E alla fine, dopo un lungo e travagliato iter il testo unificato della legge sul mal governo del territorio arriva oggi nell’aula del Consiglio Regionale. Appena in tempo prima della chiusura della legislatura, questa legge infatti sarà il simbolo e rappresenterà la miglior sintesi della non brillante attività di questa amministrazione regionale.
Questa Giunta con caparbietà ha deciso di mantenere gli impegni, quelli presi con industriali, costruttori, albergatori, confedilizia e perfino col sultano del Qatar, affinché nel territorio costiero della Sardegna, e visto che la legge è sottomano anche nelle aree agricole, si allentassero le tutele del Piano Paesaggistico Regionale.
Poco male se mancano importanti e obbligatori pareri (quello dei sindaci rappresentati dal Consiglio delle Autonomie Locali), se manca la Valutazione Ambientale Strategica, se urbanisti, associazioni, cittadini, studiosi, intellettuali si sono mobilitati contro questa legge, se questa proposta non è coerente con gli impegni assunti 5 anni fa con gli propri elettori del centro sinistra. Si parlava d’altro in campagna elettorale, si diceva che le scelte urbanistiche della giunta Cappellacci andavano cancellate, che il PPR sarebbe stato esteso alle zone interne, che il piano casa era una iattura. Salvo poi rispolverare quei provvedimenti e, se possibile, peggiorarli.
Abbiamo avuto modo in questi pochi giorni di studiare il provvedimento che andrà in Consiglio licenziato dalla Quarta Commissione permanente. Salta all’occhio la riduzione del numero degli articoli, ma il testo della legge si è dilatato. Poco male, non ne avevamo mai fatto una questione di pagine, ci interessano e ci preoccupano i contenuti di una legge fatta su ordinazione per soddisfare gli interessi di alcune categorie e di cui i sardi, la Sardegna e il suo paesaggio non sentivano la mancanza e l’urgenza.
L’altra novità del provvedimento è lo stralcio del contestatissimo art. 43 – quello sugli interventi economicamente rilevanti realizzabili anche in contrasto col PPR – che, come spiegava il dott. Paolo Numerico in un suo recente articolo su Sardegna Soprattutto ricompare però, in una sorta di gioco delle tre carte, ben mimetizzato tra le pieghe della legge approdata in Consiglio Regionale.
Per il resto è una norma, quella in discussione, in continuità rispetto alle scelte in materia edilizia e urbanistica adottate da questa amministrazione regionale e da quella precedente, e in forte discontinuità con le scelte urbanistiche dei primi anni duemila che hanno portato all'adozione del Piano Paesaggistico Regionale e con la stessa normativa urbanistica che ha contraddistinto la legislazione della Regione Sardegna già dalla fine degli anni '70. Scardina di fatto le tutele garantite dal Piano Paesaggistico Regionale consentendo interventi edilizi di varia natura in aree sensibili sotto l’aspetto paesaggistico e ambientale. Appare perlopiù una norma sull'edilizia piuttosto che una legge di governo del territorio.
L'elemento di maggior contrasto, ma non l'unico, tra PPR del 2006 e la presente proposta urbanistica è rappresentato dall'interpretazione che si da della fascia costiera, il Testo Unificato riesuma l’area dei 300 mt dalla battigia (150 metri per le isole) in contrasto col PPR che tutela uno spazio molto più ampio e non ne fissa un limite rigido (anche 1 km in alcune parti) e lo definisce “Bene paesaggistico con valenza ambientale”; in cui è "precluso qualsiasi intervento di trasformazione…”.
Con la norma sugli incentivi volumetrici alle strutture ricettive la legge, oltre che scardinare PPR e Codice dei BBCC, accentua il divario esistente tra aree a forte presenza turistica e aree in cui i posti letto scarseggiano. Col paradosso che oltre la metà dei volumi realizzabili attraverso gli incentivi – si tratta di diversi milioni di mc - interesseranno la fascia costiera della Gallura, mentre l’Oristanese, il Sulcis e l’Ogliastra raccoglieranno i resti del sontuoso banchetto allestito per il ricco sceicco e amici, con buona pace di quanti ritengono non equa e non funzionale la distribuzione della ricettività turistica nell’isola.
Ma nessuno è in grado di dire, neppure in maniera approssimata, quali siano i numeri veri di cui si parla, qual è la reale portata di questa legge, quanti sono realmente i volumi che potranno essere scaricati sulla fascia costiera, quali le zone sensibili maggiormente a rischio. Se ne parlerà fra qualche anno, quando la legge avrà esperito i suoi nefasti effetti, quando vedremo gli alberghi dilatarsi e crescere in altezza, oppure figliare con i corpi separati al fianco. Solo a danno consumato capiremo la portata offensiva di questa legge, in barba alla pianificazione urbanistica e alla Valutazione Ambientale Strategica, in questi casi obbligatoria e da Italia Nostra inutilmente richiesta anche nelle ultime Osservazioni presentate alla Quarta Commissione permanente del Consiglio Regionale.
Un’ultima considerazione sulla forsennata corsa ad approvare questa legge. Vogliamo ricordare che una legge urbanistica esiste in Sardegna ed è efficace nonostante risalga al 1989. Potrebbe eventualmente essere suscettibile di ulteriori modifiche, così come avvenuto in questi anni, ma non si sente davvero l'esigenza di una nuova legge che stravolge il PPR e le attuali e buone norme sul governo del territorio.
Scarica il testo unificato della legge licenziato dalla IV Commissione e presentato al Consiglio Regionale
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