Apprendiamo dalle notizie di stampa di questi giorni che il Consiglio
Regionale ha inserito nella legge sul turismo, recentemente approvata, alcune norme
urbanistiche che risultano in aperto contrasto con il Piano Paesaggistico
Regionale.
La legge, che aveva già fatto parlare di sé per
l'infelice emendamento dal vago sentore "razzista", tendente a discriminare
le strutture turistiche in base all'etnia degli ospiti, cela di fatto una
“norma intrusa”, approvata con bipartisan omertà, che consente la realizzazione
nei campeggi di volumetrie equivalenti fino al 35% della capacità ricettiva
della struttura. Il tutto camuffato con il ricorso all’escamotage delle “case
mobili”.
Così come per il Ddl sul governo del territorio,
basato essenzialmente sulla creazione di nuovi volumi sul mare, con l'art. 15
della legge 26/07/2017 il Consiglio Regionale ha trovato l'ennesimo espediente per aumentare le
volumetrie lungo la fascia costiera, in alcuni casi sulla battigia. Generalmente
queste casette in legno dentro i campeggi sono parte di veri e propri
condomini, spesso non condividono neppure i servizi con i campeggiatori. Esiste
addirittura un mercato di piazzole e case in vendita sui siti di annunci on
line!
Si tratta a tutti gli effetti di volumetrie
mascherate che contrastano con le NTA del PPR. Vale la pena rammentare che lo
stesso PPR evidenziava inadeguatezza e criticità di buona parte di questi
insediamenti "scarsamente dotati di
servizi e spesso sono privi di identità urbana e sono caratterizzati da
incompletezza e scarsa qualità architettonica" (Art. 88 NTA). Tali strutture, ricordano le stesse NTA,
invece di "conformarsi ai corretti
criteri costruttivi ed infrastrutturali connessi alla sostenibilità ed alla
compatibilità paesaggistica dei luoghi" accrescono il degrado
ambientale delle aree che le ospitano trasformandosi in grandi parcheggi per
bungalows e strutture pseudo amovibili, che vengono installate senza nemmeno
richiedere le autorizzazioni edilizie e paesaggistiche d’obbligo, ai sensi del
Testo unico dell’edilizia (D.P.R. 380/01) e del Codice dei Beni culturali.
Non conoscevamo la norma, nonostante siano state
rilasciate dichiarazioni con le quali si sostiene che la legge sarebbe stata
licenziata dopo una presunta lunga discussione in commissione ed un confronto
con numerosi stakeholders. Denunciamo ancora una volta la prassi ormai
consolidata dell'esclusione sistematica delle associazioni culturali e
ambientaliste dal confronto dialettico sui temi che riguardano ambiente e
paesaggio. Insomma, Giunta e Consiglio
Regionale preferiscono scegliere gli interlocutori, meglio sarebbe dire le
consorterie, che, in funzione degli interessi da tutelare, possano risultare in
presumibile sintonia con le norme che si intendono varare.
Inutile negare che la “furbata” di inserire in
una legge sul turismo una norma intrusa che concerne di fatto il Governo del
territorio, il cui Ddl è attualmente in discussione in Commissione ed oggetto
di giustificate critiche, rappresenta l’ennesimo tentativo di aggirare i
vincoli imposti dalla normativa edilizia e paesaggistica, contribuendo a
deturpare e impoverire un Bene Comune, quale dovrebbe essere considerato il
paesaggio costiero sardo.
Il testo della legge regionale 26 luglio 2017 - Norme in materia di turismo
Sull'argomento
Sardina Post - "In Legge Turismo una furbata per nuove cubature sulle coste"Sardegna Soprattutto - Ennesimo espediente bipartisan per aumentare i volumi lungo la fascia costiera della Sardegna
La Nuova Sardegna - Nella legge sul turismo più case mobili vista mare
Sardegna Soprattutto - L'Italia dei condoni
ANSA Sardegna - Migranti in hotel? No incentivi turismo
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Esempio di condomio open air vista mare |
La Nuova Sardegna del 2 agosto 2017 |
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