Si
incomincia con l’attività di ricerca ed esplorazione di giacimenti metaniferi
nel territorio di Arborea e si finisce con la petrolizzazione del territorio di
Arborea, zona di punta dell'agricoltura della provincia di Oristano e della
Sardegna e emergente area turistica.
Già a marzo del 2012 la sezione Sinis Cabras Oristano dell’Associazione Italia Nostra, in fase di screening ambientale, ha presentato motivate osservazioni al SAVI evidenziando alcune criticità che si riportano in sintesi:
1)
Il progetto
prevede l'estrazione di idrocarburi gassosi in un'area abitata, i cui nuclei
abitativi più prossimi sorgono tra 410 e 420 metri dall'epicentro dello scavo e
con una forte presenza di aree protette (SIC e ZPS e Important Bird Area) per
la tutela della biodiversità: stagno di S’Ena Arrubia, di Corru S’Ittiri, di
Santa Giusta, di San Giovanni, di Marceddì, Cirras, di Cabras e gli stagni di
Oristano, S'Ena Arrubia.
2)
La Saras non
analizza mai il suo progetto in un ottica a lungo termine. Come detto, dopo il
pozzo preliminare, vengono quelli permanenti ed inevitabile infrastruttura
pesante di trattamento che necessariamente avranno bisogno di risorse e di
spazi per crescere. In Basilicata ad esempio, l’industria petrolifera si è via
via espansa arrivando ad installare pozzi di petrolio ed oleodotti finanche
dentro a parchi nazionali e nei pressi di ospedali. Il progetto Saras già solo
per la costruzione di un pozzo preliminare prevede il riadattamento di una
pista ciclabile in una strada adibita al traffico di camion e cisterne,
aumentando dunque traffico, emissioni inquinanti, smog. Cosa comporterà allora
l’estrazione permanente di gas naturale?
3) La possibilità di inquinamento delle
falde idriche in seguito alle operazioni di trivellamento del pozzo esplorativo
è reale con possibili migrazioni dei fluidi di perforazione – inquinanti e
tossici - che potrebbero intaccare le falde idriche. Questo fenomeno è già noto
in letteratura, in particolare in Basilicata, dove diverse sorgenti idriche
millenarie sono state chiuse in anni recenti a causa della contaminazione da
rifiuti petroliferi. Nel progetto si parla anche di ben 5 vasche per il
contenimento di rifiuti tossici a cielo aperto, come illustrato dalle immagini
a pagina 28 del progetto, che potrebbero riversare materiale tossico, in caso
di incidenti o piogge, quali che siano le condizioni meteorologiche e che di
sicuro porteranno con se forti esalazioni.
4)
La qualità dei
prodotti agricoli di Arborea e dei suoi dintorni è eccellente, grazie ai suoi
fertilissimi terreni. Qui si producono fragole, carote, angurie, finocchi,
insalata, cavoli, cipolle, pomodori, meloni, patate, zucchine. Gli agricoltori
sono riuniti in varie cooperative fra cui la Cooperativa Produttori Arborea: i
prodotti agricoli della zona sono conosciuti in tutta Italia e il loro marchio
è garanzia di qualità. L’area è immersa in una folta pineta, vi sono vari
percorsi naturalistici e nel comprensorio sorgono decine e decine di
allevamenti di bovine da latte unite sotto la Cooperativa 3A che produce latte
di Alta Qualità e prodotti lattiero-caseari. I bovini vengono abbeverati
direttamente dai pozzi artesiani che attingono dalle ricche falde acquifere
della zona. Oltre alle possibilità di inquinamento delle falde, ci sono i
possibili danni d’immagine sia per i derivati lattiero-caseari che per i
prodotti agricoli che sono il perno dell’attività economica di Arborea.
5)
La Saras non affronta
il problema possibile della subsidenza del terreno dovuta alle sue
infrastrutture e al suo pozzo estrattivo. In Italia e nel mondo ci sono
moltissimi esempi di subsidenza indotta dall’attività umana. Il Polesine si è
abbassato di oltre tre metri nell’arco di 30 anni di attività metanifera. I
pozzi di gas sono stati chiusi all’inizio degli anni ’60 per evitare ulteriori
disastri, fra cui le inondazioni del delta del Po. Altri esempi di subsidenza
indotta dalle estrazioni petrolifere si sono registrate nella Louisiana, in
Texas, nei mari della Norvegia, in California, in Venezuela. La provincia di
Oristano ed i cittadini di Arborea dovrebbero essere informati d tali rischi.
6)
La subsidenza
indotta ha anche la caratteristica di aumentare la salinità del territorio,
compromettendo le colture agricole e con potenziale moria di alberi da frutta.
Questo fenomeno è stato già studiato ed analizzato nel delta del Po, dal
professor Mario Zambon, in seguito alle estrazioni metanifere degli anni ’50
quando vi furono morie di alberi di pesca e di mandorli nei pressi dei pozzi di
metano. Per questi motivi – subsidenza indotta, alta salinità, e alluvioni del
delta del Po - le operazioni metanifere furono in larga parte smantellate alla
fine degli anni ’60.
7)
Oltre subsidenza
indotta c’è da considerare che le estrazioni di petrolio e di gas naturale
contribuiscono a rendere instabile il terreno. Microterremoti dell’ordine di 3
o 4 gradi della scala Richter si sono registrati in varie zone del mondo non
sismiche, e anche in Basilicata, a causa dell’attività petrolifiera. In alcuni
casi, le conseguenze sono state più gravi. La ditta Schlumberger riporta uno
studio in cui le estrazioni di idrocarburi in Russia hanno portato a terremoti
anche di grado 7 della scala Richter. Anche se la provincia di Oristano non è
zona sismica occorre tenere presente questi possibili rischi.
8)
La Saras non
descrive la tipologia di gas che si aspetta di trivellare e il problema dello
smaltimento dell’idrogeno solforato è trattato in maniera del tutto
superficiale. In Italia la maggior parte dei giacimenti minerari presenta forti
concentrazioni di gas sulfurei: questo in Basilicata, in Abruzzo, in Puglia. Se
il gas estratto dalla Saras sarà saturo di idrogeno solforato (una possibilità
che la stessa Saras presenta) il progetto in esame non offre nessuna
discussione su quali precauzioni prenderà per salvaguardare la salute ed
evitare disturbi, e malattie, alla popolazione di Arborea, alle sue attività
agricole e di allevamento e ai turisti. L'idrogeno solforato è una sostanza
tossica, puzzolente, dalle proprietà mutageniche e cancerogeno. I limiti
italiani sono insufficienti a garantire una vita sana.
9)
La Saras afferma
ripetutamente che la zona riguardante il pozzo e l'area attorno ad Eleonora
01-Dir si presenti scarsamente antropizzata e risulta adibita ad uso agricolo
che consiste in allevamenti di bovine da latte e ortaggi di ottima qualità che
rappresentano il sostentamento delle popolazioni locali. Le emissioni di H2S
hanno conseguenze gravi non solo sulla salute delle persone ma anche su quella
dei prodotti agricoli. Studi di laboratorio, mostrano come emissioni basse ma
durature nel tempo di H2S, possano compromettere la crescita di
prodotti ortofrutticoli come pomodori, carote, melanzane di cui la gente si
nutre e che coltiva. I danni all’agricoltura sono ulteriore fonte di
preoccupazione per il lungo termine. In Basilicata la presenza di attività
estrattiva ha portato alla presenza di idrocarburi nel miele, nei vigneti, nei
meleti e nei campi di fagioli impraticabili, insalata e frutta di qualità
pessima, oltre che a forti danni d’immagine.
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