martedì 13 dicembre 2022

L’attualità di Don Chisciotte

La tanto sbandierata svolta di alcune associazioni ambientaliste in merito agli insediamenti degli impianti per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, appare più che altro un inedito disconoscimento dell’importante ruolo delle Soprintendenza ai Beni Paesaggistici e una esplicita rinuncia a combattere la speculazione. 


Con gli amici di Legambiente, del WWF e del FAI abbiamo combattuto importanti battaglie e ottenuto buoni risultati, soprattutto in Sardegna, contro la speculazione edilizia, in particolare quella costiera e dei centri storici. Le nostre battaglie non miravano certo ad impedire il diritto alla casa, chiedevamo semplicemente che il territorio fosse governato attraverso la pianificazione paesaggistica e urbanistica e che l’edificazione di abitazioni fosse commisurata al fabbisogno reale della comunità. Si trattava di stabilire come, dove e quanto edificare, il tutto nel rispetto del patrimonio ambientale e paesaggistico e con un consumo di suolo tendente a zero.

Analogo discorso deve essere fatto per l’insediamento degli impianti per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. Anche per queste infrastrutture è necessario stabilire quantità, qualità e ubicazione degli impianti, e questo non può deciderlo l’imprenditore, ma deve essere frutto di una pianificazione pubblica, oggi del tutto assente.  


Basti ricordare la Direttiva UE RED II 2018/2001 e la Strategia dell’UE per sfruttare il potenziale delle energie rinnovabili offshore del 2020, oltre alla legge di  delegazione 53/21 e al d.lgs 199/2021; tutte norme che obbligano il governo ad emanare le discipline per l'individuazione delle superfici e delle aree idonee e non idonee per l'installazione di impianti a fonti rinnovabili, nel rispetto delle esigenze di tutela  del patrimonio  culturale  e  del paesaggio, delle aree agricole e forestali etc… Norme alle quali il governo si sottrae da oltre un anno alimentando l’attuale deregulation in cui si trova il settore strategico dell’energia.

L’aggressione che interessa oggi il territorio sardo è frutto di quel far west: nell’ultimo anno sono state presentate richieste per l’installazione di 16 nuovi impianti eolici offshore e 49 onshore oltre a 162 impianti fotovoltaici a terra.  Se questi impianti venissero approvati avremmo piantate in mare 900 pale alte 300 metri a altre 400 a terra.  Una potenza installata di 24 GW (oggi sono 4,5 GW) e una produzione annua superiore a 42mila GW/h. Una quantità di energia tecnicamente non utilizzabile (il fabbisogno dell’isola è di 9mila GWh) e tantomeno esportabile neppure col tyrrhenian link. 

Eppure ancora qualcuno sostiene che le Soprintendenze - che tra l’altro per questo tipo di progetti sono state del tutto esautorate dalla Soprintendenza Speciale per il PNRR -  e la mala burocrazia impediscano la realizzazione degli impianti. Noi obiettiamo che questi progetti non sono neppure tecnicamente approvabili perché proposti nelle aree sbagliate, talvolta privi di idonea documentazione o contenenti dati e informazioni non corrette frutto di sbrigativi copia e incolla. In alcuni casi la ressa e tale che si è perfino arrivati a contestazioni tra società concorrenti che pretendevano di potersi installare nella stessa area. Sempre in Sardegna, l’impianto eolico “Gomorretta” approvato dal governo Draghi, nonostante tutti i pareri negativi, compresi quelli della commissione VIA e di due ministri, impedirà la realizzazione dell’ambizioso rivelatore gravitazione Einstein Telescope, una delle grandi infrastrutture strategiche europee incluse nella Roadmap Esfri!

Dobbiamo ascoltare il grido d’allarme lanciato dall’ISPRA sull’eccessivo consumo di suolo causato dagli impianti fotovoltaici a terra, preoccuparci per i futuri scenari e accogliere i suoi suggerimenti sullo sfruttamento dei fabbricati esistenti. Essi garantirebbero l’installazione di panelli equivalenti a 85 GW, un quantitativo sufficiente a coprire l’aumento di energia rinnovabile complessiva previsto dal Piano per la Transizione Ecologica al 2030.  


Spiace che gli ambientalisti del “Si a tutto” non colgano questi suggerimenti, ma anzi si prestino a questa strumentalizzazione demonizzando le Soprintendenze, non abbiano capito quanto danno le loro aperture incondizionate porteranno ai  territori e al paesaggio e come questa loro posizione sia funzionale agli interessi degli speculatori.

Noi, come moderni Don Chisciotte, proseguiremo la nostra battaglia contro i mulini a vento e l’inarrestabile consumo di suolo, in difesa del territorio e dei beni paesaggistici e continueremo la nostra politica nel dimostrare che già da oggi in alcune regioni italiane (vedi Sardegna) sia possibile fare a meno dei combustibili fossili, gas compreso, per la produzione di energia elettrica, proponendo un uso intelligente, condiviso e democratico delle energie rinnovabili.  



sull'argomento

La transizione energetica presa sul serio, il caso Sardegna

Gente e Territorio - Italia Nostra Sardegna bacchetta gli ambientalisti "Si a tutto"

Sardegna Reporter - Criticità in Sardegna sulle rinnovabili

Il Manifesto Sardo - L'attualità di Don Chisciotte

Il Sole 24 ore - Sardegna, luce a zero euro fra sabato e domenica

Sardinia Post - Ambientalisti aprono a fotovoltaico ed eolico, Italia Nostra contro: "Proteggere il paesaggio"

GRIG - Rinnovabili, e tutto il resto vada a farsi fottere

Il Fatto Quotidiano - Rinnovabili, le associazioni ambientaliste aprono a nuovi impianti, ma cosí affondano il paesaggio

lunedì 28 novembre 2022

Rinviati a giudizio i dirigenti della RWM e i funzionari comunali

A seguito della richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla PM dott.ssa Rossella Spano, questa mattina la dott.ssa Manuela Anzani, giudice del tribunale di Cagliari, ha rinviato a giudizio l'amministratore delegato della società RWM Italia SPA, Fabio Sgarzi, il responsabile aziendale per la funzione Fabbricati Lavori e Impianti e di tre tecnici incaricati dall’azienda di redigere progetti e relazioni e di seguire le pratiche relative ai piani di ampliamento della fabbrica di esplosivi ed ordigni militari che si trova nei comuni di Domusnovas e Iglesias, negli anni 2017 – 2019. 

Sono stati rinviati a giudizio anche i funzionari comunali di Iglesias e Domusnovas che hanno autorizzato l'ampliamento dell'impianto RWM in località San Marco.

Nella stessa udienza sono state accolte tutte le richieste di costituzione di parte ci vile presentate da Associazioni, Comitati e Sindacati

Il dibattimento inizierà il prossimo 3 marzo 2023

La decisione di oggi della giudice del tribunale di Cagliari è doppiamente importante, perché decide di rinviare a giudizio i dirigenti e tecnici della RWM e i funzionari comunali che hanno avuto a che fare con l’ampliamento dello stabilimento e nello stesso tempo accoglie la costituzione di parte civile di tutte le associazioni, i comitati e i sindacati che hanno sottoscritto le numerose segnalazioni inviate alla procura contenenti importanti informazioni sui presunti abusi ambientali, urbanistici ed edilizi individuati nel discutibile iter di approvazione dell’ampliamento.

L’essere stati individuati dal giudice parti lese ci consente di partecipare al processo approfondendo i numerosi punti poco chiari presenti nell’iter che ha autorizzato le opere edilizie e nelle modalità di realizzazione delle opere stesse.

Inoltre, come Italia Nostra, USB e Assotziu Consumadoris de Sardinia, siamo ancora in attesa della sentenza del Consiglio di Stato che dovrà pronunciarsi sul ricorso di revocazione  presentato da RWM, ma siamo fiduciosi in un esito positivo per la nostra vertenza

Nostro obbiettivo primario è quello di rendere dignità a questo territorio e di pretendere che la legalità venga rispettata sempre, anche dalle multinazionali che producono armi!

Le contestazioni sono numerose, 30 violazioni tutte relative a interventi richiesti, approvati e infine realizzati nel contesto dei piani di ampliamento dello stabilimento RWM. 

L’inchiesta ha preso le mosse da una serie di esposti presentati da associazioni, comitati e da singoli cittadini, tra il 2018 e il 2019, nei quali si denunciava il fatto che i lavori di ampliamento dello stabilimento RWM stessero procedendo in violazione di numerose norme urbanistiche, ambientali e di tutela della salute e della sicurezza della popolazione.



La tipologia degli abusi e delle violazioni contestate è molto varia: si va dalle attività di scavo e sbancamento non consentite per decine di migliaia di metri cubi, senza verifica delle soglie di contaminazione delle sostanze inquinanti, senza la necessaria relazione geotecnica e con trattamento scorretto delle terre di scavo, alla mancanza delle necessarie verifiche per il controllo degli incendi, al rilascio di autorizzazioni irregolari per realizzare costruzioni in assenza di una progettazione adeguata (mancano i calcoli per le strutture in cemento armato, la relazione geologica, il parere dei vigili del fuoco). Sono state inoltre autorizzate variazioni di destinazione d’uso di fabbricati, destinati a diventare depositi, anche di materiali pericolosi, con procedure semplificate e irregolari, senza le necessarie autorizzazioni dei Vigili del Fuoco e l’adeguamento della Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e della successiva AUA.


A tutti gli indagati viene contestato il reato di falso: ai dirigenti e ai tecnici dell’azienda per aver presentato progetti e richieste di autorizzazioni omissive e irregolari, e ai funzionari comunali per averle accettate e dichiarate complete ed adeguate.

Gli abusi non riguardano solo le autorizzazioni già oggetto di ricorso e annullate lo scorso novembre dalla sentenza del Consiglio di Stato: quelle per la realizzazione del nuovo poligono per test esplosivi (denominato “Campo Prove R140”) e dei nuovi reparti “R200” ed “R210” per la fabbricazione degli esplosivi PBX-colabili e il caricamento dei rispettivi ordigni. La Procura ha rilevato abusi e violazioni di norme anche in innumerevoli altri interventi che fanno parte del piano di ampliamento.

Il quadro che emerge dal lavoro della Procura è desolante: come abbiamo più volte denunciato la società RWM Italia SPA, negli ultimi anni, ha portato avanti il suo imponente piano di ampliamento della sua fabbrica di esplosivi e ordigni, violando sistematicamente la normativa urbanistica e quella per al tutela della salute e dell’ambiente.



Testo del Comunicato Stampa di indizione del Sit-in

La guerra inizia qui, la pace deve ripartire da qui

Le associazioni firmatarie convocano per lunedì 28 novembre, dalle ore 9,00, un sit- in davanti al Palazzo di Giustizia di Cagliari, in occasione dell’udienza, fissata per le ore 10,00, del processo penale ai danni dei rappresentanti legali di RWM Italia e di alcuni funzionari delle amministrazioni comunali di Domusnovas e Iglesias, per il presunto ampliamento illegale della fabbrica di armamenti sita in quei territori. 

Il giudice, avendo avuto tempo per visionare le carte, dovrà decidere se accogliere le richieste di numerose associazioni di costituirsi parte civile nel procedimento. 

Riteniamo che la società civile, impegnata sui temi della pace e del disarmo, abbia pieno diritto di fare la sua parte, affinché venga fatta chiarezza sulle condotte di una multinazionale delle armi che pesa sul territorio sardo, ma lancia i suoi effetti sui teatri di guerra nel mondo. Essere parte civile nel processo sarebbe un importante riconoscimento, dal punto di vista legale, ma soprattutto simbolico e ideale per tutta la società sarda che ripudia la guerra. 

Coordinamento Provinciale PREPARIAMO LA PACE, Italia Nostra Sardegna, Movimento Nonviolento, Unione Sindacale di Base Cagliari, Cagliari Social Forum, Confederazione Sindacale Sarda, Assotzius Consumadoris Sardigna, Centro Sperimentale Auto sviluppo, Comitato Riconversione RWM, Sardegna Pulita, Tavola Sarda della Pace, Comitato Sardo No Armi – Trattativa Subito, Ufficio Studi G.M. Angioy - CSS. 



documenti

sull'argomento

L'ampliamento della RWM è illegittimo, lo stabilisce il Consiglio di Stato

L'Unione Sarda - Presunti abusi edilizi alla Rwm, tutti a giudizio: il 3 marzo il via al processo

Sardegna Live - Fabbrica di bombe a Domusnovas: in 9 a processo per abusi edilizi

Democrazia oggi -  RWM, ieri la marcia per la pace, oggi rinvio a giudizio in tribunale

Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo - In aula e Roma e Cagliari il caso RWM




martedì 15 novembre 2022

L’”armonizzazione degli interessi pubblici” prevale su quelli di intere comunità

Scadeva lo scorso 13 novembre la data ultima per la presentazione delle osservazioni nella procedura di Valutazione di Impatto Ambientale dell’impianto eolico per la produzione di energia elettrica richiesto dalla società Sardaeolica srl nei comuni di Onaní, Bitti e Buddusò. Si tratta di un impianto formato da 6 aerogeneratori tripala da 5,6 MW, per una potenza complessiva di 33,6 MW. Ciascun aerogeneratore avrà una altezza totale di 206 metri e la rotazione del rotore spazzerà una superficie superiore a 2 ettari.

Nella stessa area esistono richieste per diversi altri impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile: ulteriori 5 impianti eolici e 2 nuovi impianti fotovoltaici. Se le autorizzazioni dovessero essere accolte l’area prospiciente il parco di Tepilora sarà caratterizzata dalla presenza di una sessantina di pale eoliche e da diversi ettari di panelli fotovoltaici.

Italia Nostra Sardegna ha presentato le proprie Osservazioni all’impianto di Onaní e agli altri proposti chiedendo la dichiarazione di non compatibilità ambientale di questi impianti in quanto essi caratterizzeranno in maniera negativa, ambiente, biodiversità e paesaggio delle regioni storiche del Goceano, della Baronia e del Monte Acuto, e condizioneranno il futuro economico della regione impedendo l’installazione nella miniera di Sos Enatos dell’Einstein Telescope, a causa della sua inconciliabilità con i generatori eolici, come riconosciuto da numerosi scienziati e studiosi.

Purtroppo, nonostante l’inconfutabilità delle motivazioni addotte dalla nostra Associazione, ma anche dal comune di Onaní, dalla stessa Regione Sardegna e dai rettori delle Università Sarde, esiste il ragionevole rischio che l’impianto venga autorizzato.

Come avvenuto lo scorso 10 ottobre nell’ultima seduta del governo Draghi che ha approvato il vicino impianto eolico “Gomoretta” di Bitti. Approvazione motivata dalla “complessiva valutazione e armonizzazione degli interessi pubblici coinvolti”.

In quel caso, gli interessi di una società privata, la Siemens Gamesa Renewable Energy Italy S.p.A., prevalgono sul parere contrario della Commissione Tecnica Valutazione Impatti del MiTE e degli stessi ministeri competenti (MITE e MiC), sulle numerose opposizioni di Regione, Enti locali, Associazioni Ambientaliste, Parco di Tepilora, Università di Sassari e Cagliari, il team di scienziati che lavorano alla realizzazione dell’Einstein Telescope etc… 

Di nessuna utilità sono stati i numerosi pareri tecnici che esprimono contrarietà al progetto in quanto potrebbe compromettere un intero territorio, il suo ecosistema, il paesaggio e persino il suo futuro economico, cosí come sono state inutili le osservazioni presentate da centinaia di cittadini, da diversi sindaci e da comitati e associazioni. Gli “interessi pubblici coinvolti” hanno prevalso su tutto e tutti, anche sulla normativa europea che istituisce la Valutazione di Impatto Ambientale (DIRETTIVA UE 2014/52).

Assistiamo sempre più ad un accentramento di poteri, all’assunzione di decisioni arbitrarie e alla trasformazione e contrazione dei processi democratici e partecipativi come quelli previsti dalla procedura di VIA e dalla convenzione di Aarhus, giustificati da emergenze spesso pretestuose e da interessi definiti pubblici, ma palesemente al servizio degli speculatori delle energie rinnovabili. 

sull'argomento

L'Unione Sarda - Saras, lutto per le aquile & scippo del silenzio

L'Unione Sarda - Il ministero dice no al parco eolico di Bitti: stop alle pale di oltre 200 metri

Algherolive - Italia Nostra: "L'armonizzazione degli interessi pubblici" prevale su quelli di intere comunità 

Cagliaripad - Eolico in centro Sardegna, gli ambientalisti: "Stop al progetto" 

Press Italy 24 - Parque eolico en el centro de Cerdena, los ambientalistas piden deter el proyecto

Il Fatto Quotidiano - Eolico, Draghi in extremis ha dato l'OK al parco sardo di Siemens Gamesa. Lo stesso che era stato bocciato da tutte le autorità 

PCAPolitical - Tredici Torri eoliche da 250 metri a Tuscania 

OggiNuoro.it - La Sardegna è compatta: si Eistein Telescope, no ai parchi eolici nel Nuorese

mercoledì 7 settembre 2022

Noi non sapevamo

Già nel 2016, Bachisio Bandinu nel suo libro Noi non sapevamo ci ricorda che la Sardegna è sempre in ritardo nel leggere i segni dei tempi.

Basta osservare gli eventi degli ultimi cinquant'anni per fare una dolorosa constatazione: turismo, industrializzazione, servitù militari, lingua, cultura e istruzione. Tutte le scelte fatte in questi anni in Sardegna hanno portato all’impoverimento delle comunità, alla distruzione dell’ambiente e del territorio, a una situazione sanitaria catastrofica, con la presenza di patologie nella popolazione davvero preoccupanti.

La mappa della SNAM sugli impianti del gas previsti per la Sardegna


Anche la scelta del gas, arriva in Sardegna fuori tempo massimo e, soprattutto, non è una risposta ai cambiamenti climatici. È l’esatto contrario.

La decisione di installare una nave per la rigassificazione e lo stoccaggio a Portovesme, ma vale anche per quella che si vorrebbe piazzare a Porto Torre,  significa:

  • Spendere ingenti capitali per realizzare una infrastruttura inutile e dannosa per l’ambiente;
  • Spostare di almeno 30-40 anni la data per l’abbandono dei combustibili fossili (bisogna pur ammortizzare i costi dell’infrastruttura);
  • Non porre più fine a un settore industriale che assorbe tutte le nostre risorse (il Sulcis Iglesiente è indicata tra le province più povera d’Europa), che condizione e impedisce qualsiasi altra attività, che è priva di futuro;
  • La costruzione di un’altra Centrale Termoelettrica;
  • Mettere a repentaglio la sicurezza e la vita di una comunità; 
  • Contribuire al processo di riscaldamento climatico globale.

La Golar Artic, la nave gassier che verrà trasformata in FRSU e ormeggiata nel porto di Portovesme


Purtroppo registriamo che oggi il settore energetico della Sardegna è governato dal caos, da un vero e proprio Far West. 

Stiamo pagando il prezzo della totale assenza di una politica energetica, di una politica pianificatoria. L’aver lasciato al mercato fare scelte che appartenevano alla politica ci ha portato in questo stato e ci troviamo oggi assolutamente impreparati a gestire questa delicata e difficile crisi energetica e ambientale. 

Alla luce degli eventi internazionali e delle speculazioni in atto, non si può certo dire che il gas è la soluzione migliore, più conveniente. Basti pensare che il prezzo del gas a MWh è decuplicato rispetto a pochi mesi fa.  

Noi siamo convinti che siano maturi i tempi per superare la fase del carbone e del gas in Sardegna. Che il futuro è rinnovabile se liberato dalla speculazione energetica e dai mega impianti  che devastano il paesaggio e l’economia.

In occasione degli incontri al MiSE sul phase out della Sardegna abbiamo preparato una relazione che dimostra la possibilità di liberarsi da subito dei combustibili fossili e di trasformare la Sardegna nella prima isola europea CO2 free. 

Vedi

Osservazioni di Italia Nostra Sardegna contro l'impianto flottante di rigassificazione

  Sardegna: “Isola zero CO2, phase out 2025”


sull'argomento

Italia Nostra Sardegna 

- Rete del gas in Sardegna: l'inutilità di un'opera

- Il rapporto RSE - ARERA supporta la decisione del governo di abbandonare la costruzione della dorsale  del gas in Sardegna

- Un Piano Energia tutela dell'ambiente, del paesaggio e dei beni comuni



sabato 3 settembre 2022

Arte contemporanea a Torre Canai

Dopo due anni di restrizioni e di fermo di numerose attività, l’estate 2022 segna la ripresa del turismo in Sardegna e anche delle attività culturali e della partecipazione dei cittadini alle iniziative pubbliche. Anche la Torre Canai di Sant’Antioco riapre i battenti, grazie all’attività volontaria dei soci della sezione di Italia Nostra, riproponendo la mostra permanente delle emergenze naturalistiche del sud dell’isola e quella delle torri costiere della Sardegna.




La novità di quest’anno è rappresentata dalla rassegna di arte contemporanea curata dell’Associazione Ottovolante Sulcis.

La rassegna consiste nella esposizione di diversi allestimenti artistici site-specific legati ai luoghi e al tempo del mare, in cui l’arte si fa contestualmente canto ammaliante e sirena d’allarme verso i temi della contemporaneità.

La prima edizione consterà di due esposizioni, ciascuna della durata di un mese; la prima dal titolo Buone Vacanze è stata curata dal collettivo Transhumanza.

 


“La Sardegna è un’isola conosciuta nell’immaginario comune principalmente per stereotipi: il mare, le vacanze, il suo spirito selvaggio e misterioso, il cibo, le pecore e preconcetti simili. Stereotipi che trovano le loro radici in un modello di sfruttamento sistemico del territorio che, al di là dell'immagine da cartolina, nascondono veri e propri disastri sociali ed ecologici.

Questo progetto nasce dalla volontà di relazionarci in maniera creativa e partecipata ad alcune delle contraddizioni che vive la Sardegna, con lo scopo di divulgare, provocare e fare emergere temi che condizionano il nostro presente.

L’opera è composta di suoni, immagini, oggetti, tecnologie, materiale d’archivio e pratiche performative.

L’intervento realizzato per Torre Canai sarà la prima sperimentazione di un percorso a lungo termine che non presenta una forma definita ma muta nel tempo e nello spazio.”

(Collettivo Transhumanza)

 


 

La seconda esposizione riguarda in particolar modo la Torre Canai, riscoprendone il suo passato ed assegnandole una nuova funzione.

"Torre Canai è stata per secoli un presidio militare a difesa dalle minacce che arrivavano dal mare, a seguito della dismissione delle torri costiere ha conservato la sua naturale funzione di guardia sul mare, non opponendosi più all’attracco ma offrendosi a chiunque vi transiti.

La mostra “Terraferma” vuole celebrare l’accezione inclusiva del luogo, quella per cui “migranti” (persone o animali che si spostano da un luogo a un altro per trovare migliori condizioni di vita) possono trovare liberamente rifugio.

Oggi Torre Canai è un luogo apparentemente solitario: l’area circostante è una riserva naturale ricca di diverse specie di flora e di avifauna che si affaccia su un tratto di costa particolarmente suggestivo, per molti definibile un paradiso. Le condizioni di vita che offre quest’area non vengono intese puramente in termini di risorse materiali (acqua, nutrimento, riparo) ma vogliono estendersi sino a toccare una dimensione esistenziale.

I visitatori restano incantati dalla bellezza del paesaggio e dalla sensazione di pace che questo luogo trasmette, offrendo appunto “riparo” all’anima o allo spirito."





foto torre


sabato 27 agosto 2022

Impianti eolici offshore: concessione demaniale subordinata alla VIA


Appare saggio e corretto che la decisione di rilasciare concessioni demaniali di enormi porzioni di superficie marina, per 30 o 40 anni, debba essere successiva alla valutazione di impatto ambientale e non possa essere rilasciata senza garanzie sulla sicurezza degli impianti e assoluta certezza dell’assenza di impatti negativi sull’ambiente marino e sulle attività esistenti: pesca, turismo, trasporti etc…

Apprezziamo l’importante lavoro svolto dalla Capitaneria di Porto di Cagliari che, in linea con le direttive ministeriali, appare orientato a procedere al rilascio delle concessioni solo in caso si esito positivo dell’iter autorizzativo in capo al Ministero della Transizione Ecologica.

Italia Nostra Sardegna ha partecipato online alle tre Conferenze di Servizi tenutesi nei giorni 23, 24  e 25 agosto (la CdS per Nora Ventu 2 è convocata per il prossimo 29  agosto) illustrando le osservazioni presentate e le motivazioni che hanno portato l’Associazione ad esprimere formale opposizione al rilascio delle concessioni demaniali marittime.

Le Conferenze svolte sono relative ai parchi off-shore proposti dalla società Sea Wind denominati “Del Toro 1” (ubicato a soli 10 km dalla costa dell’isola di Sant’Antioco) e “Del Toro 2”, e quelli della Nora Ventu: “Nora Ventu 1” e “Nora Ventu 2”. L’insieme dei quattro parchi è composto da complessivi 141 aerogeneratori, alti intorno ai 270 mt, per una potenza complessiva di circa 2.000 MW.

Anche la posizione dei sindaci dei comuni costieri maggiormente interessati è stata chiara e decisa nel rivendicare maggiori certezze sugli impatti ambientali degli impianti e nel chiedere una Valutazione di Impatto Ambientale Cumulativa degli impianti.


Di seguito una breve sintesi dei punti salienti contenuti nelle osservazioni presentate da Italia Nostra Sardegna:

·     Esiste una vera e propria corsa ad accaparrarsi immense aree marine per l’installazione di questi impianti, ad oggi sono state presentate ben 15 richieste per l’installazione di 809 pale attorno alla Sardegna, per una potenza complessiva superiore a 12mila MW. Se tutti questi impianti venissero autorizzati, anche tenendo conto degli impianti eolici e fotovoltaici a terra già realizzati, nonché quelli ulteriormente proposti, si arriverebbe ad un potenziale picco massimo di oltre 20 mila MW. Ciò significa che l’insieme degli impianti sarebbe in grado di produrre una quantità di energia tecnicamente non utilizzabile e neppure esportabile;

·     Rispetto a questo assedio risulta del tutto assente una programmazione/pianificazione sull’utilizzo del mare e uno studio adeguato sulla sostenibilità̀ ambientale, sociale ed economica degli impianti eolici off-shore che ne garantiscano la possibilità di coesistenza con altre attività, come la pesca, l'acquacoltura, il trasporto marittimo, la navigazione, il turismo etc… , come impone la stessa Strategia Europea del 2020 sulle potenzialità dello sfruttamento dell’energia eolica off-shore; 

·      Ê attualmente in via di definizione la Valutazione Ambientale Strategica del Piano di Gestione dello Spazio Marittimo Italiano che, tra le altre cose, dovrebbe risolvere i conflitti d’uso per lo spazio marittimo e, ove possibile, creare sinergie compatibili tra differenti settori. Se le concessioni venissero rilasciate prima che la VAS sia ultimata, ne condizionerebbero e vanificherebbero il risultato;

·      Manca del tutto un serio studio sull’impatto paesaggistico delle pale, alte due volte e mezzo l’isola del Toro. Le ulteriori, numerose lacune emergenti nella documentazione prodotta dalle società, suggeriscono l’applicazione del principio di precauzione, principio universale che impone di non procedere nell’autorizzazione per evitare danni superiori ai benefici che tali impianti potrebbero produrre;

·      Il progetto prevede la rimozione di ampie superfici di prateria di posidonia, che dovrebbe essere reimpiantata in un secondo momento. Purtroppo la stessa ISPRA solleva seri dubbi sulla bontà delle operazioni di espianto e di reinpianto delle praterie di posidonia rimossa; 

·      Gli impianti proposti dalla Sea Wind e non solo, ricordiamo che i parchi proposti sono 15 in totale, sono progettati per utilizzare un pericolosissimo gas climalterante, l’esafloruro di Zolfo (SF6), che potrebbe disperdersi in atmosfera. La Commissione UE prevede la messa al bando di tale gas, già nei prossimi anni. Inoltre, lo stesso piano di dismissione è carente e ipotizza, tra l’altro, di abbandonare, affondandole, le piattaforme di calcestruzzo direttamente sul sito.

L’auspicio è che anche gli altri impianti che interessano le coste italiane siano assoggettati a VIA prima del rilascio delle concessioni demaniali marittime, che preliminarmente alle autorizzazioni siano emanate le linee guida e individuate le aree idonee previste dall’art. 23 del D.lvo 199/2021 e che le valutazioni di impatto ambientale di competenza del MiTE siano cumulative perlomeno per gruppi di impianti previsti nelle stesse macro aree marine.

Ubicazione impianti eolici offshore sud Sardegna - elaborazione Comitato Porto Solky

Le Osservazioni presentate

Del Toro 1

Del Toro 2 

sull'argomento

Italia Nostra Sardegna - La speculazione energetica impedisce una transizione ispirata alla sostenibilità ambientale

Rinnovabili.it - Eolico offshore in Italia, il MiTE raccoglie 64 manifestazioni di interesse

Today economia - Mega torri galleggianti nel mare di Puglia, Sicilia e Sardegna: la nuova frontiera dell'energia

Unione Sarda - Eolico offshore, il no di Italia Nostra Sardegna

Algherolive.it - Italia Nostra su impianti eolici offshore: concessione demaniale subordinata a VIA

Sky TG24 - Eolico offshore: Italia Nostra Sardegna, corsa senza certezze

ANSA Sardegna - Eolico offshore: Italia Nostra Sardegna, corsa senza certezze