Schema indagine con air gun |
Le Associazioni ITALIA NOSTRA, WWF e LIPU Sardegna
hanno chiesto al Ministero dell’Ambiente di dichiarare l’incompatibilità
ambientale della richiesta presentata dalla società Schlumberger Italiana S.p.A
intesa ad avviare un’indagine Geofisica 2D di prospezione nel Mar di Sardegna, su
un’area di 20.922 km2 .
La richiesta delle Associazioni ambientaliste è motivata,
anche in forza del richiamo all’applicazione del fondamentale Principio di Precauzione
(Dlgs.152/2006, Codice dell’Ambiente), dagli impatti ambientali negativi che le attività di ricerca, e conseguenzialmente
l’eventuale successiva attività di estrazione, causerebbero alla fauna marina e
all’intero ecosistema del Mediterraneo Centro-Nord Occidentale, oltreché
all’incidenza negativa sulle attività economiche che gravitano nell’orbita del
sistema mare-costa .
L’area
marina interessata si trova infatti in prossimità del confine occidentale di
Pelagos: 90.000 Km2 di superficie marina meglio conosciuta
come “Santuario dei Cetacei del Mediterraneo”, un’Area Specialmente
Protetta di Interesse Mediterraneo, che ha valenza internazionale perché
coinvolge ambiti territoriali di pertinenza francese,
monegasco e italiano.
In questa zona del Mediterraneo vi è una
massiccia concentrazione di cetacei rappresentati da dodici specie tra i quali
la Stenella, la Balenottera Comune, il Capodoglio, alcune delle quali in forte contrazione ed a
rischio estinzione.
Presenza di Balenottera Comune nell'area della ricerca |
Lungo la costa della Sardegna e della Corsica prospiciente
la zona “E”, interessata dalle prospezioni geognostiche marine, sono inoltre
presenti il Parco internazionale delle Bocche di Bonifacio, il Parco
Nazionale dell’Asinara, le Aree Marine Protette “Capo Caccia – isola Piana” di
Alghero e “Penisola del Sinis – isola di Mal di Ventre” di Cabras, il Parco
Naturale Regionale di Porto Conte, nonché numerosi siti a tutela della
biodiversità: aree comprese nella rete
Natura 2000 (SIC e ZPS).
Pur se la richiesta di ricerca presentata si
riferisce alla sola prospezione geofisica ed ha lo scopo di indagare se nelle
rocce al di sotto del fondo marino esistano depositi di idrocarburi. È quindi certo,
per il dispiego di risorse economiche messe in campo e gli enormi interessi
collegati, che le informazioni raccolte costituiranno
il punto di partenza per futuri lavori di esplorazione diretta mediante
carotaggi del fondo marino ed estrazione degli idrocarburi.
Le Associazioni hanno rilevato inoltre un vizio nella
Valutazione di Impatto Ambientale conseguente all’indebito frazionamento del
procedimento in tre separati tronconi. Infatti
negli elaborati proposti per la Valutazione gran parte dei rischi sono individuati
come minimi o nulli in relazione alla presunta breve durata delle operazioni di
ricerca. Viceversa i rischi sono da ritenersi di ben più grave entità qualora
si prendano in considerazione anche le successive attività di estrazione, che saranno
la ovvia “conseguenza” delle inevitabili trivellazioni esplorative: il “ciclo di vita” dell’iniziativa messa in
campo, con le conseguenti componenti di rischio, va infatti considerato nella
sua totale interezza dalle prospezioni sismiche fino alla coltivazione della
risorsa. Non ha dunque alcun senso
autorizzare un’attività esplorativa, comunque non a “rischio zero” in
considerazione della tecnica invasiva utilizzata, se poi la coltivazione di
idrocarburi non dovesse essere compatibile con i conseguenti impatti
ambientali, economici o per altri motivi di sostenibilità.
Area "E" |
Tra le numerose eccezioni presentate si osserva che
lo Studio di Impatto Ambientale ignora il quadro completo delle normative
Italiane e Comunitarie e le linee guida per la mitigazione delle emissioni e si
contestano i dati molto esigui e non reali sulla presenza di mammiferi marini nell’area, la
minimizzazione dell’impatto negativo delle emissioni acustiche connesse all’air
gun sull’ecosistema e le generiche e tranquillizzanti affermazioni sulla tutela
delle aree costiere che risulterebbe “garantita
dalla distanza delle attività dalla costa”.
Su quest’ultima questione, le associazioni ritengono
che in caso di incidente - come ad esempio quello del 20 Aprile 2010 nel Golfo
del Messico – i danni che ne deriverebbero alle coste della Sardegna (distanza
di circa 50 km dall’area interessata), della Corsica e della stessa Penisola
Italiana sarebbero di entità ancora maggiori (e certamente irreversibili)
rispetto a quelli causati dalla fuoriuscita di petrolio all’area del delta del
Missisipi, che dista ben 80 km dalla piattaforma petrolifera Deep Water Horizon.
Mare dell'Argentiera |
Per tutti questi motivi le Associazioni Italia
Nostra, WWF e LIPU Sardegna sono intervenute (ai sensi della legge n° 241/1990
e del Decreto l.gs.vo n° 152/2006) con proprie Osservazioni nel Procedimendo di V.I.A. Nazionale, inviandole nel
contempo per conoscenza al Presidente della Regione Sardegna, ai Presidenti
delle Province e ai Sindaci i cui territori costieri sono interessati dalle
attività della società texana, affinché anch’essi si propongano come attori non
passivi nel procedimento di V.I.A. e formulino, assieme alle Associazioni e ai
numerosi comitati locali, un’esplicita richiesta di incompatibilità ambientale
dell’indagine geofisica e delle attività di estrazione di idrocarburi nel Mare
di Sardegna.
Li 4 luglio 2014
Golfo dell'Asinara |
Ministero dell'Ambiente, Documenti Valutazione Impatto Ambientale
Intervento di indagine geofisica 2D nell'area dell'istanza si prospezione in mare "d1 E.P. - SC"
sull'argomento
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Centro Meteo Italiano - Gli air gun in Sardegna sono dannosi per balene e delfini
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