della nuova strada Sassari Alghero che della Olbia Palau.
Su tali questioni, in sede tecnica infatti il MIBACT, nel corso di una istruttoria che si protrae da diversi anni, ha fornito numerose proposte e prescrizioni per superare le criticità che hanno portato al parere negativo sul progetto ANAS. E’ veramente sorprendente che invece di procedere al confronto in sede tecnica con il MIBACT si cerchi di aggirare il parere del Ministero e, strumentalizzando la giusta richiesta degli abitanti di Alghero di ammodernamento della viabilità, si presenti un progetto di legge indirizzato a stravolgere la normativa di Tutela Paesaggistica contenuta nelle norme del PPR.
Inoltre si ricorre all’istituto della “interpretazione autentica” di norme contenute nel “Piano paesaggistico regionale” (PPR) approvato con decreto del Presidente della Regione Sardegna il 7 settembre 2006.
La proposta di legge muove da una premessa che va chiarita. A seguito della modifica operata nel 2008 al codice Urbani (D.Lgs 42/2004), l'art. 135 del codice risulta così formulato: “Lo Stato e le regioni assicurano che tutto il territorio sia adeguatamente conosciuto, salvaguardato, pianificato e gestito in ragione dei differenti valori espressi dai diversi contesti che lo costituiscono. L'elaborazione dei piani paesaggistici avviene congiuntamente tra Ministero e Regioni, limitatamente ai beni paesaggistici di cui all'articolo 143, comma 1, lettere b, c, d), nelle forme previste dal medesimo articolo 143”.
Il primo obiettivo del progetto di legge 153/2020 appare quello di sottrarre alcuni beni paesaggistici (diversi da quelli indicati nel D.Lgs 42/2004 art. 143, comma 1, lettere b, c, d) alla pianificazione paesaggistica congiunta Stato Regione, e non alle procedure di tutela paesaggistica, purché a gestione unicamente regionale.
Innanzitutto, la sottrazione di beni ed aree alla pianificazione congiunta, costituirebbe un depauperamento della tutela ambientale del PPR, in quanto annullerebbe la concorrenza di potere Stato Regione, fattore di maggiore rispetto del generale principio di precauzione, che dovrebbe sempre animare l'operato della pubblica amministrazione nella salvaguardia degli interessi collettivi in materia ambientale. Tale depotenziamento del PPR, del resto, sarebbe in contrasto con le sentenze espresse nel merito dalla Corte Costituzionale. “Alle Regioni non è consentito apportare deroghe in peius rispetto ai parametri di tutela dell’ambiente fissati dalla normativa statale” (Cost. 210/2016) e “la giurisprudenza costituzionale è costante nell’affermare che la tutela dell’ambiente rientra nelle competenze legislative esclusive dello Stato e che, pertanto, le disposizioni legislative statali adottate in tale ambito fungono da limite alla disciplina che le Regioni, anche a statuto speciale, dettano nei settori di loro competenza, essendo ad esse consentito soltanto eventualmente di incrementare i livelli della tutela ambientale” (Cost. 300/2013). Va sempre ricordato che le tre materie (urbanistica, paesaggistica, ambientale) sono indissolubilmente legate e intrecciate tra di loro.
E' dunque possibile che, la Regione sarda adotti in futuro modifiche più permissive, benchè in contrasto con il richiamato divieto di riduzione del livello di tutela. Infatti il progetto di legge 153 pone le basi perché in futuro la Regione possa promuovere autonomamente la modifica delle NTA del PPR riguardanti alcuni beni (fascia costiera, beni identitari, zone agricole, ecc.) e perfino la loro delimitazione.
La proposta in esame contiene però anche una grave insidia, perché definisce la norma come “interpretazione autentica” del PPR. Caratteristica delle leggi di interpretazione autentica è che esse, in quanto volte a dirimere l'incertezza interpretativa di una certa disposizione, possono avere quindi un effetto retroattivo. E infatti, secondo la volontà dei proponenti, tale effetto si verificherebbe fin dalla data di entrata in vigore del già citato decreto legislativo n. 23 del 2008.
Ebbene, al di là del merito delle disposizioni contenute nel piano paesaggistico e nelle relative norme di attuazione, nessuno ha mai dubitato sul loro esatto significato in materia di fascia costiera, beni identitari e zone agricole, nella parte in cui venivano disposti vincoli eccedenti quelli previsti in ambito nazionale.
In conclusione, richiamando la previsione contenuta nell'art. 2 comma 3 della PdL 153/2020 (sottrazione al PPR del divieto di realizzare strade superiori alle due corsie), bisogna ricordare che qualora lo stadio di avanzamento di un'opera in contrasto con il PPR si trovi ad un livello avanzato, la valutazione collegiale in sede tecnica deve mirare alla ricerca di soluzioni tecniche che possano portare a un effettivo contemperamento dei vari interessi in campo, senza escludere a priori né la modifica del PPR, né la rinuncia alla realizzazione dell'opera stessa.
La sottrazione dell’opera al divieto di realizzazione imposto dal PPR appare invece come un espediente normativo che mira a depotenziare la capacità di salvaguardia del PPR, la qual cosa sarebbe peraltro in contrasto con le sentenze della Corte Costituzionale prima citate.
Che il Consiglio regionale in questo momento impieghi le risorse legislative per puntualizzazioni cavillose rivolte a ridurre la tutela paesaggistica non è proprio ciò di cui la Sardegna ha bisogno per risollevarsi da una crisi di queste proporzioni.
Riaffermiamo con forza che la qualità del paesaggio è una delle grandi leve per il rilancio sostenibile della Sardegna, che l'andamento del COVID 19 ha dimostrato che la nostra regione può essere un caso positivo di accoglienza sicura e un luogo di vera rigenerazione dello spirito proprio perchè qui è ancora possibile riconnettersi con la natura in luoghi di bellezza straordinaria.
La Sardegna ha semmai bisogno di strategie e strumenti perchè la tutela di tali valori sia al centro di economie durevoli, rispettose dell’identità e del patrimonio paesaggistico, e non di norme grimaldello che tentano di aprire spiragli legislativi pericolosi e anacronistici.
Al Consiglio Regionale si rivolge pertanto un appello per accantonare il tentativo o il rischio di sminuire la salvaguardia del territorio, sia quello costiero che quello identitario, insieme ai paesaggi rurali, se si vuole richiamare verso la Sardegna un crescente flusso turistico che, secondo molti sondaggi, è sempre più attratto dal pregio naturalistico, culturale e ambientale che l’Isola ancora conserva.
Legambiente, Italia Nostra, WWF e FAI della Sardegna
“Italia Nostra esprime inoltre viva preoccupazione per l’ennesima proroga al Piano Casa approvata ieri dal Consiglio Regionale che da norma straordinaria sta diventando prassi e che sta trasformando in peggio i centri urbani della Sardegna consentendo deroghe ai già eccessivamente permissivi strumenti urbanistici comunali, quasi tutti mai adeguati alle norme di tutela previste dal Piano Paesaggistico Regionale del 2006.”
sull'argomento
Sardegna Report - Legambiente, Italia Nostra, WWF e Fai , documento unitario contro il progetto di legge n. 153
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