L'area dell'intervento tra Decimoputzu e Villasor |
A chi ha a cuore le sorti di questa nostra terra non sarà sfuggita la
risposta del ministro Galletti al deputato Roberto Capelli sulle Centrali
Solari Termodinamiche proposte nel Medio Campidano, in particolare su
quella denominata “Gonnosfanadiga”. Alle molteplici problematiche
ricordate dal parlamentare circa la fragilità di un territorio aggredito da
un’iniziativa imprenditoriale di tipo speculativo, che solleva motivati
interrogativi per i rilevanti impatti ambientali, il devastante consumo di
suolo, l’incidenza negativa sulle produzioni agricole e sugli allevamenti, il
Ministro ha fornito una risposta che dà l’esatta misura di quel NULLA che oggi
pervade i riti della democrazia parlamentare.
Va ricordato che il progetto è attualmente assoggettato a procedura di
VIA Statale, la cui attività istruttoria è di competenza (art.7 Codice
dell’ambiente) del dicastero dell’Ambiente. Dei contenuti di tale
istruttoria, cui collabora il Ministero per i Beni e le attività culturali
e del turismo (MIBACT) e che vede coinvolti Regione, Comuni ed Enti
pubblici (Soprintendenze), nonché il pubblico attraverso la presentazione di
Osservazioni od elementi conoscitivi e valutativi, ci si sarebbe atteso di
avere notizia.
Viceversa il Ministro si è dilungato, in modo generico, sul
pronunciamento della Commissione Tecnica di verifica dell’impatto
ambientale (CTVIA), che com’è noto ha espresso un giudizio positivo sulla
compatibilità ambientale dell’impianto (Parere n. 2320 del 3.3.2017), mentre
solo un fugace cenno è stato riservato al Parere Tecnico Istruttorio
negativo del MIBACT (prot.27771 del 12.11.2015). Va detto che diversamente da
quanto affermato da Galletti i due rilevanti Atti amministrativi, dai
quali si possono desumere le motivazioni che hanno presieduto alla formulazione
dei pareri, non sono mai stati pubblicati sul sito del Ministero da lui
presieduto, nonostante le pressanti e ripetute sollecitazioni di Italia Nostra.
Merita di essere ricordato il fatto che dei 48 membri della Commissione
sono stati in 29 a pronunciarsi favorevolmente. Volendo entrare nel merito
delle conoscenze solo a 5 di questi hanno specifiche competenze in
materia di ambiente e di ecosistemi, mentre ben 9 hanno titoli in materie giuridiche.
Tali considerazioni non possono essere sottaciute sia per la citazione che il
ministro ha riservato all’operato della Commissione, sia per le assurde
valutazioni tecniche che motivano il giudizio positivo della stessa.
Valgano a titolo di esempio i contenuti di alcune di quelle
Prescrizioni, che esibite dal ministro come garanti delle competenze dispiegate
dalla CTVIA, costituiscono autentiche self declaration of foolishess
della stessa. La Prescrizione 3 “raccomanda” alla Società di “limitare
l’interferenza delle fondazioni con le acque sotterranee” nel
porre in opera gli oltre 10.500 pali (in c.a. dai 6 ai 30 mt. di profondità) e
la Prescrizione n.13 impone la sospensione momentanea dei lavori di costruzione
della CSP in “caso di avvistamento di una significativa presenza di
gallina prataiola”.
Dimentico del fatto che il Codice dell’Ambiente riconosce al
MIBACT un ruolo di pari dignità nel procedimento di VIA, richiedendo che i due
ministeri si debbano esprimere di “concerto” , Galletti ha fatto
appena cenno all’opposto pronunciamento del Dicastero dei Beni Culturali,
quasi a voler attribuire a quest’ultimo una posizione subordinata ed
ancillare, ignorando l’esistenza dell’accurata istruttoria redatta dalle Direzioni
Generali del MIBACT, sulla scorta di Relazioni redatte da tecnici delle
Soprintendenze, che per competenza e conoscenza del territorio non sono secondi
ai Commissari della CTVIA.
Questi ultimi, a scorrere le motivazioni del Parere positivo e le
relative Prescrizioni, danno esplicita dimostrazione di una totale
assenza di conoscenza del territorio interessato dalla Centrale e delle
tecniche di mitigazione dell’impatto proposte. In sintesi un pugno di
consulenti, buona parte dei quali privi di adeguata preparazione scientifica,
decide del destino di un territorio senza nemmeno averne cognizione, affidando
il processo decisionale nella valutazione degli impatti sull’Ambiente alla
tirannide della maggioranza!
In chiusura il ministro ha evocato gli obiettivi per il clima ed
energia al 2030 destinati all’Italia (quota di 27% da energie rinnovabili),
dimenticando che tali obiettivi vanno suddivisi in burden sharing a
livello regionale e che la Sardegna ha da tempo superato quel 17%, energia da
fonte rinnovabile, obiettivo previsto per l’Italia al 2020, che nel 2015 ha
prodotto circa il 30% del suo fabbisogno di energia elettrica da FER, risultati
conseguiti pagando un prezzo altissimo in termini di impatti ambientali,
paesaggistici, consumo di suolo.
Assurdo che il richiamo a privilegiare le FER venga fatto da parte di
chi solo nell’aprile dello scorso anno si è battuto per il proseguimento
dell’estrazione degli idrocarburi dall’Adriatico, perché è nel merito
dell’impatto ambientale e paesaggistico determinato dalla scellerata
localizzazione dell’impianto e degli effetti perversi della speculazione
energetica che si è giocata la partita della VIA, non certo
sull’indiscussa necessità dell’abbandono delle fossili, e sulla necessità di
adozione di un modello di produzione energetica diffusa destinata
all’autoconsumo.
Ad un esame più attento del progetto al Ministro e ai suoi “esperti”
non sarebbe dovuto sfuggire che questo tipo di tecnologia, oltre
all’irrazionalità del costo stimato di quasi 30 centesimi di €/kmh (quindi bel
oltre i 6 c€/kwh del solare tradizionale), rappresenta un autentico salasso
ecologico per i territori in termini di consumo di suolo e irreversibilità
degli effetti ambientali indotti.
E’ però, a nostro avviso, nelle studiate omissioni il vero nocciolo del
question time. Tace il Ministro ogni riferimento alla dura opposizione
dei territori, ignora manifestazioni di popolo, decine di Atti di
Osservazioni di Comitati, Associazioni, Università, studiosi, cittadini
comuni. Non ritiene degne di menzione le Delibere avverse delle Amministrazioni
dei Comuni interessati. Silenzio tombale sui pareri negativi della
Regione Sardegna e sull’approvazione unanime della Mozione n.250 del 2
settembre 2016, con la quale il Consiglio Regionale dà mandato al Presidente di
opporsi in tutte le sedi alla realizzazione delle Centrali nel medio campidano.
Riecheggia tacito nell’afa romana dell’aula quel “…pecché io so’ io
e tu si tu, e tu non conti niente!”, il non detto di questo
moderno epigono del celebre Marchese, che relega all’oscurità di un ostentato
ignorare l’intera classe politica isolana.
I rigurgiti di una subliminale forma di neocolonialismo, colta perfino
da un deputato come Capelli, che si è ritrovato inconsapevole
vessillifero di quell’autonomia da sempre declamata e mai perseguita dalla
partitocrazia sarda, emergono in filigrana nella chiusa finale. Galletti
ricorda che stante il disaccordo tra i due Ministri (Ambiente e Beni Culturali)
sarà la Presidenza del Consiglio ad assumere una decisione finale in
merito alla compatibilità ambientale dell’impianto. Tautologica conclusione,
cui è sottesa la convinzione di un pronunciamento politico del Consiglio a lui
favorevole.
Perché è proprio l’inadeguatezza e l’incoerenza del quadro normativo in
termini di sostenibilità ambientale e di mancato riconoscimento
all’autodeterminazione delle collettività a consegnare la decisione ultima a
quel vertice politico che per tradizione è il più coartabile e con margini di
sindacato giudiziale più ristretti.
La crisi economica ha aperto scorciatoie impensate per la
deregolamentazione spinta e la libertà d’impresa (Sblocca Italia e il
Destinazione Italia docent), varchi pericolosi per lo sfruttamento dei
beni Comuni, sostegno finanziario alle truffe del credito bancario. Una
remissione alla mediazione al Consiglio dei Ministri e il conseguente atto
politico di dirompente discrezionalità, va proprio in quella direzione
postulata dal Presidente dell’ANEST (Associaz. Nazion. Energia Solare
Termodinamica), nonché parte in causa nel progetto delle CSP, in due profetiche
interviste rilasciate al Sole 24Ore (2 ottobre e 27 novembre) nel lontano 2013
, prima che Cappellacci avallasse quel colpo di mano che sottraendo i progetti
a VIA Regionale li consegnava a quella Statale.
Con Galletti il cerchio si è chiuso: missione compiuta!
Di Mauro Gargiulo - delegato questioni energetiche di Italia Nostra Sardegna
L'articolo è stato pubblicato su Sardegna Sopattutto
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