Appare una vera e propria operazione di greenwashing quella che vorrebbe realizzare la società a responsabilità limitata Ekosarda a poca distanza dai centri abitati di Is Urigus e Is Gannaus, frazioni rispettivamente di San Giovanni Suergiu e di Carbonia.
Anziché ripristinare un’area devastata da una cava si chiede di trasformarla in una discarica di rifiuti speciali non pericolosi, ma anche di rifiuti pericolosi, riuscendo persino a realizzare profitti. Questo non è un ripristino ambientale, ma un cambio di destinazione d'uso da una attività estrattiva a una attività di smaltimento rifiuti speciali, entrambe impattanti.
Il doppio affare e la conseguente ingiustizia ambientale consistono nel realizzare profitti lucrando doppiamente a spese di un territorio che viene due volte devastato, scaricando sulla comunità locale i costi ambientali e costringendo chi ci vive a cambiare residenza perché quel sito diventerà invivibile e probabilmente insalubre.
La sezione di Sant’Antioco di Italia Nostra si schiera a fianco dei cittadini mobilitati a difesa della propria salute e del proprio territorio e nelle undici pagine di Osservazioni che ha inviato al Servizio Valutazione Impatti Ambientali della Regione e al comune di san Giovanni Suergiu, ha riportato le numerose motivazioni per cui quella discarica non può essere autorizzata in quel sito, in particolare ha rilevato che:
1. Non sono stati adeguatamente coinvolti i cittadini e i portatori di interesse
Nonostante la discarica coinvolga i tanti cittadini che risiedono poco distante e la presenza attività agricole e di strutture sportive in prossimità del sito.
È stata del tutto trascurata la componente sulla salute umana
2. Esistono numerose criticità di natura ambientale, sanitaria, sociale e culturale
L’impatto sulla salute delle persone e dell’ecosistema, sul paesaggio e sul patrimonio culturale è indubbiamente notevole e non mitigabile
3. La discarica è incompatibile con la destinazione agricola del territorio
L’autorizzazione della discarica comporterebbe una variante allo Strumento Urbanistico comunale, condizionando le scelte del comune in materia urbanistica, proprio nel momento in cui il Consiglio Comunale si appresta ad adeguare la pianificazione urbanistica la Piano Paesaggistico Regionale.
Allo stato attuale la discarica risulterebbe incompatibile con le norme di attuazione del PPR
4. Non sono stati presi in considerazione gli impatti cumulativi derivanti dalla presenza di numerose discariche nei dintorni
Oltre naturalmente agli impatti derivanti dal traffico e dalla viabilità, dalla emissione di polveri sottili, e da tutti i rischi derivanti dalla presenza di una discarica di rifiuti speciali pericolosi a poca distanza dai centri abitati.
Per tutti questi motivi la sezione di Sant’Antioco di Italia Nostra ha chiesto il rigetto del progetto, e nel contempo si è chiesto agli uffici regionali di prescrivere alla società richiedente il ripristino morfologico e la bonifica dell’area interessata dalla pregressa attività di cava.
In subordine si è chiesta la sospensione della procedura autorizzativa affinché venga avviata la pubblica inchiesta nella quale sarà consentito alla comunità di esprimere le proprie ragioni in merito a tale impianto.
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