“Per
quanto tempo ancora dovremo sentire di buoni propositi e impegni per il
contenimento dei cambiamenti climatici nei consessi internazionali (Cop21 di
Parigi del 2015 e Cop22 di Marrakech del 2016) nei quali la Sardegna ha svolto
un ruolo significativo, ma che troppo spesso sono smentiti alla prova dei fatti
nei contesti regionali?”
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Emissioni di una centrale termoelettrica |
Inizia con questa
domanda il documento delle associazioni ambientaliste WWF,
ITALIA NOSTRA e LIPU della Sardegna in merito al progetto di costruzione
di una nuova centrale a carbone per far ripartire l’impianto
Eurallumina di Portovesme.
“Purtroppo
la realizzazione di nuovi impianti termoelettrici a carbone fanno presumere un
sensibile incremento delle emissioni di CO2 anziché una
riduzione” - continuano Carmelo Spada, Graziano Bullegas e Francesco
Guillot rispettivamente
per Wwf, Italia Nostra e Lipu.
D’altronde
è assurdo che in
Sardegna si voglia produrre ulteriormente energia, e peggio ancora, da fonte
inquinante e climalterante perché i dati della produzione e dei consumi di energia elettrica
nell'Isola pongono un fabbisogno di 8.870 Gwh e una produzione di 11.619
Gwh, con un’eccedenza di 2.749 Gwh pari ad
un surplus del 31%.
Peraltro la scelta
di utilizzare il carbone come combustibile non è legata neppure alla
possibilità di reperire in loco
tale risorsa per le caratteristiche chimiche e i costi di estrazione connessi
al carbone sulcitano. Essa è dettata esclusivamente dal basso costo del carbone ed è
in totale contraddizione con i contenuti della Road Map 2050, per quanto
attiene la decarbonizzazione e la riduzione delle emissioni di CO2.
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Il bacino dei fanghi rossi che sarà ampliato |
Altro dato non
condivisibile e non sostenibile è rappresentato dal fatto che per la realizzazione della
centrale alimentata a carbone di 285 MWh verranno utilizzati anche soldi
pubblici che contribuiranno ad immettere nell’atmosfera non solo
emissioni climalteranti di CO2 e altre sostanze inquinanti prodotte dalla
combustione del carbone (SO2, Arsenico, Cadmio, Mercurio) e polveri sottili in
atmosfera che potrebbero avere ripercussioni e costi sulla salute pubblica e
sulla qualità ambientale.
Le associazioni WWF, ITALIA NOSTRA e LIPU della Sardegna
rimarcano che un’ulteriore centrale è completamente
avulsa ed estranea agli obbiettivi posti dal PEARS (Piano Energetico
Ambientale della Regione Sardegna) pertanto si rende necessario un serio Studio
di Incidenza che analizzi gli effetti che l'ampliamento
della discarica dei fanghi rossi e i nuovi e vecchi impianti a
carbone potrebbero causare sui SIC
(Siti di interesse comunitario), ovvero le aree di pregio e valenza ambientale
di importanza europea, del sud ovest della Sardegna e dell'arcipelago del
Sulcis.
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Protesta di comitati e cittadini davanti al tribunale di Cagliari |
Le associazioni WWF, ITALIA NOSTRA e LIPU della Sardegna,
nel condividere il parere negativo del Ministero
dei Beni Culturali a difesa di valori paesaggistici e ambientali,
ritengono non sostenibile la realizzazione di un’ulteriore
centrale a carbone per riattivare la produzione dell’Eurallumina
ritenendo, invece, che lo sviluppo sostenibile della Sardegna debba passare attraverso le bonifiche
ambientali delle aree del Sulcis-Iglesiente-Guspinese individuate dal D.M.
n. 468/2001 quali S.I.N (Sito di interesse nazionale). Esse sono
considerate aree contaminate, molto estese e classificate fra le più pericolose e per
questo necessitano di interventi di bonifica ambientale del suolo, del
sottosuolo e delle acque superficiali e sotterranee per evitate danni ambientali
e sanitari. In tal senso molto rimane da fare. A cominciare dalla bonifica
delle varie decine di ettari del bacino dei fanghi rossi di Portovesme che
invece si vorrebbe ampliare. E per il quale è in corso un processo per disastro ambientale in cui il Wwf
si è costituto parte civile.
“Tale
processo di bonifiche ambientali delle matrici contaminate deve
rappresentare il punto qualificante di un vero e reale sviluppo sostenibile
della Sardegna, attività che darebbe lavoro, dignità e restituire qualità della vita” - hanno concluso Carmelo Spada, Graziano Bullegas
e Francesco Guillot rispettivamente
per Wwf, Italia Nostra e Lipu.
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Area industriale di Portovesme |