sabato 2 maggio 2020

Da una concessione edilizia a una mineraria, non c’è pace per Coa ‘e Cuaddus

Scorcio della spiaggia
Cambia il nome della società, ma l’obbiettivo rimane lo stesso: realizzare un albergo con alcune decine di villette in uno dei siti più suggestivi e incontaminati dell’isola di Sant’Antioco, la spiaggia di Coa ‘e Cuaddus.
È dal lontano 2010 che la Gead immobiliare srl, rappresentata da un imprenditore del territorio, ha deciso di dare l’assalto alla costa di Coa ‘e Cuaddus nell’isola di Sant’Antioco presentando un improponibile progetto per la realizzazione di un cosidetto “centro termale”, in pratica un residence turistico a poca distanza dalla spiaggia; poco importa se l’area è tutelata sotto il profilo paesaggistico, se è all’interno di un Sito di Importanza Comunitaria e di una Zona di Protezione Speciale per la tutela della biodiversità, se l’insediamento è in aperto contrasto con il PUC del comune di Sant’Antioco e dello stesso Piano Paesaggistico Regionale. 
Il progetto procedeva spedito, la stessa amministrazione comunale di Sant’Antioco, di allora, lo aveva fatto proprio e sembrava quasi che non ci fossero ostacoli alla inarrestabile volontà dell’imprenditore di superare qualsiasi Piano, impedimento o norma. È stato necessario l’intervento del Direttore generale della pianificazione urbanistica della Regione Sardegna, che ne ha dichiarato l’inammissibilità per incompatibilità col PPR. Parere negativo supportato poi da due successive sentenze del Consiglio di Stato: dell’8 giugno 2016 e del 11 ottobre 2017.

Non pago, l’intraprendente imprenditore torna alla carica in questi mesi e chiede all’Assessorato Regionale dell’Industria una concessione mineraria, per una superficie di 595 Ha e un perimetro di 11,4 km, per emungere acqua minerale per la balneo-fangoterapia da distribuire poi a “tutti gli operatori presenti sul territorio, privilegiando le strutture curative”, si legge nella relazione tecnico-scientifica che accompagna la richiesta.
L’aspetto poco chiaro della richiesta consiste nella riproposizione, ancora una volta, dell’agognato Centro Termale e Benessere. Stessi rendering, stessa area, stessa proposta progettuale decisamente bocciata anni fa. Insomma stesse strutture e infrastrutture incompatibili e comunque irrealizzabili in un’area protetta e nella fascia costiera.
Per questo motivo Italia Nostra Sardegna ha in questi giorni presentato motivate Osservazioni al Servizio attività estrattive dell’Assessorato Regionale dell’Industria e al sindaco di Sant’Antioco per chiedere l’improcedibilità dell’istanza per manifesta inammissibilità e il rigetto della richiesta di concessione mineraria denominata “Coaquaddus” in una vasta area agricola e di tutela ambientale del comune di Sant’Antioco, avanzata dalla soc. RENO srl.

sull'argomento

Italia Nostra Sardegna - Maladroxa: la scoperta dell'acqua calda

La spiaggia di Coa 'e Cuaddus 




2 commenti: