martedì 19 novembre 2013

Garantire la sicurezza del territorio anziché accrescere il rischio idrogeologico con nuovi interventi cementificatori.

Il disastro ambientale che in questi giorni sta colpendo la Sardegna oltre ad evidenziare forti carenze strutturali che, se affrontate per tempo, potevano probabilmente evitare le numerose vittime di questa tragedia, richiama la Regione Sardegna a considerare la difesa del suolo la vera emergenza regionale e ad attivare interventi sostanziali sotto il profilo idrogeologico per mettere in sicurezza l’intero territorio Sardo.
Le ultime decisioni sul Piano Paesaggistico Regionale rappresentano invece l’ennesimo tentativo di occupare coste e aree agricole con nuove edificazioni che contribuiranno ad accrescere il rischio idrogeologico, oltre che proseguire nella distruzione del paesaggio.
In questi giorni, l’Assessore reg.le all’urbanistica, impegnato a promuovere il nuovo PPR ci ha raccontato invece di grandi opportunità e di sviluppo senza compromettere il patrimonio naturale della Sardegna, di un'inesistente  condivisione del processo di revisione del PPR da parte delle associazioni ambientaliste, spacciando per reale partecipazione la presenza di nostri rappresentanti ad alcuni incontri organizzati dalla Direzione della Pianificazione Urbanistica nei quali venivano fornite informazioni parziali e inesatte. Il 10 ottobre 2013, nel corso di una di queste pseudo riunioni, alla precisa richiesta di poter prendere visione delle nuove Norme tecniche di attuazione è stato risposto che non esistevano ancora, salvo approvarle solo 15 giorni dopo!
Pensavamo fosse chiaro che un processo partecipativo imponga un percorso di discussione che metta in comunicazione attori e istituzioni al fine di ottenere la rappresentazione delle posizioni, degli interessi e dei bisogni di tutte le parti coinvolte, per giungere ad una soluzione mediata e il più possibile condivisa. Esattamente il contrario di quanto è avvenuto fino ad oggi su questa vicenda.
Nel rispetto del vigente quadro normativo e della Convenzione di Aarhus abbiamo chiesto a più riprese, fin dal 2010, di essere coinvolti in un serio percorso partecipativo, senza aver mai ricevuto risposta, salvo qualche atto - come l'approvazione delle linee guida da parte del Consiglio - conseguente alle nostre numerose segnalazioni sull'illegittimità del procedimento. Pensavamo che con la firma del disciplinare tecnico dello scorso marzo l’assessorato avesse scelto di rapportarsi correttamente con il MiBACT e con le associazioni portatrici di interessi diffusi, applicando finalmente l’art. 144 del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, ma tutto si è interrotto bruscamente il 25 ottobre u.s.
Cala Fuili - Dorgali
Un’ulteriore conferma della grande confusione che ha caratterizzato l’intera procedura di revisione del PPR la troviamo nella risposta dell’Assessore, il quale scambia la Valutazione di Impatto Ambientale (che si applica alle opere civili e industriali e dopo l’elaborazione del progetto) con la Valutazione Ambientale Strategica (che interessa i Piani e i programmi e avviene contestualmente all'elaborazione del piano/programma).
Vogliamo ricordare ancora che la nostra richiesta del verbale dell’incontro del 10 ottobre è stata presentata nel corso stesso della riunione, ricevendo garanzie in tal senso dal Direttore Generale della Pianificazione Urbanistica Territoriale. Registriamo che a 5 settimane dall’incontro non abbiamo ricevuto alcun verbale nonostante il sollecito della settimana scorsa, inoltrato dopo oltre un mese.

A tutto ci ha ormai abituati questa politica, tanto che non ci scandalizza più niente, neppure l’essere tacciati di dire falsità da un assessore all’urbanistica inquisito per “falso in atti pubblici”. Un falso, guarda caso, finalizzato all'esclusione del legittimo rappresentante delle associazioni ambientaliste dalla commissione paesaggistica.
19 novembre 2013



Santa Sabina
L'intervento del Presidente Nazionale Marco Parini 19-11-2013


Prime piogge e… l’Italia torna a franare e a contare ancora vittime

Appello al governo: la messa in sicurezza del territorio è la principale grande opera necessaria al Paese. Solo pochi giorni fa Italia Nostra insieme ad altre associazioni ambientaliste aveva lanciato l’allarme contro il nuovo PPR della Sardegna che apre la strada a nuove e dissennate concessioni edilizie in tutta la regione.
Enormi colate di cemento che, se non bloccate, metteranno ancora più a rischio un territorio già fragilissimo e ad altissimo rischio idrogeologico. Come se non bastasse il Governo, nella proposta di legge di Stabilità destina la modestissima somma di 30 milioni di euro per l’intero territorio nazionale. “Italia Nostra – dichiara il Presidente Marco Parini – ribadisce l’invito formulato al Governo circa l’assoluta necessità di destinare grandi investimenti alla messa in sicurezza del territorio nazionale anziché accrescere il rischio idrogeologico con nuove cementificazioni”.

l'articolo dell'Unione Sarda di domenica 17 novembre 2013

Domani parte da Cagliari il tour per spiegare le nuove norme

Ppr al giro di Sardegna

Ambientalisti esclusi? «Falso, ecco le loro firme»
Inizia domani da Cagliari il giro di Sardegna del Ppr. Il governatore Cappellacci lo porterà in tournée nei maggiori centri dell'Isola col proposito di spiegare ai sardi le nuove norme urbanistiche: un tour informativo, l'ha definito. Prima tappa alla Fiera campionaria (ore 9,30), la seconda mercoledì prossimo a Sassari (hotel Grazia Deledda) «Sono invitati», spiega una nota di Villa Devoto, «all'evento pubblico e aperto a tutti i cittadini, le amministrazioni provinciali e comunali, le organizzazioni sindacali, le associazioni ambientaliste e quelle di categoria, gli ordini professionali, le rappresentanze delle università, dei consorzi, della autorità portuali, dei parchi e delle aree marine protette». Una risposta all'offensiva lanciata qualche giorno fa dagli ambientalisti decisi a contrastare in tutti i modi il decollo del nuovo piano paesistico.
L'ASSESSORE L'assessore dell'Urbanistica Nicola Rassu replica agli apprezzamenti di «Italia nostra» che aveva lamentato l'esclusione delle associazioni ambientaliste dalla discussione preventiva, sfociata poi nell'approvazione delle nuove regole urbanistiche: «Abbiamo sempre assicurato la piena partecipazione al processo di revisione del Piano paesaggistico a tutti i portatori di interesse con particolare riferimento alle associazioni ambientaliste», precisa Rassu.
LE DATE «A differenza di quanto erroneamente prospettato, i rappresentanti di “Italia Nostra” hanno partecipato, fin dal 2009, agli incontri e alle riunioni, come rilevato dalle firme apposte dai suoi rappresentanti e dalle convocazioni rivolte alle associazioni ambientaliste». Incontri iniziati il 30 giugno 2009, proseguiti nel 2011 sullo Studio di valutazione dell'impatto ambientale, fino agli ultimi del 2013. «Da giugno a luglio del 2010 i rappresentanti ambientalisti furono invitati a partecipare ai 14 laboratori di Sardegna nuove idee così come per la conferenza di lancio di Sardegna nuove idee del 16 giugno 2010 a Cagliari. Infine nonostante l'invito non furono presenti all'incontro pubblico di Tramatza del 30 maggio 2013».
IL BLOG SNOBBATO Non è finita. «Al fine di consentire un'agevole partecipazione delle associazioni alle attività inerenti la revisione del Piano paesaggistico, l'assessorato regionale ha attivato da tempo il sito web SardegnaGeoBlog, un innovativo strumento informatico messo a disposizione dalla Regione e al quale le associazioni potevano accedere tramite la semplice richiesta di un account: l'associazione Italia Nostra non ha mai utilizzato tale strumento», ha aggiunto l'esponente dell'esecutivo.
LA MAIL «Quanto alla richiesta presentata da Italia Nostra relativa all'ottenimento di copia del verbale dell'incontro dello scorso 10 ottobre, la comunicazione è stata inviata dall'associazione il 12 novembre di quest'anno via posta elettronica certificata. Ma il giorno successivo lamentava il fatto che l'assessorato non avesse ancora dato riscontro a tale richiesta», conclude Rassu.
Campagna nuorese
IL SIT IN Giovedì scorso le associazioni ambientaliste (Legambiente, Italia Nostra, Fai, Gruppo di intervento giuridico) avevano dato vita a un sit in sotto la sede del Consiglio regionale. Un fronte unito di sigle allarmato per le ricadute sul territorio della nuova disciplina che rischia - a loro parere - di far ripartire un indiscriminato assalto alle coste. Di qui la scelta di presentare una raffica di ricorsi: Tar, ministero dei Beni culturali, Corte Costituzionale. (a. ma.)

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