L'Italia è seconda solo alla Grecia |
L'Italia è ai primi posti in Europa per le
procedure di infrazione alle norme comunitarie in materia ambientale e in molte
regioni l'alto tasso di reati contro l'ambiente produce grandi introiti
economici, frutto di traffici illeciti, corruzione e inquinamento.
Si continua a seguire un modello economico
che impatta pesantemente sull'ecosistema e lo si accetta come se fosse un
processo inevitabile solo per non scontentare il mercato.
Il consumo di territorio, il dissesto
idro-geologico, la devastazione del paesaggio e dell'ambiente,
con l'inquinamento e la perdita della biodiversità, oltre ai veri e
propri disastri dovuti a eventi eccezionali come quelli sismici - che tanto
eccezionali non sono più - mostrano dati sempre più allarmanti e per essere
contrastati hanno bisogno di tutte le nostre forze.
Queste tematiche, anche se interessano
quotidianamente le pagine dei giornali, non si trasformano mai in politiche strutturali.
Fuori dall'emergenza nessuno si occupa di fenomeni come le alluvioni, le frane
o gli incendi estivi, programmando gli interventi e predisponendo efficaci
strumenti di difesa e di prevenzione.
Centro Storico di Palermo |
Al contrario, attraverso l'approvazione
continua di Piani casa e di leggi urbanistiche regionali, si scardina ogni
processo di pianificazione, trasformando la regola in deroga e codificando il
continuo ripetersi di condoni.
Le chiacchiere vuote sul governo del
territorio, il ripopolamento dei centri storici, le condizioni di vivibilità
delle periferie e la difesa delle coste, si accompagnano a politiche che sono
la causa prima degli stessi avvenimenti che dichiarano di contrastare.
Nel frattempo le norme di riforma del
Mibact eliminano le condizioni minime per tutelare e proteggere il patrimonio
storico, artistico e archeologico e altre nuove leggi minacciano la
conservazione di parchi e riserve naturali.
Mirabolanti annunci di programmi
straordinari e soluzioni innovative servono solo a mascherare decisioni che
garantiscano ancora l'ingiusto arricchimento di pochi. E nell'assenza totale di
una visione di lungo periodo, la popolazione deve continuare a scegliere tra il
diritto alla salute e quello al lavoro.
In realtà il paesaggio e l'ambiente sono
visti solo come intralcio allo "sviluppo", valutato sulla crescita
economica misurata dal PIL e non sulla conservazione dei beni comuni e sulla
qualità della vita.
Da oltre sessant'anni combattiamo questo
sistema, abbiamo vinto molte battaglie, ma molte, troppe, le abbiamo
perse.
Ora
più che mai è necessaria l’azione di Italia Nostra per difendere non solo il
nostro patrimoniale naturale e culturale, ma le nostre stesse vite.
Maria
Paola Morittu
Vicepresidente
nazionale
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