domenica 20 gennaio 2019

In Italia e in tutta Europa si rinuncia alle fonti fossili e in Sardegna si brucia il carbone e si ampliano le discariche dei fanghi rossi

Assieme a CSS, Assotziu Consumadoris Sardingna e ISDE Sardegna abbiamo sottoscritto il seguente comunicato stampa sul progetto di ammodernamento della Eurallumina di Portoscuso, sollevando numerose criticita1 in merito all'impatto ambientale negativo che tale impianto potrà arrecare al territorio e alla salute dei cittadini.


La Conferenza dei servizi sul Progetto di ammodernamento della raffineria di bauxite dell'Eurallumina è convocata per il 21 gennaio. La Confederazione sindacale sarda (Css), l'Assoziu Consumadoris Sardigna e ISDE hanno depositato le proprie osservazioni nell'ambito della Valutazione d'Impatto Ambientale cui il progetto è sottoposto.  
Le principali criticità rilevate riguardano la mancata attribuzione di un codice univoco ai fanghi destinati al Bacino dei Fanghi Rossi (BFR), criticità che si ripresenta anche nel nuovo progetto; le tecniche di coltivazione dei bacini C e D, che non appaiono conformi alla normativa sulle discariche, come già evidenziato in precedenti osservazioni il massiccio impiego di carbone per la 
fornitura di vapore all'Eurallumina da parte dell'ENEL; la generale assenza di benefici emissivi legati alla cogenerazione e, anzi, un peggioramento rispetto agli anni precedenti. Si fa anche notare che l'intervento dell'assetto cogenerativo ricade nella fattispecie per la quale è necessaria una nuova Valutazione di Impatto Sanitario (la precedente era stata realizzata sulla base del precedente progetto).
Desta, infatti, preoccupazione l'impatto sulla salute pubblica dell'intero progetto, localizzato all'interno di un Sito d'interesse nazionale per bonifica (S.i.n) dove diversi studi epidemiologici hanno evidenziato l'esistenza di una situazione sanitaria problematica.
Le sciventi associazioni manifestano la propria contrarietà al rilancio della produzione di allumina da bauxite. Esistono, infatti, delle inefficienze di processo che rendono le lavorazioni effettuate dall'Eurallumina non sostenibili. Come afferma la stessa proponente, “per produrre 1,0 t di allumina occorrono 2,3-2,6 t di bauxite... ed il processo genera circa 1,2-1,6 t di fango umido”. Questo significa che una percentuale elevatissima della materia prima si trasforma in rifiuti, pari a 16,5 milioni di tonnellate nell'arco dei 10 anni di vita del progetto.

Per quanto riguarda il BFR, esistono poi delle criticità progettuali specifiche. È la stessa società a rivelare che, al momento, non è possibile attribuire una tipologia di rifiuto ai fanghi. Non è dunque dato sapere se, qualora appartengano alla categoria dei rifiuti pericolosi, rientrino nei limiti di ammissibilità in una discarica per rifiuti non pericolosi come quella proposta. Non è nemmeno chiaro se gli eventuali rifiuti pericolosi possano essere considerati stabili e non reattivi.
Un discorso analogo per le ceneri della centrale ENEL che, stando al progetto, dovranno essere conferite nel Bfr in un quantitativo pari a 81500 t/a. Dalla documentazione depositata si evince, infatti, che finora non si è proceduto alla caratterizzazione delle ceneri.
Simili carenze rendono improcedibile la Valutazione d'impatto ambientale.

Altre criticità riguardano le metodologie di elevazione delle nuove discariche. Non si prevede, infatti, la costruzione di argini, perché si confida nella tenuta dei fanghi disidratati F70. Al contrario, i criteri costruttivi stabiliti dal D.lgs. 36/03 prevedono che gli argini siano predisposti ab originem. Si prevede, inoltre, che il settore C e il settore D di nuova realizzazione si sviluppino
nel tempo in appoggio agli argini o superfici laterali dei vecchi settori A e B, dando luogo all'unificazione dei 4 settori come risultato finale. Non si riesce a capire come la società abbia potuto avanzare una simile proposta, visto che i settori A e B risulterebbero ancora sotto sequestro da parte della Magistratura.
Una delle principali novità del nuovo progetto dell'Eurallumina consiste nella rinuncia all''impianto CHP di proprietà. a favore del vapordotto ENEL-Eurallumina. L'impiego della centrale ENEL “Grazia Deledda” (già inserita dall'Agenzia Europea per l'Ambiente tra i 190 impianti più inquinanti d'Europa) in assetto cogenerativo comporterà la combustione di oltre 730.000 tonnellate di carbone/anno all'interno di un S.i.n, la cui caratteristica fondamentale è la necessità che i carichi inquinanti diminuiscano anziché aumentare.
L'effetto di questo intervento consiste nel rilanciare il ruolo del termoelettrico alimentato a carbone come erogatore di un servizio di base proprio quando il nuovo corso della politica energetica comunitaria e italiana (vedi il recente Decreto 430/2018) prevede l'abbandono dei combustibili fossili.

Normalmente, agli impianti di cogenerazione vengono associati benefici ambientali derivati da risparmio del combustibile e dal risparmio energetico. Ma non è questo il caso dell'intervento proposto, come si apprende dalla stessa ENEL, la quale afferma che le emissioni ed immissioni in aria, sul suolo e in acqua non subiranno modifiche a seguito degli interventi.
Nello specifico, i confronti tra gli scenari non cogenerativi e cogenerativi dei gruppo 2 e 3 non risultano attendibili: per l'assetto cogenerativo si sceglie sempre il carico minimo a cui potrà essere esercita la centrale. Sarebbe stato meglio prendere in considerazione carichi mediani per evitare di calcolare emissioni inferiori a quelle reali.
Tale confronto rivela che, sebbene il fattore emissivo di ogni Mwe rimanga tendenzialmente invariato, nell'assetto cogenerativo si verificano aumenti significativi della CO e delle polveri.
Infine, appare poco sensato valorizzare la riduzione delle emissioni legate all'assetto cogenerativo rispetto all'accoppiata centrale Enel non dotata di tale assetto e nuova centrale a carbone dell'Eurallumina. Si deve, invece, evidenziare – anche con l'assetto cogenerativo - un peggioramento emissivo rispetto alle performance della Grazia Deledda negli anni precedenti (dati del Registro Europeo delle Emissioni). Tale situazione non appare in linea con il dettato della Direttiva Europea 2008/1/CE che predica la prevenzione e la riduzione dell'inquinamento delle matrici ambientali.
Si deve anche notare che nelle valutazioni emissive sono presi in considerazione solo i contaminanti: ossidi di zolfo, ossidi di azoto, polveri e monossido di carbonio. Nulla si dice sugli altri contaminanti emessi e correlati con la combustione del carbone quali gli idrocarburi aromatici (benzopirene, benzene), diossine, elementi metallici (Cadmio, Cromo, Manganese, Nichel, Piombo, Rame, Cobalto, Mercurio, Arsenico, Vanadio, Silicio e altri, fino a 50), nonché gli isotopi radiativi naturali (U238, Th232/234 e Radon 222).

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