domenica 22 aprile 2018

Eurallumina inquinerà anche senza la centrale a carbone

La notizia della rinuncia da parte della Rusal a realizzare una nuova centrale a carbone a Portovesme è apparentemente positiva per i cittadini, per lambiente e per lintero territorio del Sulcis. 

Italia NostraWWF e le altre associazioni ambientaliste hanno da sempre mosso forti critiche in merito alla sostenibilità di realizzare un nuovo impianto termoelettrico a combustibile fossile per le negative ricadute ambientali che avrebbe comportato e perchéin contrasto con le convenzioni internazionali - in perfetta antitesi con i contenuti della Road Map 2050, per quanto attiene decarbonizzazione, riduzione delle emissioni di CO2, inquinamento ambientale - e con la normativa paesaggistica.
La scelta di utilizzare l’energia prodotta da un’altra centrale a carbone non risolve comunque le tante criticità di natura sanitaria, ambientale e paesaggistica che la riapertura della raffineria di bauxite di Portovesme comporterebbe. Infatti si tratta di un impianto fortemente energivoro che utilizzeràl’energia prodotta da combustibili fossili e non rinnovabili. 
È ormai un dato accertato che l’uso del carbone nelle centrali termoelettriche rappresenta una delle principali fonti emissive di pericolosi inquinanti atmosferici, con ricadute sanitarie locali che evidenziano incrementi di morbilità e mortalità(da disturbi irritativi a congiuntiviti, danni a carico della cute e delle mucose delle vie respiratorie, fino a ad un incremento di tumori a carico di bronchi e polmoni). 

Italia Nostra e WWF ricordano inoltre che resta irrisolta la questione del bacino dei fanghi rossi.
Per poter riprendere l'attività la Rusal deve allargare il bacino di 19 ettari e sollevarlo di ulteriori 10 mt (fino a 46 metri di altezza) per accogliere 1,5 milioni di tonnellate annue di “fanghi rossi” per circa venti anni. 
Questo bacino è attualmente interessato da una vicenda giudiziaria perché ha determinato un grave inquinamento della falda acquifera sottostante con valori oltre la norma di alluminio, arsenico, cloruri, solfati, solfiti, ferro, cadmio, manganese, rame, mercurio, piombo, cromo, idrocarburi e composti organici tensioattivi. 
La riapertura della raffineria di bauxite – che contribuirà a stravolgere il già compromesso ambiente del Sulcis: il SIN tra i piùinquinati d'Italia - rappresenta il classico accanimento terapeutico di cui parlava nel non lontano agosto del 2012 l’economista prof. Pigliaru, oggi governatore della Sardegna:"Il fatto è che di fronte a emergenze di occupazione e di reddito, l’istinto italiano, sbagliato, è di esercitare un vero e proprio accanimento terapeutico a favore dell’impresa in crisi, anche quando le prospettive di mercato sono improbabili o nulle. Sono interventi che bruciano risorse pubbliche preziose e, creando false aspettative, consumano futuro. Quasi sempre sarebbe più saggio lasciare le imprese al loro destino e occuparsi invece dei lavoratori, sostenendo il loro reddito e accompagnandoli con servizi di qualità (orientamento e formazione, in primo luogo) verso una nuova occupazione
Parole tutt’ora attuali da noi pienamente condivise.

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venerdì 13 aprile 2018

Una Valutazione Ambientale Cumulativa per la fabbrica di bombe


La RWM vuole evitare la VIA spezzettando in una serie di singoli interventi il piano di ampliamento industriale finalizzato ad incrementare l’attività produttiva dello stabilimento.

Una adeguata valutazione dell'impatto ambientale complessivo in tutti i suoi aspetti (quali le emissioni in atmosfera, l'inquinamento acustico, il prelievo idrico, la produzione di acque reflue e di rifiuti, l'incremento del traffico veicolare di sostanze e manufatti pericolosi, l'impatto sull'ambiente umano e naturale circostante, etc..) richiede l'esame accurato dell'intervento nel suo complesso e non scorporato nelle sue singole parti. 

In base a questi principi Italia Nostra Sardegna ha presentato dettagliate osservazioni tecniche e giuridiche al Servizio Valutazioni Ambientali dell'Assessorato della Difesa dell'Ambiente della Sardegna con le quali ha chiesto che il progetto industriale sottoposto a procedimento di Verifica di Assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) - relativo alla realizzazione del nuovo campo prove R140 nel comune di Iglesias proposto dalla società RWM Italia spa – e tutte le attività in corso  o richieste dalla stessa società e l’intero processo produttivo dello stabilimento RWM di Domusnovas-Iglesias, vengano assoggettati a VIA per meglio verificare e indagare su eventuali significativi e/o negativi impatti ambientali che l’opera potrebbe arrecare all'area interessata e agli ecosistemi prossimi all’impianto.
La richiesta di una Valutazione di Impatto Ambientale cumulativa ed un esame complessivo degli impatti deriva dal fatto che si tratta di un progetto integrato di ampliamento e di potenziamento dell'impianto industriale esistente, nonostante l’azienda abbia cercato di spezzettare il proprio piano di ampliamento industriale in una serie di singoli interventi di adeguamento indipendenti tra loro (sono una decina quelli al momento conosciuti).
La normativa sulla VIA è abbastanza chiara in proposito, supportata tra l'altro da numerose sentenze di tribunali amministrativi e dallo stesso Consiglio di Stato (Sentenza Consiglio di Stato n° 36/2014), nell'imporre la VIA cumulativa nei casi in cui più impianti insistono nella stessa area. 

Il “Campo prove 140” da realizzare, che occuperà un’area più che triplicata rispetto alla precedente struttura, è un poligono destinato a test di scoppio su “esplosivi, alcuni del tutto nuovi e non ancora riconosciuti e classificati) e manufatti esplosivi” funzionale all’ampliamento dell’attività dello stabilimento e sostituisce il campo prove attuale, non più in grado di supportare l’incremento della produzione. 
La novità più significativa del Nuovo Campo Prove 140 rispetto al precedente sembrerebbe consista nel non convogliamento delle emissioni in atmosfera, e nella maggior produzione di inquinamento acustico e di ceneri soggette a dilavamento. 
Tra le numerose motivazioni a sostegno della necessità di sottoporre l’intero impianto a VIA, Italia Nostra Sardegna ha evidenziato:
·      La RWM si appresta ad attivare una nuova attività non prevista dall'AIA rilasciata nel 2010 e attualmente in vigore, dove si menzionano esclusivamente la “distruzione di scarti contaminati da esplosivo” e i “test distruttivi di campioni di esplosivo” provenienti dal processo produttivo. Invece il nuovo ”… Campo Prove sarà utilizzato anche per test di nuovi esplosivi o manufatti esplosivi per uso civile e militare non ancora riconosciuti e classificati”.
·      La presenza di gravi carenze progettuali, in quanto non viene effettuata alcuna valutazione dell'immissione di inquinanti in atmosfera, della loro dispersione nel terreno e nelle acque superficiali e/o sotterranee, e dell'inquinamento acustico dovuto ai test esplosivi che si dovrebbero svolgere nel “Nuovo Campo 140”, qualora dovesse entrare in esercizio. Così come nel calcolo di eventuali rischi non viene valutata la presenza della strada provinciale 89, nonostante tale arteria sia menzionata anche nel Piano di Emergenza Esterna emesso dalla Prefettura di Cagliari nel 2012.
·      La scarsa e quasi del tutto assente documentazione relativa all’inquinamento prodotto dall’attività produttiva attuale nello stabilimento – carenti le indagini e i rilevamenti effettuati di recente, nonostante le prescrizioni dell’AIA – e non segnalazione delle eventuali sostanze inquinanti prodotte nel nuovo impianto: valutazione della quantità e qualità dei fumi prodotto, delle polveri, dei gas prodotti dai test, nè della contaminazione del suolo conseguente alla rideposizione delle polveri e fumi, nè della contaminazione delle acque conseguente al loro dilavamento. Tantomeno nei documenti presentati si trova traccia di possibili misure di mitigazione e di contenimento di tale impatto ambientale. Tutto ciò nonostante l'aumento della superficie dedicata a “test di scoppio su esplosivi e manufatti esplosivi”, che nel “Nuovo Campo Prove 140” risulta almeno triplicato (+300%) rispetto al poligono già esistente e l'aggiunta di attività sperimentali nuove, consistenti in “test di nuovi esplosivi o manufatti esplosivi per uso civile e militare non ancora riconosciuti e classificati”, faccia ritenere che l'entità dei test sia destinata a crescere (in termini di quantitativi di esplosivo impiegato e potere detonante degli ordigni), e con essa il livello di emissione di gas, polveri e fumi, con conseguente incremento del livello di contaminazione dei suoli e delle acque. 
·   La mancanza totale di valutazioni dell’impatto acustico prodotto dai test distruttivi di campioni di esplosivo e di manufatti militari carichi, cui è dedicato, nonostante le attività di test con detonazione di esplosivo risultino le più importanti fonti di inquinamento acustico dello stabilimento RWM-Italia di Domusnovas. Esiste infatti il ragionevole dubbio che l'impatto acustico dei “Test distruttivi di campioni di esplosivo” sia tutt'altro che “poco significativo”, come riportato nell'AIA del 2010, ma che, al contrario i limiti di sicurezza stabiliti per legge (DPCM del 14 novembre 2007) possano essere raggiunti e/o superati nelle aree in cui si trovano le case coloniche più prossime allo stabilimento e la zona naturalistica protetta: Sito di Interesse Comunitario “Monte Linas Marganai” SIC ITB041111.
A queste incongruenze e carenze tecniche è necessario aggiungere che esistono delle incompatibilità di natura urbanistica, paesaggistica e culturale che devono essere meglio approfondite.
·      L’errata destinazione urbanistica dell’area suggerirebbe di attendere la redazione del PUC di Iglesias o di sottoporre l’eventuale variante di destinazione urbanistica a Valutazione Ambientale Strategica. In quanto attualmente l’area interessata dal progetto definita “zona bianca” deve essere considerata come una destinazione agricola e pertanto l’approvazione del progetto è condizionato da una preventiva variante allo strumento urbanistico vigente, ovviamente tale variante deve procedere in base ad un ben determinato iter che è simile a quello previsto per l’approvazione del PUC. 

·      La prossimità del Sito di Interesse Comunitario “Monte Linas-Marganai” n° ITB041111 allo stabilimento, renderebbe necessario predisporre una Valutazione di Incidenza per analizzare gli effetti dell’attività industriale sulle specie protette nel SIC. Considerate le numerose criticità conseguenti alle attività umane già presenti nell’area, il pericolo paventato è che il nuovo Campo Prove, proposto dalla RWM Italia, possa acuire la vulnerabilità di un territorio già fragile danneggiando ancora di più le specie protette presenti nel Sito di Importanza Comunitaria, vanificando pertanto l’attività di tutela e di conservazione in atto.
·      L’incompatibilità del nuovo impianto con le tutele previste dal Piano Paesaggistico Regionale. L’area oggetto dell’intervento ricade all’interno dell’Ambito Paesaggistico n. 7 “Bacino Metallifero” del Piano Paesaggistico Regionale ed è classificata come “zona ricoperta da bosco”.
·      La presenza nell’area di significative emergenze culturali quali il tempio punico di “Genn’e Cantois”, di fondamentale importanza per la conoscenza del periodo punico in Sardegna.

In conclusione
A sostegno della necessità di un accurata Valutazione di Impatto Ambientale complessiva e integrata di tutti gli interventi previsti dal piano di potenziamento varato da RWM Italia S.p.a. per il suo stabilimento di Domusnvas – Iglesias si devono, in sintesi, considerare i seguenti punti:
A) Il piano di investimento per il potenziamento dello stabilimento comprende un gran numero di interventi differenti, connessi funzionalmente tra loro (almeno 10 da novembre 2016 a oggi). Tali interventi sono destinati ad accrescere notevolmente l'impatto ambientale complessivo dello stabilimento in tutti i suoi aspetti (quali ad esempio le emissioni in atmosfera, l'inquinamento acustico, il prelievo idrico, la produzione di acque reflue e di rifiuti, l'incremento del traffico veicolare di sostanze e manufatti pericolosi, l'impatto sull'ambiente umano e naturale circostante, etc.).
B) Risultano importanti inadempienze del gestore – RWM Italia S.p.a. - rispetto ad aspetti sostanziali previsti dall'AIA in vigore. 

C) Il progetto del “Campo Prove 140” contiene rilevanti carenze e imprecisioni, rendendo del tutto inesistente la valutazione degli impatti ambientali dell'intervento proposto. In particolare si evidenzia l’assenza di un seria analisi su:
·      quantitativo di esplosivo massimo impiegabile nei test;
·      calcolo delle distanze di sicurezza rispetto alle strutture civili circostanti;
·  valutazione degli inquinanti rilasciati in atmosfera, in modo incontrollato, dalle “emissioni diffuse” conseguenti ai test esplosivi, sotto forma di gas, fumi, e polveri;
· contaminazione del suolo conseguente alla rideposizione delle polveri e fumi prodotti dai test esplosivi;
· contaminazione delle acque conseguente al dilavamento dei contaminanti depositati al suolo;
·      inquinamento acustico dovuto ai test esplosivi.
D) Vi sono consistenti elementi per ritenere che la realizzazione di un nuovo poligono per test esplosivi denominato “Campo Prove 140” risulti incompatibile con l'ambiente naturale e umano circostante oltreché in contrasto col le tutele previste dal PPR.
In particolare aumenterebbe l’inquinamento prodotto dallo stabilimento, compreso l'inquinamento acustico prodotto dai test esplosivi, già grave al momento attuale, e incompatibile con l'ambiente naturale e umano circostante.

Sulla base di queste considerazioni quindi:
non solo il progetto del nuovo poligono denominato “Campo Prove 140 risulta gravemente carente negli elementi che riguardano la valutazione del suo impatto ambientale (emissioni di inquinanti in atmosfera, nei suoli, nelle acque e inquinamento acustico), rivelando anche forti profili di incompatibilità con l'ambiente umano e naturale circostante (specie per quanto riguarda l'inquinamento acustico), ma non può neppure essere valutato singolarmente, come si trattasse di un intervento isolato. Quella dei test esplosivi è infatti un’attività connessa alla produzione di manufatti militari carichi nel suo complesso, e il progetto di realizzazione del nuovo “Campo Prove 140” deve essere valutato in maniera integrata e congiunta con tutti gli altri interventi (almeno dieci) che fanno parte del medesimo piano di potenziamento ed espansione dell'attività produttiva, considerando gli effetti cumulativi e l'impatto ambientale complessivo di tutti gli interventi previsti. 

Oltretutto nessun piano di espansione e potenziamento può essere preso in considerazione se prima non si verifica l'adeguatezza e il rispetto dell'AIA concessa nel 2010, sanando le manifeste inadempienze del gestore. Tale presupposto è necessario sia per valutare l'impatto ambientale dello stabilimento nella sua attuale configurazione, sia, a maggior ragione, per valutare un suo eventuale potenziamento con conseguente espansione delle attività.
Per tutti questi motivi l’Associazione Italia Nostra Sardegna ha chiesto che il progetto industriale sottoposto a procedimento di Verifica di Assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) - relativo alla realizzazione del nuovo campo prove R140 nel comune di Iglesias (provincia Sud Sardegna) proposto dalla società RWM spa - tutte le attività in corso  o richieste dalla società RWM spa e l’intero processo produttivo dello stabilimento RWM spa di Domusnovas - Iglesias,  vengano assoggettati a VIA.

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