Italia Nostra è intervenuta nel
procedimento di Valutazione di impatto ambientale in corso presso il Ministero
dell’Ambiente in relazione al Parco eolico denominato “Gomoretta” nei Comuni di
Bitti, Orune e Buddusò (province di Nuoro e Sassari), proposto dalla società
Siemens Gamesa Renewable Energy Italy S.p.A., inviando in data 22 marzo 2018 un
Atto di Osservazioni.
Il Parco, costituito da 13
aerogeneratori ciascuno di potenza pari a 3,465 MW, sarà in grado di sviluppare
una Potenza elettrica pari a di 45,045 MW e produrre una quantità di energia
elettrica pari a 137.257 Mwh/anno. Si tratta di aerogeneratori di dimensioni
gigantesche, ove si pensi che le torri di sostegno hanno un’altezza di mt. 84 e
il rotore un diametro di mt 132, per un’altezza complessiva quindi di mt.
150. L’impianto verrà articolato in due
settori ubicati sulle alture di Sa Gomoretta e Fruncu sa Capra, che ricadono nel
territorio di Bitti e Orune, ma anche il Comune di Buddusò risulta coinvolto
perché dovrebbe ospitare la cabina di trasformazione MT/AT della corrente che
in cavidotto interrato proviene dall’impianto.
Le Osservazioni contestano in 10
punti la sostenibilità del progetto.
Per quanto concerne gli Impatti
ambientali vengono rilevate le irreversibili alterazioni delle componenti
biotiche ed abiotiche determinate da opere invasive quali le fondazioni delle
torri, il raddoppiamento delle sedi stradali esistenti, la demolizione dei
caratteristici muretti a secco, la creazioni di percorsi ed aree di servizio
che coinvolgerebbero circa 75 ettari di terreni agricoli. Anche gli impatti
paesaggistici appaiono rilevanti sia per il gigantismo del parco tecnologico,
sia per la profonda alterazione di quei valori identitari che legano
indissolubilmente le comunità al proprio territorio. Il pianoro che abbraccia
le alture è infatti da tempo immemorabile adibito all’allevamento degli ovini, coltivato
a seminativi ed erbai ed ospita oltre dieci aziende agricole.
L’area è prossima a due santuari
della cultura nuragica, quali sono i siti di Su Romanzesu e Su Tempiesu, ma è
un vero giacimento culturale a cielo aperto per la presenza di numerosi
nuraghi, domus de Janas, dolmen. Sono
stati censiti inoltre 110 siti e quindi il rischio archeologico risulta
estremamente elevato. La Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio
del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, su indicazione
delle due Soprintendenze dello Stato ha già fatto pervenire un Atto di
Osservazione con una richiesta articolata in ben 34 punti di integrazioni
progettuali.
Altre Osservazioni riguardano
l’assenza di Dibattito pubblico e la non disponibilità delle aree da parte
della Società. Il progetto è stato pubblicato sul sito del Ministero il 25
gennaio di quest’anno e quindi all’Albo pretorio del Comune. Da tale data sono
decorsi i 60 giorni per la presentazione delle Osservazioni. La popolazione non
ne è stata informata nonostante una legislazione nazionale ed una Convenzione
internazionale (Århus) statuisca l’obbligo di un’informazione consapevole e il
diritto dei cittadini alla partecipazione attiva nei processi decisionali che
riguardano l’ambiente. Solo l’impegno
del Comitato civico Santu Matzeu, costituitosi per l’occorrenza, ha consentito
ai cittadini di Bitti di prendere conoscenza di quanto stava avvenendo nel
corso di una partecipata Assemblea pubblica che si è tenuta il 17 marzo a soli
9 giorni dalla scadenza per la presentazione delle Osservazioni.
Nell’ambito del documento redatto
da Italia Nostra sono stati esaminati anche gli aspetti di incongruenza con il
PPR della Sardegna che pur nella irrisolta assenza della pianificazione degli
ambiti interni, fornisce nelle Norme tecniche di attuazioni indirizzi per le
aree agro forestali del tutto diversi da quelli di una possibile trasformazione
in aree con destinazione d’uso industriale. Simili incongruenze sono state
rilevate con il PEARS che pur non avendo ancor completato il suo iter
procedurale, preclude ogni possibilità agli impianti energetici speculativi,
indicando nella produzione diffusa e nell’autoconsumo gli obiettivi principali
della pianificazione energetica regionale.
L’analisi dei dati economici
forniti dalla Società ha permesso di evidenziare in tutta la sua drammatica realtà
la vera e propria rapina nell’utilizzo delle risorse dei “giacimenti energetici
rinnovabili” che le multinazionali stanno operando ai danni delle collettività
sarde con la complicità della classe politica isolana e nazionale.
Pur essendo com’è ovvio schierata
per la produzione di energia elettrica dalle FER, Italia Nostra si vede
costretta a combattere una impari battaglia con Multinazionali, che pur di
lucrare gli incentivi resi disponibili dallo Stato, aggrediscono paesaggio e
territorio sardo sottraendo ancora una volta Beni Comuni e risorse economiche a
quelle comunità che ne sono i legittimi detentori.
Link per le Osservazioni complete pubblicate sul sito del Ministero dell'Ambiente
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