sabato 8 febbraio 2020

I numerosi dubbi sullo “scrupoloso rispetto delle norme” da parte della RWM

Abbiamo letto in questi giorni delle preoccupazioni dei sindaci di Dosmunovas e Iglesias per l’eventuale calo occupazionale derivante dall’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Cagliari nei confronti della RWM, la fabbrica di bombe che opera nei loro territori. Non ne comprendiamo davvero le motivazioni, perché se fossero vere le loro certezze in merito alla legittimità delle numerose autorizzazioni rilasciate, non ci sarebbe alcun motivo per allarmarsi. Anzi, sarebbe una buona occasione per tacitare quanti sostengono il contrario.

Se però tra le decine e decine di autorizzazioni rilasciate dai tanti enti non tutto risultasse in regola, dovrebbero essere i primi a richiedere il rispetto della legalità nei propri territori. A meno che non si parta dal presupposto che i posti di lavoro nella fabbricazione di ordigni bellici possano godere di una sorta di zona franca dove le norme europee, italiane e quelle regionali potrebbero anche essere disattese. Ma noi questo non possiamo neppure pensarlo, visto che abbiamo a che fare con pubblici amministratori, autorità sanitarie locali e responsabili della pubblica sicurezza in qualità di ufficiali di governo. 
Abbiamo anche letto le tranquillizzanti dichiarazioni dell’amministratore delegato della RWM Italia che garantisce sullo “scrupoloso rispetto delle norme” da parte della società in Sardegna. Lo confermerebbe il fatto che i funzionari della procura che hanno visitato lo stabilimento lo scorso dicembre non hanno sequestrato i lavori di ampliamento! Non se ne capisce il nesso visto che gli eventuali reati andranno trovati spulciando tra le carte degli uffici autorizzatori piuttosto che sotto gli impressionanti scavi e trincee che hanno stravolto per sempre quei territori. 

Proprio per tranquillizzare amministratori e lavoratori pensiamo che compito della magistratura sia quello di fare luce su eventuali lati oscuri nell’iter seguito per il rilascio delle autorizzazioni. Il prossimo primo aprile il TAR Sardegna si dovrà pronunciare sulle numerose eccezioni di illegittimità (per l’esattezza 14) sollevate da Italia Nostra a da altre Associazioni, Comitati,  e Sindacati di base. Molte di queste presunte illegittimità potrebbero avere anche una certa rilevanza penale, vediamone alcune: 
  • La prima cosa che salta agli occhi è che a fronte di un articolato e complesso piano di espansione dello stabilimento, autorizzato con la collaudata tecnica della “spezzatino”, manca del tutto un Piano Attuativo, come previsto per le aree industriali dalle stesse Norme di Attuazione del Piano Regolatore Generale del Comune di Iglesias. Infatti esse stabiliscono che per la realizzazione di qualsiasi intervento industriale è necessario dotarsi di un Piano Particolareggiato, da approvarsi nelle forme di legge, che definisca la normativa edificatoria, gli standard urbanistici e la viabilità̀, sulla base di un programma operativo articolato per fasi di attuazione, e che l'edificazione in dette aree è consentita solo previa formale approvazione di uno studio attuativo (P.P. o lottizzazione convenzionata approvati con delibera del Consiglio Comunale e “con parere positivo della Regione”) nel quale devono essere previste le opere di urbanizzazione necessarie secondo quanto prescritto dal D.P.G.R. 1.8.1977, n° 9743/271. Nella fattispecie, il tutto viene approvato attraverso l’ufficio SUAP, esautorando del tutto il Consiglio Comunale. Si tratta quindi di una procedura perlomeno “discutibile”, per la quale è auspicabile una verifica da parte del magistrato. 
  • Gli ampliamenti dello stabilimento RWM, paradossalmente, non ricadono in una zona industriale, ma in una cosiddetta “zona bianca”, per la quale il Piano Urbanistico Comunale di Iglesias non specifica una destinazione d’uso. Anche in questo caso la destinazione urbanistica la scegli la RWM e non il Consiglio Comunale. Si tratta di una zona agricola adibita al pascolo, classificata come “zona ricoperta da bosco” nel Piano Paesaggistico Regionale, prossima alla zona naturalistica protetta SIC del Monte Linas - Marganai, attraversata dal Rio Gutturu Mannu, la cui area golenale è tutelata da vincolo paesaggistico. Insomma, il sito ideale per ubicarvi uno stabilimento ad alto rischio di incidente rilevante!
  • È ben strano quindi che le opere siano state approvate, senza alcuna Valutazione di Impatto Ambientale, e che la loro realizzazione abbia già comportato uno stravolgimento di tutta l’area, con sbancamento di interi rilievi, scavi, e realizzazione di enormi terrapieni, anche nell’area golenale tutelata del Rio Gutturu Mannu, riconosciuta come “area di pericolosità idraulica” dalla stessa Direzione Generale dell’Agenzia Regionale del Distretto Idrografico della Sardegna. 
  • La mancanza delle opere di urbanizzazione comporta che lo stabilimento RWM sia privo di un depuratore per i reflui industriali (ne ha uno solo per i servizi igienici dei dipendenti, dimensionato per una utenza di 70 persone), ma non è neppure allacciato alla rete fognaria del comune e scarica le sue acque reflue nel Rio Gutturu Mannu, affluente del Cixerri.
Permangono naturalmente tutte le questioni riguardanti il piano di sicurezza esterna scaduto, obsoleto e inattuale di cui ha parlato il sindacato USB, oltre a tanti altri possibili vizi procedurali. 

Sappiamo che l’ampliamento dello stabilimento ha ricevuto numerose autorizzazioni dal comune di Iglesias, ma anche dai vari enti preposti alla tutela del territorio, del paesaggio, della salute, dell’ambiente e della stessa sicurezza etc… ed è proprio perché si faccia piena chiarezza sulla legittimità di queste numerose autorizzazioni che abbiamo chiesto al TAR di pronunciarsi e alla magistratura di verificare la sussistenza di eventuali reati.

sull'argomento




Nessun commento:

Posta un commento