Campu Giavesu |
La
lotta dei comitati, delle associazioni ambientaliste, delle amministrazioni
comunali contro l’aggressione speculativa delle multinazionali della green
economy, conosce in questo periodo uno dei suoi momenti più alti. La notizia
che la Archimede Solar Energy (Gruppo Angelantoni) – cui sarebbe passata la
gestione dei progetti del termodinamico in Sardegna – avrebbe trasferito a Roma
24 scatolini di documenti, con l’intento di scavalcare la Regione e chiedere
direttamente la “VIA” (Valutazione di impatto ambientale) al Ministero
dell’Ambiente, ha dato nuovo impulso ad una mobilitazione che ormai coinvolge
l’intera isola. Ci si batte contro quello che, ove venisse avvallato dal
Ministero, si configurerebbe come un vero e proprio esproprio di attribuzioni,
uno scippo di competenze dal chiaro sapore antidemocratico e antiautonomista,
che umilia le prerogative regionali, e che non potrebbe restare senza risposte
adeguate ai diversi livelli: della mobilitazione popolare, delle istituzioni
locali, delle tutele amministrative e giurisdizionali.
Al
riguardo, va infatti tenuto presente che le competenze in materia di
procedimento di Valutazione di impatto ambientale sono state chiaramente
individuate da precise disposizioni normative. Nello specifico dal D.lgs.
152/06, come corretto e integrato dal
D.lgs. 16 gennaio 2008, n. 4, all’art. 7, commi 3 e 4. In particolare
l’all. II, comma 2, stabilisce che sono progetti di competenza nazionale le “Installazioni
relative a: centrali termiche ed altri impianti di combustione con potenza
termica di almeno 300 MW”, mentre la competenza è regionale per la VIA
o per la procedura di assoggettabilità alla VIA per i progetti relativi ad
impianti con potenza inferiore (All. III, punto 2 lettera a - Impianti
termici per la produzione di energia elettrica, vapore e acqua calda con
potenza termica complessiva superiore a 50 MW).
Area Flumini Mannu |
I
progetti in questione sono quelli di Flumini Mannu, fra Villasor e Decimoputzu,
per 55 MW
elettrici di potenza, su 237
ettari di terreno; Cossoine (denominato “Campu
Giavesu”),
per 30 MWe su 160 ettari; Giave e Bonorva, 50 MWe su 235 ettari; Guspini e Gonnosfanadiga, 50 MWe, su 211 ettari. Tutti progetti già sottoposti alla procedura di
assoggettabilità regionale e già rinviati (nel caso di tre di essi) alla via,
con le motivazioni che in sintesi si riportano:
-
incongruenze ed indeterminatezza di diversi importanti aspetti di
natura progettuale (per es., superficie captante del parco solare, opere di
connessione, tecnologia della centrale ausiliaria, modalità di
approvvigionamento della biomassa, etc.);
-
alterazione della morfologia naturale dei luoghi e irreversibili
interferenze con gli elementi caratteristici dell’area agricola interessata;
-
notevole impatto di natura paesaggistica, considerati anche i
potenziali fenomeni di interferenza visiva e conseguenti effetti cumulativi con
altri impianti similari realizzati o proposti nelle aree circostanti non presi,
peraltro, in considerazione nella documentazione presentata;
-
necessità di imponenti opere di sistemazione altimetrica con
potenziale movimentazione di consistenti quantitativi di terre e rocce da
scavo;
-
rilevanti impatti sulle componenti acque superficiali e
sotterranee dovuti ai notevoli consumi di risorsa idrica, alla conseguente
necessità di creare adeguate opere di accumulo e/o di derivazione di acque
sotterranee, con alterazione del regime idraulico sia superficiale che
sotterraneo e potenziale contaminazione della risorsa idrica;
-
impatti sulla componente atmosfera, anche durante la fase di
cantiere, con possibili ripercussioni sulla salute pubblica, data anche la
vicinanza a diversi ricettori sensibili (aziende, case sparse e centro abitato
di Cossoine, distante poche centinaia di metri dal sito di intervento);
-
consistente consumo di suolo agrario, sottrazione di habitat e
della copertura vegetazionale, con notevoli impatti sulle popolazioni
faunistiche e avifaunistiche potenzialmente presenti nell’area interessata
dalle opere.
-
forti distorsioni sul piano programmatorio e pianificatorio a
scala comunale e intercomunale, introducendo nuove zone industriali in siti non
idonei.
Campu Giavesu |
E in tutti e tre i casi di rinvio a VIA, la deliberazione della
Giunta Regionale parlava anche delle “forti preoccupazioni espresse a livello
sociale”.
A
fronte di tutto ciò, e al fine di poter superare quegli ostacoli che
evidentemente a livello regionale parevano insormontabili, il Gruppo
Angelantoni ha chiesto il trasferimento a Roma delle competenze, facendo
passare per un unico grande progetto che in questo modo supera i 300Mw termici,
quattro impianti ubicati in aree assai distanti fra di loro – in qualche caso anche più di 150 km. – e
ricadenti in regioni storiche con caratteristiche ambientali, paesaggistiche,
economiche, culturali totalmente diverse. Le notizie in merito sono state
diffuse da un articolo sul Sole 24 Ore – apparentemente ben documentato – e poi
confermate da fonti attendibili, ancorché riservate.
Nido di cicogna a Campu Giavesu |
Per
avere informazioni ufficiali sul reale stato delle cose, i comitati e le
associazioni ambientaliste hanno inviato al Ministero dell’Ambiente – e per
conoscenza, al Presidente della Giunta Regionale della Sardegna, all’Assessore
della Difesa dell’Ambiente, all’Assessore dell’Industria, al SAVI (Servizio
della Sostenibilità Ambientale e Valutazione Impatti della Regione Sardegna) –
una articolata lettera che, per opportuna conoscenza viene inoltrata anche a
codesti organi di stampa. In sintesi, con essa si chiede al Ministero che venga accertato:
• “se nell’ambito delle strutture del Ministero siano state
attivate procedure amministrative inerenti i progetti in questione, procedure
che in forza di quanto dimostrato risultano palesemente illegittime e che non
dovrebbero essere state poste in essere nemmeno come inizio procedimentale. Nel
caso che ne sia stato dato comunque corso, si fa formale richiesta di accesso
agli atti ai sensi del D.lgs. 241/90 mediante copia degli atti endo ed
esoprocedimentali, che siano stati posti in essere, nonché la informativa per
legge di quelli che seguiranno, se non pubblicati sul sito del Ministero;
• se risponde a verità la notizia che un funzionario del Ministero
dell’Ambiente abbia effettuato un sopralluogo in Sardegna, e in caso di
riscontro affermativo, che venga accertato a quale titolo, nell’ambito di quale
procedimento, a quale fine e da chi autorizzato, in quanto l’iniziativa risulta
palesemente indirizzata al conseguimento di un fine pregiudizialmente
illegittimo e non legata ad alcun procedimento in itinere noto e reso pubblico
come d’obbligo sul sito del Ministero. A tal fine si chiede di conoscere con
quali funzionari o Amministrazioni siano intercorsi contatti nel corso del
sopralluogo, in quanto non risulta che il suddetto funzionario abbia avuto
incontri con gli amministratori o le comunità locali;
• se sussista una ipotizzabile illecita correlazione tra le
iniziative finora poste in essere da parte di alti funzionari del Ministero e
l’attività da essi svolta in precedenti sedi, quali a titolo di esempio quelle
politiche; nell’ambito di tali attività infatti si ha riscontro dell’esistenza
di pregressi accordi, rapporti di collaborazione ed intese intercorrenti proprio
con le società ora interessate alla realizzazione degli impianti, relazioni che
alla luce di quanto evidenziato con il presente scritto, appaiono essere in
aperto contrasto con il rispetto dei principi di neutralità, imparzialità e
trasparenza della Pubblica Amministrazione, soprattutto nell’ambito di
procedure di così ampia e rilevante delicatezza quali quelle inerenti le
Valutazioni di Impatto Ambientale”.
Li, 20
dicembre 2013
Comitato “No al Termodinamico Cossoine e Giave” - Comitato “Sa Nuxedda Free” Vallermosa
WWF Sardegna - Italia Nostra Sardegna - LIPU Sardegna
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Comitato per il "NO al Termodinamico" do Cossoine e Giave
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